Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

86 cru1:ic• SOCIALE , ··Una ~storia della f ilosotia- occi~entale Il ;!' quaderno di Fatti e T.eorie (Milano, -Giu.ffrè, 1946) reca la traduzione dell'ultimò capitolo di un'o.paa recerite d,j,Arthur Baumgarten_ L'importanza di quest'opera è tale ·che vogliamo presentarla ai lettori cli ,Critica Socia/'.e .. Mentre in Italia l'influenza del neoidealismo è riuscita a fare radiare l'opera del Marx dalla sfera d~l pensiero e della filosofia, e non pochi fra i, giovani socialisti ·e 'co– munisti mostra.no di acçettare, consapevolmente o ·ìncor.· sapevolmente, questa, sentenza, il Marx piglia a1trove la sua rivincita, entrando proprio trionfalmente i:el campo degli inter~ssi filosofici. D,e Geschichte d,er .al>endléindi– sche,11Philosophie (r) s'intitola il poderoso volume che Atthur Baumgarten ha dediçato alla storia del progresso dell'umanità e che fa! ·del socialismo e del marxismo uno dei piloni fondamentali di questa storia. Il Baumgarten volge lo sguardo ai sistemi Wosofici in quanto -contengono una concetione del mondo, una scien– za degli u(timi pe11ehè, una te·oria del senso e dello scopo del1'esisten~a. Partendo dalla considerazione dell'antinomia di unità. e di piuralità, che vedremo ripigliata in molti, lùo– ghl del voluine, egli ne rintraccia la n levazione nel pen– siero· greco, 'il qua,e ha tentato, mediante 'la· dialett ca, di aHontanare l'enigmafica contrad'dizione. Ma pur nei suoi mirabili sviluppi, di cui si vedono le. grandi linee tracciate ne:la prima parte ciel .libro, la filo-· sofia antica· si arresta di_fronte al woblema metafisico del– l'origine del mondo, in quanto essa lo fa denv:ire da un principio che considera come perfetto, divinQ, Ma chi po– ne il· perfetto all'inizio del mondo non riesée, a _spiegare come il nostro mondo limitato è imperfetto sià potuto .usc:– re fuori dal divino e dal perfetto. Anche l'etica e la filo– sofia sociale dei greci recano i segni di insanab,li -ontrad- dizìoni. · · · Il cristianesimo porta nella gr~nde corrente (l·èl pensie– ro filosofico · un' moti~o, che completa l'oggettivismo dei greci. Questi. avevano principalmente volto lo sgua1do al. mondo esterno e in ciò ·avevano peccato ùi uni!at~ralità. La teologia cristiana· del Medioevo 'diede risalto. ai pr0- blemi del mcmdo interiore dell'uomo, fondendoli con le grandi scoperte· della filosofia greca. '}I processo di soggettivazi,one cui questa ultima· .vien,sot-· toposta, si :manifesta già ne:la teoria <;!ella conoscenza, dove Agostino precorre e preannuhzia Cartesio, ]): lo stes– so può dirsi per la mètafisica ·e per l'etica nelk: quali è chiaro lo spostamento, effettuatosi attraverso ;1 Cr,~tia, nes1mo. · · A proposito della ·dottrina mori(le del Cristianesimo il Baumgar.ten · osserva che· la dottrina de!la salvezza r,a'!)pre-– senta una poderosa novità di fronte al freddo teorema stoico:· quando si tratti di svegliare un forte sentimento di soli– darietà in chi è degno del nome d'i u_omo_Ma questa sal– vezza significa pur· sempre, nei suoi -effetci. pratici, un atto. di salvezza in comune, dunque 1ma soEdarietà passiva; mentr~ all'anima moderna· piaçè il sentimento di unà soh· darietà attiva nell'azione del salvare, « Per offtire tutt0 quant o è possi bile al progresso universal.e gli uomini de– vono forma.re una comunità ecumenica di lavoro, i]. ,mi fine ultimo giace in un trascendente accessibile soltanto al presentimento». Per, questo ·il .pensiero occidentale ven– ne distaccandosi dal!a fede in un Dio orµ:tipotonte e .beni- , gno, dalfa credenza nella caduta peccaminosa che perverte il mondo e nella redenzione di 'Cristo·, per sostituirvi um.. visione S1;b sp,ecve fuJuri. . Nella affermazione. della solidarietil. umana il Cnsha– nesimo coincide con lo spirito moderno, ma; mentre que– st'ultimo, terreno, realistico, tendente al bepessere pout la salvezza ne_lle maçi deU'uomo, nélla sua solidarietà at– tiva, il primo Stima il piano cosciente dello spirito moder no come .un atto presuntuoso della crèa,tura ·. 'Le tendenze deUo •spirito moderno si dispiegano appieno soltanto nel socialism9, il qua!e appare così ali' A..itore co– me una Concezione ,etica, nella qual~ convergono tutte le tendenze progressive e gli apporti. più prezrosi del pensiero filosofico. • · . ' • Il sc;,cialismo a sua volta trova la sua ·espressione, filo-, sofieamente più. ·elevatà, ·nell'opera di Carlo Marx .. che èostituisce, per ·i] Baumgarten, « il pwgresso maggiore conseguito dallo Spirito moderno' di fronte all'antichità nel campo filosofico». Dallo studio della ·storia della filosofia, studio che cul– mina, come abbiam visto, in una rivalutazione qe,l'opera Gl) Genève, J,mprlmerle Sf, Gervais s, A . .t?45. 