Critica Sociale - anno XL - n. 18 - 16 settembre 1948

416 CRITICA SOCIALE nista sin dal princ1p10 del conflitto, ossia da più di quat– tro :nesi, venne sempre proclamato e ripetuto che gli Alleati dovevano sgombrare Berlino. Ai Russi non è riu– scito di far prevalere questa loro pretesa, ma essi sono anzi stati costretti, togliendo il blocco, a riconoscere il diritto degli Alleati di restare a Berlino. Si può ritenere che in questa occasione, in luogo della non chiara formu– lazione sul diritto degli Alleati di utilizzare le vie di comunicazione e di scambio con Berlino, subentrino delle precise stipulazioni che rendano sicure una volta per sem– pre le prete e degli Alleati. Se ciò realmente avvenisse, la lunga tenzone diplomatica di Mosca non sarebbe stata vana. Certamente le stipulazioni, a propo'sito delle quali si sta trattando a . Berlino, sono solo un preludio per trattative in un più vasto ed essenziale ambito. Si constaterà solo in tale sede se con Zdanov sia morto anche il suo spirito, lo spirito del nazionalismo panrusso, o se i dirigenti del Cremlino troveranno una nuova e più velata formula per la sua continuazione. Le circostanze ambientali, nelle quali hanno avuto luogo -le trattative di Mosca, non lasciano sorgere a questo rfguardo grandi speranze. I comunisti berlinesi cercano di rovesciare con la violenza l' ammini– strazione municipale di Berlino liberamente eletta, ed uno dei loco portavoce ha dichiarato apertamente che si doveva farla. finita con questo genere di democrazia che soffocaya il movimento operaio. ·I comunisti sognano una del. tutto singolare forma di democrazia fondata sul predominio della minoranza; e corrisponde alla linea di questa politica il fatto che essi abbiano ottenuto il rinvio delle elezioni berlinesi che dovevano farsi ad ottobre. In una consimile democrazia si può passare alle elezioni solo dop9 che il completo dominio dell'apparato statale assicuri un risul– tato al cento per cento favorevole al governo. Contemporaneamente si sta ·compiendo nel Partito• di Unità Socialista, come nella Zona Orientale vengono chia– mati i comunisti, un processo di intensa epurazione. Che questa azione non· sia che un aspetto di un più vasto e generale procedimento, che indubbiamente si sta com– piendo per ordine di Mosca, lo si può indurre dal fatto che la stessa cosa sta contemporaneamente accadendo in tutti gli Stati sat~Iliti,. ed anche nella stessa Russia Sovie– tica. In realtà è il Fronte Popolare che qui si vuole sep– pellire. Dei collaboratori, più o meno in buona fede, nelle file dei partiti socialdemocratici o dei partiti dei contadini non si ha più bisogno, e si cacciano via e gli uni e gli altri, e ,oon assoluta indifferenza, che si tratti del Presidente della Repubblica Ungherese oppure del modesto funzionario di un sindacato. A tal riguardo, per effettuare tale epurazione, si. impiega il mezzo sempre effi– cace, anche se alquanto sfruttato, che si usa ormai da quattro lustri. Improvvisamente si vara un complotto fal– lito, opp.ure si scopre una profonda e vasta serie di corru– zioni; e si può essere sicuri che i sospetti in buom1 parte sono fondati, almeno per quanto concerne la corru– zione. Se si scorre la lista dei rappresentanti all'estero della Russia Sovietica o degli Stati satelliti ·improvvisa– mente richiamati in patria, si rimane stupefatti delle qua– lifiche che vengono attribuite ad uomini che sino a quel momento erano stati ritenuti degni di rappresentare· la loro patria di fronte all'estero. Di punto in bianco essi diven– gono o dei filibustieri e truffatori ,come l'ultimo ambascia." tore. ungherese al Cairo, o dei dementi, come la insegnante Kosenkina, o degli alcoolizzati, come Viktor Kravchenko. Se si pensa che uno Stato generalmente manda all'estero i suoi migliori funzionari e· se si tien conto della accurata sorveglianza da parte dena polizia ,segreta delle « demo- : crazie popolari » di quanti soggiornano all'estero, si vede quante