Critica Sociale - anno XL - n. 12 - 16 giugno 1948

CRITICA SOCIALE 267 Il socialismo democratico zn Europa o Abbiamo fatto anche noi, socialisti italiani, l'ama– ra esperienza dell'esilio. Sappiamo quale nobile, quale impegnativa cosa sia lottare· per la riconqui– sta della propria libertà - chè la libertà è, con11atu– rala al socialismo. - Ma sappi.amo anche come Z:e– silio sia falalme11le una minorazione, ed implichi incomprensioni, impazienze, disconoscimenti. Non potevamo quindi non dare la meritata ospitalità a questo articolo che· il compagno Topalovich, segreta– rio della unione dei partiti socialisti in esili o, ha scl'itto appositamente per la nostra rivista. Sul c.ou– tenulo dell'articolo dobbiamo tuttavia fare qualche riserva, e notare anzitutto come la recente coRferen– za del Comi"Sco a Vienna, successiva all'articolo, ab– bia segnato un preciso passo avanti, sia nella volon– tà di non più indulgere, per diploma,lico opportu– nismo, nei confronti della sottomissione, più o me– no J orzata, dei partili socialisti dei paesi di cosi detta « democrazia popolare», sia nel coflfrastare al Parti– to lab11rista una posizione di assoluto predominio nel campo della lnternaziona1e Socialista. Altre e ben più gravi riserve dobbiamo fare cinca la secon– da parte dell'articolo dove alla Federazione Huroprn, ch'è alla base dei nostri pensieri, vengono assegnati un ambit_o ed una funzione che fatalmente ne Ja– rebbero, alm~no nel presente stato di cose, uno stru– mento r11ililare, e nemmeno per la difesa dell'Europa Occidentale contro l'espansionismo· russo, ma per ia riconquista, postulata necessaria, dell'Europa Orien– tale. Non è sul terreno della politica di potenza che può farsi l'unità europea: o, se cosi dovesse avvenire. iu essa rischierebbe di venire compromessa quelln · che ne è la forza esse-nziale, ossia l'indirizzo interna– zionalistico e pacificò del socialismo democratico. Fatte queste ovvie riserve riteniamo che l'articoln dia un apporlo non solo di pensiero, ma di espe– rienza vissuta e patita,· degno di essere meditalo. La C. S. La sera del 23 aprile, vigilia della Co!i!ferénza So– cialista europea-, i rappresentanti di tutti i partiti socialisti dell'Europa Occidentale presero la parola in una grande assemblea popolare a Parigi: Quando venne f}Ilnunciato il nome di Giuseppe Saragat, l'in° tera sala si levò in piedi ed accolse il rappresentan– te socialista italiano con un'ovazione durata qualche minuto. Era questa la risposta del popolo di fronte al comporta?ilen_to di alcuni «tattici» del sociali– smo. che per due anni avevano lottato in Italia con– ti-o Saragat e i socialisti democratici e precluso ad es~i l'ingresso nella Internazionale socialista a causa . della loro ribéllione ai filo-comunisti che facevano parte del cosiddetto Partito Socialista Italiano. « La os~ervanza della disciplina di partiio, senza tener co11to della politica perseguita dal partito, una presa di posizione meramente burocratica, questo fu l'ini– ziale comportamento dei rappresentanti del sociali- , smo democratico occidentale nei confronti dei so– cialisti démocratici italiani. L'accoglienza trionfale a Saragat ed a Silone da parte delle masse socialiste di Parigi fu la migliore risposta alla politica della burocratica ristrettezza di vedute e della capitola– zione di fronte al belscevismo terroristico ed ai suoi satelliti. Ciò che costituisce l'effettivo bisogno e la reale aspirazione della massa che lotta sono: chiare solmioni, lo!te esplicite e coraggiose, contrapposi– zione àellt idee di libertà· del socialismo ai nemici ,1tl ai falsi amici. -E se, pertanto; è divenuto necèssarfo rompere i vincoli che non sono più adeguati al no– stro tempo ma sbarrano la via• del ·successo a ·c1,i lotta e servono ai nostri avversari, noi dobbiamo tro,·are il coraggio di farlo. · N'cJia guerra e nella rivoluzione c'~ un solo scopo: vincert,. 11 trionfo dell'idea finale è più elevato che n·,sservanza della disciplina nei confronti di un'or– gm1iz:1.ai.ioryecon la quale non si ha più nulla in co– mune e contro la quale deve essere ormai creata un'altra organizzazione. Che cosa sarebbe avvenuto dell'Italia e che cosa del socialismo democratico ita– liano, se SnragaC ed i suoi amici no,n avessero ab- BibliotecaGino Bianco Landonato tempestivamente il partitq di Nenni, vin– colato ormai a q,:ello comunista, e se non fossero 1 st:iti capaci di prén!lere parte alle elezioni com~ forrna;:'one indipendente?