Critica Sociale - anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1924

ORJ!.rJO.A: S.OCIA11E I . 115 mente giuocherebbe la posta della sua esistenza. Non dunque l'impero, o, almen9, non più l'impero che la demoorazia; dopo le elezioni, l'uno e l'altra appaiono ugualmente impossibili al fascismo. Il dopo-guerra elettorale lascia il fascismo al cruccio delle contraddizioni insanabili dell 'ante-guerra. La massa dei voti è stata strabocchevole; ma non ha seppellito sotto gli avversari, ed è stata straboc– chevole così da accendere tutte le intransigenze, da fugare ogni idea di qualunque compromesso. Noi non diremo che le elezioni hanno lasciato le cose come prima, che i;;arebbe un bestemmiare la, rivelazione magnifica del nostro partito a se stesso. Qualche cosa c'è che prima non era, una preci– sazione di responsabilità a carico del fascismo, senza che. si vegga con quali mezzi, con qùali pro– grammi il fascismo intenda farvi fronte. Il « dissidentisrb.o » fascista è forse un confuso ·intuito delle circostanze, un oscuro presentimento. di divisioni inevitabili tra le vie opposte che si offrono. E' notevole .che il partito-tiranno per ec– cellenza comincia a diffidare, per il suo interno, del potère personale assoluto, e proprio gli estremi– Rti del partito, come il Farinacci, sorgono a-chie– dere che la direzione sia-costituita -come l'espres– sione delle basi della piramide, come la deriva– zione diretta della collettività democraticament~ organizzata e non imposizione oligarchica dall'alto. Più gravi sono i tempi e le responsabilità e più il fascismo - nel suo intimo e solo per sè -. chiede democrazia. Non rileviamo la contraddizione onde, per la Nazione, il partito .chiede la dittatura. Ciò .che importa per noi è solo la conclusione che è que– sta: Dòpo il 6 aprile il fascismo tripudia della sua «schiacciante vittoria», la pesa, la vanta, l'ahbmc– cia, la difende con furore geloso da ogni ·contesta– zione, ma dopo il 6 aprile il fascismo mostra di soffrire per non sapere che cosa il magnifico giuo– cattolo nasconde dentro di sè e che cosa si profib dietro. E ne soffre e ne è inquieto e se ne inso– spettisce e infuria come prima, più di prima._.. CLAUDIO TREVES. lll(~All~M~ f " n~RMAllllllmnf '·' Le violenze post-elettorali, culminate cori for– ma, misura, e piano piì1 metodico in Brianza, e la conseguente protesta del Vaticano, hanno ri– messo all'ordine del giorno la ormai annosa que– stione dell'illegalismo, della pacificazione, o della « normalizzazione » della vita italiana. · Il problema, complesso di elementi politici e psicologici intricatissimi, è connaturato aUe origi– ni stesRe del fascismo, il quale (quanto a violenza materiale) sorse come un'iniziativa di gruppi in– ·negabilmenté audaci quanto più erano piccoli, che si proponevano reagire e « affermarsi » contro una violenza, piì1 di parol~ che di fatti, dell'estremismo. proletario postbellico; e bentosto, accortosi del si– cùro favorè degli organi· dello Stato, da una parte, e della inconsistenza di preparazione tecnica e spi– rituale delle masse a resistere dall'altra, tra.sfo1:mò la violenza di attacco d-i .minoranza, in violenza sistematica come mezzo di dÒ!mlinio, moltiplican– do il suo inquadramento e il suo attrezzamento, costituendo i suoi nuclei armati in ogni centro, in ogni paese, adottando insomma come metodo di Governo (virtuale prima, poscia reale) quello che agli inizi era f'ltato un moto di protesta e di « ardi– tismo». I « reparti d'assalto», che dap.prima s'e– ran mossi un po' a tentoni, visto il buon esito, Biblioteca Gino Bianco si allargarono rapidaménte in esercito o.r.ganizza– to, che ~i estese, si consolidò, e sottomise l'intero paese. Nato