La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 15 - 27 agosto 191

LA DIF ESA DELLE LAVORATRICI Le Sezioni feminili Socialiste Provincia di .1/ilano: Mila no - Monza . Prol:incia di Torino: Torino . Provin cia di Novara: Cossat o - ì\1ezza– n a Novarese - Biella - ,. _,. San Nicolao -- Palazzolo Vercellese - Mosso S. Maria - Sagliano '.1icca - Camandona. Provincia di Pavia: Zeme Lomellina Valle Lomellina. Provincia di Crenwna: Soresina . Prot'incia di Reggio S,miria: Reggi o Emi– lia - llio Saliceto - Cagruzzo - Povigli o Rul:>iera. Provincia di Genova: Sestri Pon ent e. Provin cia di Parma: Soragna. P rovin cia di i\Jodena: :\foli ni Nuovi . Prot•incia di .li antova: Suzzara . Protincia di Ravenna: Ravenna . Provincia di Bologna: Bologna - Moli- nella. Provincia di Firen;e: Fir enze - Castel– fiorentino - Rifredi - San Giovanni Val– da.rno. Pr orincia di Livorno: Ardenza. Provincia di Grosseto: Grosseto - Tatti - Sasso d'Ombrane - Follonica. - Monte– pescali - Giunc.arico - Monlema.ssi - Mont.ecalvoli. In questa quindicina si ronn costituite le sezioni di Roccatederighi (Grosseto ). di Oneglia (Por to Maurizio \. di Lessona (No– var a). In tutto dunque le sezioni femminili so– no ora --2. Hann o J)ubblicato. in questa quindi cina . &rtiooli di ,propagan da d'in dole femminile, o hann o avuto ace.ermi al n0~tro movim ento, i settimanali socialisti: Il Corriere Biellese, di Biella; Libera Parola, di Orema: La Ro– magn a Socialista, di Ravenna; Il Socialista, di Faenza: Il R isveg lio, di Follonica ; La Nu ova Terra, 1::1:i ',fanto v.a; La Lolla di clas– se, di Forlì: L'Eco del Popolo. di Cremona; L'.-tur ora, di Pallanza : La L~lla di classe, di Galla.rate. La parola alle cifre. La Federazione Tessil e italiana che rac– coglie nel suo seno le Legh e dei tessitori e tessitrici di quasi tutti gli stabilimenti d'I– tal ia, ha di retto in qu<est'ullimo anno varie agi tazioni, tutte con esito vitto rioso. Ecco riassunti i vantaggi -pecuniari con– li€glliti dai ì3.500 operai coinvolti nelle agi– tazioni suddette . Il Sumero A.nment o PLAGHE. de1:U :1ppro s3l matl vo operai dei ______ _ _ _ l~ntere!''Jatl salari annuali Bie!lese Toscana Torino Alto mJanese Monzese Novarese Milano ,. dml-Orni 14.000 L. i. 380.00) 12.000 » 2.080 .0W 50C) )/ 15.(0) 40.000 » 3.000 .000 500 ') ! 5.000 4.000 s 260.000 2.500 260.000 TOTALI 11 73.500 L. 7.000.000 QU«31-., poohe citre valgon da sole a di– mostra.re quant o può valere ed ottener e il pr oletariato unito e compatto nelle pr opri e leghe conr~ate . Sulavoro delle donne Inagricoltura Uno. d. g. della Fed.Naz. Lav. della Terra. << La Fed erazion e Nazional e dei Lavora– tori della Terra richiama l'attenzi one delle organizzazion i P dei p11bblici rpoter i su l la– voro IClelledonne in agricoltu ra, lavoro ma– le retrib uito , ecoessivo 1 dannoso alla sal uto dello donne stesse e preoccupante per l'av– venir e, e chied o che 8na logamente a quan– to si è fatto per la 1ri sicoltu ra 1 siano ema– nate disposiz ioni a d ifesa e a tutela dello salariat e in agricolLura n. Con qu esto ordine del giorno si