· La democrazia ed ,jJ so– cialismo in Italia vennero salvati solo perchè cosio– ro non badarono agli indovinelli dei capi del socia" lismo occidentale, perchè non capitolarono di fronte al bolscevismo terr6ristico, ma gli si contrapposern risolutame)Jte. La democrazia italiana e il socialismo democrati– co italiano ebbero la possibilità di salvarsi perchè le truppe di occupazione inglesi ed americane si astcu– nero o:ri.estamente dall'immischiarsi nelle vicende in– terne del Paese, e anzi vennero ritirate dopo la' con– . elusione del trattato di pace, Diverso è il ·destino che venne invece riservato a1 popoli che caddero sotto il tallone delle armate bolsceviche. In que~ti puesi i .socialdeuocra-tici, che intendevano pratica– re la democrazia, non trovarono da parte dei loro compagni di fede dell'Europa .Occidentale la spe- rata e necessaria protezione. · · In Romania jI Partito Socialista Indipendente che si formò sotto la guida di Pétrescu non -ebbe il ~ico– noscimento da parte della comunità dei' socialisti oc– cidentali. Esso si ebbe anzi l'accusa di « mancanza di disciplina », perchè non era disposto a sottostare al gruopo di a•·ei c-orruttori il cui .piano era di procedere alla liquidazione del partito socialista a ft!vm:e delle !orze d_i occupazione russe. In Jugosla– via, m Poloma e nei tre Stati baltici, come già nella stessa Russia Sovietica, la costituzione di partiti so– cialdemoèratici r-ealmente liberi dalle forze di occu– JJ?zfon_e russ~ <? dai loro _v~ssalli venne resa da prin– c1p10 -1mposs1b1le. I parhtr socialisti di questi paesi poterono operare apertamente solo in. esilio. Ma i partiti dei paesi oppressi formatisi all'estero od i fo– ro rappresentanti_all'estero non vennero ammessi al– ]P. riunioni dei socialisti occidentali. Quanto alla Bul– garia, il partito di maggioranza, sotto la guida dei provati e noti compagni Pastukof e Lultschev,. che scontarono col carcere la dittatura comunista, non. vem•!e riconosciuto. Invece in Grecia. dove purtrop– P<' tra,i socialisti regnano g,avi conflitti, venne dai s0ri-alc-lemocratici dell'Occidente riconosciuto de"no di collaborazione proprio quel gruppo a cui i co~u– nisti greci avevano imposto il segretario ed il di– rettorp del giornale, servendosene quindi per dare alla loro aggressione armata contro la Grecia la ma– scheni di una rivoluzione democratica. Questo grup– pn di s(,eialisti greci non vuole dire la verità, e cioè che la democrazia greca, a seguito dell'aggressione armata comunista, venne costretta a capitolare di fronte alle cricch,e degli ufficiali ed alla loro monar– chia, sole i-n grado di organizzare e con.durre la guerra. Ad un onorato combattente, al capo socialista un– gherese Karl Pe:ver, si imputarono come imperdo– n&bili errori l'avere al:/bandonato il partito socialista ungherese, l'.avere effettuato il tentativo di fondare un altro partito socialista, l'avere partecipato con i suoi amici, al di fuori del partito socialista ufficiale, alle elezioni, riuscendo eletto, nonostante il terrore, in cinque circoscrizioni elettorali. L'espulsione di Pe:ver venne richiesta esplicitamente dai comunisti e dalle forze d'occupazione rrn\se ed imposta dai co– munisti ai troppo creduli socialisti. E poichè Peycr aveva coraggiosamente difeso la libertà del partito socialista, venne intentato contro di lui un proces– so. sulla base di accuse infondate, per costringerlo ad .abbandonare la patria. Ma purtroppo questo suo operato gli vàlse la condanna non soltanto della dit– tatura interna, bensì anche di certi burocrati dei par– tii-i socialisti dell'Europa Occidentale. Ma dove è an– dato à finire oggi quel partito socialista ungherese, dominato, dai comunisti, a disposizone deJ quale Pe– yer dovrebbe mettere la propria testa, perchè sia ghigliottinata? No, così non si poteva andare avanti! E la politica di capitolazione di fronte al bolscevismo fu essa stessa costretta a capitolare. AI socialismo democra– tico sta ormai dinnanzi soltanto l'aperta e coraggio.m lotta contr0 il terrorismo. Questo grave mutamento della direttiva politica fu. del tutto evidente nel t1J– no della conferenza di Parigi, e fu salutato con giu– bilo dai veri rappresentanti della volontà socialista di lottare.

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