Critica Sociale – anno XXXVIII – n. 6 – 16 marzo 1946

i 100 CRITICA SOCIALE mare l'eco111omia. Ma una nuova economia vuol dire a sua volta un.a nuova società (9). _ Il socialismo - per lo Steiin - non vuole solo una nuo,va organizzazione dell'economia, non si· ·preoecupa solo di mi– gliorrure la SO•rte del proletariato,, ma è una scienza vera e . propria, e peroiò riconduce le sue proposizioni alle idee più · alte di Dio e dJ· coscienza univer,sale. Esso, appartiene perciò alla storia del1o sviluppo filosofico dell'umanità. Siamo _così ·sulla s-trada per trova·re il ·punto d'i111contro, l'elemento unifi~ catoire delle varie dottrine. Il socialismo appare allo Stein m primo luogo come il complesso delle idee· e delle opere dirette a ricercare e a reaUz1Jare \In sistema di organizzazione economica che co;-;t i– tuisce poi un'organizzaziòne della società. « Der Sociali-smus - egli scrive - ist daher der Inbe-griff der intellectuellen Uilld materiellen Arb'eiten, die ein System der Organisation der Industrie als Organ.i.sation der Gesellschaift suchen· uiid rea• lisiren wolle1n » (10). Con· tale definizione"lo Stcin intende abihracciare tutte .le manifestazioni in ..cui idee e principi di riorganizzazione, wciale vengono rioondotbi· -alla scaturigine o al fine di un pènsuero dominanite · e fondamentale. Così &0cialismo e oo· munismo · si precisano e si distinguono: il primo appare allo:~ ·stein positivo, il seoondo puramente negativo nei co111f ronti · del· mondo attuale; l'uno vuole costruire una nuova so,cietà, l'altro rovesciare soltanto il regi-me esistente; quello si pre– figge per compi-Lo di giustifièare ciò .che propone,· qu~to 1 di mettere in 1istato d'accusa il mondo attuale, quello con• fida, per attuarsi, ·111ella forza delle vecità che diffonde, que· sto nella forza delle masse, neJle rivoluzioni e nella vio-· lenza. Ma la conosce)lza filosofica non si aocontoota ancora d~ . queste precisazioni: essa· vuoler risalire ad· un punto di par– tenza più generale, nel quale '\'eng.ano a .oonc~Hrarsi tutti i fili -dei diversà sistemi. E lo Stein ritro•va questo elemento . comune nel perfezionamento della personalità umana. « Die · Ord111ungder Industrie _:_ egli scrive -:-- hat zum. letzten Zie} die Vollendung jeder einzelnen Personlichkei~ >). (11). Con lo Stein noi .àrrivia-mo alla vigil,ia dell'ingcesso nella storia del Manifes,to dei Conwnisti, cioè dello scritto che oper,erà la suntes-i delle ideofo.gie e dei movimenti anteriori, quello che Federico En·gels chiamò il p4saggio· dall'utopia alla scienza:. Ora proprio l'Engels racconta, neUa prefazione all'edizioni del Manifesto del 1890, che in~rno al 1_847 si · designavano oome socialisti- d:elle perso,ne che stavano al dii fuori del movimento operaio e cercavano aiuti presso le; classi colte. _ « Quando pubblicammo il Manif est.9- ~ ci avverte ap· punto l'En,gels -, non lo potemmo intitolrure Manifesto• socia– lista. Co111questo aggettiv.o nel 184 7 si qualificavano due' specie di ~111dividui.Da un lato i seguaci . dei vari 'sistemi ' .utopistici, specialmente in foghilterra gli owen:isti e in