Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947

-------------~CR~ITICA SOCIALE 331 so cui conducono le a · · · z10n1a cui esso possa trovarsi associato. fmche da questo ~ facile intuire quale situazione nuova potre_bb~ ,vemre a crearsi da un'unione del– le forze socialiste, c~e in una. combinazione di go– verno P?Ssa portare 11peso di una forza parlamen– ta~e _e di un !argo e operoso sèguito nella pubblica opm1one. N01 non abbiamo nessuna fretta di an– dare al governo e non siamo anzi disposti ad as– sumercene la responsabilità se non quando abbia– mo ~a ferma pers~asione di poter fare qualche co– sa ~ veramente utile al proletariato e al Paese. Noi crediamo che, anche ~tando all'opposizione, si pos- _ ~ _fare opera vantaggiosa, quando l'opposizione sia ~spirata da un pe1_1sieroorganico e condotta, non m forma demagogica, non con la irritazione di. chi vuole esercitare un ricatto per riaprirsi la via a tornare al governo, ma con chiara- coscienza del do– vere_ che )a g~avità del momento impone a tutti e con mtenti senamente costruttivi. L'atteggiamento del P.S.I., del P. d' A. e il no..rtro. Premesso questo, aggiungiamo per altro che evi– dentemente, la questione dell'unità socialista \nte– ressa specialmente_noi ~ gli altri partiti e gruppi che d~vrebb 7 ro p3:r~ec1p,ar".1., E allora si pone la que– stione: e poss1b1le 1umta? e in qual modo deve es– sere <:1t~uata ?_ Y arie sono le risposte a questi inter– rogativi. I dmgenti del P.S.I. dànno la loro sem– plicistica soluzione : la scissione ,di Roma è stata un colpo mancino di una piccola schiera di traditori del prol<;t~ri3:t0 e di trascurabili gruppi che essi hanno tratti m mganno; non resta .altro da fare a costoro che riscattarsi del loro tradimento o riconoscere l'inganno in cui sono stati tratti, rientrando nelle fila del ~.S.I. Ma non è concorde con questo loro at– teggiamento quello di tanti proseliti che sono nelle loro f_ile,s1:eci~lmente di coloro che hanno dato più ' lunghi anm d1 entusiasmo e di azione alla causa del socialismo. Costoro sentono hene che, se anche dall'~lto si cer_ca di dar l'impressione che il proces– so d1 progressiva autonomia è· in atto, in realtà, co– me avremo anche occasione di notare fra poco il P.S.I. è sempre pedissequo esecutore delle no;me che all'azione comune segna via via la volontà del Partito Comunista. Notevole attenzione ha suscitato al riguardo di questo problema dell'unità socialista Fatteggiàmen– to e, potremmo dire, le manovre del Partito d'A– zione. Questo, sebbe_ne si sia gradatamente sfalda– to e rimanga un insieme di ufficiali che non hanno dietro di sè forze numericamente capaci di qualsia– si azione, si è tuttavia illuso di poter essere il cen– tro (neutro, per modo di dire) intorno a cui accon– sentissero a raccogliersi dalle diverse parti tutte le , forze che intendono adoperarsi per la costituzione 'di un forte rnovimento schiettamente socialista. Ma era inteso che questo confluìre di forze dovesse av– venir~ su presupposti di inequivocabile democrazia e autonomia. Non va infatti dimenticato che quel nucleo del vecchio Partito d'Azione che ha trion– fato al Congresso di Roma del principio del 1946, ed è rimasto padrone del partito, ha per sua diret– tiva quel programma di socialismo liberale che, e– nunciato da Rosselli ed elevato a più complessa for– mulazione filosofica da Calogero, implica avversione ad ogni forma di totalitarismo, ad ogni pericolo di sbocco dei movimenti di sinistra in forme di ditta– tura. Ora, che, date queste premesse. la maggioran- . BibliotecaGino Bianco za ~~Ila dire~i<?n_e del_Partito d'Azione abbia credu– to d1 poter 1mz1are 11 suo tentativo di contribuire alla ~ormazione dell'unità socialista assumendo im– pe~1 ~erso il P.S.I.