Critica Sociale - anno XXXVI - n.11 - 1-15 giugno 1926

16é CRiTlCA SOCIALE • rialis1n:o latino. Il mistero ·si diradaJ i cuori stretti si rilassano. Il mito imperscrutabile si apre; scen– de di cielo in terra, si umanizza, si diplomatizza. Che respiro! Ragioniamo. Esiste un'unità islamica politica da poter erigersi contro le potenZJe europee co– loniali in uno sforzo ed in una volontà unica? Può il mondo dell'Islam ordinarsi in uniformità. di a– zione concentrala contro l'Europa ·cristiana e ca– pitalistica, in guisa da costituire un. pericolo ef– fettivo per la nostra civillà pia e rapace, che pre– ga im unico Iddio, aspira ad un p~radiso di ca– stità senia url turbatrici, e fabbrica a gran forza gaz asfissianti in mille gabinetti scientifici e pro– gressisti? La Geographical Review, per mezz_o delFinsigne diretto.rie della Società Geografica di New York,• Isaia Bowman, ha fatto un'inchiesta per rispondere alla questione. Quando si fanno inchieste; è ito il terrone religioso. Quando ri– prende lo spirito scientifico, il misticismo finisce. Howman precisa la ricerca i Il sticc,esso della Tur– chia repubblicana alla Conferenza di Losanna e la fondazione dei nuovi regni dell'Heggias e del– l'lrrilc, malgrado siano sotto il controllo assoluto della Gran Bretagna, possono costituire un.a m1- nacçiia alla civiltà moderna da parte deU'lslam? E Bowrnan risponde facendo dei conti: I mao– meq~ni viventi sono 270 milioni (secondo Réné l~ CorµLe 225 milioni); es_si ,abitano un tierritoFio di circp. 30 milioni di c!"iilqmetri quadrali, di cui la ma~sima parte per cagione della siccità (sotto i 50 centimetri cubici di pioggia annuale) non ser– ve all'agricoltura. Il fatto dell'allagarsi del de– se1•~p determina in,,incibili difficoltà al traffico intercontinentale; ,:a~ti Lerritori non hanno alcu– na congiunzione nattiraLe col mare; le vie d'àc– qua naiurali che hai;mo o po~sono acquistar:eim– portanza per il commercio (il Volga, il Tigri, il NHo) sono scarse. ' Perciò Bowman gqrantisce la trepida Europa esser-e utopistico pensare ad una congiunzimi,e dei diversi gruppi maomettani, almeno fino a tanlo che le ferrovie,· le qqali oggi, tranne poche ecce– zioni, sono tutte costi!ere, stanno sotto il controllo delle Potenze marittimf. È vero che it mondo mao– mettano possiéde alcune materie prime essenzia– li per la produzione ,e prer il mercato mondiale, se– gnatamente queste quç1tt:r.o: il fosfato nel Nord Africa francese, il mang~nese in Grecia, il petrolio a Baku e a Mossul e lo zinco in stretti giaciménti; ma non sarà mai che questo fatto geologico FJ03Sa sovvertil~e il fatto strategico: secondo cui il pro– blema dell'Islam si risolve ccnnie un problema d.i . controlJo delle coste. Bowman si rittene sictn·o del fatto suo. Lo spauracch1o è demolito. Le poten– ze occidentali possono riposar,e tranquille e con– tinuare la loro politica di preda e di imperialismo. E sia. Il falto è, quali siano le sue ragioni. Gli Stati islamici, dall'orda vagabonda alla Repubbli– ca parlamentare che si occidentalizza, presenta– no una tale scala di Costituzioni politiche e so– ciali da disperare che si possano incontra.rie in nn'unilà polilica; il deserto non l'i 'divide s·olo ma– leriali11<~nl~, spazialmente 1 ma anche eome civiltà. · e costume. Ergo, è il deserto la salvezza della Eu– ropa mediterranea, coloniale, imperiale ... Ma qua– le mortificazione per quest'Europa che, s-e-vanta un dovere