intende far e il rimarco di un abns.o rhP offende i sensi della. umanità e d ella civiltà. È ben giusto che si pr etenda dall e donn e una in– tensificazion e del loro lavoro e la loro uti– lizzazione in sostit uzione degli uomini. Ma tuttavia non deve oltrepassare cert i limit.i fino a raggiungere le conò izioni veramente vergognose che si praticano in alcune zone. TRIBUNALE DELLAVORO Pe r le Domes tic he, Una cameriera d 'alberg o assunta per l•a sta– gione esti va, fu licenziata immediatamente dopo due mesi di se rvizio , per un diverbio avuto colla fìgliuo!a del proprie tar io. Portata le questione davanti ai probiviri il propriet".9.riofu condannato .ad indennizzare la cameriera del danno patito per inadempienza del contratto. U na domestica fu lice nziata in bi,anco per in– delicatezza. La padrona si rifiutò di J)agare il ser vizio prestato. Il giudi ce conc iliatore di Mi– lano sentenziò che la domestica av,eva diritto al paga mento delh mercede in ragione dei giorni di servizio prestati. Una domestica fu assunta in serviz io a deter– minate condizioni: ma, ancor a prima di incomin– ciare il lavoro, per rag ioni che la padrona non volle òetermin are, fu licenziata. 11 giudice con– ciliatore. accog liendo le ragioni della domestica. condannò la padrona • a pagare il salario di otto giorni e le spese di manrenimento per detto periodo. 4 * * Una domestica fu licenziata regohrme nte col preavviso d'uso; ma passa ti gli otto giorni con– tinuò a prestare servizio per un altro periodo di tempo, forse perchè la padrona non aveva ,.a:~– cora trovato modo di sostituirla. La domE,'Sfj~ invitat a a lasciare il posto alla nuova venuta , chi ese l'ind ennizzo p,3ttuito. La padrona, rite– ne ndo di averla licenz iata, non volle accedere alle richieste della domestica ma ques ta trovò appogg io nel magistrato che dichiarò nullo il licenzi ·amen.to e necessario un altro J)reavviso. Per conseguenza la padrona fu obbl igata al pagamento degli otto giorni e a lle spese Pi man– tenimento. La domestica. non può essere tenuta respon– sabile dei danni che comme tte nell 'adempimen– to delle mansioni ine.renti al suo se rvizio, se non quando venga provato di aver agito con ne– gligenza colpos.2 e quindi il principale non ha diritto di trattenere lo stipendi o a compenso di danno. per il soia fatto che essa ha rotto delle stoviglie o guastato gli abiti nello stirarli. .. Qualunque siano le ragioni di licenziamento le domestiche hanno 1 diritu di pretender il cer– tificato del servizio prestato; in caso di rifiuto pcssono chiedere l'indennizzo per i gior..ni di disoccupazione cagionati dalla ritardata conse– gna del benservito. APPENDICE L A GUERRA HOl!.,,zo DI VSEVOLOD GART S CHIN No, n(,n trc,;,po, ca ra ami ca ma sc,n tanl o de– bole e '-nnit o. Si app1ico la fasci atura , e si fece bf-re un po' di •ir10 a Kc,u!fma ctie si acqui etò. fJ dc,tt()re fJartl , Livov torn o in camna a atudiare: re, tar.mno Maria P etr ovn:.1 W io a fa r compagnia u11'in!E::rmc,_ Ar; <·urnodat.tm i le cc,pE::rt~- dl5'~ Kr.Josm a oon -vvc,-e nuca . Oi~J'Josi h: lenzuo la rrJmr- mi