Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

86 CRITICA SOCIALE adottando il sistema di dichiarazioni obbligatorie e giurate, e istituendo severe penalità, anche detentive, per denuncie false· adottando nuovi ed uniformi criteri per la tenuta del– le co~tabilità aziendali e per la compilazione dei bilanci; isti- · tuendo albi di ufficiali pubblici (società fiduciarie e profes– sionisti), che, previo esame della contabil)tà e _del ~ilanc_io, ne certifichino l'esatta corrispondenza ali effetllva s1tuaz10- ne patrimoniale finanziaria ed economica dell'azienda; con– sentendo che gli accertamenti abbiano per base la situazione reale attuale, e non siano vincolati <la precedenti fiscali, da aggiornare con criteri presw1tivi; ricostituendo e rendendo efficiente l'anagrafe tributaria unica, mediante rigoroso cen– simento delle persone fisiche e giuridiche, la fissazione del loro domicilio fiscale e l'accertamento della loro proprietà. Mediante una rigorosa ed equa applicazione delle imposte su accennate - specie di quella personale progressiva sul reddito - facendo ricorso anche a mezzi straordinari di re– perimento (quale avrebbe dovuto essere, ad esempio, il cam– bio della moneta, inconsultamente trascurato), si potrà per– venire ad un severo drenaggio fiscale nei confronti delle larghe schiere di arricchiti con speculazioni di gflerra, con l'accaparramento, con la borsa nera, con giochi di bo'rsa, le quali spesso oggi sfuggono totalmente, o per la massi– ma parte, al dovere tributario. Ad uha accurata selezione dovranno essere sottoposte ·an– che le imposte indirette, sia sui trasferimenti della ricchez– za, sia sui consumi. Tra le prime, quella ciel registro, ch" rappresenta W1grave ostacolo alla circolazione della ricchez– za, dovrà essere ricondotta alla natura di un'equa tassa, e quella di successione dovrà essere riveduta nel senso di con– durre ad un maggior avvicinamento delle posizioni di par– tenza, e quindi aumentata - anche nell'ambito familiare ..:.... per quanto concerne i patrimoni cospicui fino a giungere ad un totale incameramento di quella quota di patrimonio che superi un limite elevato. L'imposta sull'entrata, che, colpendo i beni alla produzio– ne e ad ogni loro passaggio, fino al consumo, rappresenta un onere assai gravoso, ed è pertanto accompagnata da for– ti evasioni, si dovrebbe sostituire con una imposta sui generi voluttuari e di mercato ristretto·: dato che· ~ssa rappresenta la principale fonte di entrate dello Stato, non si potrà che ridurne gradatamente l'aliquota, estendendo e rendendo più rigorosi gli accertamenti. • Nello stesso modo, .le imposte sul consumo, che l'erario percepisce quale addizionale su. talune imposte locali, e quel– le di fabbricazione, nonchè i dazi doganali di natura fiscale e i monopoli fiscali, dovranno rivolgersi - compatibilmente con le esigenze del bilancio - ai soli generi voluttuari o di mercato ristretto, ver ev itare che tali imposte, non essendo proporzionali al reddi.to, abbiano a gravare di preferenza sulle classi lavora trici. s) Riforma della finanza locale. L'imposta è prerogativa sovrana dello Stato e pertanto dallo Stato gli Enti locali ricevono il diritto alla stia appli, cazione. Nelle imposte consentite dalla legge le amministra– zioni locali hanno ampi_ poteri regolamentari, ma debbono contenere le aliquote nei limiti massimi fissati dalla mede– sima. Al sistema tributario locale sono più adatte le imposte dirette reali sul reddito, non solo perchè dalle spese locali tr~ggono, di regola,· più largo vantaggio coloro che pos– seggono immobili o esercitano industrie o commerci là dove le spese stesse vengono effettuate, ma anche perchè tali im– poste sono meno inquisitive e rappresentano cespiti più sicu~ ri e: meno soggetti ad oscillazioni di quelle personali sul reddito e indirette. Dato però che le imposte reali sul reddito danno un get– tito molto .limitato rispetto agli oneri che gravano sui Co– muni, il P.S.L.1. ritie ne op portw10 éhe questi continuino a far ricorso anche alle alt.re imposte dianzi citate. Per-tanto, rinuriciando ad un cri terio d i piena autonomia, si .manterrà a favore degli enti lòcali· l'attuale sovraimposizione sui ter– reni e fabbricati ; in favore dei Comuni le imposte di con– sumo. sui beni voluttuari e di ~istretto consumo, eliminando, sia pure gradatamente, quelle sui generi di largo consumo. L'applicazione di queste imposte ·avverrà, dove è possibile, mediante abbonamento