i F!ancia i fo.urieristi, '.gli •uni e gli aJtm ridotti a semplici, sette agonizzanti ~ po.co, a pooo. · D'altro canto, d molteplici · Dulcamara sociali, che oon le loro var.ie panacee e 00111 ognii sorta di rattoppi vol.eva,no guariire le mi.serie sociali senza : fare alcun male al capitale e al profitto. In ambo i casi, ~gen'l~ ch,e stava al di fuor! del movimento opera.io e che cercava sostegno fra. le classi colt:e. · , · cc Al contrario, quella· p~rte dei lavol'.atori che, _espbrta dell'~muf.ficienza di semplici -rivoluzioni poH~iche, chiedeva una tra·sformazio1ne radicaJe della società, quella· si chiama– va allora c01nu11ista... -Nel 1847 socialismo, significa;a un mo- vlmento borghese, comwnism-0· un movimento operaio. Jl s-ocialismo, almeno -sul oontinente, era un.a dottrina da sa– lotti,· il oomu1111ismo era . giusto il contrario. E po.i,~hè noi,' fin d'I\U.ora, eravamo ben decisi .nell?idea ·che l'emàncip{l– ziorve dei lavoratori dev({ essere. l'opera della classe lavoro– trioe,. 1 è chiaro che 1non ·potevamo rimanere fo dubbio .. un. istante sulla scelta fra i due nomi >). · .La contraddizione fra lo Stei111e l'Enge,ls è più apparente . che reale. Essa deriva da due stati sentimentali diver-si. L'E~gels non nega: il fin~ ultimo del so-cialismo anzii, l'ac• celta anche· ,per il comunismo. La diversità è 'soprattutto nei mezzi, po-tchè i .socialisti u(opistJ• credevano di ·mutare il mp~d~ con- la fona di un s,illogi'sm~ del loro genio, j ·– comum~ll co111fid:avano nella: forza delle- moltitudti'ni. -Marx ed Engds non rifiutarono nè discorio,bbero l'appo•rto dei ____ . I (9) L. DA1, PANe, Intorno alle. origi11i deL ma.te -riaLi,,,no- sto•riao i-n 11.· Giornale degli. Economislli-», 1939,1941. ' (ro.) L. STE'IN, Dei- Socialismus, ccc., p_ 130. . . , (n) L. Sl'EJN,. De!' S~ciaiismus, ecc., p. 131. Questo valga ,a:ncora ~a volta .a nba_dire 11 ca_ra,ttere f<;>ndamentale dell'ideale .sociali-. ~ttèo ~o~tro quc:lh che contmnano a -raglt,a,re, oeat1i e pettoruti, che, Bi_bliotecàalrn nfò ~iaricostio,ne ~el ventre,. ·grandi utop1st1 al loro pensiero·, ma scopersero nel prole– taria·t<> la forza rigeneralnice della società. La :piiseria non è un male che 'vuole u111 nimedio, rappresenta la forza leva– trice dell'emancipazione umana. Ecco perchè• la loro dottri- na si èhiama. comunismo critico. · Con l'andar del tempo, specie dopo la disfatta del.la Co– mune, il moto -proletanio piegò verso il termine s ·ocialismo e, forse, a questo camblam'ento no111 fu estrianoo il distacco ·sempre più ma111ifesto dalJ'arma cospiratoria., protestataria, insurrezionale. Ma, quando all'ala sinistra del socialismo parye- veder pro– filarsi all'or,izwnte il pericolo df comprom·essi e alleanze· ool mondo capitalistico, essa ritomò al primo vocabolo, con cui ,pensò di riallaeciacsi alla tradi2;ione marxista · (e noi aggiungiamo: anche bl,anquista). del 1848. Così,. a parte altre e molte ~ aggrovigliate complicazioni terininologiche, la storia dell'alternarsi dei. due vocaboli indi,ca l'avvieendar&i. di due tattiche diverse, di due at– teggiam,enti differenti, ma· entrambi