Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

CRITICA SOCIALE 333 strazioni di funzionare molto meglio di quanto non ac– cadesse prima nei Comuni in cui, per effetto della proporzionale, noh vi erano maggioranze . solide ·e stabili. · Sarebbe d'altro lato eccessivo e retorico affer– mare che è antidemocratico in sè e per sè la elimi– nazione del sistema proporzionale, sostituito ovunque con un sistema maggioritario. Infatti, quasi ovunque, nei paesi democraticamentè pi:ù progrediti, si ignora la rappresentanza proporzionale in sede di elezioni comunali. Quello che preoccupa molti socialisti e molti demo– cratici è invece un altro fatto. Si teme cioè che la .D. C. intenda, attraverso un generale collegamento, creare una alleanza permanente con i partiti minori che attualmente appoggiano il partito dominante; in modo da porre le basi di un nuovo polipartito gover– nativo, cui dovrebbero essere assicurate tutte le am– ministrazioni comunali. Questo evidentemente signÌ.ficherebbe il seppelli– mento dèfinitivo della unificazione socialista; e a maggior ragione significherebbe la impossibilità.,. di veder presentate alle prossime elezioni amministra– tive quelle liste di unità socialista, che potrebbero ottenere vasti consensi in un'atmosfera di rinnovata fiducia. ' E' chiaro infatti che il P. S. U. non potrebbe oggi aderire ad un accordo generale di alleanza elettorale con la D. C. Esso quindi sarebbe costretto a staccarsi dal P. S. L. I., presentando una lista propria. Ma è anche chiaro che questa lista isolata otterrebbe assai scarsi suffragi; come del resto non molti suffragi ot– terrebbe il P.S.L.I. con la propria lista di partito. Magra consolazione sarebbe per quest'ultimo il con– seguimento, attraverso il premio di maggioranza, di un -numero• di consiglieri superiore ·a,queHo che p,ro– porzionalmente gli spetterebbe in base ai voti otte– nuti. · Avvantaggiato da questa situazione sarebbe vice– versa il P. S. I., il quale potrebbe presentare lista autonoma, collegata con quella comunista, in modo , da guadagnare un cèrto numero di voti, che non andrebbero invece a una lista unica P. C.-P. S. I., del tipo di quella del fronte del 18 aprile. Abbiamo detto delle nefaste conseguenze che deri– verebbero in campo socialista da un generale colle– gamento tra P. S. L. I. e D. C.. Ma le conseguenze di un accordo di questo tipo andrebbero assai al di là. Praticamente, ponendosi su questa strada, la D. C. metterebbe tutti i partiti democratici minori di fron– te ad una alternativa: o aggiogarsi al suo carro, o essere combattuti fino alla pratica eliminazione dalla scena politica. Non è detto ancora se la formula del collegaml'nto s.arà approvata dalle Camere, ove troverà fortissim·e opposizi9ni: opposizioni che, al Senato, potrebbero anche conseguire risultati concreti. Comunque, indipendentemente da ciò, si rende in questo momento estremamente urgente una chiarifi– cazione in campo socialista; giacchè solo un rapido accordo tra P. S. L. I. e F'. S. U. - destinato a tra– dursi in una sollecita unificazione - può prevenire la manovra degasperiana tendente a vincolare i par– titi minori di governo, e in particolare il P. S. L. I., a un accordo generale di collegamento, che sarebbe di estremo pregiudizio al divenire di questa nostra cosi fragile democrazia. Una volta che fosse- fin d'ora assicurato che i so– cialisti democratici si presenteranno alle prossime elezioni con la lista di « unità socialista"• si avrebbe almeno la garanzia che, anche nel caso in cui il col– legamento fosse legislativamente varato, esso sareb• be accettato caso per caso dai socialisti solo dove la situazione lo consigliasse. Il che, dal punto di vista politico, rappresenterebbe una notevole salvaguardia. LUIGI PRETI Biblioteca ·GinoBianco Una asp~ttativa da non deludere La scelta del sistema che sarà ·seguito nelle pros. sime elezioni amministrative )J.a una grande impor– tanza, non solo per i risultati che queste potranno dare nei riguardi dei singoli partiti che vi partecipe– ranno, ma anche per tutte le conseguenze che esse potranno avere, nei prossimi anni, su tutta la vita politica del nostro paese. Perciò, alle argomentazioni addotte, nell'articolo q1,1i sopra, dall'amico Preti, e nella speranza che qualcuno dei fautori del nuovo sistema dell'apparentamento, invitato dalla redazione ad esprimere il suo pensiero, voglia accogliere l'invito, ritengo opportuno aggiungere qui altre considera– zioni. Non c'è nessun dubbio che il sistema maggiorita– ria. (i cui vantaggi si cerca di mantere con il si– stema dell'apparentamento o collegamento) rende più facile la costituzione di una salda maggioranza e il funzionamento delle amministrazioni comunali, men– tre il sistema proporzionale oppone al raggiungimen– to. dell'uno e dell'altro effetto qualche sensibile osta– colo. Occorre peraltro tener conto che l'esperienza di questi quattro anni ha dimostrato che anche il si– stema proporzionale, applicato nelle elezioni passate per tutti i comuni con popolazione superiore ai 30 mila abitanti, ha reso quasi dappertutto possibile la costituzione di amministrazioni che . hanno potuto svolgere normalmente la loro attività e rimanere al loro posto. Il numero delle amministrazioni sciolte per impossibilità di funzionamento è stato scarsissi– mo, quasi certamente inferiore a quello delle ammi– nistrazioni che, col sistema maggioritario di un tem– po, dovevano essere sciolte per q4esto o pèr altro analogo motivo. Riconosciamo senza difficoltà che il sistema maggio– ritario può essere incondizionatamente utile e fun– ziona bene in molti altri paesi, come, ad esempio, in Inghilterra, in molti Cantoni della Svizzera e al– trove; e potrebbe funzionar bene anche iz:i.Italia, in una diversa situazione della vita nazionale. Oggi è già formata e va sempre più inasprendosi fra noi la polarizzazione di due forze opposte, Democrazia cri– stiana da una parte, P. C. dall'altra, che, per éonqui– tare o mantenere la prevalenza sulle altre nella vita· del paese, tendono, sia pure in forma assai diversa, a quello che, con brutta ma significativa parola, si chiama totalitarismo. Il partito comunista ne dà pro– va evidente con la dimostrazione che dà di ammi– rare (e di volere a'.pplicare anche fra noi, ove riuscis– se vittorioso) il sistema di governo che vige in Rus– sia; la Democrazia cristiana, pur rimanendo per ora fedele ad una pratica formale dei principi democra– tici, ha mirato sempre più a ridurre nelle proprie mani tutte le leve che regolano la. vita del paese, nel · campo politico, nel· campo economico, nel campo cul– turale e in tutte le altre espressioni dell'attività na– zionale; concepisce la collaborazione solo come un aiuto •prestato dai collaboratori ai suoi -fini politid, tutt'al più col ricambio di qualche modesto com– pensq; e in connessione con questi caratteri e fini della sua azione, tenta di ridurre al nulla la forza dei partiti intermedi che non si adattino a prestare la loro obbediente collaborazione. Il fatto che il si– stema del collegamento venga fuori nel momento stesso in cui è già davanti al Parlamento la legge per la difesa civile, dimostra che la D. C. aspira ad un dominio assoluto della vita nazionale. E' chiaro che da questa polarizzazione di tutta la vita nazionale sotto le ·insegne di due opposti par– titi, i quali per vari modi tendono ad uscire o dalla forma e dalla sostanza, o anche soltanto dalla So-

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