Critica Sociale - anno XLI - n. 24 - 16 dicembre 1949

CRITICA SOCIALE 485 FIRENZE .E perchè non fissare le impressioni (sewplici impressioni) sul Congresso di Firenze, visto che, se esse sono larga– mente condivise da quanti vi hanno partecipato, sono meno accessibili - anche per i silenzi o la tendenziosità della stampa - per quanti a Firenze non intervennero? . A Firenze non c'è stato forse nessuno che non sia sceso con un fardello di amarezze ed uno di preoccupazioni. C'era in noi, è vero, la persuasione, da lungo ·tempo maturata, della serietà, della consistenza, della importanza -della uni– ficazione socialista, intesa nel senso dinamico di confluenza di forze. C'era, a conforta-rei, quel senso di tranquilla sicu– rezza che derivava dalla coscienza di mantenere, a tutti i costi, una parola data e di adempiere ad un impegno preso (le decisioni del Comisco derivano proprio dall'avere consi– derato ciò come l'elemento essenziale e fondamentale per un partito del socialismo democratico in Italia, prima e al ~- sopra di tutte le valutazioni politiche). Ma indubbiamente 1 1 improvviso recesso dal congresso di unificazione, imposto dalla «destra» del P.S.L.l., era stato un grave colpo, e ac– cÒrtamente inferlo.: a chi non si fosse rassegnato a rati– ficare ancora una volta il fatto compiuto di Ùn « colpo di m~no > direzionale, sacrificando l'autentica democrazia al wnformismo e ad una malintesa disciplina di par-tito, altra via non restava che quella, pur da noi deprecata, di dar vita, con tutte le incognite relative, ad un terzo partito sociali– sta. li congresso che avrebbe dovuto segnare la confluenza di tutte le rorze del socialismo democratico in una sola com– pagine unitaria, fatalmente avrebbe dovuto così sboccare nelila nascita di una formazione poli,tica di più e impostata poi ad un socialismo democratico, di cui il P.S.L.l. aveva sempre vantato la prerogativa. · Bisogna poi aggiungere che, com'era prevedibile, molte delle forze rientranti effettivamente e potenzialmente nel– l'ambito del movimento di unificazione a Firen~e non ave– wno avuto la coerenza o i-I coraggip, (o serrplicemente la possibilità pratica) di intervenire. Solo le forze facenti ~apo all'U.S.I. si erano presentate al, completo; non così quelle delle altre due formazioni. Molti autonomisti del P.S.I. - personali,tà singole o nuclei organizzati -, o erano stati in– dotti, dal recesso della Direzione del P.S.L.l., a vedere compromessa e avvilita quell'unificazione che anch'essi at– tendevano e risospinti così nell'orbita della disciplina del loro parti,to. oppure si mante11evano in una posizione di iner– te attesa, aspettando che H Congresso precisasse le sue carte fondarrentali ed i suoi indirizzi. D'altra parte molti ele– menti del P.S.L.l., che certamente confluiranno nel P.S.U., s'erano lasciati indurre dal solito criterio tattico (sempre, peraltro, swentito dalle vicende cong,ressuali) di dover dare la battagllia decisi,ya al Congresso di Napoli, per compiere ~ quella sede, da loro ritenuto sola competente, la prevista rototura. .Jrfifle va tenuto presente che il Congresso era manifesta– n,iente avversato: e se P.C.I., P.S.I. e P.S.L.I. s'erano pre– occupati di prender netta posizione contro il Congresso con l~nifAsti così simili da -poter essere tra loro scambiati, eyidente era nella stampa la tendenza, certamente gradita 11ei circoli ufficiosi, di svalutare il Congresso. Come prima cosa, al Congresso ha avuto il grande me– rito - proprio come Cong•resso in sè, ad o,pe(a quindi di tutti e di nessuno - di sgombrare queste preoccupazioni. Da Firenze non c'è alcuno che non sia ripartito rincorato e.rasserenato. li P.S.U. è nato, ed è"nato bene. E' nato non per combinazioni alchimistiche di pochi uomini o per com– binazioni di corridoio, ma per una 'effettiva volontà collet– tiva - anche se aliena da iattanza e da euforie. Ed il Con– g_ttsso ha saputo così imporsi per la sua serietà e per li ~ spontan~iià da costringere la starr,pa ~ mutare i pri– mitivi soetticismi o ..gli intenti svalutatori. ·)•Vorremmo tuttavia, prima ancora di tracciare alcune im– llJ'C5simi politiche, indicare alcune impressioni di fatto, qua- ~ 1isive. , · ~ _Anzitutto, per chi bene conosce il co~sueto prototipo del • ~ngressista > socialista, che così spesso, più ancora di es– ~ l'esponente politico locale, è quel compagno abbiente B1bllo eca 1c:1 rc.;u che è .in grado di sopportare le spese del congresso; lii ,è avuta la gradita constatazione di riscontrare a Firenze UIJ0. più ricca, più attenta e pi,ù esigente partecipazione di ele– menti, maschili e femminili, della classe la'Voratrice. Quelli che mal si designano come « uomini della base » sembravano àver preso il posto dei soliti « delegati » plaudenti e con– formisti. In seccrndo luogo, elemento che subito balzava agli occhi era ciò che uno statistico avrebbe qualificato come « dimi– nuzione dell'età media dei congressisti». Non mancavano certo compagni che avevano vissuto i tempi gloriosi deL socialismo italiano o che avevano avuto posiziom di lotta e di respoqsabilità nel socialismo del-l'altro dopoguerra. Ma moltissimi era-no i compagni giovani, o relativamente g-iova-· ni. E un arguto giornalista faceva mostra di trasecolare per non trovare la solita platea di lucide pelate, di nobili barbe, e di onorata r>ispettabilità, consueta in tutti i con- .gressi socialisti. La stessa composizione della Dirèzione mo- stra una netta prevalenza di forze giovani. In terzo luogo, notevole - e confortante - l'afflusso \li · persone qualificate e di nota competenza. Se il Congresso ha tenuto a dire ed a ripetert -in tutti i toni di non vdere dar vita ad un partito che si metta sotto l'egida di un qual~iasi leader (il tentativo di gabellare come « romitiano » il nuovo. Partito è subi,to naufragato, smentito dalla evidenza, prima ancora che dal comportame_nto deHo. stesso Romita), non c'è da- temer.e cl)e il P.S.U. nasca sguarnito di « quadri l> preparati e qualificati. Infine l'impressione forse più incoraggiante la SII e raç– çolta non già nella vasta sala deL Comunale, quanto a Pa– lazzo di Parte Guelfa, nei due giorni e mezzo di lavoro deile commissioni. Proprio l'essere aperto questo lavoro_ e.Ha partecipazione & tutti, con libertà d'intervento per tutti, ha dato luogo ad un !1UOVO genere <li dibattito, più vivace, t.J,l– volta anche confusionario, non mirante all'applauso, libero da, scherni preordinaiti e sempre spontaneo, che ha determi– nato un pieno ed assoluto affiatamento tra compagni che spesso non s'erano ma.i veduti e che ha realizzato il piccolo miracolo d"i giungere a risuftati concludenti. La carta ideo-. logica, l'ampia mozione poliitica, lo stesso statuto sono frutto di una redazione coliettiva che ha 'Vagliato e discusso ogni punto. I dibattiti sono stati spesso singolarrrente costruttivi: la prima disamina dello statuto, fatta articolo per articolo, ma con numerose proposte di emendamento, tra cui alcune molto importanti, ccme quella istitutiva del Consigliò Tec– nico, affiancante la Direzione ed i gruppi parlaffi(!ntari, è stata condotla nel giro di quattro o·re in una commissione di qualche centinaio di delegati. Confortante ariche, nei di– battiti della commissioine politica, la insofferenza manifesta; e talvolta rumorosa, per certi interventi demagogici, incon-_ eludenti o a base di luoghi comun1. A queste impressioni da semplice osservatore, occorre ag– giungerne altre più specificamente politiche. Nessun dubbio che ~l P.S.U. rappresenti uno spostamento a sinistra, tanto sul terreno delle indicazioni socialiste, quanto sul terreno classista. Proprio l'essere giunti alla sua costituzione attraverso una rottura interna del P.S.L.l. e propnio l'avere superato tutte le malllO'Vrecon cui si era _ • cercato, daUe più opposte parti - co n una sintomatica con– cordia comunista-degasper,iana -, di far.lo abortire, ha im– presso a tutta la compagine del nuovo partito l'impronta di una « scissione a sinistra»: la prima scissione verso sini– st·ra che si effettui dal 1945 ad oggi. Sarebbe per lo meno semplicistico qualificare come « mas- · simal,ista » questo spostamento. L'esigenza - del tutto po– litica - che nel oongresso è stata fondamentale -e che ha caratterizzato il nuovo Partito, è quella di dar vita, sostan– za e forza nel nostro paese ad una chiara e coerente alter– nativa socialista di fronte agli schierawenti antagon1sttci che aduggirno e intristiscono la ancor debo,le d~mocrazia deb l'Italia postfascista. C'era la evidente constatazione che que– st'alternativa non poteva più essere costituita da quel P.S.I. che, per una sp~cie di corPplesso di inferàorità rispetto al Partito Comunista prima ancora che per i suoi vincoli· po-– litici con questo. aveva rinunciato a quell'autonomia politica che di tale alternativa è la -inderogabile premessa.

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