Critica Sociale - anno XLI - n. 14 - 16 luglio 1949

CRITICA SOCIALE 327 Nostalgie di Medio Evo Ingenui che .stiamo, nel pretendere di 'azzeccarla circa i misteri di Nastra Madre .Chiesa. Ricordo, in itempi lontani di guerra, di 'Oggressioni, di persecuzioni •e -di ister1Winio - quando (/iiù buia incombeva la minaccia del trionfo hitle– riano sulla civiltà cristiana -- un' afn/lbile conversazione con un ,Prelato, rmolto 'affabile, -,nolto intelligente e isicuro anti– fascista. Nella mia profana ignoranza, ma soprattutto %ella mia 'angosciata indignazione, ad un certo ,Punto mi peritai di chiedergli come mai, se veramente intendeva lottare a fondo con ro quelle che egli stesso definiva « forze del ma– le>, la Chiesa non ricorresse a mettere fuori della sua legge, sconfessando e scomunicando, con solenne autorità, dottrine mrtodi e niomini. Rivedo ancora il costernalo sobbalzo d, quelle diplomatiche mani, il fine sorriso che percorse quelle labbra sottil/i. « Ma sarebbe roba· da Medio Evo/,, - ri– spose - « E la Chiesa non può, non deve - per dramma– tiche, per sanguinose ,che isìano le contese terrene del giorno d'oggi - tornare indietro, ritornare al Medio Evo"· La Chiesa, contlilluò, ha come base la· carità: postula il ravve– dimento ,ed il pentimento Idi ,chi err-a; e -appunto per que– sto non ,può tagliargli la via della -,,.esipiscemzacon una con– danna che lo bolli a fuoco. "- E poi: seminare dell'odio teo– logico, su tant'altro odio... > - aggiunse con un cenno sot.'ile d'intesa - "- Lei m'insegna che si è fatto un passo avan'ii, quando si è 'andati oltre l'odio teologico ... Guai, poi, brandire l'arma della sconfessione teologica, quandp ci può essere il \Semplice sospetto di .abbassarla ad arma terrena, ad arma politica. La Chiesa è altro. La Chiesa è più su"· Il ricordo di queste parole - che potevano bensì scon– tmlarmi come uomo di parie e di /pita, ma che mi su– scitarono una certa ammirazione per un valore sopraterre– no; che disperat-amente Jentava, tra 'tante malvagità e brut- . f>Nre, di conservarsi intatto - mi persegui·'a. La delibera– zione della Congregazione del Santo Uffizio, sanzionata dai Sanio Padre, con ,cui è fatto divieto di iscriversi ai par– titi comunisti ,e 1con cui s'infligge la scomunica a quan!1 cont>rauvengono, è la più incredibile negazione di questa su– periore carità, è il più incredibile balzo indietro, è la piiì incredibile provocazione· all'odio teologico. ·credevamo eh~ in questo nostro povero mondo fo.rsero anche troppe !e di– lacerazioni, le incompati/;;ilità, le auversioni per le ragioni terrene che ,ci affannano, e che veramente troppo, per con– sentire la pacifica ie tollerante convivenza, si ~,sasse e si abusasse della perentoria intimazione, cara ai dogmatici, lii fanatici, ai totalitari (beninteso: comunisti in prima li– nra) :' « o con noi, o contro di noi>. E invece ora è anche la Chiesa - addio illusioni, ch'essa restasse interprete del– la cristiana cari à, della mutua comprensione del prossimo, della « libertà delle coscie11ze > ! - che si abbassa a questo, E pone una perentoria discriminazione: o cattolici o com11- nÌJlti. (Possibile poi che l'esperienza 11011abbia dimostrato - e valga l'esempio di Galileo - che le scomuniche nou hanno mai avuto il potere di fermare nè la storia nè le idee?). Abbiamo quel tanto di senso religioso per i11ten– dere che quando la religiòne si mescola alla poli:ica - rino a scendere, in una tenzone di potenza, a colpire un partlÌto politico! - è la religione in definitiva che ci perde, perchè finisce con l'asservirsi alla politica, al gioco di potenza ter– rena. La Chiesa ha da essere co,i Dio, non porre Dio a disposizione di Cesare (anche se questo Cesare è la «sua, politica). Quando ques-la mescolanza si verifica - specie, come in questo caso, sul piano della intolleranza - anzi, quando questa mescolanza viene impos'a d'autorità, si sboc– ca nel clericalismo. E si sa che fatale e necessaria conse– gvenza ne è