Critica Sociale - XXXVI - n. 4 - 16-28 febbraio 1926

CRI'fICA SOCIALE 57 Il pensicr?_ posH:ivisJico ,dominava allora in Italia gli scienziati .che avevano simpatia col socialismo, e il partito era pieno di uomini che, avversi per sentimento al· carattere aspro del pensat,ore di Treviri, cercavano di temperare il marxismo con l'ardente ideologia di q1.1a1che·altro grande s,ocialista. Gli uni e gli altri poi lavoravano intorno a un Marx cli loro maniera per- , ) chè pochissimi erano quelli che avevano una matu- rità di studì sufficiente ad intendere il vero Marx e, ·fra questi pochissimi, credo che nessuno abbia avuto la possibilità' materiale cli farlo, perchè fino verso al 1895 le opere del Maestro erano una vera rarità li– bra,ri.a •ed Antonio .LabrioLa dovette condurre all'estero ricerche dispendiose e paz;ienti per ritrovarle. Così han– no potuto formarsi in Italia vere e proprie ·1eggendc inforno .al marxismo, così hanno potuto fiorire e pro– :.perar,e l'ibrida triade di Enrico Ferri (Darwin, _Spen– ccr, Marx) e sopratutto la ri~cola favola di un Achille Lùria' m.arxista, anzi Marx italiano. Achille Loria ave– va criticato più volte senza riserve il Maestro ed aveva sollevato ripetute proteste. Ma « le critiche acerbe - come scrive il Michels - che il Loria ebbe a subire da_ pade 'di uomini così autorevoli in ~ateria mar– xista, come l'Engels, il Pareto, il Lafargue, non val– sero. però affatto a .mutare l'atteggiamento ossequioso dei marxisti del pfl.rtito socialista militante in Italia verso di lui» ·(2). · .'' Fatto questo che è indice e prova insieme della scarsa cònoscen.za che avevano i socialisti italiani dell'opera ]oriana e (peggio) di quella di Marx; fatto che caratte– rizza in modo non dubbio il marxismo italiano come un marxismo senza conoscenza di Marx. E, anche quando le nuove frazioni più intransigenti del par– tito parvero bandire la ctociata del ritorno al genuino pel'lsiero di .lui, anche allora si fece strada l'antica idea della insufficienza dottrin~le del marxismo e dell~ necessità della sua revisione. R. Michels, nella sua Storia del marxismo iri Italia. ha ben compreso questa aspirazione dei nostri scrit– .tori socialisti, che hanno· - a suo dire - fra i mag– giori còmpiti quello della ricerca di una teoria comple– mentare al Marx. Ma il Michels, critico dell'economia marxistica, ha preso questa insufficienza culturale co– me il non plus ultra della genialità, e con ciò si è pre.– cluso da sè medesimo la via ad intendere il pensiero di quel grande filosofo italiano che ha scritto nella storia della ·dottiriùa marxistica una pagina originale e fe– conda. Inf~tti il prof. Michels non ha trovato spazio per parlare dei Saggi cli Antonio Labriola, mentre tanto •ne ha dedicato_ a scritti di gran lunga meno importan- pr-ensioni ce ne furono, ce ne sono e ce ne sarairno sempre in lutti 'i partili: tutti i grandi autori sono un po' destin~ti a diventare «simboli•, «miti», « ins~gne di battaglia•, e. ad essere più intuiti che letti e compresi ?all~ fo_lla: la loro un– mortalità subisce fatalmente queste • nduz1001 •, che ne sono anche la condizione necessaria. Ma non fu solo Antvnio La– briola in Italia a capire ed illustrare ~arx, e la d!vulgaz!onc del marxismo nella sua fondamentale mterezza (d1vulgaz10no e revisione hÌsieme ossia inspirata allo storicismo critico del marxismo stess~), si es_plicò larfptment~ -e n~,n .ind~na– mente anche in Itali~, ad opera d1 molti stnd10s1, .anche modesti ma devoti e capaci. Se non potesse parere 1II1mo– destia in queste colonne, potr~nmo rievocare, !ra l'altro, tutta l'esegesi marxista ~plicatasi, specialmente nei dt!e pnm1 ,decenni, in questa stessa rivista, nata, si può di_re, per ~mpul~o di Anna Kuliscioff, nel 1891, per diffondere il marxismo m Italia, e informarvi l'azione del partito socialista, ci~ eh~ fece anche colla pubblicazione di innumerevoli opnscoh e eh qualche volume, e colla collaborazione o