'BibliotecaGinoBiancò del Mari, il nostro autore è venuto man mano traendo elementi per la costruzione di una nuova metafisÌéa, :a' qua– le risponda alle esigeoze dello spirito moderno è ne· o'oddi– sfi gli intimi a.neht1. ~ La nuova metafisica deve essere concepita sub specie fwtitri, nel senso di ricercare nel presente una solida base per svelare l'enigma del futuro mediante J'.tspcrienza fi- nora acquisita: • · · 'Sarà utile alla nuova filosofia ritornare al co_qito car– tesi:,no: non esiste canoscem:a ,sia logica sia m.,itematica che si possa .per certe'zza paragonare a quella dell'l o sono. Ma l'io soi/'IKJ, per quanto iqoppugnabile, è, ne.la -sua· tr:ade e trinità ili soggetto, atto conosc1tivo ed oggetto, contrad- . <littorio e ·perciò· enigmatico.- Questa antinomia non può essere risolta se rion attraverso l'annullamento dell'indivi- · duazione, sorgente vera di ogni antinomia_ · « L'individuazione significa che io sono un ego 1nd;vi– duale accanto a molti altri, e significa nel contempo che lo e gli altri indiv,dui, gli a:tri lo, siamo uno. La coesi– stmza· di unità e di pluralità si svela anzitutto nel fatto che, nell'Io, soggetbo, atto conoscitivo ed oggetto, sono un pi11, eppure un u1.w; e inoltre .si manifesta nef mante– nersi dell unità dell'l o ne;Ia pluralità, delle pe r_sone, delle quali ognuna ,a ragione può dii,$i un Io., Con l' ult.ma anti– nomia sta in stretto rapporto il fatto che io posso propria– me.nt~ ,conoscere solo me• ste~so, eppure, ciò f,,acen<lo,co– nosc ·ere anche l'esistenza ·degh altn, Io spno appunto aon solo un Io ind;viduale, ma anche un Io universa,e. Quando l'Io è individ'Uato un elemento unitario resta conservato nella pluralità: questo elemento unitarie è, nella/sfcr,a del- la soggettività, l'Io un;versaie, · Da,r lo persistente .universale si sprigiona l'Io indivi– duale come una parte che' io recito occasì:malmente. Non si può essere Io individuale senza essere al contt.mpo Io universale, ·e non si può essere Io universak senza , ritro.1 · varsi in tutto il tempo futuro, di nuovo, e sempre di n.uo vo, come Io individuale. Ciascuno cli noi sente come ,proprio il cammino dell'uma– nità, quando si pensa all_a vita che· continua fìno a un fu– , turo imperscrutabile, Quale sarà la mia parte? Non ~o. Se lo sapessi tutto ·sarebbe chiaro, ma a.lora non ·c1 sarebbe • · , più indivirluaz~one, qu~ll'iafiividuazione die' è proprio i-I mo-• tivo dell'enigma del mondo. · · · Pluralità di personalità coscienti del proprio Io, eppure 'un Io universale, che partecipa alla plura:ità degli indi-' vidui:. ·questo il datcl metafisico fondamentale, enigma– tico per l'intelletto, penoso· per- il senso. .Fra le due vie che· sono aperte per risolvere il wrimento– so enigma, la via del ritorno a'.l'Unb - al Padre - e la strada che<segue la scissione fino al suo superamento, il Baumgarten :-sces-lie· risolutamente la seconda, L'imperfe-, zjonè del mondo Ìn 'cui viviamo - egli dice - è un dato che non abbiamo da spiegare, ma da accettare, dal quale dobbiamo partire alla c~m_quista d~l mi(ioramento, pel · p,ròcesso stonc0. Sulla via che seguiamo c1 lasoiamo gui– dare da un se.nso che porta in sè il presentimento de\ fine. « L'esistenza di molti. esseri è solamente comprensibile se si. ammette che essi abbiamo 1 un compito comu ne da assol– ~ere. Per quzst,o· i singoli devono éonoscersi.eo• !nfluenzarsi rec·;procamentc. ,I rapporti necessari son o resi possibili da: mondo, esterno, che esiste a sè, e .a tali legami tra :i soggetto e il mondo esterno appartien:e, la faco,tà d·d pri-. mo di èonoscere il secondo. Con l'esistend del mondo esteriore son poste le basi per il lavoro solidale deg).i uomini. « Gli uomini sono creati pér . la vita sociale, sono creati per formare una· conmnità ope– rativa' planetaria». Ma gli uomini non ebbero per molti · 'secoli coscienza piena di questo loro essere. Oggi le, con· dizioni sociali obbiettive son tali da permettere ,a compren– sion·~ del senso solidaristico dell'esistenza. Ed è meritò del Marx aver lumeggiato le ragioni storiche dei &ue at&g– giamenti spirituali diiversi_ « Di ima scompansa :!ell'egoismo dalla vita statica dell'umanità non è naturalmente il caso di ·,parlare. In questo nostro mondo dell'individuazione ra1~ . truismo puro 'sarebbe la eosa più assurda di tutte. Ha forse un senso che ognuno si preçiccupi so'.o del ,,rossimo, .se nessuno desidera qualcosa per sè? Il fine della società uma– na è quello della massima feli.cità _possibile per il mass·m0 numero possibile. Ciò che P,ÌÙ importa però non ·è la por– zione del provento totale 'assegnata ad ognuno, ma ]'in-· timo senso della partecipazione a1I'agire collettivo creatore. , ' La morale, per. avere un senso, deve essere eudemoni– stica. Ma non si fratta qui del vecchio èudemoni;;mt> di marca ,epicurea. Si tratta di una nuova concezi:me morale ispirata dal, socialismo. * * * . Sarèbpe impossibile e_ pi-esuptuoso pretender.e di , I ' I I

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