-e rilasciandogli diplomi di ido– ne1ta, e co_sa che n<?npoteva non sorprendere tutti ~ non sus~1tare. reazione nell~ file dei seguaci, i qua– li h~n1_10 infatti, nonostante 11letargo in cui li si è )asc1a!1 cadere, dato indubbi segni di irritazione. E mf':1t_tI potevano uomini accorti ed esperti della vita politica, come sono Calogero, Cianca, Schiavetti, prestar fede a qualche dichiarazione di intendimenti autonomistici, fatta a mezza bocca (per non susci– tare malcontento nei comunisti) da qualche espo– nente del P.S.I.? Sopra e contro queste timide di– chiarazioni ci sono i fatti che contano. Basterebbe per tutti )'atteggiamento che tiene in questi giorni Il P-S.~.'. 119-uale, pe~ 1;1onaver forza di opporsi ai propositi dei comumst1, contribuisce a creare una prosp_ettiya ?i s~ioperi a catena, la quale ci fa ·cor– rere 11nsch10 d1 veder rinnovata la situazione del 1920:22 con tutte le conseguenze che ne sono deri– vate., E sì che tra coloro ; quali più chiaramente hann~ den_unciato gli errori di quegli anni lontani è propno Pietro Nenni, in articoli e libri scritti du– rante gli anni dolorosi dell'esilio che così efficace– mente invita a spassionati esami di coscienza. Ma olt_real_detto atteggiamento _visono altri episodi,si– gmficativ1. Vorremmo porre tra questi anche l'at– teggiamento di ostentata freddezzà assunto dall'A– vanti verso Ivan Matteo Lombardo, in occasione del– la campagna sferrata contro di lui da Togliatti, il quale lo ha accusato non solo di non aver conse– guito quei vantaggiosi risultati che la stampa ha ce– lebrati, ma di essere stato consapevole strumento ~ell'asservimento dell'Italia alla politica americana. Non vogliamo poi trarre alcuna conclusione dal -v:iag~io di Nenni e. Basso in Polonia, perchè non sappiamo quali siano stati gli intenti e i risultati di esso, che Basso si è guardato bene dall'enunciare nella relazione fatta al suo ritorno dinanzi al Co– mitato __ Centrale del suo partito. Tuttavia, tanto dalla sua dichiarazione che il viaggio in Polonia lo ha riconfermato nella convinzione della necessità di una politica unitaria là dove coesistano due partiti ai la– ".oratori_ (~enza fare il menomo accenno a quel par– tito socialista democratico polacco che è costretto a, vivere in esilio, perchè in Polonia non avrebbe possibilità di vita), quanto dalla sintomatica presa di posizione di Nermi nel suo articolo « La via polacca verso il socialismo » si può veramente trarre q~alc~e _non·inf~ndata presunzione che anche quel v1agg10 m Poloma sèrva a ribadire il proposito di mantenere uno stretto vincolo (che è, checchè si dica, vincolo di sudditanza) del P.S.I. col Partito Comunista. Lo riconferma in modo che non può lasciar adito a dubbio l'ultimo discorso tenuto da P,ietro Nenni a Bologna, sul quale proietta luce an– c~e più chiara il discorso che Io stesso giorno ha tenuto a Modena Togliatti. Data la fraterna amici– zia che è fra i due e il continuo scambio di idee. 0e è tra loro, non può presumersi che Togliatti sta tornato a p arlare del proposito comunista di costituire un pa, ,tti.ro · wnico del proletariato, se avesse supposto che un a dich iarazione di questo genere po– tesse andar contro ai propositi di Nenni e turbare l'opera che egli e Basso vanno facendo per tener ferme nella compagine del partito le forze che sono sin qui rimaste al loro seguito. E con tale chiarezza di sintomi si può credere

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