Critica Sociale - anno XLI - n. 20 - 16 ottobre 1949

CRI'FÌCA SOClALE 427 di quel'ia dei l; L.PP. , con le conseguenze che ognuno im– magina facilmente. E si deve concludere che, per poter orientarsi nel •labirinto della leg;isla:z;ione èreata in questo campo dei lavori pubblici, occorre essere degli inizia,ti, 0rmai. · A questo punto noi socià!isti pensiamo a•lla necessrutà di rivedère tutta la materia e perciò è Sitata già segnalata in Pàtfamento l'urgenza di una ,revisione generale cleliJa poli– tìca dei -lavori pubbfici in ltaJ.ia. ·Occor-re, cioè, un piano unico di realizzaz-ione deHa ricos1ruzione edi,Jizia del Pa,ese, che avvii su ·un bina.rio ùnico· tutto quantò concerne questa maJtel"~a. Tale nostra convinzione trova conforto neHa natura epi– sodica delle leggi emanate. Si è''opèirato frammentariamente in tutta Italia. S~ sono sJ)é:si,specialmente con la legg-e Fan– fani' .sullla disoccupazione, mi-J.ia,rdi-in opere puobldche, mol– te dellle·quali sono rimaste poi incompiute pe.lt mancanza dei fondi' necessari a,l loro completamentb e ora giaccioRo là intlltili:zzate, se nòn abbandonate. Su che cosa dovrebbè imquadrarsi questa pianificazione de'i lavofi pubblici nel nostro Paese? Vari provvedimenti s'im- p0ngono. · . Vi sono va·r-i -argomenti da toccare, non .ultimo tra i quàlì la necessità di- mo,ralizza,re l'ambiente ove si svolgono ile gare d'appailto per· la concessione di ,lavori. :si parla - ora a bassa voce e qualche volta anche ad a! l.ta voce - deHa connivenza di fumzionari' statali con im– prese private. Su questo argomento, che meriterebbe dav– vero una lunga disquisizione, s-i .può solo dire che, se ,esi– stono qua e là funzionari statali ·disone~ti,, ne esistono, di contro, tanti: e tanti a,ltri che svolgono serènamente, co– scienziosamente il p,roprio deli<:ato lavoro, sotto la sugge– stione, più o meno palese - ma quas-i sempre ,presente - di ·offerté da far girare fa testa:, in veri,tà, al povero « tra– vet» che vive con la propria famiglia una vita stentata, e vede· misconosciuto i.I valore degli, studi da h1i fatti e la delicatezza del lavoro affidatogli. Collegato ,strettamente a quanto deHo sopra è il problema della sistemazione in ruolo derna miiriade di avventizi, tanti dei qmdi, ingegneri e geomet,rù, coprono postì di notevole responsabilità neJ.l'Amministrazione statale dei LL.PP. Occor– re dare a costoro un decoroso stato giuridico ied economico. Ma un altro argomento -ritendamo utile risolvere in que– sto campo; argomento che sta particolaTmente a cuore a noi sociali!iti: intendiamo •riferirci al movimento deHe CO<'pe.– rative di lavoro. Col ·c<>nforto di un'es,perienza acquisita, si può affermare che là dove esistono Coopemri.ve di lavorn o consorzi di tali Cooperative convenientemenrte 'attrezzati. per assumere im– pegni di lavoro anche ·rilevanti, si s<>nopres?ochè eliminati atti immo-ra:J.iniel gioco delle assegnazioni di lavori. Non ci si nasconde che, sp-ecialmente in questo affannoso dopoguerra, le Cooperative di. questo tipo sono sorte un pd ovunque, forse su schemi errati, forse con dirigenti non a;ll'altezza d~I loro compito,. 'certamente in ambi.enti estre– mamente ·difficiili per una loro affermazione. E tante di esse sono scomparse. So.lo qua e là qualcuna sopravvive e lotta disp(}ratamente per rimanere sulla breccia. Bisogna aiutarle con specia;li faci•litazioni nel campo cre– di.tizio: poichè questo è Io scoglio più diiìkile da superare. E non bas-ta; bisogna che lo Stato riservi foro l'esclusività in certi settori del lavoro che ,esso dà in appaÌ!to: per esem– pio, nei '1avo,ri.i,n cui l'impiego del.Ja mano d'opera rappre– senta la spesa di maggior entità nel bilancio eèonomico del lavoro. Non è forse sacrosantamente giusto, del restò, eh-~se nel settore citato ·ha da esservi un utile, esso vada a be.ne– ficio dei -lavoratori? L'idea non è nuova. All'estero, in Francia ad esempio, c'è già una r,egolamentazione simile in favore delle Coope– rative di ·lavoro. Si deve pertanto ottenerla anche in Italia. Sappiamo che qualche cosa è stato fatto dall'attuale Go– verno. Questo qua,lche cosa non ha che valore episodico. Occorre genemlizzar.e., E se a questo si giungerà, si assisterà anche in lta-lia ad una affermazione definitiva di ques-to mov,imento coope– rativistico, che non solo è avviamento al-la ,redenzione di chi lavora ma è ancM elemento determinante per la morailiz– zazion~ di cui si è fatto cenno. Gurno CECCHERINI BibliotecaGino Bianco U-n Partito CO'l'iwnUtiarm(J con ques,t,0 artic<'flo del compagno Piischel,. e c-ontiniuerermioam1co-ra,la lwera &,scussione che abbia– mo (IJper<tasull'o,r:g<»nizzazione del Partito. Intemiwm.