Critica Sociale - XXXVI - n. 10 - 16-31 maggio 1926

CRITICA SOCIALE 142:'.__ ~__,,..:_--~-------,---------,---------:'-------~--~---~ mucl, riconosce, inl'atti, che ((ci sono ~desso _ndla (iran Bretagna Girca 1-100 aziende mmcranie che possiedono circa 2500 miniere; alcune occupano meno di 50 operai, alcune allrc più di_ 3000 .. - ;_ alcune realizzano un ulile, anche niclk:_sfavorcvol1 conrlizioni dell'anno 1925 di 5 scellini per ton– nellala, alcune soffrono un'a perdila cli allrdlHnto, anche nelle condizioni favoPevoli dl:'l H)23 ». Conimissioni cl'inchiésta. Agli occhi deì baroni de!J.e 111ini 1 er;c 1 minatori erano come i cavalli che lavorano nei pozzi, minerari con la sola- diffe- h , ) . Vi è dunque una nolevol,e disugu'.'1glianza lr~ 1~ Yari,c az :cn.dc minicrark'. dellr quali, su 1100. Il.) nel 192:1 producevano ben il U_~ per o~nlo di_tuUo il carbo.~•c cslrallo. Ora. le pm gravi perdile le hanno subìle le aziende più picool 1 e, dE!ve la pro– duzion•e per squadra cli operai è_la pi_ù bassa. e il coslo cli pr,:)(lu;,ionc è il più alto. Inv-ece·,le aziende più gros~c, cot1sjd2rale .in gruppo, sono nolevo-1- menle più pro:·illcv-uli. , Ed è proprio qui il nòcciolo della queslione che anche la Commissione-·samuel mette in luce: occorre che le varie aziende minerarie sia-no coor– dinale lra loro, che si proceda a combinazioni ,~ ad amal,rami tra di loro, inlerv•t'nc-ndo lo Stato solo nel cascf delle aziende « incapaci di iniziativa » co! l'a1;neCi'.cdere la oonoessionc « ad altri propri-c– larì del IL:ogoo d'allrove, purchè mostrino di vo– ler lavorare il minerale con mclodi progressivi ». Quanto alle piccole aziende, la Con11~1issiopeam: melle che « quelle che non possono t1ra:re m.nanz1 possono esser prese da allri propri'Clarì per un~ valutazione inferiore ». · . Si riconosce, cioè, che, dove l'industria è arr{'.!– tra.la , incapac,c, impo'.cntc e produce a costi troppo ele,·ali, essa non dcYc gravare sulla comunità, ma dC\·e lasdarsi assorbit'c daUc grandi aziicnde. le quali, _po~ 1 entemenlc 'finanziale, sono in grado cli aHrezzarsi co:-iven1entemenbc e di ridurr•c le spese gçnerali ,e i costi unilarì d'estrazione. I\Ia da questo orecchio gli induslriali minerarì non ci hanno vo]ulo Jinora sentire, e, sempre, cti fr:on_lealla riduzione dei l,oro profitti per l 1 c ragiorn sopra indicale, non hanno sapulo escogilare e pro– pugnare al Lro rimedio che questo: ridurre le pa– ghe dei minatori, diffe1~11z:iarle secondo le coRdi– zioni distrelluali dell'industria, (cioè, .d.ove k aziende sono piccole e mal,e attrezzale, anche i s•a– larì saranno più bassi) e prolungat·c la g1ornata di lavoro, sottoterra, da 7 ad 8 ore. Insomma, è il pnocedimento inverso di quello che adottano i concorrenti industriali: americani, i quali considerano la poli,tica degli alti salar1 come un eliemenlo essenziale della prosperità del– l'industria ( 1). Condizioni eslremamenle favorevoli per abbon– danza s,enza limiti di rnaler1e prime, facilità di smaltire i prodotti sui mercati interni ed ~steri, Ji.1cntalilà non gravala dalla tradizione.millennaria , della servilità ,del lavoro manualie,'favoriscoFJ.o èo- Jà queslo slalo d'animo, ma in Europa, le soprav– vivenze della _mcnlalità schiavisla, ,e la comples– sità e fasprezza dei problemi economici fanno sì che, _ii1 ,tanti Pae~i e in la!lli strali, anco~a, i rap– porti Lra padroni e 01Yera1siano quali li descrive ~fac Donalù nella Socialist Review ( 25 aprile): « In ne~suna del~e noslre industr~e i rapporti fra pacl;.Olll e ~p•era_1son~ cos~ insopportabili eome nell mcl11slr:a mmerana. S1 possono addurre ra– gioni storiche. Fino a qualche tempo fa i mina– tori erano, per così d,ire, i l,ebbrosi d!ella società come risul la anche dall,e Relazioni delle moH~ . (1J Si _polrc')hero_cilarr falli ed _opinioni a io~a. Un esi~ei·l~ ~n malc1_1erc?nom1chc, E. F. W1se, dopo una lun"a visita rn Amenca, dichiarava, lra l?allro a nu 1·edattore del• Marl– ches_ler _Guard(w1 (26 marzo, l.ll26\ , 1:a fiducia, americana· negli all1 salan e nel valore degli alli salad è il fenomeno più nolevole che rnlpisce l'Inglese, ìl quale viene a conlatto ·col mondo degli affari_ americano. C"è nna reale difl'erenza tra In– glullerra·. ed America nel punlo di visla, degli industriali