e afforzatosi così, come può il fascismo smobilitare o anche solo diminuire la pressione? Le elezioni recenti, con gli esempii dei luoghi dove s-ipotè o si osò votare liberamente, hanno rive~~to al fascismo quello che i suoi capi più avveduti giù, sapevano, cioè che, sotto la dura crosta· della repressione, le aspirazioni e le coscienze _vivonoa tm dipresso cm;n:eprimà, e che il bastone ha potu– to piegare i corpi ma non conquistare le anime. Le rappresaglie punitive susseguite alla prova. del– le urne possono apparire,. e sono per certo aspet: -to, puerili, illogiche, bestiali; ma hanno pure una loro linea che le riallaccia alla radice e alla conce– zione generale del fascismo. Il proletariato p~reva morto ; il vincitore lo credeva o mostrava di cre– derlo tale;· le urne dimostrano ch'esso vive; e il vincitore torna a batterlo per ucciderlo. Illusione aRsurda e macabra, ma non diversa dalla illusione originale, per la quale il fascismo, visti i tempi - favore-voli, tra il '21 e il '22 si argomentò conqui– stare sicuramente, effettivamente, un paese di 40 milioni d'abitanti, col metodo con cui aveva prese audacemente alcune posizioni al nemico in azioni isolate. · ·t Nè la devaistazione sistematica di Cooperative e di Circoli famigliari, consumata in _Brianza,)n L~– guria, ed altrove - la quale apparisce a pnma vi– sta una brutale e stolta vendetta sulle cos.e, una distruzione cieca. di beni - manca di un suo mo– vente ragionato ... se non ragionevole. Soppressi e dispersi i Circoli politici e le Associazioni eco– nomiche di resistenza, i;mpedita quella che era la vita normale, ufficiale, organizzata del prole– tariato, questo co1:1tinuava a « vivere »,. sia pur~ silenziosamente, sia pure a bassa press10ne, nei luoghi, nelle occasioni dove, senza apparenza e an– che senza propositi politici, poteva sempliceme!').te adunarsi ritrovarsi insieme, anche a far la partita, anche a bere il bicchiere, anche a tacere-di politi– ca; anzichè a parlarne, o a vociarne, più o meno sgangheratamente, come ai t~mpi della libertà ~? deUa licenza) . Quel « tacere msieme >? _valeva prn che quel gridare d'a~tr_evolte. ~rovarsi in quattro, 6 in venti, guardarsi, mte~de~si senza parlare, vo– leva dire, per i lavoratori, viv---ere come ~la~se? e sentirsi vivi. Le forme di queste mute, 1Stmt1ve affermazioni di vita son le più diverse e impensate. L'anno scorso, Mantova - una delle provincie più areligiose d'Italia per tradizione orI?ai ant_ic_a - vide un pelleggrinag_gio, promosso da~ C1;l,t~ohc1? assumere nel corteo fmale, una grand10s1ta mai supposta.' Conversione miracol?sa in ma~~a di mi– gliaia di lavoratori che da anm e decenm_1non an~ davano in chiesa, non erano battezzat!, non s1 sposavano davanti al parroco, e _non battezzayano i loro figli? Macchè ! Per una piccola parte v1 en– trava la << ripresa religiosa »-che sus~egue_sempre alle guerre e, in genere, alle_c~lam~.tà; -~ pa~te maggiore, si ~ratta va di lavorat<~m. e cittadini socia– listi o semplicemente non fasc1st1, che, non arven– do d~ due anni altro modo di farsi vivi, di « dimo– strare », di esprimere la loro protesta, avevano incamalato questi loro sentimenti entro il_ fiume della manifestazione cattolica, la quale, m quel · momento, diventava davvero « popolare »; conver– gevano, con_.lo_ spirito e c~m la pe~sona, vers? quel corteo in cm s1 parlava d1 pace. d1 lavoro, d1 amo– re in cui si vedevano emblemi ... da cristiani, sen– za' randelli,·senza pugnali, senza teschii da morto! Che giri strani e impreveduti fa la corrente dei sentimenti collettivi, .senza però sviarsi nel pro– fondo, e tornando poi con retto istinto alle sue foci!

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