Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

~-------___..:._ _ ___..:.__=CRI=TICA SOCIALE. ~ere_ iq._poch~ pagine un libro •~?me questo del. Ba,u!ll,– garten, noi abbiamo soltanto sottolmeato qualche idea fra le _mc:ilted_i 'cui l'opera è ricolma. Certo la parte teor,ca la– scia m JJO~ non poche perpless;tà, dubbi e ,riserve, come del ~to ~vv1ene sempre .alla lettura di un'opera e.ostruttiva d1 cosi _vasta portata, la qua,le investe i somrrii ;iroblemi 1ello spinto uma)lO. Ma come studiosi del marxismo n01 noo poss:amo esimerci dal rilevare alcuni pregi sir>f(01ari del lavoro del Baumgarten nei confronti appunto dell'in· te!Pretazion~ e dell'~pplicazio~e de! pensiero del Marx, \a– sçia.ndo a1 f1losof1 d1 professione la discu~sione sull' evo/u– .t'Wnism,OI troscemùe<t,taJe . Abbiamo 1>iùvolte i~ altri scritti rilevato che' per ·vivi.a fica:e e contrnuare l'opera del Marx occorre applicar,a alla stona -e anche per nostra parte ci siamo affaticati• e ci af– fatichiamo in q1:1estitef!tativi. ,Ora il Baumgarten 'ha deci– samente, con coraggio, mtrodotto il pensiero del Marx nel– la stona de'l!a filosofia, non nella solita forma cronachi– stica cui l'idea'.ismo italiano ci ha ormai· assuefatti, ma le--· garidolo inclissolubilnreinte alla soluzione dei principal( pro– blemi filosofici del mondo presente .. Il marxismo .:.._ ripe\iamo - è, per il Baumgarten, i! pro– gresso maggiore conseguito dallo spirito moderno di tronte all'antichità nel campo fiJosofico. I sedicenti maix1sti usi a gargarizzarsi con rumor tronfio di vuote parole riso~anti nel'.e piazze e nei circoli politici hanno spesso ripetuto fra– si del ge_nere. All'oppos_to nel ~os;ro àutore ,mesta ron è. affermazione campata m ana- ma meditata conclusione profonda, la quale poggia 'su ~n'analisi scorrente nell'inti– mità del pensiero occidentale e svolgentesi in circa seicento densis_s·me P!'Lgine. Ora qualunqµe sia il giudiiio che gli attenti letton vorranno dare sulle singole conclusioni. cui l'autore è pe_rvenuto, resta· fondamentale la nuova e ragio– nata valutaz1on~ del marxismo nella storia .del pensiero umano. A noi, 1:he da anni ci sforziamo di diffondere una ;nter– pretazion-~, la qua'.è considera il marxismo come una dot– t_rina <Jf,/Mlla alle più - recenti esperienze storiche e socia– h, il punto di vista del Baumgarten è singolarmente car,o, m quanto conforta la nostra tesi. Ed invero il suo tenta- ' rivo t~asferisc~ s_ul piano _del ~arxismo alcune delle più recenti espress1om del pensiero ft!osofico « Un movimento che disdegni di lasciarsi foggiare dal socialismo sci~tifico - egli scrive· - non potrà attualmente assumere la guida dell'umanità sulla via del progresso ...». Noi sottoscrivia– mo questa sentenza, ma non solo questa. « La precisa co– noscenza del socialismo scimtifico - aggiunge ancora il Baumgarten - non basta per trovare nel viluppo delle, con-. diz;on( sociali le misure con cui aiutare l'umanità 'le! bi– sogno». Ed egli va appunto· alla ricerca di una fede filo– sofi_ca.Qui certo si potrebbe osservare che nelle opere gio– vamh del Marx, recentemente pubblicate, si trovano ele– m.enti fecon_di di ulteriore elabo.razione e che non semp're I mterpretaz1one del nostro autore segu·e la linea diritta di que_l-primo· filo ideale. Ma, ciò nondimeno, t.gli riesce a rettificare mo.!