Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947

CRITICA SOCIALE· 125 yalore dallai filosofia, e che altre scienze indichino la via per' raggiungerlo nella concretezza della situa– Eione storica •in cui l'm;1mo ha fa ·sua esistenza. Per essa ancora il cerchio della solitudine è spezzato, l'uo– mo ritrova 18/ comunicazione con le cose; con gli al– tri< uomini, con il mondo' intero. Altre vie seppe trovare la filosofia per quetare l'an– ,oscia dell'uomo, quando lo assale nel crollo dei mi– ti; ma la compostezza di Epicuro chiede un panora– ma diverso da quello della nostra vita di formiche oelle città grandi, intente al battito 'delle macchi– ne. Così, se la crisi, cioè il senso del,Io sm·arrsimento di un indiscusso substrato ideologico della nostra Tita, ci assale, mezzo di salva-mento è L'attività. poli– tica, che sia - e la parola, rinasce, scarna,. nuda, ma per questo di -intenso significato - attività morale. Non a tutti è dato uccidere d~finitivamente i misteri, · come Marx placò del tutto la religiosità giovanile nel1'asprà lotta continua; ma ogni loro rinascere si rivolge in serenità, diventando fonte di opera. nelle mHle forme che essa può assumere, dalla meditazio– ne filosofica al lavoro manuale. Questo, a mio moclesto avviso (e chiedo venia se nell'esposizione. ho dovuto per brevità dar per ri– aolti problemi ancora aperti), può essere il frutto dl}Jl'accostamento tra ma,rxi.smo ed esistenz'ialismo: come termini· di un'intima dialettica della nostra coscienza; dove jJ secondo, postosi come antitesi al– l'illusa fiducia, ci apre la via a.Uas~ntesi, ,che ne man– tiene il contenuto di verità, ma superandolo. Al'tre maniere di instaurare i1 rapporto tra le due filosofie, come quella, per ·esempio, d.i Sartre, mi pare che por· , fino ·al fraintendimento dell'una e dell'altra nel gio– eo della coscienza filosofica e umana moderna, to– gliendo all'esistenzialismo il suo significato dr rive– lazione del dramma interiore dell'uomo .di oggi, e per H marxismo rimanendo ad una interpretazio•ne deterministica, mentre esso è umanesimo, ritrovata fiducia, nel modo solo in cui era possibile a noi, nel– l'azione dell'uomo; ,e quindi libertà, o, meglio·, libe– razione. UMBERTO SCARPELÙ Dalmazzinianismoal socialismo (Osvaldo ~nocchi Vi'ani)_ Nella conferen~a elettorale tenuta rtel ridotto della Scala il 16 maggio 1886 Osvaldo Gnocchi Viani, parlando delle dottrine di Giuseppe Mazzini, diceva: e,Per quanto gran– de sia il rispetto e la venerazione che ,si eleva al grande geoov.ese, le sue teorie si accettano o si ripudiano in blocco ». Egli ·avrebbe potuto, per raècogliere maggior nu- · ·mero di voti, affermare le affinità e concordanze esistenti tra la dottrina mazziniana e la mor·ale socialista, ma pre– ferì insistere sul concetto che le idee, come lo stato giu– ridico della Società, sono il riflesso di determinati biso– gni e interessi, la espression_e del mo·do di produz!ot~e e di scambio in un dato periodo di sviluppo della societa. All'indomani dei processi contro gli internazionalisti, Andrea Costa poteva con sicura ed onesta franchezza, dire: « Il nostro socialisU:o non è quallo di- Garibaldi ». Così Gnocchi ·viani crede non corretto, non giusto servirsi di quello che il Maestro (come· era generalmente chiamato Mazzini nelle Società Operaie) aveva scritto intorno alla questione sociale e operaia per sollecitare dei voti. La chiarezza e la verità senza acredini, ma anche senza sofi– llticazioni, non possono che giovare alla diffusione delle idee. Michele Bakunin, nella polemica intorno all'Internazio– nale e alla Comune di Parigi, aveva scritto: « Si capisce che Mazzini abbia dovuto maledire l'Asso• dazione Internazionale dei Lavoratori nel suo concetto fondamentale... Maledicendola, egli obbedì alla sua co– scienza di profeta e di prete. Ma .rendendogli giustizia .per la sua sincerità incontrastabile, noi dobbiamo dichiarare che aggiungendo le sue invettive a quelle di tutti i rea• do~ari d'Europa contro i nostri sventurati fratelli e le U lé:l l(;U sue scomuniche alle loro ideologie contro la rivendi– cazione legittima dell'organizzazione internazionale dei lavoratori del mondo intero, Màzzini si è radicalmente staccato dalla rivoluzione ed ha preso il suo posto nella Associazione internazionale della reazione >J." Ma Gnocchi Viani, pur esprimendo apertamente il suo distacco dal pensiero di Mazzini, si guarda bene dall'usa– re verso di lui parole men che riguardose. Egli non di– mentica di esser stato segretario