Critica Sociale - anno XXXV - n. 15 - 1-15 agosto 1925

192 CRITlCA SOCIALE attraverso il Paese ha trovato bensì della gente che doman– dava la costruzione cli strade e di acquedotti, il prosciu– gamento cli paludi, ma nessuno gli cl~iedeva la. concessione cli libertà politiohe. Cotesta accentuazione della tecnica statale nei raffronti della la polilica poteva a un cli presso fornire un programma poli– tico-costilqzionale al l'qscismo italiano e tedesco. Gli elogi e i ditirambi alla dittatura 11011sono un programma, ma bensì al più uu:.1 scappatoia, un pretesto per mascherare la mancanza di precise cliretlive politiche. La dittatura, infatti, non ha alcun durevole principio cli scella e di selezione per la Leadership, per la capitananza politica, e finisce perciò di solito colla morte del dittatore. Una effettiva idea politica il fascismo poteva trovarla nella costituzione di un Parlamen– to professionale ed economico al posto del Parla)Ilento d!!– mocratiço. Di tale idea si è di fatto imp,1dronito specialmente il movimento fascistico _LnItalia, il quale per le sue origini poteva anche liberamente accettare sotto tale forma l'idea dei Consigli professionali. E' ce11to che a tnttaprima il pens_iero corporat.ivistico si adàtta al generico programma costituzionale del fascismo, in quanto uno dei più noti argomenti a .favore del sistema corporazionisla è appunto queHo che insiste sulla compe– tenza tecnica, sulla pe_rizia economica ed amministrativa che viene attribuila agli organi professionali. Senonchè, tale ar– gomento è in gran parte errato, perchè i membri degli or– gani corporativi hanno una competenza, una perizia tec– nica ben diversa .da quella che oceorre nella direzione della politica economica statale. Qui si lrat t~. di una differenza fondamentale che intercede tra la competenza ec_onomica pri– vata e la competenza eco/lomico-politica.· Siccome però lale differenza sfugge agli occhi dei più, così, per la opinione. pubblica, il pensiero corporazionista si inserisce perfettamen– [e nell'i'deologia fascista; essò' sembra avere relazioni posi– tive colle Lasi del movimento· fascista, assolvendolo così dall'accusa di sco11sigliatezza politicq., di mancanza di prin– cipii politico-costituzionali. 'Nell'ultima parte del suo ·articolo, il Landauer trae nel se– guente modo le illazioni del suo precede11te ragionamento: Nel\'accoréi.amento dell'ultima fase del fascismo ha enor– memente contribuito la circostanza che l'idea corporazioni– slica si è dimostrata praticamente inattuabile. Essa è stata da molti esaltala come un àncora di salvezza per il disordine democratico; ma, appena si 'è mossa sul terreno della realtà, si è visto che la costHuzione corporazionislica uon significa' altro che il dissoluimento dello Stato in una -confederazione di categorie professionali. Se i còmpili dello Stato fossero soltanto cli natura tecnica. da una trasforru'azione della Coslituziòùe ih senso corpora~ Livo non potrebbe derivare alcuna conseguenza dissolvitrice; solo sarebbe in definitiva frustrata la speranza di' poter as– solvere tali còmpiti in modo· più esperto ed adeguato. Sic– come però le questioni vitali dello Stato sono di tale natura che la loro decisione presuppone la vittoria di una volontà sopra ·altre volontà contrarie; e siccome i diversi' gruppi soeiali rappresenlano differenti indirizzi di ·volontà 1n quanto hanno diversi interessi e ideali, così tra essi deve affermarsi una decisione, o coll'aiuto aperto della fo1•za-violenza, oppure coll'aiulo del voto e della. consultazione. elettorale. L'aperta, violenza deve essere messa da parte se si vogliano reali2. zare in generale gli scopi del'lo Stato di diritto; ma anche la tonsullazioue eletlorale non è possibile nella cornice di una costituzione corporaziouistica. I rappresentanti dei ceti professionali orgauizZ<\li non possono, infatti, reciprocamente accorciarsi, perchè i rapporli di maggioranza· tra essi 11011 possono essere mula li mediante l'.arruolamen to e la conquista di nuovi ele111e11li, e nessun gruppo si adalla durevolmente, alla 1ùaggioranza perchè sa di dover in eterno rimanere in minoranza. Perciò, tu lii i teoreti e apologisli del. sistema corporaziouistico hanno cercato di abolire il volo la con- sultazione eletlorale. ' Senonchè la costrizione alla ,reciproca intesa significi~ c~1e_a ogni categoria profei;sionale spelta il velo contro qual– siasi atto dello Slalo; significa pure eh-e Ja comune cònvi– venza giuridica delle categorie professionali può essere assi– curala sollanlo caso µer caso a mezzo di una speciale con– venzione tra le calegodc stesse. IJ che porta alla. couseguenza; che, dall'aspetto politico-sociale, non esiste più uno Stato unitario, ma sollanlò un rilassato e fiacco federalismo. .T'.tlc conseguenza èlcl principio' costituzionale corporazio- 111sllco esclude però l'azione efficace dello Stalo i11 genere e non è poi affatto compatibile collo Stato forte, coi fini dello Stato ullrapoteute, s_ui quali tanto i11siste il fascismo. Con c!