Critica Sociale - anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1924

CRITICA SOCIALE 253 rare e far tacere -le obiezioni che noi avevamo poste ,innanzi. 0ominé;iamo dall'ultimo punto, che può, fm:– s'anch-e, aver valore d.i pregiiudiziale. Noi-ave– vamo dichiarato, sebbene fo forma dubitati– va, di ritenere che non e.si.sta una « soluzione socia1ista del problema militat'e >>. Il no,stro collaborator,e reipHca che, dov-endo ['a-ttuazio- · ne del ,socialismo coordiinar,si a una moiltitudi· ne infinita, di problemi di og,ni gener-e, non è possibile che per ciaséuno di questi problemi e,sso non abbia nna ·«sua» soluzione. Ma su– bito dopo egli aUenua (potrei dire: distrug·– ge) il .significato più profondo di queste pa_ro– le,. affermando che, ,se non si può trovare «la» so[uzion,e, quella cioè• che rispond,e altle esi– g·enze intrinse~he di una id,eal_itào di un movi– mento politi,co., bisogna contentarsi di «una)) soluzione conti·ngrnte, destinata a provvede1·e a, necessità, che non è po,ssibile eliminare .. Su q,uesto punto -siamo iperfettamente. d'accordo: 1 io ·stesso, anzi, nella mi a .preced ente po-stflla, m~ntr-e esprimevo i1lmio pave.re che una solu– zione .sociali-sta del proibilema mHit~rc ,non e– siste, soggiungevo che, però, nel oaso di con– qu:i.sta del potere, ,i socia.Usti dovevano natu– ralmente-preoccu,par,si di r_1solv:ereanche il problema milita-re e provv~dere nel miglior modo a1lla difesa del loro paese. ·· Con quella riserva io avèvo inteso, insom· ma, non di togliere importainza allo studio del problema mrilitare, ma di avviar-e nel modo più. conclu,sivo -la ricerca de'llla sua soluzione; affermando che esso -problema ha esigenze sue, le quali non ipossono sottomettersi o coordi– narsi alle esigenze \deali e pratiche del mo– wmento sociaHsta. Un'azione mi1itare può a mio avviso, -e.sser-etend·enzialmenie sociali;ta, sofo in quanto miri a tutelar-e una civiltà e un _ordinamento socialista, non iin. qua,nto i suoi metodi ,siano ,i.spirati ailla idealità sooia– li.sta. La, sua attitudine a servire questa idea– lità sta solo nel grado della ,sua effioienza ad esercitare quell'a,zione di tutela, non neJ:l'inti– ma -rispondenza dei suoi metodi alle esirnenze fotrinseche di queilla-idealità. 0 · E, per vero, non c'è nulla, nelle proposte del Caporale) che tragga lo s1punto dalla con– cezione che il ,soci,a-li-smo ha, nè de.I diritto dei singoli, nè dei rapporti fra ile cla;s,si nè del– l'~tim?iz.ionie dei valori so~iali. La prova mi– ghore e il fatto the ,nelileidee del nostro ami~ C'O consentono - cominciando da Angelo Gat– ti - scrittorii di' cose milita,ri lontanissimi dal– le nostre idee e ad esse anzi risotlutamente av– versi. Per me, ripeto, è spooialmente sociali– sta, in materia, solo queill'a27ione che miri a svitluppare n:e-1massimo-o-rado possibile le ra-– gioni di solidarietà fra i 0 ipopoli, r, ad elimina· r-e, fin dove si può, i motivi di diissidio : così soltanto si ha una vera, effettiva armonia di -esigenze h1 teriori. In ca,so diver-so, i'l sociali– smo d-eve adattansi a subire le circostanze e– steriort e i risul~a~ delle forze che non può o sogg1-ogart:'o eluumar-e, ,e iprepar-arsi a fron– t~ggiarli nel modo p~ù acconcio, c-0'1migUor risultato per la sua difesa, ma con me.todi che non scaturiscono