Critica Sociale - XXIV - n. 22 - 16-30 novembre 1924
• 346 CRITICA 1SOCI1-\LE toriamente socialiste? Ciò non accadrebbe facilmente nei nostri paesi. - In Borsa - i·ipigliava Anseele - le azioni si com– prano per avere il dividendo,· e non si guarda troppo I;>el sottile alla origine e al colore di esse. Ora, le nostre azio– ni fecero subito aggio. I primi compra~ori, è vero, fu~·ono dei simpatizzanti, ma og~i poss~a~o d~.te ~~e l'a-~dacia ~ la temerità delle nostre mdustrie sta m c10 che 1 nostri clienti sono i nostri nemici, i grandi tessitor~ di cot?n~ e di lino. Noi ci siamo detti : dobbiamo essere superiori a tutti gli altri per qualità e prezzo dei prodotti._ Or– bene, ci siamo riusciti: quando i tessitori delle aziende capitalil:lte sanno che vi è filo dell_a Cooperativa, non .n~ · vogliono più d'altro. In tal modo 11 nostro prodotto si e imposto nel mercato e noi dobbiamo pensare a raddop- piare i nostri impianti. _ . . _ Così parlaiva Anseele, snello, dH1tto, energico pu:t' dopo cinquant'anni di milizia socialista, chiuso nell'a~ito nero per il· reeente lutto della consorte, con voce chiara, che di'ventava tagliente, quando con invettiva .biblica fulmi– nava i nemici del proleta.riato: Tutti, tutti d'accordo que– sti padroni liberali, cattolici: protestanti, ~uando si. t:r;_a~– tava di macerare in questo mferno - la filatura di Imo ~ donue e rao-azzi per 13 e 14 ore al giorno, prima che il movimento ~peraio riuscisse a strappar~ la setti.mana di 60 ore!». 'E il suo :occhio, d'.ordinario. tranquillo, aperto, brillava di una fiamma in cui traluceva lo spirito anticapitalista di ques.to tenace, infaticabile realizzatore di opere coo– perative: la fila~ura di lino, la filatura di cotone, la Banca del lavoro, la flotta rossa dei pescatori di Osten– da. E dopo· cinquant'anni di milizia in cui egli fu gior– nalista, amministratore di Cooperative, oratore di riu– nioni pubbliche, organizzatore di manifest~zioni, missio– nario del Partito, questo. ardente e forte pioniere, che non ha mai conosciuto riposo, si prepara a 'nuove realiz– zazioni. Lo compensano a sufficienza gli sguardi pieni di rico. noscenza degli operai delle fabbriche cooperative, che· eg·ìi, precedendoci, saluta con UJ1 gesto breve, secco, e pure amichevole. Il movimento di fusione. delle Cooperative ha dato im– pulso all'impianto di industrie che con le Cooperative sminuzzate era impossibile, tanto che già è stato. posto il problema del come evitare i doppioni e la concor– renza. E a Gand,- dopo il Congresso internazionale, i coopera– tori belgi adunati hanno ruminato un progetto di crea– zione di una Società generale cooperativa, opera nazio– nale, costituita con la partecipazione di tutte le Coope– rative del Paese (quota iniziale non inferiore a cento– mila franchi), . che dovreobe cominciare col nazionalizza– re e 'riprendere certe aziende cooperative esi.stenti', quindi ' dar vita a nuovi ramì di produzione cooperativa à mano a mano c 1 be la necessità si presenti, sempre sotto il proprio controllo. Il movimento di produzione procederebbe cpsì auto– nomo da q'llello del consumo, ma coi capitali da que.;;to forina~i, con personale tecnico specializzato, e a ,endo as– sicurato l'esito dei pro~otti per mezzo degli. spa:cci delle stesse Cooperative di consumo,. · Nella stessa Società generak cooperati.va dovrebbero concentrarsi tutti i risparmi delle Cooperative, i capi– tali dei Sindacati che già oggi sono avviati verso il Comptoir de Dép6ts et de Prets foncfa,to nel 1920 a Gand. Infine, se si riéorda l'Ufficio cooperativo incaricato del– l'organizzazione dei Congressi annuali, di dirigere la pro– paganda in tutto il Paese, d'orientare la politica coope– rativa e di indicare i migliori metodi di organizzazione e di amministrazione, si ha UJ'!. quadro sufficientemente esatto della ·cooperazione socialista belga. . Alla quale, accanto alle Cooperative di impiegati dei servizi pubblici e di ferrovieri