Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
CRITICA SOCIALE 199 bricati (abitazion~, stalla, capanni, locali di cura per tabacco, ecc.) con una congrua superficie di ter– reno seminativo vitato, cui una famiglia colonica dedica tutta la propria attività 1raendone tutti i mez- zi di sostentamerito. Normalmente la superficie di un podere si aggira sui dieci ettari in pianura e sale a quindici-venti in collina. Quando si sta molto al di sotto di questa media superficie difficilmente il po– dere è vitale, e cioè ·capace di provvedere al m·ante– nimento di una famiglia, anche con un tenore di vita ultra modesto. (Il nostro contadino, anche se relativamente benestante, non cpnsuma carne se non eccezionalmente e adopera pochi grassi oltre quelli offerti dal suino mattato a carnevale). La proprietà dei poderi è molto frazionata: circa un terzo di essi formano azienda ognuno da sè: ap– pena un sesto fanno parte di aziende formate da do– dici poderi o più. Data questa distribuzione della proprietà fondiaria è evidente che parlare di agevo– lazioni fiscali e creditizie alla piccola e m edia pro– prietà, ·o anche solo alla piccola, è i.ma illusione; manca la possibilità materiale di trasferire i grava– mi fiscali dalla piccola e media proprietà (i cinque sesti) s'ulla grande proprietà' (un sesto soltanto). Non basta: sulla proprietà fondiaria le impos-te el'.ariali gravano in misura modestissima: il maggior peso è dato dai tributi comunali con le sovraimposte, con la tassa bestiame e con la imposta di famiglia, e chi co– nosce lo stato disastroso dei bilanci comunali capi– sce che non è possibile alleviare questi oneri: altro aggravio per le aziende agrarie è dato dai contributi unificati, e nessuna riforma degli Istituti previden– ziali e assistenziali gioverà a rendere meno onero– so questo aggravio. Per il credito, gli agricoltori lianno il beneficio '' delle cambiali agrarie, con un onere del nove per cento ad anno, meno grave di quello del dodici per cento che fa carico a chi ricorre a Banche ordina– rie. Ridurre questo onere del nove per cento non è molto facile, perchè, se gli istituti che raccolgono il risparmio corrispondono ai depositanti ·poco più del mezzo per- cento ad anno, hanno per la loro or– ganizzazione spese formidabili, che naturalmente sca– ricano su chi va a chieder loro denaro a prestito. / Agevolazioni fiscali e creditizie sono possibili so– lo per i coltivatori diretti· che costituiscono una pic– cola parte della proprietà, forse meno del dieci per cento. La piccola proprietà (parlo sempre di' proprietà a poderi) è quella che più lascia a desiderare in fat– to di progressi agricoli: di regola soffre di impecu– niosità e di deficiente direzione tecnica; chi ha uno, due o tre poderi troppo spesso non ha i mezzi in– dispensabiÙ per migliorare le case (in genere defi– cientissime), per aumentare le piantagionf, o anche solo per rinnovarle, per fare impianti di irriga– zione per ricorrere ai trattori agricoli, per fa– re in' collina terrazzamenti e in piano argini, ecc. Per giunta il piccolo proprietario è abitualmente refrattario :id ogni proposta di consorzi per strade, per condutture elettriche, ecc.: è ostile a progetti di permuta che permettano di formare il suo podere con terrèni accorpati e di facili tare lo scolo d_ell!l acque. Dispiacerà a tutti que!li _che esaltano .l~ v1rtu magiche delJa piccola proprieta.: ma la ve1:it3: vera è che almeno i due terzi della piccola proprieta fon– diaria è in condizioni enormemente peggiori della grande proprietà, ed è anche verità ché nei rapp?rti con i contadini essa è meno liberale e CO!'Oprensiva. Due terzi della grande proprietà (consideran?o ta– le quella con dodici poderi o più) hannò una discre-. ta direzione tecnica e provvedono con una certa_ lar: ghezza ad opere di bonifica, assumendo ~raccianh come salariati fissi o quasi; le case sono m genere molto migliori di quelle della piccola proprietà, e se i Comuni svolgessero opera attiva in questo senso non sarebbe difficile ottenere che si facesse anche di più per le case, le strade, le condutture elettriche. Dal momento che obiettivo di ogni riforma agra– ria deve essere quello di ottenere dalla terra maggio– ri prodotti e di migliorare le condizioni dei lavora– tori della terra è evidente che in zone simili a quel– le dell'Alto Tevere la preoccupazione maggiore deve essere quella di costringere in un modo o in un_ al; tro i piccoli proprietarii (non all?do alla proprieta BibliotecaG1noBianco parcellare) a sistemare i loro poderi. Le legh,e dei contadini e i Comitati della Terra devono porsi que– sto problema, senza perdersi nel viottolo cieco d_el– le agevolazioni fiscali e creditizie a_favore. de~la pie: cola proprietà, indulgendo a senhmentahs~1 fuor! luogo: la piccola proprietà ha un numer_o d1 poderi ·così cospicuo e ha poderi così mal tenuh nella ma?