Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947

CRITÌCASOCIALE 123 ne 'pura,mente politica, d.eÌla realtà; frerchè, se è vero che la p11litica è la scienza, del possibile, vincolata, come ta e, ad una tecnica, è altrettanto vero che essa soccomb,e alle sue stess,e leggi, &eterrmi.nabedalla ferrea necess_ità del presenr te. Pier il politico il futuro si configura come una serie o sistema di possil>ilità, non come certezza; ma il Socialismo non ha dinanzi a sè il futuro, pe,rchè è esso stesso· il futuro; ma è atJ,Che rii J)1'-eS1ente • il passato, perchè implici_to ab ae– terno nel cuore d,e,ll'uomo come aspirazione e come dover essere. ANTONIO BORIO Socialismo_ e borg~esia Nelle dissertazioni accademithe e propagandistiche de'.– la politica è invalso l'uso, da Marx in poi, di schemafz– zare la composizione della società, immag nandola suddi– visa in aristocrazia, in ceti medi di carattere prevalente– mente borghese, e proletariato di carattere antiborghese, onde la presa di posizione dei ceti proletari contro la I bor– ghesia in genere, nel senso che· i proletari rivendicano a· se stessi la .direzione del potere, detenuto dalla borghe5:a nel– l'era che prende inizio dalla riv-o'luzione francese. Risulta · evidente oggi l'anacronismo storico della sussistenza di una direzione po'.itica esclusivamente borghese, che, dopo un primo periodo di sv;luppo benefico per l'umanità, ha esaurito il suo ciclo vitale, perchè,. degenerando, è venuta a mancare alla sua missione di guida della civiltà verso il vero progresso dell'uomo, dimostra.ndo invece di condurre l'umanità alla completa rovina, a causa della- forza mali– gna di esaltazione degli interessi egoistici, che ne ha per– vertito gli interessi umanistici. Sorge quindi il concetto di opporre alla direzione. borghese del!.! cosà pubblica la con– quista del potere da parte dd proletariato, che, essendo stato sinora assente dal godimento dei benefici concessi a.i privilegi}lti della società borghese, non è rimasto conta– minato da1 ,veleno dell'egoismo, insito nei privilegi stessi, e resta ·perciò depositario di una certa moralità sociale, fondata sulla solidarietà ed eguaglianza degli umili. Si pen– sa allora che la moralità sociale possa dar lud'go anche al– la moralità politica, ne). caso che la sola classe proletaria salga al potere, poichè il moto sociale dei cittadini va ad esprimersi nello. Stato. Bisogna però' guardarsi dagli equivoci cui si può andare incontro nella facile via degli schemi astratti. Anzitutto ,non è affatto ·vero che il ceto medio sia total– mente, per natura e per 'educazione, così legato alla men– talità 'borghese egocentrica, da non poter essere compene– trato degli ideali di solidarietà umana. Invece può avve– rarsi il cçntrario per due ragioni: 1) perchè, nei componenti del ceto medio, che non ap– partengono alla classe privi1egiata dei detentori di ricchez– za, se i mezzi di sussistenza, che essi traggono esdusivamen– te ·dal loro lavoro, sono insufficienti, è più acuito il senso di ribellione alla ingiustizia sociale, che li priva del loro diritto non solo ai beni materiali, ma anche ai beni spiri– tuali, di cui essi sentono particolarmente l'insopprimibile. esigenza, che l'assillo del bisogno impedisce di soddisfare: essi quindi sono privati doppiamente del pane quotidiano, di quello materiale e di quello spirituale; 2) perchè, trovandosi nello stato intermedio tra i di- . seredati e i possessori, di cui spesso conoscono a fon?o le condizioni per aver avuto occasione di frequentarne gh_am– bienti· sono nella situdzione migliore per valutare ob1eth– vame~te, liberi da prevenzioni, i diritti degli uni e degli altri; quindi la loro esig<,nza di giustizia _non si, appella solo al sentimento, ·è più ponderata e coscte'.ltc, maturata da profonda riflessione ed esperienza di uomini e cose; la ,oro reazione è meno legata all'istinto di quella Jelle c'assi più pov~re, che prevalentemente sono spinte alla ribellione piuttosto da un senso di intolleranza che- da un ponderato senso dei diritti e doveri. Lo stesso Marx nel Manifesto constata che < come un ·tempo una parte della nobiltà passò dal lato_ del_la b?rghe– sia, così ora (1847) una parte della borghes_1a_ s1 um~ce al proletariato, e segnatamente una parte degh 1d~olog1 bor– ghesi, che son giunti ad int~nder~ teor!camen~e 11 _tutto de! movimento storico». Poi shgmat12;za Jl reazionarismo dei ceti medi, in quanto composti di piccoli possidenti, negozian- ti, industriali, ecc. . · . . . Ciò valeva cento anni fa l oggi SI osserva