ed un onore, _ècli ridurre il deserto! Il BibliotecaGino Bianco grande agrologo italiano Celsio Ulpiani disegna– va una volta in tratti mirabili u11-piano :rigida– mente· scientifico di bonificazione del Sahara col rimboschimento e con l'irrigazione, traendo le ac– que dai grandi laghi equatoriali, come il Victoria– Nianza, vasto come il mare Adriatico! Che se la posterità si indurrà mai a perdonare a questa era nostra la sua disumanità ed ingiustizia, sarà sol– tanto per l'eredità ricevuta delle grandi opere di dominio della natura e della terra e per la loro messa in valore economico. Or ecco che la scienza sembra annunziare all'Europa che l'Islam non si unirà, che l'Islam non la caccerà dai territori che essa gli ha· rapito, soltanto se essa rinunzia a quella missione che fra tanto sangue e tanta vio– lenza cresceva pure la pianta eccelsa del riscatto. Ah, il sacrilegio paradosso ! Ah ! come giova me– glio credere ancora che la salvezza dell'Europa riposi in un'azion·e apostolica di liberazione e di cooperazione ugualitaria dellie grandi stirpi! La terra appartiene certamente a tutti gli umani che la sanno coltivare. L'immobile monopolio della antica barbarie selvatica è un non senso. La pro– gressiva pirateria della nuova barbarie civile e scientifica è un· delitto. I due termini che si· op– pugnano ferocemente l'un l'altro debbono pure un giorno cancellarsi entrambi quando il diritto na– scerà e nascerà l'uomo liberandosi dalla., spoglia della oelva primitiva .. Bene è che l'Islam non si unisca in guerra con– tro l'Europa. Bene è chè la nuova Turcl).ia si eu– ropeizzi nella Società delle Nazioni. Ma ciò a pat– to soltanto che dopo la nuova guerra di Giugurla la Società delle Nazioni ·assuma nelle sue ·mani il dcritto dei mandati ed irnpari ad amministrarlo per gli indigeni e per gli europei. I cani che già si azzuffano per il· nuovo statuto di Tangeri lascino l'osso e si traggano in disparte. _La società dei po– poli comincia a voler distribuire i territori nuovi e. le fonti delle ma:terie prime, tra i più capaci di coltivare gli uni e utilizzare le altre, col mas– simo riguardo alla giustizia ed al bene universale, abolendo rivalità omicide, sollevando ed integran– d~ gli umili nativi perchè diventino effièaci colla– boratori dell'opera col1ettiva del progresso uma– ·no e sociale. Che flesta alla Gran Bretagna da fa– re in Egitto, poichè Zaglul raccoglie tutti i suf– fragi, quando una garanzia generate _della Società delle Nazioni assicuri che nessuno potrà chiudere il canale di Suez pè quello di Gibilterra Rè i Dar– danelli, quando sia scritto per tutti contro tutti ché il mare è libero? Le Potenze ora non sanno quale contegno tenere circa la fine dell'avventu– ra tragica di A_bd-el-Krim. Gioire del i:mestigio che la vittoria ha accresciuto per tutti gli Stati cri– stiani sopra tutti gli islamici 't Ingelosire per l'in– cremento che la vittoria ha dato a un gruppo ri– vale? Ossia unirsi contro l'Islam che non si uni- sce? Dividersi per l'Europa, la quale appunto non sa che dividersi? Ah! come le Potenze hanno pres– so la luce, e non la vedono! Ah! come il loro cie– ~o errare consola l'Avv-enturiero o l'Eroe - a pia– cer vostro -- che dopo due anni di guerra ha ieri .consegnato la sua spada, tenendo per sè l'odio per i vincitori e_ per. unico conforto lo spiettacolo delle loro divisioni! GAIO U LPIANI.

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