Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

CRITICA SOCIALE 87 s~r~ne _ed ass~rde erano le notizie, che quel sacerdote Cl rnf~1sse, e U\ una forl)la, bisogna aggiungerlo, irn– propna e grossolana. Tutti i colleghi sanno che in alcuni licei l'ora di religione. diventa, non voglio adoperare parole gros– se, un_ vero disordine scolastico, quando non dege– nera_ 1_ngazza~ra: Potrei citare luoghi, nomi e fatti prec1s1; potrei citare alcune sentenze e battute ca– ratteristiche! up.ite in molte lezioni, che mi sono · dovute sdrb1re come preside, perchè l'incaricato di religione non riusciva, da solo, a reggere gli alunni e mantener~ la disciplina. A che cosa mai, dunque, poteva servire quest'ora settimanale, che turbava pro– ~ondat11ente la disciplina delle classi? In fondo, lo rnsegnamento, non potendo essere nè puramente e– dificativo, come è quello, in genere, delle Chiese, nè teologico, nè filosofico (che nelle scuole medie sa– rebbe un assurdo), si riduce, come ho detto, ad una catechistica minore (per usare un'espressione con– sueta al mio grande maestro Igino Petrone) e ad una filza di fatterelli tolti, e scelti, si capisce, dalla storia sacra o ebraica, che dir si voglia, con qualche piccola aggiunta parenetica, preceduta o seguita da una breve preghiera. Un'insegnamento. religioso nelle scuole medie è assai difficile, sia per la varietà delle classi, sia per la scarsa, ed a volte nessuna, preparazione dell'in– segnante. Dalla prima ginnasiale alla terza liceale c'è bene una grande e pericolosa differenza: non è possibile insegnare identicamente un po' di formule catechistiche nell'una: e nell'altra, non è possibile, in seconda e terza liceale, parlare agevolmente di Sansone e della masèella d'asino con cui egli ster– minò centinaia di Filistei; o di Giona, inghiottito dalla balena, e restituito intatto a terra dopo tre giorni; o di Giosuè che avrebbe fermato il sole per distruggere completamente una cittaduzza palesti– nese. E questo ed altro viene fatto, si• badi bene, quando, poco prima o poco ·dopo, l'insegnante di fisica ha affermato l'inalterabilità e l'irreversibilità delle leggi fisiche, e l'insegnante di scienze ha spie– gato che il Mare Morto, per esempio, si è formato in seguito ad un'eruzione vulcanica, come in altre regioni della Terra, e non certo dal mitico fuoco celeste, che distrusse quelle due perle di città che furono Sodoma e Gomorra. A chi devono credere gli alunni: a quelli che pure parlano il linguaggio della scienza, o al professore in veste talare, che a volte pronunzia malamente, citando, Skillér, e Sa– chespeàre? Chi conosce la scuola sa benissimo che basta una sola battuta falsa, specie fra gli allievi di maggior età, per perdere ogrii prestigio, ogni con– siderazione, e perchè il maestro sia irreparabilmen– te liquidato. Ho accennato a quella tragica ·leziohe sull'Inferno; ma ebbi .!!nche occasione di assi§tere ad un'altra, egualmente significativa. Si parlava dei tormenti futuri: « Il fuoco .ti entra negli occhi, e ti entra nel naso, e ti entra nella bocca,·e ti entra nella gola, e ti entra nello stomaco ... », e così per tutti gli orgarti, m,inutamente, esasperatamente enumerati_: al che. gli- almrni scoppiarono in una irrefrenabile ri– sata, e il docente di religione rimase interdetto, an– nichilito ... Dovette essere sostituito da un altro in° segnante, che poi dimostrò di non val~re più di lui. Non discuto e non contesto ai cattolici la facol– tà di_insegnare la loro religione anche nelle scuole. Ma che cosa si dovrà insegnare? Ecco il punctum saliens! Io penso, assai modestamente, che solo un vero e proprio insegnamento storico-etico (storia del Cristianesimo, passi del Vecchio e Nuovo Te– stamento testi cospicui della letteratura cristiana antica e~c.) potrebbe avere quache efficacia edu– cativa' e non sarebbe, forse, inutile. Parlo per espe– rienza' personale, al solito, che dovrebb,~ valere qual: cosa. In un liceo, mancando per caso 1 rnsegnante d1 religione volli sostituirlo io stesso per qualche ora. Non pot;vo certo insegnare dommatica o catechi- smo ma una volta lessi e commentai il salmo 50 e il' 129 (Vulgata 130) nel classico testo greco dei Settanta, confrontando io stesso, con l'originale e- ibliotecaGino