giustificati dal mutare . del corso degli eventà e dal variare de1le condizioni da paese a paesè ( 12). · LUIGI DAL PANI!. (12) Natu_n~llllcnk il uostro studio 11011 implica alcun apprezza– mc nto pol1t1co -sul v<1lore •delle varie correnti compre5e sotto la desi~n:=izione generica, di socialismo e comunismo. Dice· com.e gli udlll1n1 ,Pensarono ohe le cose foss-t-ro, non cO?ue esse furono. · CIÒ CHE SI STAMPA Italia ignorata: documenti racoolt~ da DINO GENTILI- Roma, Firenze, Milano, Edizioni, U. Pp. 130., L. 50. « Agitare delle idee, rJdare agli Italiani, U111acosdenza d,j; popolo l ibero ed una· fed-e cap.ace di d eterm inare la ri– nascita del· pae.se; mostrare agli Itaiii.an.i1 i lo.ro ·errori e gli altrui; oonvin«t"Li delle loro ,poss.ibilità >). . . Così D_ino Gentili chiude la sua prefazione 'ad una hreve raccohoa di s-eritti che inl.i 1tola « Italia ignorata ;,) e 00111 cui– si propone di fodi-care agili .Italiani, ed aJ: giovani speci1al– mente, per quali vie, oo'n quall pensieri e quali azioni si ri.vendica quell'Italia ignorata da molti Italiani e d·a molti ,stiranieri, che rappresentò, nell'oscuro per.ilodo, deHa venten– nale dittatura, il baluardo ideale oltre cui non passò la nefanda e torbida baldanza- fascista. . Nel primo scritto·, di _Aldò iGarosci, « Pe.r una storia poli– W:ca d! 1 Carlo ~osselli e di G. L. », non si espone l'epica .v 11la. di_ Rossel11,. ~a un· abbozw -dei' problemi che egli e gli ahn _di G. L: ~1 posero per ~I riscatto d'el popolo dalla òp– piress10-ne politica ed eoonom1,ca e per la fonda~o•ne di isti'– tuzioni l~beral-socialiste, i~· unia repuJ)blica profondamente de'mocrallca. Il secondo è uno scritto di Federioo Ricci sul– ~•~ conom.ia. liber.al- socialista, elab~·rato dopo una serie di f~ttuose d ~scuss1o~i oon gli: altd compagni di G. L. Segue poi. u111artrcoilo dì Federico Montù sulla capitolazione del r~g1me, -che disèg111a 4 1 1 doJoce e lo scoiramenlo di UI\ po-polo vm~, deluso e tradito. . L'o~uscol'? jerminia con una breve cronistoiria dei fatti di Nap~l~ ~~e, r1ev~cando la fotta dl 1 quei giQ<rni,,indica quali P;Oss1b1ltta· racchiude in sè questo nostro I>Q-polo che sa ritrova~e ~e stesso anc~e 111elleore più dol~II'Ose della sto,riia. . Cons1~hiamo_ a tutt.1• la lettura dell'opu,.soolo perchè la nevocaz10-ne di· q~el glo-rioso oscuro, passato puo' co 1 'b · d . , . 111 n uu:e •av':ero, come d~ce Gentili, a ridàre al popolo iital.iano una coscie_n~a de_Ha li'bertà. e della giustizia e ad avviairlo verso q_uegh_· rd-eah eh~ soli· potranno determJnare }a .sua efféttiva rmasclla. · G. A. 11.gli Amici di ~ Criticà Sociale >>. -· - ' ' P1.:egh_ia.mo gli ,amici di· Critica So.ciale--di farci ? 0 ~_ascere; co~ la maggiore s~llecitudine possibile, i ns_ultat;t dei Congressi provi.nei.ali del Pa,i-tito precisandoci il non1e dei nostri Delegati al éon: _gres~o nazi6n.ale ed H nmpero di voti di cuj di- spongono. · ·01ret1ore: Ugo ·Guido Mondolfo Red11ttore respons.: Antonio Grep 1 . ~utorln,: Allled Public11t1ons 8.C . .,N 288•P_ 10·8-19"5. Archetlpogr11flo di Mll11noS'. A. - Vlole Umbr.111M .

RkJQdWJsaXNoZXIy