sotto l'inspii:azionc di uomini come Lafargue, Kantzky, (e anche Anton10 La– briola con loro), elle non erano certo degli «orecchianti• o dei , dilettanti o marxisti. (.Yola della Critica,). (2) Michcls: Storia del marxismo in /lalia; Roma, Mongiui, 1910, pag. 100. BibliotecaGino Bianco ti. A pag. 75, Antonio Labriola è ricordalo come uno dei sottoscrittori di un ordine del giorno al Congre::,::,o operaio italiano di Palermo; a pàg. 99 come persona che era in relazione con F. Engels; a pag. 102 e 103 come contrario alla impurità dl'l marxi::,mo; a p 1g. 114 e 154 come appartenente alla coorte partenopea, con B. Croce; Arturo Labriola. E. Leone, ecc.; a pag. 120-121 e 159 come filosofo che stimava i marxisti stranieri i quali gli ricambiavano que<;la considera– zione; e a pag. 153 come scrittore che dà olle sue opere un·intonazione socialistica. Tutte notizie, qu:.'slc. dalc con. una sobrietà eccessiva di due o tre paroll', cli sfuggita, come sobri sono e il periodo ·3) che parh del ~uo insegnamento universitario. me::,so in seconda li'nca per importanza socialistica rispell"' a quello cli Enrico Ferri, e quella breve nota (•I) dove gli si :it– tribuisce la poca stima di F. Engcls. ,\.nche quando parla del materialismo storico, consideralo ,5) come • campo deJl·economia marxistica, (sic!). il :\lichels non ha una parola. non dirò per illustrare. ma solo per accennare alla meraviglio<.,a opera di filosofia della storia cli Antonio Labriola. In questo modo il Michels, inYecc di fare la stori'l del marxismo italiano, come avrebbe voluto. ha follo la storia della fama di Marx in Italia e ha messo in rilievo le difficoltà non lievi che presenta lo studio e la continuazione dell'opera del pensatore di Tre– viri, e, indirettamente, anche di quella di Antonio La– qriola. Nel campo delle discipline storico-sociali, è an– cora diffuso il mal vezzo di preferire le tesi dalle ap– parenze allettanti, i sistemi completi, cioè i sistemi che sembrano dare soddisfazione piena al nostro de– siderio conoscitivo, al lavoro freddo, lento, preciso. misurato della scienza. E siccome il marxismo è ani– malo da quello spirito cli cui vive la scienza in ge– nere, e ha raggiunto una r<>lath·a perfezione degli stru– menti di ricerca e un pensiero criticamente consa– pevole; poichè, anzi. per tutto ciò ambisce di clinn– tare il perno delle scienze che indagano il vivere uma– no, gli ostacoli alla diffusione della sua conoscenza non sono certamente ancora oggi rimossi. Di qui nuo– va confusione e manifestazioni continue della dolla igoranza; di qui anche, e sopratutto. il luogo comupc di: « Marx è sorpassato, il marxismo è in crisi, ec. >. · come se si potesse superare ciò che non si è piena– mente inteso, o si potesse avere crisi cli ciò che non esiste anc.ora! • Ma, se lo studiare e comprendere il marxismo è co– sa non lieve, più arduo è il còmpito cli continuarlo e di criticarlo, in quanto qui si tratta. per uomini di in– gegno e di coltura non comune. di sacrificare l'in– gente fardello di cari pregiudizi e di viete e comode tradizioni e delle più forti passioni politiche. Perciò questa dottrina urta contro la fantasia cli molti e con– tro l'indolenza di tutti. I più di costoro rigettano il marxismo in blocco .e fanno bene. Non pochi però da un incompleto studio del materialismo storico s-0- no portati a deformarlo e. inan·ertitamente, a por– tare in questo tuUi gli avanzi e i rifiuti della mentalità metafisica. Alh·i infine trovano comodo riferirsi al marxismo. come ad un qualcosa di attraente. e riandare ad un· tempo con la mente a cercare nella storia d;:-l pensie– ro i punti di contatto con varie concezioni. per poi presentare al pubblico. p. es., ora un :\Iarx-Spencer. ora un Marx-Kant. ora un :\Iarx-Berg'>on. Per i pri- (3) R. :\lichels: op. cil.. pag. 8!1. ( 4) R. :\Jicbels: op. ci l., pag. DS. (5) R. :\lichels: op. cil.. p,1g. 1.>.">.

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