Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 3 - 31 gennaio 1946
46 · CRITICA SOCIALE Il riconoscimento giuridico dei Sindacati La cadula del rngime 101,a,lilario ha riportai<> il moviine_nto •operaio. i,taHano 111ella-situazione in cui s_i trova_va pruna dell'avvento al potere del fasci,smo. J.ntendunno dire rhe, a luberazion-e avvenuta, i lavoratori hanno ricostituito i lo-ro sinda,cati sotto .l'egida deM'antico diri'llo e dell'anlica pra· tica salvo l'adozio'Ile del criteri,o dell\mità e (iell'.indipen• clen~a dai par,tùi p,olitici. Niente cli male; biso,gna anzi ri• conoscere che; nelle condizioni in cui, essi sono venuti a tro• varsi non potevano fare cliversamenle, ma ciò non vuol dir.i 'che il ,sindacalismo iitaliano debba co1111inuaroa muo• versi entro i vecchi schemi, come se nulla• cli nuovo fosse accaduto. Il fatto stèsso del rifacimento• ab iniis cleJlo Stato . obbliga i _lavoratori a rhieclere la vecchfo ppliti.ra . e a deter– minare la po-sizione che i sindacati d,ovr anno ave re nell'isti– tuenda Re;,ubblica democratica. !{apporti attu<ili fra lo Sja,to " 'i sindaccni. Quali &o,nodumque, nel presente n10mento, i-rapporti tra lo Stato Q i sinclaca,ti? A tJnesta domanda· abbiamo già ri-. sp,ost•o i.ncidentalmenite nel fasci•Do.Jodel 15 ott-obre cli questa rivista tralla11do ciel diritto cli associazione: non -esistono ra,ppo:1i di sorta. Nel nostro paese lo Statùto còricecle ai cittadini il di•ri:uo cl~ associa.-si in sindacati proofessi-o-nali e nulla più. Non esistono leggi speciali che disciplinino in qualché modo il diriltto sindacale. Ne consegll'e che la libertà ,;indacale è ampli,ssima. È amplissima nel senso che tanto gli (!perai quanto gli imprenditori pos&0ll1O riunirsi·, darsi uno statuto, eleggere i loro dirigenti, collegar.si nazionalmente ed internaz.i,onalmente oon ·altre a,sso ciazioni,, s enza ir•endere oon– to a.Jle pubbliche autorità d-eil fo,ro, operato, se,nza che le auto· rità esercitirno una- vigilanza od un conl'rollo qualsiasi sulla loro associazione. Lo Stato, ignora puramente e semplJi:c-e– mente i· .sindacati pro-fessionali. Ora, questa libertà indisciplinata (chiamiamola co ì) può ave•·e avuto i suoi vantaggi Ù<n passato, ma ha anche avuto degli svantaggi; massimo fra tutti quel1o che i sindacaii non poterono nominare~ i propri rappresentanti nei corpi co.nsulliv; ed amministrativi dello lato. Quando fu istituito il Co•nsiglio Superiore d-el Lavoro (1903), le mutue e le ooope– ravirve r,oteron,o eleggere i Io.-o, delegati in quel consesso•, perchè erano asrociazioni giuridicamente 1·iconosciute, men– tre non era ooncessa la nomina diretta ai sindacati o-peraj,, pevchè non- riconosciuti. Pratùrcamente _lo, sco·glio fu girato c-0n la nomina indi,retta. Sicc-0me il govem,o, è scmpr-e in fa. coJtà d,i chiamare déi privali a far part·e d; ,commissio.;o; di· studio, le Fede.razioni operaie che avevano diritt-0 di e$sern rappnsentate nel Consiglio vellli<vano,invitate a presentare una H t... di nomi, tra i quali iii ministro sceglieva il rappre– .senlante. ~i'<l1e condizioni di allora questo sistema funzii-0- nava senza troppe difficoltà, perchè i ,oindacati -cattolici erano ancora delle associaz.ioni professionali sui genen's e i sin– dacati ooi;eliani erano contrari per principio ad o•gni specie d'i coila.boraz.ione con lo Stato, cosicchè il governo non si trov.ava nella co1;1dizione do d!ov~r scegliere tra) s,ind·acati1di d'Lverso colore politico; ma si capisce 'che i.J sistema adotta-t,o non p-oleva essere defini,biivo-. I sincfocati nella futura Costituzione. Il pro-b/.è~ia del siucla– coto 1111.ico. No,i uon sapl)iamo quale sarà la strullura che la-Costituente ,larà al nuòvo Stato. È presumibile che esso avrà una- Ca– nn,ra unica legislativa,_,integrata da un Senato o Consiglio· NazioÒnale consultivo,, compo,sto di rappresentanti delle arti, del]e professioni, dei· mestierÌ', oon funzioni tecrui:co-profes– sionali; neJ qual caso i sindacati e gli <><rdiniprofessionali ,i troveranno. i:nse·riti,nella macchina statale. Ma, comunque, è ce11toche. la nuova -costituzione non potrà fare .a meno di organi centrali e periferici, nei quali siederanno i delegati delle associazioni economi,che. I si-nclacati, in,somma, saranno 'di più in più chiamati ad esel'Citare delle funzioni di carat– tore pubbli-oo - com'è ne,lla logica del coJlettiv.i.smo --, d,001de-la necess ità di farne delh! persone gi,uridiche, di ar– marli del v-0.to come sono armati i singoli ciuadi<ni. IJ· suf– fragi,o si, ndaca.Je è un ~omp;lemento del suffragio uni,versal,e. BibliotecaGino Bianco La cosa è così o,vvia che non metterebbll oonto di insi,stervi; se n-0n regnasse ancora de1l'incertezza per ciò che .