p arE:v& meglio , rrrn, a•d:va J'uria in ~odd h,fatt a p re:ts-nde , a ci /f,~se a sini stra un:.1.r,icN,l:1 fe!i– rru.ra da coj , i in.c.in uava ! ari a ,, cldf-dP va r he le co·pert..6 fos~r c, ar cornùdat e 1r1Pgliù. Fe<'i j] J>O.,,•itJile , m a ad ont a di:-1 mio 1,ur,n ,,.olere , Kc;o-ma ~r1t h.:a •'-'mr1rf- fr ~rJdo da une µart E- e, d'° J.JJ'a ltr :-..1., ai flandii, fJ allP p- ~..1.ml> P - Come •Pi Ifw.ld f- 0 tr o, t1orb,Jttav:..1.; hr.J brivi– di all;i •(:tdena ùra ; l::i.-c:ri:J. che facda l~i e : u:..1.r<J11. va u ~Ll·ia P et ravna C.a.pJJ v·r :lif- n<,t1 liJ p0t~ o atr:,Jritt· nta,,,., M.a1·ia P f-trnv-JJa Pi ~lJar az.zU d F-1 vac,r-tt,J dtl m edir·<1Tfl'1Jti, ed :wvitinandfJs i al IHtr, vi devù a.. cc:ù10<1dar 1: io? Sì fate vc,i... Ah eocsi \.'a l,PnP .. sentr> <:he mi ri,;;c:aldo... P mentre esc;a rimbocca.va le co– oer~ non kt. la.-,.cia\-·acogJi oc,.hi : pr1i una gio cond ità tan<:iu1lesca illumi nò il suo vùltf) tor– turato , cì1iu!e gli occhi e si addormfntò. - Ve ne and ate a casa ? mi d<1mandò Maria Pet:ro•n ri. P o~YJ rest ar e; mi sono Tiposat o abbasta n– za: però c;p non <H·ete bjsogno di me, mc ne va.drJ. !'-:ù, rim anete, ve ne prego; c:hiacchierere· mo un poco. Mj o fratello è sempre sui suoi lil,ri ; è triste e pe noso restarse ne sola presso un muh.1.tr , ctJr dor me, sopr atutto S+"si Ornsa rhc drJvr a morire ... Siatt.- roragg io~a. Mal'i[I P etr ovna , unn -,uora di c:,rità non df-VC co11osce r,! n 1: Jagrirne ni:- pr·n~ir•ri HCOnforta nt i. Non rJi<1ngero quando sa rò suorn di cani. t.e. Mi Eltlrn certo meno rrudr le r11r:1re dri fr. , Itl. rhf> 11r1n un u<imo r lif' rni /• tant o N\ m. Ma 1,rLrtirr•te lo ste~RO'' Sr:nza dul>Lio; rnu<,i.1 ,, gu:i ri~ra, tn P. nt– andro. J.a mia ri~oluzionP (• Jirr.sa e non la m 1Jtnù. Vonr·i fa re una l,t1<JTH1 azione r la· !'V'i:1re ,.,Jrnr- il r irordo di lif'll(• <· J11min r, ~r.gi nr n :t.tf >. Ma. ,r1i~str- h1rninosr: gio rna te tr•rn,, rhe wm }t> tr<,w•rPt~ :dfr1 gu Hr :1, Maria Prtrr,vnn. E p<:r<·hi•! Lavorrrò, rii! il lavo ro f, 1a sola l rH~e d, 'io <·neo. Vorrei ,pur farn qua lr hc rnr.;a f>Pr 1:1 g-unrn. Partr•r·ir,ar"' :tlJa gur.rrn? :'vfa n,,n vi fa du nqu~ ùr rfJrf la gur.rra? Si'-'te r,r<,r,rio WJi chr pa rlate ? s,,n,J fJr<JJJriO io. ~1a r:hi Yi ha drtto r,h" j,> ami la guerra? So1tfwt<>.. Come dir vj·J SI Per lafanciullezza abb ndonata ln Milamo, in qu esta g,rand e città che ri– gurgita d'istiLuzioni di bene ficenza, ci sono bimbi abbandonat i, che dormono sull e ban – chine delle piazze e su i gradini della Città, al oonta.tlo dei più pericolosi pr egiudicati, qtta.si sempre anch'essi non colpevo li di es– sere stati, nell'età della fanc iullezza, abban– don ati alla strada e allo sue cattiv e in– fluenze. Che cosa fa la società pe r questi fanc iul– li? Nulla; sino a 12 an ni provvedono le isti– tuzioni della fanciullezza abbando nata, do– po la legge sul lavoro delle donne e Idei fan– ciulli concede i) libretto del lavoro, e l'ado– lescent e ent ra nella cat egoria degli operai. Gli istituti di beneficenza chiudono ad ossi le porte; la Questura, il