Critica Sociale - anno XL - n. 18 - 16 settembre 1948

412 CRITICA SOCIALE La democrazia cristiana, se effettivamente le sta– Yano a cuore gli interessi superiori delle classi la– voratrici e della nazione, aveva, invece, il dovere, secondo noi, di soprassedere e di porsi e di porre al Paese il problema nei suoi termini concreti. E cioè: come si può e come si deve risolvere il pro– blema sindacale? Come si può trasformare l'attuale unità sindacale, fittizia, per le sue origini politiche, in una organica ed efficiente unità, libera da ogni compromesso rpolitico, non soggetta alle oscillazioni politiche dell'opinione pubblica, assicurandola con una legislazione che difenda da ogni interferenza del potere politico la vita e l'attività dell'organiz– zazione? La democrazia cristiana non si è posto questo problema (come del resto non se lo è posto nep– pure il Convegno di Milano e nemmeno quello più recente di Roma) ed ha, invece, preferito agire, sia pure incautamente - se i fatti si devono giu– dicare prescindendo dai successi immediati - ad– ducendo, a propria giustificazione, gli affronti da essa subiti, gli errori, gli abusi, le iniziative arbi– trarie,. talvolta antisindacali, degli attuali dirigenti della. confederazione: tutte cose certo deplorevolis-– s:me, rperchè rivelano nei dirigenti comunisti una, mentalità prepotente, che va combattuta, ma. non sufficienti a giustificare la decisione presa a danno dell'unità sindacale, Oggi il :problema si ripropone da sè aì partiti e ai paese e si ripresenta, dopo l'involuzione che gli si è fatta compiere con l'inserimento nella Costitu– zione -dell'art. 39, con gli stessi aspetti ·e con le stesse esigenze con cui si presentò, nel 1943, al mo– mento della prima caduta del fascismo. Il IncerLo fu anche allora, soprattutto nel corso del– ](, prime settimane, il pen_siero sul modo di riorga– nizzare il movimento sindacale. Ma allora la cosa era spìegabile. L'Italia usciva dalla lunga dittatura fascista, che aveva fatto tutto il ;possibile per distruggere nei lavoratori la co– scienza di classe ed i valori etici e civili che il So– cialismo aveva loro insegnato in un cinquanTennio di lotte. E per di più, nel corso <lella stessa ditta– tura, erano venuti a mancare, per morte o per sop– pressione, gli uomini più eminenti del socialismo, come pure diradato era uscito il gruppo valoroso-, per cultura e capacità, degli organizzatori sinda– cali, formatosi alla scuola di Filippo Turati e di Rinald0 Rigola, Tuttavia, malgrado tutto ciò, nei 45 giorni del periodo badogliano il problema sindacale ebbe nel paese una rapida impostazione, poichè le discus– sioni, che furono animatissime nella stampa quo– tidiana, si concentrarono subito sulle due .conce– zioni classiche, l'unitaria e la plurima, che, in sede teorica, in passato, avevano avuto dotte trattazioni. Ma queste discussioni v,ennero troncate dal soprag– giungere dell'8 settembre. Era però da ritenersi che esse fossero riprese dopo la liberazione, Ma, a liberazione avvenuta, da parte delle sinistre, che, secondo noi, erano le più inte– ressate, la discussione fu, invece, ritenuta superata .. E ciò nell'illusione che potesse essere sempre man– tenuta intatta l'unità ·sindacale che, nel pe,riodo cospirativo, era stata consigliata da ragioni ;più po– litiche che sindacali: unità che, per il modificarsi delle condizioni politiche del paese, era da •preve– dersi venisse infranta dagli stessi partiti :politici che l'avevano voluta ed attuata, Mentre le sinistre sì cullavano, incautamente, in questa illusione, la borghesia, più astuta e reali– stica, riusciva, con scaltrezza, in nome della libertà, a fare tnserire nella costituzione della Repubblica, anche con il voto delle stesse sinistre, il nominato BibliotecaGino Bianco articolo 39, in