ò• co® raccogliere elem,e,nti di ·meditazilone, di studio e di di– scu-ssùme, perchè que'l Partito· del quale ,f,ufti noi deside– riarmo e auspichiarno lo sviluppo· e il potènzii:Pmenito, abbùi prosto a trovare la via· drlla cl"Ua ffei'mazione. •,LA CRITICASOCIALE Il Congresso di Unificazione Sociali!;ta, che, si svolgerà tra i•I 4 e l'8 dicembre,-non costituirà, n~.J.migliore dei casi, che la prima e neces-sa,ria tappa- della· converg,enza dei so. ciali,sti democratici ·i,taJ.iani ~« essi soH, ma tbtti »). in 'una stessa formazi<;>nepolitica. Satà' la prova che -l'a volontà uni, taria è più forte de!Jle diffidenzè, dei sospdti, delk rivalità, dei- persona,lismi che tinto ·h0,11n0intralciato e ;ritardato- il proçesso d~ unificazione. Sarà la defe'rminazione ··d:i,una vo– lontà di "!"isca•ttoe di r-ecu~o che potrà trairci foòri · da questa morta gora di marasma e di assenteismo, ·che ,af– fligge, dopo tante delusioni; i movi'menti SO<ci-alisti. Sarà (mi si consenta questo augurio · personale) la ripresa di una volontà di fotta, di conquista, di penetrazicme n.ei!Iecorrenti popolari, dopo tante tergiversazioni., sbandamenti e c'òrhpia– cenze c<Yllaborazioni~te.· E sarà - o per lo meno :· deve ,es· sere - infine la correr.eta ed ,impegnativa elaborazìone del– l'fi.ndirizzo, ideologico e pratico, èhe dovrà esplica.re, nel· Paese pri.ma ancora che nel Parlamento, i'l Pa,·ti-to Socia– lista Unificato ,(però, che ·brutto nome!).' Più •in là di ques-to; i-1 Congiresso di unificazione non po– trà veros-imvlmente ·~ndarè. Ora ciò costituisce una prima tap;a, impor-ta~tissima, anzi essenzia<le·: ma· i1~n è tutto. Si. apri,rà immediatamente · la necessità di una seconda tappa, non meno importante. Fatta l'ùnificaziòne, · occonr.e fare il par-tito. Se è decisivo tracciare i presupposti e le di,rettive <li una po!i.tka socialista, degna veramente di ,questo nome e della funzion,e che è chiamato ad assolvere i.J socialismo 'democratico in l•tafia, non meno es-senzia!e resta quest'al– tro aspetto del problema. 'Una politica socialista in tanto si manifesta e si attua in quanto sussi,sta ed in quanto oper,i l'a,ppropriato strumento per fa,rla valere: ossia un partito socia.lista. Occor.re un parti·to. (M'a qui, apriti cielo: mi par di sen: tire l'indignato co,ro dei, compagni· che mi rinfacciano che « questo partito già esiste: ied è il nostl"o »; mi paT di sen– tire anzi chi, invasato di malinteso « nazionaiismo » di <Ja.r• tiito, Ti.fiuta di ascol•tarmi perchè farei i,J cknig-ratore ed il disfattista, « parJando male di Gariba'ldi ». Posso continua– re, osservando che non intendo tanto riferùrmi alla realtà presente del P.S.L.I., con Ie sue evidenti insufficienze qua- 1-i-ta-tiv,e quantitative e con i, suoi. patenti difetti - e del rest.o non tracciava forse di recente uno dei nostri più noti compagni un quadro poco men che catastrofico, sì che un estraneo av,rebbe potuto chiedersi, come ;l'ho senti,to io, se si trattava veramente di un partito, o non piuttosto di una lega di dissidenti -, quanto a prospettive future? E che proprio per ,cons,iderare k cose con un certo distaccò dal presente, non intendo' fare nè aUusioni nè riferimenti a fatti o a persone?). Un partito sociailista. Un .partito cioè del.la classe lavo– ratrice (in qu-ena più larga accezione che dobbian:10 da·rvi, indluckndovi cioè non solo le forz,e proletarie ed operaie, ma anche quelle der cetì medi lavoratori, educati a ~ enti.re la solidarietà del mondo del 'lavoro) che oia sentito da essa. come i-I suo proprio ed autonomo strumento nel suo sforzo di ,emancipazione dal-la società· borghese e nei! suo sforzo di attuazione di. conquiste \ocialiste. Basta questo concetto perchè possiamo immediatamen<te tra,r.e, n>egati.vamente, ie conclusioni su quello che il Par-ti-to Socia!lista Unificato non può e non deve .essere. Non un p·a,rti-to di « vertici », poli– tici. o burocratici, ·la cui• volontà, la cui attività, le -cui deci– sioni possano surrogarsi a:Ue volontà, attivi,tà e decisioni crei partito inteso come coJ;leHività pensànte ed operante. Non un partito di « quaòri » burocrati.ci e nemnw.no un partito di. « eletbi », di « lummaa:i :>),• d i «-grandi uomini.» a cui dar

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