solo ente che a modo suo si in teressa pe r questa. fanciul– lezza abbandonaLa , n e acciuffa. uno o di-eci e li porta in gua rdi na, dove imparano a te– ,m-ere le guwrdie, passano qualche nolle, si famigliarizzano col tavolac cio, fanno cono– scenza d egli alt ri pregiudi cat i, e molt e vol– le (è doloro so il diwlo) cons iderano le gua r– d ine come una ca.sa ospiLale che offre loro per qualche giorno un asilo siouro. La Que3tura invita i pa renti a ritirar e i ragazzi, ma i ,parenti, o sono mamme che non meritano questo nome. o sono padri ubbria coni, owu re gen itori amma lati, de– boli, fiaccali d alle miser ie, dalle privazi oni, o gente inumana e corr otta. La Questu ra indaga: consegna il piccolo ai parenti , -e qui vi cessa il suo compito. Il fan cìu!Io ritorn a in f,amiglia, ma, non trova ndo in essa, per le ragio ni suac cen– nate, ciò che inconsciamente desidera , ciò di cui ha bisogno, torna a chiedere alla stra da affollo e alim ento, e la scena si ri– pete parecchie volte, finchè la Quest ur a se ne disint ere.ssa e concede al piccolo vaga– bondo il ,permesso di lib era circolazione. Il raga zzo non viene più distur bato , cresce fra le cascine del sobbo rgo e la ,piazza ld·el Duo– mo1 vive di elemo.sina e di fur to 1 si sdraia nei prati , ch iede a.silo ai pubbl ici dormitori. così senza una parola buona , senza una guida , fino a quando incont ra qual che pre– giudicat o della peggior specie, che gli fa da paJre. Il bam bino. che ha bisogno d'affetto e di protezione, gl i si affeziona e questi lo inizia sulla via della delinqu enz,a e del vizio. Milan o, che ha ,pensato agli ubbria chi , strapp andoli al contatto d1elle 'C-Pardine, Mi- ~ lano , c he ha un ufficio comunale per i cani randagi, pensi ai bimbi senz,a fa.miglia, agli adolescenti abb andonat i e non tolleri che que2.t.afiumana inf antile s'a vanz i min accio– sa sotto il nome di u tepp a ii r, <( leggera ,, a chieder e il diritt o alla vita , sino al giorno in cui le ca,rceri apri ranno ad essi le port e -pe r rin chiu der.e -non il 1~,-1..,.. che quasi semp re sa sfuggire alla pr igione, ma l'ad o– lescen te, vitti ma della società stessa. E mentr e società e fam iglia si disput eran– no le responsa bili tà morali e mate ria.li del mino renne, egli non deve abitua rsi all' ozio, deve lavo~al'e. tieve imparar e che la vita non è il dolce frur niente e che il lavoro è fonte delle più grandi -soddi sfazioni. Avremo con ciò ratto opera di gran de ci– viltà, di gius tizia sociale, ope,ra di pubblica illuminata economia . L'educaz ione di un fanciullo a.bbandon ,ato cosle rh alla società s0mpre meno di un detenuto nelle patrie galere. Abbonatevi a ll'A Yanti ! la guerr a è ma le ; voi lo pensale come mc e come moltis simi, ma ciò non toglie che essa sia ine\'it abile. Che voi l'o..miate o no, esiste; se non sar ete voi a. comb attere sa.rà un altro , ma_ ci sar:à sempr e .un uomo che sorfrirà pel' ferite, fatica. esaurimento. Non so se mi po– tete ca.pire; forse io mi sni ego male , ma per m~ la guerr a f• una calamità generale, una sciagura univer !