_te interpretazioni volgari dei marxismo per altra via. Cos'Ì la versione fatalistica e deterministica del Marx vi,ene senz'altro scartata: il mondo, per il Baum– garten, non' è retto da una legge di stretta e ferrea neces– sità, almeIJO la volontà umana è libera La volontà non viene costretta da motivi, ma sollecitata, spinta inc.ina- ta, Essa- gode di una certa limitata libertà. ' Nè meno importante è l'atteggiamento dell'autore· di fr.on– te _al. fatto _religioso. Questo riposa, per lui, su profonde e mtime ·esigenze dell'anima umana. Se egìi ammette, da una parte, che! la ,forma positiva d-e!'lareligione e.on le- sue organi•z";azioni ecclesiastiche costituisca, come pensino mol– ti marxisti, una pericolosa rivale del progresso, ritiene dal– l'altra, insopprim~bile il bisogno <lei trascendçnte (al~eno . per quell'umanità che noi oggi vediamo) ed' auspica una metafiska che armonizzi questo •bisogno con la concezione del mondo socialista. Ma, a nostro avv,iso, uria religione - puramente razionale può essere solo di pochi e non soddi- , sferebbe le esigenze mistiche, che sono tanta - e vitalissima · parte - della visione del trascendente. Noi pens,amo che le organizzazioni politichi; ecclesiastiche, che ora costitui– scono, con la, loro anti-quata struttura,- il principale astaco· lo alla concilazi,one perfetta degli id·eali socialisti, con la fede religiosa, verranno piegando col tempo la loro orga– nizzazione terrena alle più moderne esigenze e liberandosi da preconcetti, e pregiudizi, man mano che il s-ocialismo penetrerà intimamente la struttura elementare della so– cietà. Quella parte ,organizzativa . ed amministrativa, che ha tanta influenza sul'la stessa formazione della mentalità civile del clero, ha mostrato, ne)!a sua ·esistenza plurise– colare, .una duttilità meravigliosa, sicchè è prevedibile che, dopo aver combattuto il socialismo, vi si adatterà molto ibliotecaGino Bianco b~ne, ~e q~~st~/ riusc~~~ _vittorioso; A.nzi i~ una società sC!' c1aiishca I 1q_ea e r~'hgioso 1 trov~ un ambiénte piìt! f. ò– revole per !I-berars1 da quelle toprastrùtture Ji inteifss1 e di materiali ispiraz.ioni, che ne oflfuscano spesso la cri- s/allina puFezza. . Concord,iamo ànchè con l'aùtore q~ando si tratta di ripro– vare la soHovalutazione della forza del e id.ologie n~l corso _storico,.il qua! difettò si incontra di nuov,o negli intèFpÌ-etf superficiali del Marx. Anche in tal caso la visuale erronea può condurre ad esiziali passi polit:ci. . Sarebbe .troppo lungo enumerare .i pregi dell'opera del Baumgart·:n e discuterne le tesi da cui dissentiamo, -ma, in q~esta breve recensione, abbiam'.l volu 1 o· sopi-_atutto lumef\ giare la portata del lavoro nel suo complesso, degno indub- biamente de:Ia -più alta consideraz:one. · . . LUIGI DAL PA:NE / FATTI E COMMENTI della stampa italiana . ed estera • L'INDIPENDENZA DEfL'INDIA, La decisione britllD]l.ica di ritir arsi cQ!:llpletru,:;ente dall'India entro i-I giugno 1948, lasciando cotnpletamen.te - agli Indiani I; responsa~ilità di governo del nuovo paese, ann'Uncia l'attuarsi di un evento già preannunciato e . di storica importa:6za. Solo che ciò potrebbe provocare anche ·un frazionamento dell'India~· fraziona:nento che, de1 resto, quali che possano esserne le consèguenze politiche ed econOl!Diche, S\\rebbe la logica ~on– seguenza di una •situazioµe che finora è