e, negli altri casi, di volta in volta. Saranno da abolire gli appalti. Il P.S.L.I. postula l'abolizione sia della imposta di fami– glia che di quella sul valore locativo; il mancato gettito di tali imposte verrà co!'pensato mediante assegnazione ,ti Co– muni di una parte dell'imposta erariale personale progressi- va sul reddito. . . Quanto alle altre imposte locali di natura diversa, sorte BibliotecaGino Bianco per eccessive sovrappos1z10ni, spesso contraddittorie, occor– re procedere ad una semplificazione, abbandonando il criterio di stabilire imposizioni uniformi per tutti i comuni, al quale si deve in parte l'irrazionalità dell'attuale ordinamento ammi– nistrativo. Ad ogni modo converrà, tramutando in una equa tassa la imposta di licenza, abolire l'attuale imposta su le industrie, i commerci, le arti e le professioni, nonchè quella sul be– stiame, stabilendo, in loro vece, l'assegnazione agli enti lo– cali e alle Camere di Commercio di una parte dell'imposta cli ricchezza mobile. Partendo dal concetto che il mancato gettito potrà essere compensato da quello dell'imposta pro– gressiva sul reddito e di ricchezza mobile una volta che g[i accertamenti si renderanno più aderenti alla realtà, il P.S. L.I. ritiene opportuno che vengano abolite tutte le altre im– poste locali, in considerazione· anche del -loro limitato ren– dimento. L'assistenza è W1obbligo dello Stato; dovranno però esse– re mantenute e stimolate quelle forme di beneficenza locale alimentate dallo spirito di solidarietà che si manifesta pac– ticolarmente fra i cittadini dello stesso Comune. l,e spese p>!rl'istruzione debbono gravare tutte sullo St'.ito: i Comuni cureranno la gestione delle scuole e conserveranno l'attuale autonomia per quanto riguarda l'istituzione di scuo– le i,rofessionali. Il P .S.L.I. ritiene infine opportuno che venga consolidato il debito delle grandi città ed unificato quello· degli altri ComW1i. Una finanza locale, fondata sulle direttive dianzi esposte, assicura la corrispondenza delle spese alle entrate, sempli– fica l'amministrazione degli enti locali, riducendo i costi per l'applicazione e la riscossione dei tributi e la solleva dai compiti che potrebbero eccedere le sue possibilità. (Continua) L'ISTITUTO.STUDI DI\!, P.S.L.I. L'insegnamento religioso nelle scuole medie I l'isultati 'di un'esperienza. Coi noti Patti del Laterano fu introdotto in tutte le nostre scuole medie l'insegnamènto religioso; si può oggi, dopo alquànti anni di prove, ricercare quali risultati abbia• avuto, ed anche illustrare; bre– vemente, come sia stato effettivamente impartito e si impartisca tuttora. Chi .scrive può parlare .per e– sperienza personale, per visione e conoscenza di• retta in parecchie scuole e di vario ordine, in Sar– degna, nelle Marche, nel Lazio: ginnasi-licei, istituti tecnici, istituti magistrali, « scuole medie ». In tutte queste scuole io ho insegnato, ed inoltre sono stato Preside per oltre dieci anni; ho avuto occasione di ,parlare con colleghi di disparate tendenze; ho as– sistito a parecchie lezioni, e ho voluto esaminare io . stesso, e non per sentito dire, alcuni libri di testo dell'insegnamento religioso: conoscenza ed esperien– za possono dunque servirmi a qualche cosa. Affermo, subito, senza possibilità di equivoci o di smentite (ché questa non é materia di smentite po– litiche, ma salta agli occhi di chiunque) che l'inse– gnamento, così èom'è impartito, nella for.,1a e col programma che si è imposto, è stato ed è ile, tutto inuti.i.e ai fini per cui venne istituito; anti, o~,i dir– lo, rischia di cadere nel ridicolo. Poichè nessun 1.,01,10 ùi giudizio potFà mai credere che fl fi1w fos~e quello di fare imparare meccanicamente alcune for– mule catechistiche di nessun valore pr~•:'.·o ed etico, qualche storia o leggenda dei patriarchi ebraici, o i soliti racconti edificanti delle pie donne di Pale– stina. Io penso che, se fo seconda o in terza liceale, o nell'ultimo anno dell'istituto tecnico si praticano questi metodi, l'insegnamento religioso può dirsi de– finitivamen te compn;imesso. Ho assistito, pur trop– po, con mio profondo rincrescimento e pena, ad una lezione, in seconda liceale, sul fuoco dell'Infer– no. Il sacerdote (si era nel 1930) era un brav'uomo, ma del tutto impreparato a parlare ad alunni di una -::erta età; .la lezione, quindi, fu per tutti una pena, e i giovani non potevano trattenere le risa, tanto

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