Critica Sociale - anno XLI - n. 20 - 16 ottobre 1949

420 CHITICA SOCIALE dalle cose, e diffidenze r.eciproche di uomrn1 vis– suti lungo tempo lontani gli uni dagli altri e com– battenti in campi dive'i"si ed avversi. E altre diffi– coltà dovremo affrontare, ma siam sicuri di vin– ce'l'le, stimolati e aiutati dall'incitamento e dal con– senso di tutti i compagni. Guidateci voi Filippo e Claudio, fratelli nostri e Maestri, a trovare la volontà e la forza di adempie– re degnamente a questa missione che il presente mo– mento storico ci assegna. Uao Gurno MoNDOLFO Si fa questa Europa ? La monro.gna e il topolino. Il commento più frequente che iabbiamo udito dopo Strasburgo è stato il class-ico paragone della montagna che partorisce il topolino. La montagna è l'insieme dell,e rhmioni, della propaganda, dei discorsi e dei progetti per l'unificazione dell'Euro– pa, e il .topolino, naturalmente, i dsul!Jati pratici 'rnggiunit'i: dall' Assembiea di Strasburgo. E' esatta questa via.lutazione? Noi pensiamo di sì. E aggiun– giamo, a costo di parer pessimisti, che da quella premessa non poteva che uscire quel risultato. Non. già che .tutto il lavoro preparatorio non sia stato se– rio, non già che· non vi fosse v,eramente un.a monta– gna di buone in•tenzione da parte un po' di tutti. Mia troppa è la disparità di vedute e d-i interessi, troppa l,a disparità di intensità nel desiderio di ar'rivare a costruire l'Euro.pa, troppo limitato è an– cora l'apporto delie pubbliche opinioni dei vari pae– si (e qui verr.e:bbe fatto di dire specialmente del– l'Inghilterra) ·che non eserdtano una vera pressio– nè neppure di o-rdine morale nè Sl!liministri, mem– bri d,el -Comitato dei Ministri, n,è sull'Assemblea con– sultiva, che appunto si è riunita a Strasburgo, dei rappresentanti parlamentari. E certo a questo pro– posito nuoce il fatto che questi rappresent,rnti sono sì di elezione popolare, c@me deputati ai Parlamen– ti d,ei loro paesi, mia rispetto al Consiglio dell'Eu– ropa rappresentano il popolo da cui escono solo indir.ettamente . .Ad ogni modo e tenuto conto di q.uel che si è det– to, possiamo vedere Strasbti'rgo, non come l!!Jilpasso fallito sulla strada della costruzione dell'Europa, ma piuttosto come .un ,episodio, ·un semplice episodio, e cons-iderar.e ancora .}e possi1bilità di ordi-ne pra– tico ~he restano per il lav0ro futur@ di quanti si sono resi conto della necessità di. unific.are questa Europa. Anzi, tanto più resta, dopo l'insegnamento di Strasbmgo, in chiara luce• q.uella che è la ca– ratteristka fondamentale dell'azione che deve arri– vare 1a,quel grande r-isultato, azione che ha da esse– re sosta,n,zialmente rivoluzio.naria, come rivoluzio– nario è il .fine: la rinuncia ·da parte degli Stati eu– ropei ad una rilevante porzione deilla ·loro sovra– nità a favore di .un organismo nuovo. Se i popol'i . dell'Europa non si rendenanno conto esatto di que– sta ,esigenza, se i propagandisti dell'idea federale non punteranno su di essa, è vano sperare che i discorsi di tanta brava gente portin0 a risultati ve– ramente conc·reti, ed· assisteremo ancora allo spet– tacolo di veder trattare a Washington il più im– portante problema euro•peo del momento, quello va– lutario, proprio, mentre siede non senza solennità la p·riIIlla Assemblea dell'Europa. E •continueremo ad avere un'assemblea l'estensio– ne dei cui poteri richiama alla mente, come amara– mente osservava mi ,acuto commentatore francese, il. monologo çlel M,ariage de Fi,g,aro·: · « .Purchè non parli nei miei sc·ritti .nè dell'autorità, nè della poli– tica, nè del culto, nè della morale, 'nè delle· persone BibliotecaGino.Bianco . in vista, nè degli organismi importanti, nè dell'Opé– ra, nè degli altri spettacoli, nè di n.essùno che con– ti qualche cosa, io posso stampare