l'anticl-ericalismo. Quell'anticlericalismo che es· sendo un diversivo da altre e più importanti lotte crede– vamo di potere avere seppellito, auspicando addirittura una conciliabilità tra valori cris:iam e valori socialisti. Per una solen,1e proclamazion,e ex solio torna l'intolle– nmaa. Agli odi ed ai fanatismi della politica, s'accoppieran– no il fanatismo e l'odio teologici, dilacera11do le coscienze. Medio Evo: crociata e gue"a santa. Ed è la libertà che viene ferita. Perchè la libertà - ch'è BibliotecaGinoBianco prima di tut.'o tolleranza, rispetto della persoinalità, conside– razione delle opinioni (anche religiose) altrui - è ormai ::a– lida/e. Colpire - come si è colpita - la libertà spirituale del fedele di poter militare. in un certo partito politico, di potere professare una certa dot.'rina politica, è già colpire - -le liber-tà sono interdipendenti - anche quelle libertà po– litiche per cui tutti si professano pronti a battersi. Ci vuole l'msensibiJità di Nenni per dire che ques:·o atto non con– cerne i socialisti. Tutti g!i uominii liberi - quelli che hanno ancora il c_oraggio della libertà - sono colpiti. Povera Rosa Luxemburg che ammoniva che « la libertà ? liber.tà di pen– sarla altrimenti!~- Si torna indlietro. Si torna (e ad aiutare ci sono anche i comunisti, maes'.,ri anch'essi di o&o teologico) al Medio Evo. Fu una grande svolta, il giorno che Voltaire proclamò: « M onsieur l'abbé, io non sono affa~to della vostra opi- 11ione,anzi la detesto e la ritengo nefasta; ma sono pronto a cl-aresino all'ultima stilla del mio sangue perchè voi possia– te liberamente professarla! ~- Agli omuncoli d'oggi - agli innumeri conformis."i, ai di– scettatori, a coloro rhe s'adat-feranno, a coloro che soster– ranno che la Chiesa ha fatto bene, a coloro che penseranno che ha fallo male ma che, tutto sommato, è un'altra bo.7a al comunismo, a coloro che a buon conio si trincereranno in un diplomatico silenz,ip - ci nasce irresistibile di gridare in faccia: Viva Voltaire I La AI.ADINO questione agraria alle porte (continuazione e fine) Tra i molti e complessi -aspetti della riforma fon– diaria, che nel nostro paese deve essere orientata verso soluzioni ben localizzate, circostanziate e gra– duate, intendo qui fissare solo ,due .punti, in ordi– ne alla necessaria introduzione del limite massimo e minimo per la ·proprietà. Primo·, quali eccezioni debbano proporsi al limite massimo; secondo, qua– le destinazione debba avere la terra che si rende disponibile per effetto dell'introduzione del limite stesso. A) Esistono anche da noi, soprattutto nella val– le Pada'na, numerose grandi aziende unitariamente e modernamente organimate, con silos, impianti di irrigazione, mezzi meccanici adeguati e ben < ag– giornati >, caseifici ed essiccatoi, con stallé e con cantine razionali. E' utile smembrarle? n eompagno Saja (Critica Sociale - 15 aprile 1949) ha dimostrato quanto una tale decisione possa es– sere pregiudizievole ai fini tecnici '(difficile o ad– dirittura ridotta l'irrigazione; problemi di case, di stalle e di aie da dividere, o ,da allestire; servitù da stabilire; rallentata o ridotta la meccanizzazio– ne) e produttivistici: insomma, argomenti a iosa, e tesi ineccepibile. Il principio del limite massimo rlella proprietà fondiaria dovrebbe quindi patire ec– cezione in codeste aziende unitariamente e moder– namente organizzate: e fin qui i giudizi sono pres– sochè unanimi, in campo tecnico e persino nello schieramento politico, come risulta dalla lettura del Rapporto della Commissione Economica per l'Agri– coltura (Ministero per la Costituente - Appendice alla Relazione - Interrogatori, questionari e mono– grafie). <Dio-volesse che l'Italia ne avesse parecchie di grandissime proprietà del tipo di quelle di Stucchi a Portogruaro e di Treves a Legnano, che sono bel– lissime appunto perchè usufruiscono della possi– bilità ,di un maggior apporto di capitali.> afferma

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