Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 3 - 31 gennaio 1946

42 CRITICA SOCIALE tesi, come fu un.a parentesi quello ,del fascis1:10: dlopo la nuova parentesi - de,precabile sotto og°:1·a~p-etto, per le rov,ine cui ci condurrebbe e per le miserie che l'Italia d1Q1Vrebbe soffrire - si rip-rop·orrebbe alla clas– se opera,ia il problema di prendere il potere e di saperlo esercitare. La sup,!'ema necessità: p!'odul're. Se questa è la situazione creata da tullio il recerrte passato, quale è il dlove•re, quale è il comJ:!itO-del par– tit,o socialista italiano? Unio soJ.o: far sentire alla clas– se operaia, e per essa alla aristocrazia della classe, il peso della sua responsabilità. Qui non s<i traHa più di fomentare gli egoismi individuali e di ceto, met– ·tendo in primo piaJI'O gli aumenti salariali, i premi di- liberazione, le gratifiche natalizie, i calmier•i, gli ammassi, le requisiz,ioni, la dlivisione dei prodotti agricoli nell~ mezzadria a t,re quiinti per i contadini e a due qu,inti per i padnoni, e chiamaJido pretesto quello idei G 1 QIVerno di non spender~ per la tredkesi– Jna mensilità agli impiegati quei miliardi che n on ha è non può ottenere dai contribuenti; si trai.la invece cli dichiarare ·crudamente che bi·sogna lavo rare più intensamelllte, prodturre di più e risolvere attraverso Ooqperative .il p-roblema delle en1ocmi ,differenze fra prezzi pagati .al produttore e prezzi pagati dal con– sumatore, per la taglia dei commercianti in,t:ermed,ia– ri i. Per togllere ogni pretesto ai vagaboncl,i che non ·vogliono laviorare e ;tppe!iscòno l'impieguccio, espro– priamo pure tu!Jbi,dai banchieri .agli indlustriali, agli agra ti i più o meno latifollld i•sti; ciò non ha impor– tanza, purchè l'es·prop,rio permetta di produrre d,i più: ma necesstità prima, necessi~à inderogabile è -quella di priodurre d~ più a qualunque costo. I bol– ·scevichi russ-i, dopo quaJche incert,ezz,a, lo capirono con i piani quinquennal,i, non perchè fossero p,iù in– ·telligenti td:i noi, ma perchè la stto,r,iaha i suoi impe- 1,ativi: ricorseno aJJe deportazioni, alle fucilazioni, ai cottimi, ai premi di prodluzione, ma -riuscirono u– sfonda.re. Ancl1e in Italia bisogna « sfond,are », ad o,gnt i cost,o. Ai socialisti, con spregiudicata chiarezza, spetta il -oompito d,i pa.rlare nerbtamente alla classe operaia, di additarle tutte le sue responsabilHà, di porla di fron– te al problema concreto. Alla classe operaia è neces– sario parlare, senza eufemismi, dJ doveri, di respon– sal>iJi.tà, di comp,ili:i dtrrii, perèhè li 'affronti con sp,i– rito di sacrificio. Noi, che non aspetti.amo miracoli dalle. combrinate manovre ded corridrn di Mon~ecito– rio, dalle d,iscussioni dei Comitati ·,dell'Esarchia, e aspettiamo. invece tutto dalla capacità e -dallo sforz,o degli operni e de,i cont,adin.i miglilori, vogliamo che il Partito Socialista si renlda irnterpirete dell'aristocr1a– zia d,ei ,lavorat•ori, susci,ti ·1a pasSIÌone del lavoro prÒ– dut.tivo e fecondo, alimenti la fede della clas·se ope– r.aia. Se bandiremo questo nuovo- Vangelo, si stringé– ran_no intorno a n,o! gU elementi migliori del prole– tar1Ftto, qualunque sia fa loro .fede religiosa e po,Jitica e gli elementi sani che la borghes,ia produttrice an~ ·.cor~ annover~ n_el suo serno; in concordJa operosa re~hzzeremo rns1eme, giorno per· gi1orno, la società dei liberi e degli egua.Ji. Il_ punto vero dii racco-rdo deMe forze vi'tali della Nazione è nella coalizione ,di tutti coìor·o eh.e com– . p,rei:idono_la necessi~à imperi,osa d.i.produrre di più e d\ realizzare c<:mcret,amente il· socialismo. Questa -rt·Ftl1zz'.1z1oneavy1ene o.gni v0lta che l'operaw e il , contad1_no comp,1an,o,uno sforzo per intensificare la p_roduz1_011e, ~enden,dosri conto delle necessità dell'a- . z1enda !Il CUI lavorano e della esi,genz.a di, destinare un mass!m~ di beni economici a impiianti p1,odutlivi, col .