– gior parte dei casi da costit~ire ~ma gray1: malattia sociale che va curata con rimedi energ1c1: da se stessa ~on si metterà mai sulla via associativa per darsi una migliore direzione te~:nica, 1;>er~igliorar_e ;– sensibilmente le sue case colomche e 1 suoi terrem, per avere un animo più liberale e più moderno nei suoi rapporti con i contadini. Cantarle serenat~, co– me si è fatto durante la campagna elettorale, e del tutto inconcludente: servirébbe un po' più minac– ciarla dell'esproprio e stringerle i panni addosso con i Consigli di azienda progettati dalla Federterra. GIULIO PIERANGELI Albori - di vita nuova nella prevenzione sanitaria Nella rubrica « Problemi attuali dell'esistenza», il N. 5 di « Critica sociale» presenta due notevoli articoli, uno di Riccardo Bauer, l'altro di G. B. Ma– glione. Il primo, senza dire in sostanza cose nuove, 'offre una limpida visione dei rapporti che sempre più stringono l'individuo alla collettività e della co– scienza nuova che da tali rapporti scaturisce in fatto di assistenza, coscienza che accelera e perfeziona il · passaggio dalla concezione cristiana e pietistica del– la « beneficenza » alla concezione laica e sociale del « diritto » (al quale corrisponde adeguato dovere), che ha per conseguenza un vero e proprio « rove: scian;iento del concetto di assistenza, perchè non s1 tratta più di sorreggere chi è caduto, ma di orga– nizzare l'uomo nel suo sforzo di farsi uomo, quindi il sorgere e prevalere di una attività creativa a scopo preventivo, lasciando in secondo luogo, e con ca– rattere complerµentare, l'attività curativa». Lo scritto del Maglione si riferisce ai lavori della Commissione ministeriale di studio per la riforma previdenziale. . Dello stesso argomento adunque trattano i due_la– vori uno da un punto di vista ideale e generico, l'alt;o scendendo a concrete provvidenze sulle basi concettuali del primo e rivedendo completamente i criteri fondamentali precedenti di impostazione del– la Previdenza sociale. Ed è, come sempre, nel pas– saggio dalla teorica visio~e ali~ ~ttua~ione prat!ca che si presentano ostacoh e d1ff1colta: osta1;oh. e difficoltà particolarmente gravi nel campo samtano, cioè in quel campo che si offre naturalmente per primo. . . . Secondo l'avviso della Comm1ss10ne su nommat,a obbiettivi immediati della tutela previdenziale deb– bono essere: 1) l'assistenza sanitaria di diritto a tutti i cittadini; 2) il decoroso trattamento econof!Iico_ per tutti gli invalidi e gli anziani; 3) I~ coordmaz1one organica dei servizi di pubbl!ca assi_stenz~. . . . Mi sembra che il terzo d1 quesh obb1ethv1 sia di carattere tecnico-organizzativo, e i due primi di carattere economico-curativo, rispondente a quella sorta di previdenza che è propria della assicurazio– ne, la .quale arriva a curare il danno che_ ha preve– duto ma non ha evitato. Esula dunque qm la natura preventiva della previdenza, secondo il concetto fondamentale espresso dal Bauer, · e si ricade o si persiste in quel « campo di azione difensiva; in quel– la sfera di attività, l'accento della quale cade sem– pre sulla presenza di una vittima che s~ugge o cerca di sfuggire ad un evento doloroso e viene soccorsa in questo suo tentativo ». . Questa persistenza sulla vecchia im postazione co_n– cettuale del problema assistenziale si potreb.be sp1e– aare se all'atto pratico non ci fosse realmente altro di meglio da fare; ma così non è! chè, se cosi fosse, nessun reale valore programmatico _potrebbe_ avere la nitida visione dei nuovi orizzonti dell'assistenza offerta dal Bauer.
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