stata .artificios~ente mantenuta dagli inglesi m11 che ha in 'sè,, nelle diffèren~e so– ciali, ·eçonoo:niche, religi.ose (che in india hanno un'inìlportan– za eL:onomico-soc:jale) i germi e· p:ù che i ge1i:11i di Ulld. di– visione. A que~to proposiito, ·s~rive il Cincinnati Errqujre,r del 24 febbraio ~L'impegno_ assunto da Attlee non prcpiette l'uc nità dell'India, secondo quanto era stata progett11to 'in origine. Esso lascia, invece, aperta la vi·a alla formazione di tre Stati ~ndinni, un'India prevalentemente indù, uno Stato separai~ che abbra-cci le grandi zone abitate da popolazioni, mussulmane e un agglomerato_ assai vasto di Stati indigeni retti da· prin– cipi. Questa sarà l'India indipendente nel giugno dell'anno prossimo, se nel frattEl!llpo .ie varie fazioni non riusciranno a raggiungere un .accordo per costituire. un'unica confedera~ zione, indiana ... Attlee ed i suoi •colleghi... hallno ·compiuto molti .sforzi per ottenere che ìe fàzioni illdiane s:i ·riuniscano per stilare un'unica co.stituzioneJ Ta.le .accordo si è 'd~:nostrato lmpohibile. · Spetta logicamente quindi agli Indiani stessi tro– vare- una base di uni·one fra ,loro». Fin qui il giornale· ame– ricano. Ma sarà bene non perder .d'occhio gli sviluppi dell~ situazione in India, teneµd 0 p~esente che gli inter~ssi e q'uindi le influenze .delle .,grandi potenze, Inghilterra e Russià ·s0- prattutto ma non sole, non sono estranei al prOble~a d~ll'u,.1 nHà o del frazionamento dell'India. · 1 LA CRISI DEL, CARBONE IN INGHILTERRA. La ,crisi del carbo~e e, conseguellte,;nente, delÌ'elettricità in Ingh~l 1 terra è stata variamente ed anche Contradittoriamen'te cror:1'1'.lentata dalla stampa itaHana e\J. esterà. Naturalmente le interpretazioni sono da mettere in relazione con il carattere dichiarato o no, dei di'versi giornali, dat~ che la crisi è u~ ottic:no arg001ento per combattere ii, governo laburista. Un.a buona •i.1:1-terpretazionedei fatti è data in una corrispondenza di Alf Eva.ns, pubblicata da, Libera Stampa del 18 febbraio. L'Evans osserva che « ei sòno dn'.e punti, da discutere, che non implicano u~a res.pons'abilità immed·iata del go'verno, ma sono da collegarsi alla situazione generale. Essi •sono: Primo: enne è possibile'" lhe la produ~ione del paese più ricco del mo1,1do sia- diminuità in modo t11le da 'pregiudicare il suo rifornimento? \ · Secondo: il governo laburjsta non ha provveduto ~d un aumento depa produzio~e del ',carbone e non aumentò le ri– serve pe1· l'inverno, mentre pen:nise che queste dim:nuisse,·o? Una risposta completa alla prima questione potrebbe es– sere data da un esame approiondito della storie, dell'indÙstria mineraria inglese Una storia che · secondo le regole del ca– pital,ismo, 1 ·s.L sviiuppa proporz·ion'almente · con la qÙantità e Ja ,sicurezza dei profitti e che de,cade nella stessa proporzione· - della diminuzione dei profitti·. L'industrl11 del carbone in In– ghilterra si è molto sviluppata .;i, un momento in .cui essa era senza concorrenza. La produzione diminul per il fatto, che da parte degli industriai! inglesi non si ritenne necessa– rio, per v.a,rie ragioni,, aumentare la capacità produttiva delle miniere, mediante la pieccanizzazione e la modernizzazione del suo- apparato ,in modo da portar-la àl livello della con- '

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