~acr1fic1_0del_ con_sum~ 1mmedfa!o. La nuova· so-. c1eta soc1aJista s1 puo e. s1 deve fonnare, a!'rne,i;o in gran. p,arte,_ s•?tl~ l'impalcatura della vecchia società ~?n 1 Co!1s,1gl~ di fabbrica., con le Cooperative, con ·i S1ndaca.t1; ad un certo momenÌ'Ol la impalcatura vec- . chi a cadrà o sa,lterà, e la nuova socieità dei liberi e degli eguaJi ,ap:p-arirà nella sua luce. . Me!1tre i comuniisti, per l'esempi•o e la dottrina della Russ~a, propendono a che il socialismo -si realizzi at– tr·avers10 lo Stato e l'aUività politica noi socialisti per I~ -~ùent:alità d~mocratic,a e per' l:as,p,irnzion-e in: , coermbi_lo a u,n ordmamento. da libertà, ~obl>iam<i de· BibliotecaGino Bianco dicarci p,revalentemen,t,e a questo, compito di educa– zione della classe ,operaia, perchè affretti la srnaip,re– p,a.razionr tecnica e spirituale in un fervore di fede e di passi1one, indispensabile perchè i,l grand-e riv,ol– gùmento sJorico si com.pia rap,~damein1e. La carat,ter'istica dell'azione socialista deve essere quella di acuire il senso della responsabilità delJ.a elasse lavoriat,r,ice e d.i.formar,ne le' educazi•<ine, perchè vi sia id materiale umano indisp·ensabile alla realizza– ziòne della !jOCietà socialista e perchè il· proletariato . raggiunga la maturità.. · In pochi o in molti, ques,to dobbiam,o fare e volere, non rifuggendo ·da accordi con gla altri, ma rima– nendo semp-re sul terremo della lotta di classe e ac– centua,ndo semp,re p-iù ril cara1itere proletario del . nostro movimento. GIULIO PIERANGELI Giudizio di popolo L'argomento trattalo in quesl'arÌ"icolo dal compagno Pun,zo e d'i grande inl'e,resse e atlua/il'q; e. poiche ci • constava che anch'e il compagno e amico Gonza/es aveva studialo l'argomento, gbbiamo desideralo che _ egli pure ci dicesse intorno ad esso il suo pa•rere·: ciò che egli ·Jia ben volontieri accettato di fare. Auguriamoci che le osservazioni e le proposte dei 11,ostridue collabo•ralori siano prese in attento esame da chi ha l'ufficio di provvedere. Nel pro~amma presentato dai rnppresentanti del Partito Li,b-erale per. la loro pair,teciP!lzi,one àl Go\'erno De Gasperi era la proposta del ritorrno _a-Ile giurie popolari. Sarebbe fare del settarismo no,n ~ottoscrivere in p.ieno a tale inizia– tiva, cui plaudiamo entusiasticamenite, e siamo, stati, davvero lieti di leggere, nella lettera -inviata dall'on. Alcide De Ga– speri al segr-etario dèl Partito Liberale, che Li legge ·per il ri1torno dei giurati' è già allo studio del Governo. · Era tempo perchè, fra Ie tante aberranti e mo-sllruose leggi emanate dal governo, fascista, senza dubbio una delle pe•g· gio-ri è quella relati va aU'ol'ganizzaziò111e ed al funzioruune111t-t> delle". Corti d' A.ss• i•sll, la cui attività, per. o-l'tre dieci anni-, è stata oggetto delle più ·aspre ed inasoolt.ato critiche da parte di tutti i .cultori 4_eldiritto, ivi compresi perfino alcuni pezzi grossi fascisti, quale il De Marsioo. Il giud·izio in Corte d' Alssise può, second,o la legge attual>e, ritenersi affidato al solo Presidente, data l'assolu1.<1impossi•– bi.Jità t,he dei cittadini qualsiasi, ignari di. diritto, pos.ano essere •in ·grado di opporsi aJ. v,olere dw magistrati anzia,ni, i - quali, per d'i priù, hanno in mano un'arma potentissima: la motivazione della sllntenza, che un med,i,co, un ingegnerre òd Ulll ,commerciante non può essere in mod•o•alcuno capace di redigere. · Co,si,cchè il Presidente, quelle rare voàte in cui viene mesw in minoranza ·d.agli, assessori, porte innanzi ad essi lo spau– racchio di mo•tivare la sentenza, susce~tibile d'i gravame in Cassazione, ed allora, o gli assessori si piegano- al volere' pr~~enziale, o vengono fuori quegli' aborti· di m;,tivazione che ila Cassazione costantemente annulla. Abbiamo peraino assistito allo soandalo ilelle oosì dem, se,1,/Jen,z;e suicide, di quelle sentenze cioè in cui il disposi• tivo ~ quello voluto dalla ma·g,gi,~ranza, mentre la motiva• zio-ne, redatta dal Presidente 'rimasto in minoranza, è, incon– sciamente o ad arte, in contrasto col dispo,sitiv,o, oosì da causare l'annullamento· d!'lla sent,:nza e la rinnovazione del dtibat,timent,o. Tutto ,ciò, 6-alvo rari,ssime ecicezi,oni, è se-mpre ·a dmrnn10 della libertà de-gli imputati•/ pevchè i Presid\',nti di Corte d'Ass,ise,' per lo meno neil,'ottanta per cento d'èi casi e non si sa P!)r qua,Je strano fenomeno psi,oòlogicÒ, cr~éfono che H J.oro compito sia quello di fare ima gara con gli altri col• leghi a chi di.stribui!Sca più amni di reclusione. ' No-n intendiamo affatto prendere la d-ifesa dei criminali i_napensiamo che irl g,rado di· civiltà di un popolo si misur; in primo luo-go da-Ila serenità e dalla ·pietà, che non guasta mai, con cui viene ammin:iistra_ta la Giustizia. Ora chi s.crive · rioorda .un Pcesndente di Sezione di Corte d'Assise di una grandll ciuà del Mezzogiorno il quale si va.ntava di aver por– tato a termine duranté l'anno_ 182 processi, mentre i,J collega de1l'a-1tra sezione non ne aveva espletati che 176. Nulla da dire se non fosse che pi,ù d'uno di questi proc'è'ssi si chiuse con draconiane condanne a imputati a cui favore si sarebbe dovuto tener oonto di mo.Jte e f.orti- attenuanti.

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