tutbo, con !',ispe– zione di due o tre censori». Prz'mo nemz'co: il nazionalismo. Coloro che si ·sono resi conto ·per primi della ne– cessità che l'Europa, se vuole sopravv-ivere, si uni– sca, sono stati spinti a questa •risoluzione dalla con– siderazione della situazione internazion.ale del do– po guerra. I gu,e opposti blocchi americano e russo, con la loro opposta ma ugualmente forte potenza espansionistica, tendono a schiacciare tutto quello che si trova tra loro : e quel che si trova tra loro è l'Europa. Di qui la necessità per l'Europa stessa di essene sufficientemente fo'rte. E poichè è ovvio che una simile forza non può essere trovata da nessu– no degli Stati nazionali attualmente esistenti, nep– pure dall'Inghilterra che è certo il più forte di essi (,e d-i questo bisognerà che gli Inglesi stessi, siano essi nostri comp1agni laburisti, o appartengono a qualsiasi altra tendenza politica, si rendano conto) la forza dell'Europa può essere data solo dalla sua unità. E fin qui tutto è sufficientemente chiaro. Ma questo 'riconoscimrnto .noJi l basta dia sè a far trovare la strada, anche quando, e n.on sempr,e pare che sia così, fosse universalmente accet tato. Sono nate così le multiforme tendenze unioniste o federaliste, che risp,ecchiano gli ideali o la sovrastruttura degli in– teressi che le ialimentano. Vi è anzitutto un federa– lismo puro, quello che subordina alla costituzione della Federazione europea qualunque altra conside– razione: è questo senza dubbio H più nobile, anche se talvolta, in vista dei fine ultimo, non tieJil,e suf- -flcientemente co.nto dell'opportunità di appoggia•re soluzioni parziali, qruale potrebbe essere l'unificazio– ne e.conomica, come elemento preparatore della u– nificazione politica. Ma c'è poi, bisogna ricono– scerlo e ved erlo nelle sue caratteristiche, un altro federalismo, e.be può essere sommamente nocivo ad una r.e-ale un ità dei popoli europei. E' questo il fe– deralismo conserV1ato·re, che vede l'unità dell'Euro– )))a come l'unità della· borghesia europea, e sia pu~e della borghesia p,iù intelligente, più ap,erta e meno bfaognosa dei protezionismi, di cui è rappresentan– te, ad esempio, Reynaud. Anche la visione di Chur– chill è ,quanto niai vicina ~ ,questa concezione, per cui l'unità d,ell'Europa è non già uno strumento di difesa contro il pericolo esterno del bolscevismo,. ma anche, e forse soprattutto, di difesa degli inte– ressi particola-ri ,di classe contro .il socia lismo e le rifo~me. Questo fede,ralisrno reca in sè la s.ua debo– lezza, e forse noi;i1siarebbe temibile, se no n fo sse in realtà un ostacolo alla realizzazione della federa– zione ,europ'ea, della vera federazione europea. In ql!lesto senso, simile tendenza può essere fonte di gravi conseguenze che si possono riassumere in una parola: / nazionalismo. . Ed invero, non mancano purtroppo i segni di una rinascita del nazionalismo, no.n solo, n,el}nostro paese o nella Germania. Oria questo nazionalismo, frutto di insofferenza da parte di una porz-ion.e delle masse, a differenza del– lo spir,ito nazionale del secolo scorso che aveva ra– gioni di vita e ')))ortava in sè anche germi di pro, gresso, essendo lo strumento sentimentale della rea– liz1Jazione delle unità nazionali contro gli imperia– lismi da una parte e le grettezze dei piccoli Stati dall'altra, non è più oggi che strumento di conser– vazione per la parte men.o illuminata della b@rghe– sia, per i ceti retrivi ed incapaci, oltre a f1acilitare il gioco dei eomunisti, che dei residui dello spiri– to nazionalistico si avvalgono appunto nella loro opera di sabotaggio dell'unione dei popoli. Se si aggiuJilga a questa realtà di fatto la con.– si'Clerazione delle altre numerose difficoltà di ordine

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