a.ffatto dalla .sua •intima na– tura. Bibljoteca Gir:ioBianco *** Do1pociò veniamo a queJllo che il Cap'orale · chiama il punctwm vruriens del dibattito. ,Pos– siamo, credo, sbrigarcene ,in poche parò:le, quando .sia ~en chiaro che do -non mi sognàvo amfatto di attribuire a;l nostro amico e collabo– ratore il proposito di arrivar-e alle conseguen– ze protezionistiche di cui iio ,segnalavo il iperi– colo, ma ,intendevo ooiltanto di dire eh-e, in un r~gi11:1e capi~l,i.stico, e di un capjtaHsmo paras– sit~r1_0quale è queltlo che tuttora prevale fra no1, 111metodo propugnato dal Cavornfo con– durrebbe inevitabilmente a quelle conseguen– ze. Il no,stro cotllaboratore ragfona infatti cou nna .logica a.sti·atta, la quale sembra dimenti– care ? t_rascurare i c~-Jipie contraccolpi di po– dero~ISS!_me fo_r~esociali _e di ti·avol_genti iru– pnhn -ps1colog101 e morah. T31le difetto è an– che ,nell~ premessa di questa sua reiplica, là d?ve eglii a-!f~rma che ne-ssun popoll.o ed e,ser– c1to ha- o.gg1rnter•e~se a ~dtstrno•o-,erel'org·aniz- . d . bl:> zaz1one pro uttiva del s uo ne mico, ma farà in- vece Io sforzo _di assor~ ir.la; che, pertanto, non e -da darsi troppo ,imp ortanza al timore che gilii odierni mezzi -d,idistruzione pos.<3ano ~n ,poche battute, ma,nd,ar !:!,lil'aria tutto l'ap~ pa,r~-to -~roduttivo,difensh~o che un popolo abb1a faticosamente e ,sapientemente organiz– zato. Questo sarebbe vero : 1) Se la guerra non ·fo.sse per se stessa' un fatto. irrazionale, che è governato da impul~i sentimentali e dilloo-ici, i quali durano anzi. oltre i limiti .cronoiogici del1Jaguerra. L'esem– pio della Francia di Poincarè, che il Oapora,– le cita, ne è la migliore riprova; e io non fa,c– oio al nostro coNaboratore il torto di suppor– re· che ['esperienza re-cente varrà ad impedire ch,e gli errori si ripetano. Poincarè e i -suoi i– spiratori e seguaci avevano ben la possi-bilità di trarre d•al passato e dal presente· ammae– str11mento e guida; eppure fu necessario che l',errore del foro metodo p.roduce,~se tutti i suoi effetti, perchè essi non già rinsavis.sero, ma fossero obbligati a trarsi tn .di,sparte da un popolo che pur nel loro eno1..e, ·aveva luu,g-am-en– te co:q,sen_tito,e lo aveva incoraggiato. 2) Se •nel1laguerra non ,si dov esse obbedire · a ,nece.8$ità immediate, le qua.li non possono ~~ere sacrificate ad 1111 mediato avvenire. Del– le due l'-una: o l'organizzazione del sistema produttivo è veramente. efficace arl eserdfa,– re la ,funzione militare di difesa e di resi-sten· · za, e allora il nemico non può .sperare di vin– cerlo, ,se non di-strugg,endone ['effidenza, e doè compiendo un'opera di òe,astazione su– periore a quanta fu mai necessa,ria :fin qui prr le rsigenze dell'azione niiilitare; oppure · bai~ta una medtioere offensiva, per paralizzare l'efficienza di quella organizzazione,, -s,enza, bisogno di alcuna va,st.a opera di distruzione, e allora è segno che essa organizzazione era inefficace ai fini ai quali doveva esser fatta servire. . *** Per tornare atl punct1.11m pruricn8, se fos::-e veramente :po-s.sibile mantenere l'attua~ione del programma ,indicato dal nostro Caporale immune da ogni influsso di interessi e di ap– petiti particolari; se fosse veramente- possibi-

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