-ialc, forse è lecito fuggirn e Je con seguenze, ma non mi sento di farlo. Non risposi. Le p1Lrole di Mnrin Petrovna rende vano perfettam ente In vaga avv ersione che m 'ispir ava. la poss ibilità d i sottrarm i al fato de1Ja guerra . Ciò che ess a diceva , io 'J)Cn– sa vo, lo senti vo, Jiur spi egand omelo in un al– tro rno<Jo. Voi, per esempi o... continu ò e!-isa. ll o la imprrs~ion e che voi C<'rrhercste il modo di non pa rt ire>,se foste r'hiarnato sotto le armi Mio frateJlo me ne ha pa rl ato. EhhC'ne ! Ho ffiolto nffetto per voi, vi <'rf'do 11n hr a.vo giovnnc. e luttnvi-, <'h> m i spiare. Che fa.re , Ma.rh Petr ovna. Si pc,ssono ave tr 1)pi11ir1ni rlinrsc; in fif'r mr, no n H do per– d1f~ rlm rei paga rr pn gli :i:llr i! Alla fine non ~r,no stat() io a d irhia.rar<> la irucrr a ! Sf•nz~, d11bliio rna 11,,u fur on<J ne 11· mcno qnolli r•hp niur,ionr, in qu.Pr..tù nu, mrnlt), nP co– lorn r·hP ~ono gi:'t m()rti. SE:!av<!s~ero pot uto. rion !-iar,ihlJrro forsri pa rti ti 11rrrnrhc loro . Ma "S~i wm fJ()tr:ronn P. voi J1f>tP.tr.E,;;si va nno al fuor:o <• voi 1 nr rrl1è rtvrtr. d<>.cdi am ici che vo– gliono evita rvi 'Jll<!,.,h TJ/Jill, \'() j res tate a Pi e. trohu rJ{o tranqu illo Pd in h11onn sa lut e. lo non m i pe rmetto di µ-iudicarr: se ciò è scusabil e, ma .. non mi va.. E crollo ene rgicame nte la te. 1,ta ricciuta, senza dir altr o P ROFUGHI « Con foglio di via rilasciato dalla questu– ra di Mans igl ia sono giun ti a Milan o setto frat Bllin i che non hanno più • nè padre nè mad-re. Sono italiani nati e vis~ut i a Mar. siglia. La loro maòr e è mor ta, il padre, marmi sta milan ese 1 è da vario Lcmpo irre– ,perib ile. Trovando si sen za m ezzi sono stat i rimpa~riati Sullo stesso giornal e in altra pagina sotto il titolo : « L'B;,pulsione dal Belgio della rnrudri e dei bambi.ni? >, leggia mo: ..altr o dispaccio da Amsterdam di ce : « L'autor ità milìt.are ha già com inciato l'evacuaz ione. Le donne ed i ragazzi evacuat i saranno di– ll'etli ver so l' Olanda e la Svizzera». Un ri – lievo s'impone: Se l'invasore è barbaro ed in umano iperohè cauia lungi dall e p,opr ie o-asc in paese st raniero, donne e b imbi, le legg i dei pc,poli civi li sono ugu alm ent e bar– bare ed inumane verso la m i,seria. Il mi– sero, il reietto è sballottato dall'uno all' al– Lro luogo senza ch'c.gli 1possa rposare tran – qu illo il crupo da ne3Suna ,parLe. Così fu, t e sarà. La. guer ra giust ifica ogni atto di nap– pnesag lia esorcitato dai governi sui popo li ; le leggi, quelle esercitate su i sin~oli.. Il caso è pietoso olt re ogni dire : e noi che ci si·amo commossi alle imiprecise nar~ razion i, intorno ai bimbi dall e mani moz– zate , noi vorremmo che qu esto tr isLe ep i– sodio, avvenuto ·proprio in quest'ora di de– dizion i e carez ze alleate, non mozzasse net cervelio delle povere vittime, pr esto o tar di , quak.he cosa di più impo rtante delle ma– ni: la nozion e del bene e del mal e. Per ciò rim ane la conv inzio ne, sempr e più ,profon da , ld 1 el solco incolmabile che esi– ste, anch e nell'ora del sacrifi cio sup remo: - la viLa, - fra borghesia e pr