-iguarda la pluralità dei sindacati. L'interesse della class-e lavoratrice - è ri,sapuito - rerlama il ~ind.acato unwoo; d'altra parte la effettiva li<bertà sindacale· implica la libera scclÌa del sindacato. In regime d) Hbe.-tà• tutti i ci-ttadini hanno ugualmente diritto'..-ài oniziativa in materia di associazione. Non 1Sipuò chiedere a1Io Stato l'ema-– nazi-0111e di una legg~ pre&crivente •il sindacato unico, perchè · sarebbe come· chiedetigli di lasciar sussistere il solo sinda– rato. da es--o.o preferito, vietando tuvti gli altri. Nemmeno la·· legge fascista del 3 aprile 1926 è arrtlvata a que.~ punto-, e 1 ,mdacato unico in regime fa.scista fu .realizzato oon l'ar– bi-trio. Dunque, n~ente sindacato di Stato e niente smdacat-o obbHgatortlo. · E allora? Allora ... libertà. Il pPoblema 111-on è illlsoJubile. ·La libertà di scelta del sindacato non impedisce affatto che- 0,i interessati soelgano tutti il medesimo sindaca-to, e_se tutti ~l,i i111tere&Sati-si, mett<o-no d'a-ccord.o per creare un smdacato solo, ecco risolta ln questione nel pieno rispetto della li– bertà -e dehla logica,, Non pare? Tra i dato·ri di lavoro la quèstione de1I'unità. non 1Sipresenta nemmeno, per la sem– plicissima ragione che non si valgono della facoltà dti di– vidersi. Come abbiamo detto in p.-incipio, un pa&se in· questa dirè- . zione i lavoratori tiltaliani lo hamllO fatto volontaritamente,. dopo la liberazione, al,lorchè comunisti, socialisti e democri– stiani ,deliberarono• d·i•cr-eare una oola Camera Prnvinciale ed: una sola Conhderazrione Generale del Lavoro,, il ~he soHin– t~nde la oreazione d.i sindacati unici di categoria. Ciò segna senza dubbio 11111 progresso in confronto del tempo prefa– sci;sta, in cui esistevano in Italia ben quattro centraLi nazio– nali, per non parlare chè delle maggiori, e, quel che è peg •. gio,, tra loro nemiche irreconciliab).Ji. Si ha qrni·la prova che 1 lavo•·atori non intendono più rit{>rnare alle lotte fratri-cid,e– che hanno .loro faÌ~o perdere un temp,o pre"'zi.ioo-.Ma, natu: ralmen,te, il pro-cesso cl~ ricostruzione sindacale do<v·ràessere spinto -innanzi. L'unifrcazioa1e odierna è i<ldstùtato, p,iì1 che aLtrn, d·èlJ'aocordo intervenut,o fra- i tre partiti di massa, '>coordo ,che oggi c'è e che poirebbe t>01nesserci più domani, mentre è indispensabi1l-e ohe il sindacato diventi unirlario, se no~ un,i,oo, non per la pres~ione esterna dei partiti, dai qua)i vuol essere indipendente, ma pèr virtù propria, perchè tutti ha111nocompreso, a comilhciare dai partirti, che i.[ sindacato deve acco,gliere tutti gli appartenenti ad una stessa categoria d-i produttori e çhe roltanto dal suo interno devono uscire i suoi dùrigenti. . Del resto•,· una secola.-e -esperi~mza· sta a d'imostrarc che l'unità sindacale è -in funzione d,e,lla maturità e della forza i1111rinsecadei sindaca,ti. Do-ve si Mnno dei sindacati forbi e veramente capaci di tut-elare e mug.tiorare sotto ogni riguardo le condiziono dei ,soci, non c'è ideologia politica o lìlosòlìca che li possa disperdere; i so-ci potranno• anche 'louare m,Jla lo.-o repubblica professionale per ,darl-e un orientamento piut– to.~to che un aJtro, ma nessuno l~abband,òna. Certam,ente non b1isogna pretendete l 'impos.s.il ~ile. È per puro caso se in. ln– .ghilterra c'è il siinda cato unic o; in tuUli gli altri pae,si e,iste la plura!.tà sinda,cale, ma essa praucam_ente non nuoce alla politica operaia, perchè, generalmente parlando, il Binda(:ato effettivamente r.appreseTitativo della categoria è uno solo. Se la classe operaia non si divide •Ìn base a concezioni po-litich,,, meno anoora è portata a scmdersi per questioni meramente ec010omiche. La plura-li-tà sindacale auspicata da certi liheri– sti, cioè la conc,orreriza- economii,:a dei gruMri, non -,siste· jn prau·ca e non è concepibi,le. Poco importa d:Unque se, in- , torno ai sindacati che .-aggruppano la grande maggioranza degli appartenenti a un dato mestiere, vivono dei sindacati che rappresentano lllilicamente. una pa"rtloolare -ideologia (li-· berista, nazionalista, confessionale, eèe.). Si tratta per lo più di minuti organismi, che mancano dei requisiti necessari per Òttenere il .-iconoscimento e, ad ògni modo, nel ca,o che siano più di uno i sindaca•ti che chiedono il riconoscimento, si appltlra la rappresentanza proporzionale. Il riconosdmento legale dei suulacati. , ' J1 modo più semplice di dare. i<l riconoscimento legale ar sindacati è ancora', a parer nostro; quello della regis1Jrazio111e. Rioo,,deremo a questo proposito che poco prima della marcia su Roma (1922) la Co-111missioneoarlam·enlar.e dellla Camerd dei Di,putati (relatori g·li onorrev,oli G. Olivetti ed E. Pie– monte) presentava alla Camera stessa il . testo emendato def d'isegno di legge snida regis~raziotÒe dei Si,idacatJi Professio-
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