di Mazzini e soprattutto sente il più profondo rispetto per la sincerità e nobiltà del suo apostolato, per la, sua altezza mòrale. « Costituite in Roma una Commissione direttiva cen• trale composta di cinque operai tra i migliori dei vostri~ siate nella scelta indipendenti da ogni considerazione che non sia di virtù morale e capacità », aveva, scritto Maz– .zini. E sul canovaccio di questi scritti, che se erano oonsi– gli erano anche ordini per chi credeva nel verbo di Mazzini, la C,;mfederazione operaia e delle istituzioni popolari della Liguria preparò il Congresso che portò alla costituzione del patto di fràtellanza tra le società operaie d'Italia. E poichè il nostro Gnocchi Viani era ancora il fidu– ciario di Mazzini quando ques:i animava i preparativi per il Congresso delle Soc1età operaie affratellate, che si tenne poi a Roma il 2-5 novembre 1871, e membro di quella Confederazione Operaia Ligure, che da Gaspare Stampa e Quirico Filopanti, superstiti membri delegati del Congres• so di Napoli (1864) aveva ereditato l'incarico di preparare in Roma un congresso generale . !felle società popolari e di mutuo _soccorso d'Italia, perciò egli è, assieme all'ope• raio metallurgico. Valentino Armirotti e al tipografo Ge– rolamo Astengo, tra i, .firma:ari della circolare d'invito. Tale circolare, pei riflessi politici e .storici del progres– sivo evolversi del movimento operaio italiano, merita un largo cenno, anche per intendere la lenta, 'ma profonda e sipcera evoluzione di Gnocchi dal mazzinianismo al SO• cialismo. , · Nella circolare è detto tra l'altro: ccTenuto conto del, l'autorevolissimo incitamento fatto in un articolo diretto ccAgli Operai d'Italia »· nel periodico La Roma del Popolo di Giuseppe Mazzini, ed aderendo .al cortesissimo invito che ci viene dal Circolo Popolare Romano che s'affretta ad esprimerci tutto il suo contenuto di veder raccolti sul classico suolo di Roma gli uomini del lavoro d'ogni parte d'Italia, vi invitiamo a prender parte a un Congresso Ge- 1 nerale che avrà luogo pro·ssimamente in Roma >J. Segnato brevemente e con rapidi!à il fatto storico della unità e indipendenza della nazione e affermata la speranza che· una più ordinata amministrazione porti il benessere nelle varie classi della Società, la circolare così prosegue: ccLa immensa classe operaia, che fu sempre prima nel soffrire sotto le passate tirannidi, come nel porgere tributo di sangue nelle lotte dell'indipendenza, questa classe che tuttora,. in principio e in fatto, è tenuta nel consorzio civile da meno di classi più fortunate, deve raccogliersi nella terra desiata (e preconizzata in cui si svolse già. la più grande rivoluzione sociale rappresentata dal trionfo del, Cristianesimo sull'assurdo politeismo ed ivi, in pre– s.enza delle varie passioni, dei ridicoli timori e delle più ridicole e vili calunnie di pusilli' avversari, in questi tempi fattesi più ardite contro la classe dei lavoratori d'Europa, spiegare all'Italia ed alle consorelle d'oltre confine quali sono i nostri biwgni, quali i nostri desideri e quali i mezzi di cui vogliamo servirci per ottenere quel miglioramento della nostra classe che dovrà benefico riflettersi nel mi– glioramento dell'intera Umana Famiglia ... ccLa Commissione qui so'.toscritta s'affida che numerose vorrete aderire all'invito che essa vi fa e nntre le più alte speranze nella efficacia ed utilità ·del venturo Congresso ... Per i delegati dovrebbesi fare tutto il IMJSsibile perchè sortissero eletti quelli che fanno parte diretta della Società e siano operai di fatto ... ». Quest'ultima raccomandazione, sebbene suffraga!a dalla -parola di Mazzini, ebbe scarsa eco. La grande maggioranza dei delegati era composta di avvocati, medici ecc. Vi erano dei patrioti che per la -causa nazionale avevano pa• tito lungamente, e uomini che, come Petroni, (I) erano non solo legati alla massoneria, ma nella stessa coprivano posti elevati. Quasi,. assenti i lavoratori; Costituita così ]a rappre sentanza al Congresso, era più che naturale che es.so, in luogo di concludere in una manifestazione di con– co rdia e di unione della classe lavoratrice italiana sul ter– reno economico, per ottenere un reale e tangibile miglio– ramento, si mutasse in una vera adunanza politica, dove l'avvocato F:urchi, della Confederazione Repubblicana ro- (1) Giuseppe Petroni, che fu lungamente prig)oniero-'nelle car– <CerJpontificie, era il Gran Maestro della Masaoneria italiana.

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