oletaria to .. Tr egue? .. Ah! no, lotLa: per i profughi che, doma– ni , a gue rra cessa ta, non pot ra nno ave re nè rived ere una casa; per i sen za patria; coloro che la miser ia spi ngerà ramin gh i in cerca di lavoro; rper i bimbi senza madr e e senza >pa<k e ai qua li la ques tura intern a– zional e darà il foglio di via ... E. V . AGOSTIN I. L'ODIO NELLE SCUOLE La Soci età Sud Afr icana wr la Pace e l'.4.rbilrat o, fondala in Capelown da alcuni conosciu ti ssùni pacifisti, ha pu bbli calo un foghe/lo intit olalo : « Un appello agli inse– gnanti. geni tori ed educatori », rfrhirtman– do la loro att enzion e sul dov ere degli insP~ gnantì di opporsi allo spi rito di sciov ini smo nell'educa:;ione dei fanciulli . Si cita pure un app ell o degno di nota fallo dal Ministr o della pubblica islruoione dell'Ungh eria agli insegnantt. Egli invita gli insegnanti " 11 dare 7Jarti– colare attenzione ad educare i fanciulli n el senti1nento di risvetto dovut n ai nostri ne– mici: af (i.nc hè nè l'od io 11è il disprezoo non entrino nel!a 1nente dei nostri fanciulli con . tr a i bra vi uoniini coi quali i loro padri so– no in rnorla lP combatlirtien to... Il dov ere de'i rnaestri e dei prof essori dovre bb e esse re di di strug gere per sempre e far e spa rir e il v ensie ro di odio e di di sp rP;.:,ndall e giovani men ti della nuova genera:ione, essendo in– degno di una na:ione ed in.umano 1·m,pron– larle a tali idee,,. \ '![ lN MARCIA. ~ _co~a fatta. Oggi ho ind ossato il m an tello g-rig10, e a.c:;,saporata la scienza degli ese rcizi. Sen.to .continuamente risuonarmi nll'orecc hio : I( F1ss1!... Per fianco sinist r·o!... Attenti!. .. Ri– poso!...." e resto fisso, e mi volto di ffanco e rup,pogg1O \l fucile_fl terra. Fra qualche tempo, quand o m1 ~arò p1u ad dentrato nei misteri <lel– la conversi one, ~i design eré't 1a mia nr rna mi ~i caccerà .in un •vagone, e mi si incorpÒre rh m un reggimento per riempi re i \'Iloti lascia ti dalla morte. Ma c-hc i~ porta? Tut to è lìni.tu ; 11011 mi aJ)– parteng o piu, Mn o la massa.. Il meg lio ch' io poss a fnre è non pensare, non disrutere , ac– cett are sen.za prot~~tc i casi dC'lla vita, acco n– ten ta ndomi del d1ntto che mi si concede di url are quando so ffrir ò tro'J)po. ~n. ca:e nna !Tii hanno ri!ìerv ato una camera pr1v1lc;.{1at~, d1ver~a dalle altre in questo, che, in luogo ù1 _bi:and~, hn letti comuni, sullìc ien. te rriPntc !ì1Jrl1c1 pero. Lf' re.clul<' ehf' non hanno qu al~he ra_rroma.n<lazione, !ìono trattate assa i pegg ,.o.. Prima dt ess n e dic.tribuite nei re~gi– n:in 1t1 VJ\·on,~ sotto una Rrnnd C' tettoia, un a n– tico man C/Z°t{IO di~iso in duP ria un assito. Vi f:..le!ì~ro cl.ella._paglia, lasr in.ndo <'hr questi os,pi~ t1 d1 pn ssag 1go vi si acc omoda~sero come po– tevano. _Nel pass a~gio seg nato in mew.o al maneg. g-10, la pn:glir1 calp C's.tata cJni piedi sporchi rtì fan ~o e d,1 ne-ve degli _un.mini che vengono da.I <'Ort1JP, s è fatta 1>olt1glrn lurida . ed è tutto fan{:o anche quell a che se:rve da lettiera. l !!en linua ).

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