Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

CRITICA SOCIALE 51· -----~----------------------1---------------------=__: eia· ai miei versi; solo' al pensare :che questi miei versi. spro– . fonderanno nella tomba insieme .con tutto quanto l'antico mondo romantico ». Oggi, il poeta non scriverebbe più così. Avrebbe vis~o ancora nel suo paese essere precisamente i proletari quei che più si riscaldano /al calore dei. suoi versi. Anche da quelle parole, tuttavia, non è ancora lecito argomentare che egli fosse av~erso al proletariato. Il poeta temeva pei suoi versi; ma per quanto, come accennammo, non sia mai stato socialista nel senso mod~rno della parola, egli stesso conveniva che questo comunismo tanto avver-so ai suoi interessi, esercitava sull'animo suo un incanto, contro cui non si sape1'a difendere. Un terribile sillogismo lo teneva incatenalo. « Se non posso confutare la frase che tutti gli uomini hanno il diritto di mangiare, sono. anche costretto ad accettarne le conse– guenze... Venga dunque distrutto questo antico mondo, in cui l'innocenza perì e l'egoismo prosperò e l'uomo fu sfrul• talo dall'uomo. E sia benedetto il droghiere che, un dì, farà delle mie poesie tanti cartocci ». L'uomo 'ha preso il so– .Pravvento sul poeta. Pure persistendo nell'errore che il so– cialismo distruggerà l'arte, benedice al droghiere che, nel regno dell'umanità, farà cartocci col suo « Canzoniere ». I biografi di Heine vollero sentir qui l'influenza di Marx, che nel 1843 era andato a Parigi, dové si trovava appunto il poeta. I rapporti fra Marx 'e Heine meritano una tratta– zione speciale. Qui basti ricordare che fu proprio Marx a ispirare al poeta violenti voci d'.accusa contro 1~ borghe– sia e di simpatia per il pr'oletariato. Giusto in quei tempi, nel dicembre 1844, anche Lassalle andò a Parigi, come si è detto, ed ivi fece - ·grandioso destino per lui - la cono• scen,a personale oltrechè di Heine, anche di Marx e di Engels. Nel cnore del giovanetto socialista si ridestò l'antica am• mirazione per il poeta. Ne fu affasçinato, abbagliato. Egli si sentiva fortunato di. questo incontro con l'uomo, i cui versi, le cni ironie avevano prodotto ,su di lui le più pro– fonde impressioni. Non cessava dal parlargli, dal farlo parlare; e poichè Heine si trovava in tristi condizioni per• sonali, anche perchè aveva sino ad allora tentato 'invano di ottenere il permesso di rimpatrio, Lassalle, che a 19 anni· go– deva già in Germania l'amicizia e l'ammirazione di . alti personaggi della politica, della scienza e dell'arte, cercò subitò di facilitare a Heine il suo ritorno in Germania. Per oUenere il permesso, senza il quale· non poteva rimpatriare, Lassalle scrisse nientemeno che a Humboldt, che fu sempre un ammiratore di quel giovanetto, scrisse all'autorevole principe Pùckler-Muskan, a Meyerbeer, ad altri pezzi grossi. « Nessuno mai - gli scriveva Heine - ha fatto tanto per me. In nessuna persona ho,--mai trovato tanta passione e tanta chiarezza di mente nell'agire. In ,confronto con Lei io sono una modesta mosca»., E un'altra volta:·« Come sono lieto di non essermi ingannato sul Suo conto?. Ma di nessuno mi sono mai ·fidato tanto: io, che per esperienza, non per natura, sono tanto diffidente ». Come ad Enrico Heine, vi fu un'altra persona a .cui i1 gio– vane Lassalle offrì il suo aiuto e dedicò poi gran parte del– la sua vita: la conle~sa Hatzfeldt. Ma precisamente questa pura impresa cavalleresca di Lassalle doveva por fine al– l'amicizia tra lui ed il poeta. Come egli era sempre pronto ad aiutare chiunque si ,tro– vasse in condizioni p~liticamente o socialmente dolorose, Ferdinando Lassalle avrebbe voluto che tutti i suoi amici lo aiutassero nella difesa ch'egli assunse della contessa Hatz• feldt contro il conte Edmondo von Wildenburg, suo ma• rito. Una storia, codesta, non di amore, come qualcuno crede, ma di bontà, di coraggio, di pura amicizia, direi anche di ambizione. Commosso dalle abbiette persecuzioni del oonte Wilden• burg contro la Hatzfeldt e dalla triste sorte di quella don– na divorziata dal marito ed abbandonata dai propri parenti, LasS11lle, che aveva 40 anni meno della c.ontessa, non solo ne prese la difesa, ma mise a disposizione di quella donna il suo patrimonio e la sua attività, trascurò i suoi studi, i suoi lavori, destando viva ammira21ione nei magistrati e ·ne• gli avvocati per la sapienza che egli, giovanissimo e nuovo ancora alla carriera giudiziaria, mostrò in quel processo. E dopo otto anni di lotta Lassalle vinse la causa. Fu scritto di lui che, anr,he se non avesse pubblicato i suoi lavori politici e letterari, bastava lo scopo e la trattazione di qnel processo per coprirlo di gloria. Dedicatosi con tanto calore e disinteresse alla difesa di quella donna, Lassalle sperava di trovare generoso aiuto tra i suoi amici. Anche in Enrico Heine. Non aveva egli · fatto tutto il possibile per facilitargli. il rimpatrio? Ne ellisse a Heine. iot~ca _GinoBianco Avrebbe volut; che questi lo assistesse con la sua opera nella campagna giornalistica contro il conte Hatzfeldt. Hei– n~ non rispòse alla sua domanda. Lassalle restò mÒlto male• ma sperava ànoora. Poi, un comune amico gli fece saper; che Heine' si rifiutava di assisterlo... · E Lassalle gli scrisse: « Quando ieri ricevetti là lettera del dottor Mendelssohn, con la quale, tra molte frasi indistin– ta.mente riguardose e sufficientemente insensate, mi, comn.