riserve si dovrebbero fare sulla burocrazia interna di questi Stati! t · La cosa più notevole di queste « epurazioni » è tuttavia il fatto della regolarità con cui esse vengono sempre ripe– tute, benchè si dovrebbe ritenere che a quest'ora i « nemici di classe » siano definitivamente sbaragliati. Si ha con ciò la riprova che il metodo russo non conduce così facilmente e direttamente al suo scopo, come ritengono i comunisti. Ad· una delegazione del Pàrtito Laburista inglese che gli ' Biblioteca Gino Bianco rendeva visita nel 1946, Stalin osservava che la via scelta dal partito laburista inglese era bensì pacifica, ma assai più lunga. I comunisti russi invece avevano scelto una via che era invero sanguinosa, ma più breve. Che sia sangui– nosa nessuno revoca in dubbio, ma c'è invece da dubitare se effettivamente sia più breve. Dopo più di trent'anni di dominazione comunista in Russia vengono scoperti sem– pre nuovi adepti della reazione e del capitalismo; si ren– dono necessarie sempre nuove epurazioni. Zdanov era un uomo la cui energia nelle epurazioni non aveva confronto. La sua ascesa cominciò con il pau• roso periodo del terrore nella Russia Sovietica. Egli fu il principale uomo di fiducia di Stalin nel 1934, immedia– tamente dopo l'assassinio di Kirow, che segnò la rottura di Stalin con la vecchia guardia del bolscevismo. Parimenti questo periodo significò la decisa rinuncia alle parole d'or– dine dell'internazionalismo e l'adozione del patriottismo panrusso. . Con Zdanov scompare il più importante esponente della politica russa. E' quindi possibile che la sua morte signi– fichi un mutamento in parecchi punti. Forse verrà appia– nato il cammino verso un chiarimento tra Stalin e Tito, forse Molotov nelle prossime trattative oon gli Alleati mo– strerà un viso più amichevole, forse gli artisti e letterati russi otterranno un maggior spazio per esprimere propri orginali pensieri. Ma non ci si inganni circa il significato di simili possibili allentamenti della dittatura. Anche se Zdanov fosse caduto vittima di un calcolo diretto contro di lui, non si può credere .che gli autori di esso possano introdurre essenziali modificazioni, posto anche , che lo volessero. Modificazioni del genere di quelle che si fon– dano sulla morte naturale o provocata di· singole •perso– nalità non possono essere che un segno di una frattura e di un dissenso e, quindi, forse anche di un incipiente declino, ma non possono mai implicare l'intrinseco muta– mento di una dittatura. Quali che possan~ essere le cause e le immediate riper• cussioni della morte di Zdanov, è opportuno pertanto non aspettarsi da essa sostanziali mutamenti della politica russa. I metodi d'agire dei Russi resteranno inflessibili come sinora e l'accordo concernente Berlino non rappresenta per il momento che un semplice armistizio. Lo si deve accogliere pur tuttavia con soddisfazione, perchè esso costi– tuiscè una mitigazione della politica russa ed apre la pos– sibilità di ulteriori trattative. Ma di un effettivo supera– mento del contrasto tra Oriente. ed Occidente purtroppo non si può ancora parlare. BENEDIKT K.A.UTZKY IL PROGRAMMA DEL PARTITO La nostra Casa éditrice, d'accordo con la Dire– zione del .Partito e con l'Istituto Studi Socialisti ha provveduto alla pubblicazione in opuscolo del testo completo del Programma d'azione del P. S. L. I., già apparso nei numeri 4 e 5 di « Critica So– eiale ». L'opuscolo consta di 56 pagine ed è edito fuori serie ne~ nostra collana al prezzo eccezionale di 25 lire. Richiamiamo l'attenzione di tutti i compagni e simpatizzanti sulla opportunità, anzi sulla neces– sità, di consultare questo documento, frutto dello studio dei nostri compagni più preparati nei vari campi c;l.ella, vita. l)Olitica,economica e sociale e ap– provato ufficialmente dal nostro recente Congres– so, e di diffonderne la conoscenza Per prenotazioni e acquisti rivolgersi in Piazza Diaz 5.

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