Bianco braico, la traduzione siriaca e la Vetus latina, e iniziando così gli alupni all'.esegesi dei testi anti– chi. Un'altra volta lessi alcuni numeri di quel gio– iello dell'antica •letteratura cristiana che è la Dida– chè. Ebbene potrei constatare che tutti gli alunni si interessavano vivamente alla lezione, meraviglian– dosi anche (sancta simplicilas!) perchè non impar– tissi io stesso quell'insegnamento. Ora io sono ben lungi dal volermi camuffare in veste di religioso e, meno ancora, di predicatore, ma affermo che, se non si riesce ad interessare gli alunni veramente, l'insegnamento religioso è vano ed ha effetti anti– tetici a quelli che si vorrebbero raggiungere. Per raggiungere tale risultato non c'è che l'insegnamen– to, storico, distribuito opportunamente nei licei e .nelle scuole parallele, mentre nel ginnasio si potreb– be tentare l'insegnamento etico-storico, con scelta di passi, non esclusivamente dall'Evangelo, che non sempre può adattarsi, ma tratti egualmente dall'an– tica letteratura cristiana Unni, pagine agiografiche tratte dagli Acta Martyrum, ecc.). Un insegnamento esclusivamente dommatico-catechistico potrà essere ragionevole nelle Chiese, ma non si conviene nelle scuole pubbliche, e a fornirlo in modo conveniente non basta la pietà e l'integrità personale del docente ed è sempre necessaria una completa padronanz~ degli antichi testi, per lo meno greci e latini, ed una formazione spirituale punto comune. Non si discute se lo Stato (o i partiti che stanno al potere) abbiano o meno il diritto di imporre nel– le scuole un insegnamento religioso; la questione fu già trattata mirabilmente dal Rensi, nel 1923-24, nel suo volume Realismo. Vogliq, invece, insistere e di– re che, dopo un esperienza venticinquennale d'inse– gnamento religioso, si ha bene il diritto di chiedere quali ne sono stati i risultati. E si deve reclamare una risposta. Per mio conto, in base alla mia molte– plice esperienza, posso affermare recisamente che esso è finito. in un completo fallimento, o addirit– tura nel ridicolo, screditando gli insegnanti, i quali, pure, come persone, meritano ogni rispetto. GrnsuE' MALIANDI Sui metodi della Polizia La sera del 9 dicembre u.s. si è concluso alla Corte (b Assise di Casale Monferrato un grave processo per du• plice omicidio a scopo di rapi,na. La mia posizione di di– fensore mi ha vietato, in precedenza, di esporre, come sa– rebbe stato necessario, ciò-che è avvenuto in occasione di questo processo, nelle camere di sicurezza della caserma dei carabinieri. I nostri compagni, soprattutto i deputati, è bene lo sappiano perchè, se è vero che jJ Socialismo non è solo materialismo, spetta senza dubbio a noi, più che ad altri, i-1dovere di difendere, con la personalità umana, la civiltà· e la dignità del paese. Riassumere i fatti sareb~e un perdere tempo. Dicianno solo che dei sei imputati comparsi innanzi ai giudici ca– sa!esi cinque avevano confessato dinanzi ai carabinieri (il sesto no, perchè era làtitante !) e subito ritrattato nell'.in– terrogatorio reso al giudice istruttore, affermando di es– sere stati torturati <lai verbalizzanti. Le confessioni rese erano infarcite di tante e tante inverosimiglianze che la coa,rtazione usata per ottenerla era evidente. Senza dilun– garci, diremo che, dopo sedici mesi di carcere preventivo• la Corte d'Assise di Casale ha assolto tre degli imputati fra cui i due che, secondo le confessioni, sarebbero st<\t1 gli esecutori materiali dell'orrendo delitto, e non ha osa. to infliggere agli altri tre la pena dell'ergastolo richiesta dal P. M. Spetterà forse alla Corte di Cassazione dire an– cora una parola sulla sorte dei tre infelici la cui respon– sabilità, anche spogliato della qualità di difensore, dichia– ro essere tutt'altro che evidente. Non si tratta questa volta dei soliti pugni, ceffoni· .e calci che ormai bisogna essere un « signore» come Graziosi per non ricevere, appena fermati, in tutti i corpi di guardia e camere di sicurezza della Repubblica. Questa volta si tratta di vere e proprie torture, fra cui va ricordato l 'au. tentico supplizio deJlo sgabello inflitto per lunghe ore al– le due donne indiziate, supplizio che non staremo qui a

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