ob1ett1vamen~e da alcuni che una parte dei ceti medi va diventando ptù oo~ciente 'delie re:;pon_sabilità politiche, e che non si può llvU prescindere dai ceti mcdi per assicurare l'avvento integrale della società socialista. Sono le forze d,rettive di questi ceti medi proletarizzati, pruv<·nienti dal lavoro, che, unite a quelle di una èlit.e ope– raia. ine:uadreranno le stesse masse, di cui interpretano gli idea.i sociali, guidandole, assistendole e pr(servandole dagli ec~essi demagogici in cui ·facilmente cadono tutti i mc,,nienti rivoluzionari Se il socia:ismo in Inghilterra è incamminato. sul!a via del successo, lo deve largam~nte a;Ja partecipazione dei ce– ti mcd,. Soltanto questi possono risolvere la lotta di clas– se, non nel senso bestiale di una classe scagliata contro un'altra per sopprimerla, ma nel senso di lotta contro la se– parazione delle classi, contro, secondo Marx, <i: le condi– zioni di esistenza. del.'antagonismo di classe, f.no ad abolire le classi in generale e lo stesso dominio d i c a sse». Biso– gna rendere, cioè, tutte le classi, campartecipi, nei giusti limiti, degli stessi diritti e degli stessi dover,, non solo nominalmente come nella società borghese, ma anche di fatto. E' naturale quindi che sia la classe lavoratrice a prendere l'iniziativa per affermare i diritti del lavoro e annullare i privilegi del censo; ma per classe lavoratrice deve intendersi l'unione fraterna di tutti i lavoratori del braccio e della mente, che auspicano il trionfo della per– sonalità umana p;ena e indipendente, che solo dal soddi– sfacimento delle esigenze sociali può trarre le condizioni necessarie al suo sviluppo e alla sua d:gnità. Non bisogna confondere borghesia con borghesismo, os– sia la classe con uno dei suoi attr;buti det,riori. Borghe– sismo oggi è s:nonimo di egoismo, ossia concezione di vita volta non al vero progresso deJ'umanità, ma a un illuso– rio progresso materialist co, dato dall'accentramento di ric– chezza come conseguenza del sempre crescente sviluppo della tecnica. In· questo senso borghesi possono dirsi anche alcuni contadini, che, traviati da malcostume politico, sor– passano alcuni proprietari nella speculaz· one de:ittuosa sui p,odotti agricoli essenziali, dimostrando scarsissimo spi– rito di solidarie!;,. sociale. Il borghesismo, sinonimo di egoismo, è il prodotto spon– taneo della struttura della società borghese, fondata· sui privilegi acquisiti con ·1a proprietà, e non potrà essere sra– dicato finchè non sarà conquistata la prima di tutte le liber– tà, la libertà dal bisogno, finora normalmente concessa solo a chi ha la proprietà dei mezzi di produzione. La libertà di tutti dal bisogno può essere conquistata solo con la so– cializzazione dei mezzi di produzione e con l'equa riparti– zione delle materie pr~me in campo internazionale. Fino al raggiungimento di tale mèta sarà inevitabile il perdurare della lotta di classe. Essa equivale, riell'interno della società. alla guerra degli Stati nella convivenza dei popoli. Come n'on può sopprimersi la guerra tra gli Stati, finchè non si aboliscano.i- confini tra di essi, così non potrà soppFimersi là lotta di- classe, l'antagonismo tra borghesia e proletariato, finchè non si aboliscano i confini tra le clas– si dòvuti alla disparità di diritti tra di esse. Come solo l'~guaglianza dei diritti tra i _popoli porterà agli Stati Uni– ti del mondo, così solo l'eguaglianza dei diritti tra le classi porterà agli <i: Stati uniti della società». La mèta elle! socialismo è quindi in definitiva ,la rea– lizzazione della pace sociale nella unione delle classi, e del– la pace tra i popoli nella unione deg:i Stati. Sarebbe vano illudersi di poter conquistare l'una senza l'altra; la prima è necessaria premessa della seconda. In conclusione è necessaria la lotta di classe non per conquistare i.l potere ad e~clusivo beneficio di una sola classe o di un solo Stato, bensì per conquistare la pace tra tutte le classi e tutti i popoli unificati. Solo in questo fine supremo potranno confluire i precetti di Marx e di Cristo. GIOVANNI· GoRINI Dell'ottimo « Dizionario di cultura politica.», redia.ttQ da.I Prof. Antonio Basso con la colla.bo– ra.zione di va.lenti studiosi, e da noi recensito nel fascicolo 4 dell'anno corrente, abbia.mo i n -depo- . sito un certo numero di esemplari. Ili volume di 681 pagine, .ben'rilegato, costa L. 500. Ai nostri a.bbo~1a noi lo cediamo al prezzo ridotto di L. 459, e' al pre~ di L. 400 1 a clii 'ce ne ncbieda almeno lf copie.

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