– mcava che· Ella non può e non vuole rendermi jl piccolo servizio da amico, di cui l'avevo pregato, o, mèglio, che io Le avevo chiesto, sono· stato per un minuto intontito ... ma, ne l'assicuro, soltanto un mi'!uto. E' pure una parola utile: "nihil admirari! ". Non meravigliarsi di nulla! Perché non dovrebb'essere anche Lei come tanti altri? ». E qui, per tre lunghe pagine, Ferdinando Lassalle parla a Enrico Heine con quella fierezza, con quella alterigia, con quella sincerità e con quella sfacciataggine che ali •erano proprie. « Debbo ricordarle la lettera, nella quale° mi scri– veva: " Mai finora una persona ha fatto per me quel che ha fatto Lei? ". Debbo abbassarmi a enumerarle tutto ciò che io ho fatto e sopportato e sacrificato per Lei? •.. Si ri• èorda quando Ella mi disse: " Ah! au'ando avrà fatto tante esperienze quante ne ho fatte io ... ? ''. Dio mi guardi dalle conseguenze delle Sue esperienze, amico mio ... Ma ripeto: io trovo tutto ciò perfettamente spiegabile. Ognuno ha l'in– contestato diritto di essere senzà ·carattere ... ». Amico mio!, la parola che, in altri ·tempi, Lassalle pronun– ciava con tanto fuoco di sincerità, ora è circondata da offese atroci. Altre volte già Enrico Heine si era sentito rinfacciare mancanza di carattere. Ma ora,. da quel giovanetto, alla cui luce egli si era tanto allietato! E l'amicizia tra quei due nomini così grandi era finita. Finita in modo così piccino. GusTAVO SACERDOTE ' "' FATTI .E CO·MMENTI della stampa italiana ed estera IL VIAGGIO DI DE GASPERI. C0ommentando i~ •recente viaggio di De Gasperi negli Stati Uniti, e gli aiuti promessj all'Italia, il quotidiano Washington Star del 22 gennaio, in un arlic'o1 0 dal titolo « Aiuti all'Italia•• scrive che il viaggio era stato determinato in origine soprat– tutto dalla disperata situazione economica delPitalia, Ma, con– tinua il giornale durante la permanenza del ministro itJlia– no, le sue preoc~upazioni si sono accresciute per le complica– zioni politiche provocate dall'improvvisa scissione del Parti– to socialista italiano, che ha prodotto il tracollo dell'equili– br:io politico del Governo di coalizione. In questa ~irc,ostan– za, - osser;a il WashinQ'ton Star, indicando implicitamente una ragione delle buone accoglienze fatte dalle autorità rune– ricane al Presidente del Consiglio italiano -, ,se De Gasperi, fosS·e tornato a mani vuote il suo faH.imento avrebbe vieppiù compromesso la crisi alla 4uale .egli si trova di fronte ora». Parlando pòi degli aiuti concessi all'Italia, il giornale scrive: « Le nostre concessioni di viveri e di crediti rappresentano probabilrnente il minlmo che il Ministero degli Esteri ba rite– nuto ne.cessarlo per ·far si che l'Italia possa sostenere l'im– minente· crisi della sua situazione interlla. Il carattere straor– dinario di- queste concessioni risulta tanto dalle condizioni a cui esse sono state fatte, quanto dal quadro. generale dei bi– sogni jm.medjati dell'Italia. Questo sfortunato paese, che in quest'ultima guerra è .st.ato uno dei principali campi di bat-' taglia, esce dal conflitto devastato in ogni suo aspetto. La ricostruzione è stata ritardata dalle incertezze nel determinare quello che dovrà essere nel dopoguerra il suo status: Un anno fa, il governo italiano chiese alla Banca per le esportazioni e le iml)ortazioni un cospicuo credito per effettuare vasti ac– quisti negli Stati Uniti, comprendenti generi ali!Ilentf.lri, com- bustibili, materie prime ed .impianti. • « Questa ed una successi Va r.ichiésta analoga vennero re– spinte dall~ I!anca, percbè questa aveva già impegnato la maggior' parte dei fondi a sua disposizione ed ancpe percbè la situazione finanziaria del Governo italiano si presentava cosi poco favorevole da non consentire alla Banca di assu.w mere un rischio cosi grave in base alle nonme che regolano il suo funzionamento, Frattanto la situazione dell'Italia si è ulteriormente aggravata, con l'esplosione di violenti incidenti '° dovuJi alla scarsità dei generi alim.entari, ciò che ha messo pienamente in luce la miseria e la frune clhe minaccia tutta la ,popolazione. 1 « La concessione presidenziale di cento milioni di dol•Jari è sta'ta fatta sotto foqna di' una concessione ,di credito alle

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