che sembra comincino· a comprendere la convenienza di avvicinarsi ai grandi òr– ganismi delle socialiste; alle mal riuscite Cooperative cattoliche urbane, e a quelle molto più diffuse_ nei paesi agricoli dove servono da strumento di dominio tra le mani del partito conservatore, spetta l'orgoglioso titolo di essere mezzo di elev.amento del proletariato, di cui, co– me a Gand, il Belgio puì, esser fiero, e di laboratorio per la formazione di una èlite di uomini esperti ed abilj, che siano all'alte7:za del compito, al quale la classe lavora- . trice sarà chiamata, di amministrare la produzione, il consumo, il credito. , Percorrendo nell'Esposizione i riparti della cooperazio_ ne belga, visitandone i grandi magazzeni in paJazz~ son– tuosi od i moderni impianti industriali, conoscendo quei BibliotecaGino Bianco condottieri, osservando quelle masse fortemente organiz– zate e ben disciplinate, l'impressione diventa convinci– mento che, per questa via, l'idea socialista è in· c:,am- mino. À.LESSANDRO SCHIAVI. Fonti: La Coopéra'tion en Belgique par ccl'Office coope1;a'tif bei– ge » - (Bruxelles 1924). La Societè coopérative socialiste Vvoruit (Avanti:) Son histoire, ses institutions, son action - (Gand). La maison du peuple dc Bruxelles _ Notice historique - (1924). Office de l'.assurance et ,de la,prèvoyance sociale du Ministè_ re de !'Industrie et du 'l'ravail: Les societès coopèratives en Belgique _ 1873-1922 _ (Bruxelles, 1924). Le .Peuple, organe de la dèmocratie socialiste, 31 agosto, 8 settembre 1924. V. Per u~a riforma alla riforma. · Abbiamo esaminato, in sintesi, 18: riforma Genti. le, le sue origini, i su0i moventi p-0litici, la sua ap– plicaziorie e i suoi risultati sommari dopo un an. no di infelicissima p;rova. Per un esame più c-0mpleto attendiamo le cifre, tutte le cifre, c})e si dic-ono in preparazione, ma che axrivarono ben più sollecitamente quand-0 do. vevano servire a giustificare la furia demolitrice. , Quand-0 po-tremo misurare c·ompletamente. i li– mit~ e le ·consegu~nze dell'immane cicl0ne abbat. tu tosi sulla:· scuola italiana, potremo anche ,preci. sare meglio l'opera di rie.ostruzione e di riforma alla riforma. Ma nell'attesa n9n possiamo restare inerti e ,indifferenti; un nuovo anno non può· tra. scorrere senza aver portato- un principio 'di tran~ quillità nelle _scuole e nelle famiglie. · Che si debba tÒrri.arci su, e coraggiosamente, l' af •. fermari-o oramai senza reticenze gli stessi amici del fascismo, gli stessì « fiancheggiatori ». Il dibattito può vertere -s-0ltanto sui limiti dell'opera?:ibne; e mentre i più recisi avversari vorrebbero- ·un inter. vento radicale, i benigni si affiderebber-0 ben volen. tieri alle semplici risorse dell'ortopedia. Se non che anche questi ultimi, messi alla _prova, finiscono per essere c-ostretti ad operare tanti ta. gii e tali raddrizzamenti da giustificare a pie110 i propositi più seyeri. Certo, non bi-sogna farsi prendere la man-0, ta. gliando sul vivo- senza considerare la grave con. dizione creata agli _scolari e agl'insegnanti da in– novazi-oni continue, ma non conviene neanche ljmi. tarsi a qualche effimer,o ritoc·co per timore del tem. p-0raneo turbamento. E' quindi questione più di metodo èhe di misura, e siamo sicuri che, c-0n .opportune disposizi,oni tran. sitorie, si potrebbe agevolment~, nel gir(ì di alcuni anni dare un assetto logico e durèvole alla vilipesa e martoriata scuola pubblica italiana, senza dan. neggiare tr-oppo u:na generazione di allievi già ab. bastanza' provata '.e riçlorrando un po; di serenità a gl'insegnanti che l'hanno da molto tempo perduta. Le propost~ ·socialiste di riforma della scuola~ a) Criterii generali. ::...•esperimento gentilia.n-0 ha confermata la bontà d:,;~e ìinee sommarie di riforma concretate· nel 1921 -da, una Gommissi-0ne convocata dal Partit-0 socia.· lista, e quello studio, salvo qualèhe rit-Ocoo, può
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