ri– gu~rd_o a I salari. In questo_ Paese u11ara1tde nume110 dì indt1- slnah considerano gli alti salari CO!l ~na specie di sospellosa BibliotecaGino Bianco renza c e quelh hanno solamcnt,e ciu~fgambe »·. ' Ora, quesli lebbrosi, organizzalisL, •Hll'intima– zione di lavorare di più per un salario ·i)iù basso,– hanno risposto ai baroni del càrbone: « Comin-– ciale prima voi a ridurre i profilti ed a migliorare le vostre industrie perchè producano di: più. Sotto la « linea cli 111iseria » la nostra vita non vogl.ia: tno· farla discendere più ». ·, - . · · · E questo è l'altro fulcro clella .questione :-·il «sà– lario· vitale », per il quaLe non i ·soli mina lori, 'ina tutta la classe operaia i.ngJiese intende bàtbersi e, per ciò; si è solidarizza-la ooi minatori ben sa:pendo' che, se .venissero intaccati i salari cli questi, ddpo lo sarebbero quelli di tutte le altre categorie. · Anche la Commiss~one Samuel, pur dando tti-tto il suo peso all'etica dei salari e pùr concludendo che i salar1 debbono- bastare a manle.ner vivo l'o- - perajo, ins.iste sulla riecessilà che, nel peri,odo di· trasformazione, p<>r migliorarla, dell'industria, anche i salar1 debbano esser riclolli, prendendo come lermine di confronlo per s.tabilil'c il salario minimo « la media degli anni o l'anno di salari" più bassi de_ll'ante-guerra » (p. 154). · · - Così, quindi, si pongono i termini generali del conflitto. Dicono i minatori: - per ridare elasti- · cilà, vigore ed armonia all'industria mineraria. coordinazione delle aziende (per opera' diell'indu– slria stessa - dice la Commissione Samuel; pel" opera dello Stato - dicono le Trade Unions)--:e rinnovamento del macchinario e dei nietocli d'e- strazione. · Dicono i prnprietari - per superare la crisi dlei costi alla bocca della miniera. e quindi dei prezzi del carbone sui ·mercati inllernazi·onali, riduzione dei salari e allungamento della giornata di lavoro. Quale delle dl},e tesi coincide con· l'interesse della nazione, della oomunit'.à? .Lo_si è gi-à speri-· menta bo: nè gli alti profitti nel periodo• di pro- · sperità ( 1923), nè i sussidi governativi (.1,925\ hanno va_lso_a stimolare gli industriali del car- · bone a migliiorare l'industria. · · '· La difesa del « salario vitale », per ma1itenerc l'efficienza della classe lavoratrice, non è, irtvecè, uno stimolo e un pungolo ben più potente 'dei sussidi per il rinnovamento dell'industria, e per· cercare utilizzazioni scientifiche del potere cal'o- ·' rifico del carbone, che evitino lo sciupìo atluat,e; e · per coordinare all'energia termica l'energia idrica? E se l'industria mineraria, per l'inerzia e l'im– perizia dei suoi oonduttori, non sa coordinarsi e rinnovarsi, non è, doveroso l'intervento dello Stato con fonne nuove di esercizio che la trasformino, da mezzo di sfruttamento per l'inberess-c degli azionisti, in un servizio pubblico per la colletti– vità? Questo è il fondo del problema che è davanti al giudizio dell'opini,one ,pubblica inglese ,ed, nn · poco: anche..J internaziicmale. . E, tra il sacrificio delle aziendle proprie da li- ripugnanza che non è fondafa su ragioni puramente di .-affari, ma è come un avanzo dell'idea feucla]e, che sia male per la co– munità che gli operai abbiano a lirarsi troppo su. In America questo sentimento non c'è. Non vi è la coscienza di una linea fissata da poleri superiori, oltre la quale l'operaio non abbia da andate, sia nei suoi diritti, sia nel ·conforto della sua fila, sia nel possesso di beni· materiali» .. Bertram Auslin in un suo libro: Il segreto degli alti salari (Fischer Nurwin ed.),· spiega che 1.1nodei precetti clella < re– gola d'oro » vigente nell'industria ameriéana si è che • Lavoro che sta bene paga abbondantemente. -Il·'bènèssere è un dovere di tutti i padroni veroo i loro operai, per il tenor di vita· dei quali essi sono i" soli responsabili. La ·spesa è ordinaria, ma il compenso è grande». Ed in una conferenza tenuta al Bal'liol College di O:X:fo1•d· (11/anchesler Guardian, H) aprile 19'.l,6) ·anunonÌ\Ta il suo "ptlb• , blico cli direttori gere11li, capi reparto, industriali, che « ciò che · noi dobbiamo creare è l'impressione, come fanno in Arne- ' rica, che gli operai favorano in' un palazzo», · · •

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