ò il fascismo è stato spogliato di quelJ'.unica idea che gli avrebbe potuto fornire w1 programma politico costi– tuzionale. BibliotecaGino Bianco Per quanto - conclude il socialista tedesco - il pensiero corporazionislico non avrebbe potuto salvare il fascismo come fascismo, tuttavia, se fosse stato un'idea vitale, avrebbe potuto allungarne l'tÌ.ltima fase e :!ltlfnÙarne la sconfitta defi- nitiva. · ' Quali problemi lascerà in eredità il • superato , fascismo? La risposta è: tutti quei. problemi dai quali esso è sorto. Ciò che di tempo in tempo ren_de debole la democrazia (nel seHso più ampio della parola) ·non sono le avverse ;acciden– talità politiche, bensl è il dubbio del valore vitale e perma– nente della .coltura intellettuale. Il còmpito sociale è di ri– sparmiare all'umanit?, gli esperimenti inf,e.condi, i circoli vi-. ziosi, i labirinti dell'azione caotica e dissolvente; m,a tale • còmpito si può assolvere solo avenclo /ed.e nella libertà e nella capacità dell'intelletto e della ragione. e. m. PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO. 'Luigi Credaro: La riforma degli studi giudicala dal Senato · (da la « Rivista pedagogica , anno XVIII, fase. 2). --. Roma, Albrigl1i, Segati & C., 1925. Prof. Ettore Lombardo Pellegrino: I/ pe11siero politico di Dante: Conferenza. ~ Messina, 1925, Silvio Longo editore (L. 5). Prof. Giorgio Del Vecchio: La Giustizia; 2.• ediz. - Bologna, 1924, N. Zanichelli (L. 7). Bureau Inlernational du Travail: Etudes et documenls (Sé– r.ie O: Migrations, N. 1): Les mo1wemenls migratoires · de 1920 à 1923. - Genève, 1925 (prezzo in Italia L. 6, presso la_ Corrispondenza italiana dell'Uff. Internaz. del Lavoro, Via Calabria, 12, Roma.). [È il primo tentativo di uno studio ve– ramente mondiale dei movimenti rnigratorii, fondato su dati certi e comparabili fra I.oro. Le cifre riguardano da 7 a 9 milioni ~i emigranti di 60 diversi Paesi; e lo studio - dovuk all'opera competentissima· del prof. Ferenczi ...,_contempla le correnti migratorie tanto transoceaniche. quanto continentali. È appena necessario rilevare quanto interesse raccoltç di questo genere presc1;1tino per l'Italia, dove la forza lavoro umana ha costituito per molti anni e costituirebbe ancora, se il rinato Medi@ Evo nazionalista non elevasse se'rripre nuove barriere fra gli Stati, la merce di esporta~ione più impor- tante.] · f. Giordani: La verità storica e una campagna di denigra– zione. - Edito per cura dèll'Ufficio Stampa del Partito Po– polare Ilaliano. ~ [È la vigorosa risposta del P.P.I. al tentato assassinio morale del suo leader, l'on. Alcide De Gasperi, p11eso di mira, come tutti i capi dell'Opposizione, dall'osceno li– bellismo dei ricostruttori.] Angiolo Cabrini: Le assicurazioni sociali nelle Convenzioni e nei Trattati. (Da « Le Assicurazioni sociali » di genn-febbr. 1925). Cos-tantino Lazzari: Come Giacomo Matteotti venne al so– cialismo. - Federaz. prov. -socialista mHanese, Milano 1925,. Via S. Pellico, 8 ( cent. 50). Prof. Oreste Ciat•lino; Pr0blemas de educacion; Apuntes. -- Buenos Ayres, 1925, Tali. Graf. R. Canals, Salta 459. Un italianò: Esame di coscienza: i'914-1925. - Stab. Ti– pografico Soc. Editoriale lombarda, Milano, 1925, via Mo– scova; 15. - '[È il diario, un po' ingenuo, di un giovinetto che a J 7 -anni voile ad ogni costo arruolarsi per la « bella guerra , vi riuscì, fu in trincea al comando di un plotone, e finì fra gli sputacchiati del Congresso di Assisi.] , . Luigi De Seely: Un teorico de( ·sindacalismo: Sergio Panun– zio (Dai fase. 4!, 5-6, anno XXVI, del Foro delle Puglie). . Direzione generale della Statistica: Risultati sommarii del censimento della popolazione 1. 0 dicembre 1921: III. Venezia Giulia. - Roma, 1925. Antonio De J\faritero Velarde: L'espansione politica e co– loniale port0ghese con speciale riguardo alle isole di Sao Thomé e -Principe. .__ Roma, 1925, pubblicaz. N. 14 del– rlslitulo Cristoforo Colombo. - Lil:fr. Fr. Treves di Roma (L. 25). , Nello Rosselli: La prima. Internazionale e la crisi del maz– ::inianismo: dalla « Nµova Rivista storica ,, anno VIII, fa– scicolo I. - ,Albrighi, Segati & C. AÌmibale Alberli, capo della Segreteria della Camera dei De– putati: Il programma dell'unificazione italiana nella rivolu– .::ione napoletana del 1920 (Dalla « Nuova Antologia », 1. 0 luglio 1925.). Rigamonti Giuseppe - Direttore responsabile OH.Tip. fnRICO LAZZARI & C.- MILAKO (24) Via Barbavara, Z- lei ..30-124

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