base al quale, da ora in poi, il Go– verno, secondo le dichiarazioni fatte dall'on. De Gasperì e riferite dai giornali del 29 agosto, farà rispettare la libertà sindacale, Il che, significa, an– che se ciò esula dagli intendimenti personali del Presidente del Consiglio, protezione della concor– renza tra lavoratori, del crumiraggio, ecc,, e, in– direttamente, impossibilità di concludere contratti di· lavoro, poichè i datori di lavoro, come già si nota in queste settimane, per procrastinare le trat– tative e per agevolare il_ disgregamento del movi– mento sindacale confederale; esigono la presenza, alle trattative stesse, di tutte le organizzazioni, che, indiscriminatamente, con pretesti vari, vanno sor– gendo, senza base e senza chiare origini. E' quindi evidente che la situazione sindacale ita– liana è giunta a questo punto critico ip~r l'incapa– cità rpolitica e costruttiva delle sinistre, la cui re– sponsabilità ricade anche sugli stessi dirigenti della Confederazione, i quali si sono prestati ai giuochi politici dell'estrema sinistra, assecondando tutti i suoi slogans (riforma industriale, riforma agraria, consigli di gestione, -ecc,), distraendo così l'atten– zione delle masse dai ;problemi concreti della rico– struzione e riorganizzazione della nazione, come, per esempio, è sta,to H caso dell'LR. 1 1., che offriva una sicura possibilità per un tentativo di avviamento ad un esperimento di nazionalizzazione, ed invece, per l'indifferenza delle sinistre, è ricaduta sotto il controllo del grande capitalismo e della burocrazia. La Confederazione Generale del Lavoro avrebbe, invece, avuto il dovere di orientare le masse, giu~ stamente esasperate dalla dittatura fascista, dalla. tragedia della guerra e dalle sue conseguenze eco– nomiche e sociali, che hanno fortemente falciato il reddito nazionale e quindi anche il loro, verso mete concrete di immediata e ,possibile realizzazione. · Ma oggi non vi -è dubbio che, :per le ragioni anzi– dette, il probl~ma sindacale si presenta in condi– zioni assai più sfavorevo'li che al momento della prima e, soprattutto, della seconda caduta del fa– scismo. E' noto che subito dopo la liberazione, le sinistre in Italia avevano davanti a loro l'immediato av– venire che, senza gli errori che esse hanno com– messo, avrebbero potu,_toplasmare conforme i prin-' cipii di una moderna democrazia socialista. Oggi invece, le sinistre italiane sono state, a1meno tem– poraneamente, battute. E il loro più grave errore storico, che assomma .tutti i precedenti, perchè pre– giudica semplI'e più la loro, situazione politica nel paese, consiste appunto nel non voler riconoscere la loro sconfitta, cercando di imputare ad altri le conseguenze ·9-ei propri errori politici e tattici. La. qual cosa riteniamo impedisca loro di rendersi con– to del da farsi, per superare il punto morto in cui si sono collocati, Da questi .precedenti remoti ed immediati è sca– turita la prooente crisi sindacale. La quale, mal– grado ogni nostra deprecazione, sembra avviata ad acuirsi e a procedere, con il preciso scopo di svuo– tare di autorità la Confederazione Generale del La– voro e di creare uno stato di fatto, ammesso, del resto, dal primo gennaio 1948, dall'articolo 39 della Costituzione, nella speranza che questo stato di fatto venga sanzionato dalla legge sindacale, che prossi– mamente il Parlamento dovrà elaborare, A leggere i giornali non vi sono ormai più dubbi sugli intendimenti della democrazia cristiana. E' sufficiqnte, jn proposito, osservare il fervore con il quale 1 democratici cristian1 si adoperano per creare i loro sindacati, anche in provincie, come quella rii Bologna, dove hanno sempre avuto e dove hanno tuttora scarso seguito. Essi, infatti, scrive Il Quo-

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