Critica Sociale - XXXIII - n. 24 - 16-31 dicembre 1923

876 CRITICA anche i -giovani delle Scuole alla legge comune dei cit- tadini. _ Senonchè quel tanto. di -paradossale .che è sempre nel– la vita vuole che •il Governo restauratore (almeno a pa– role) della -d:i1Sciplina e della legge in confronto degli · studenti avvezzi a fare im,punemente d'ogni erb'a un fascio in simili circostanze, sia pro.prio quel Governo che· dell'atmosfera di violenza generica è l'esponente, l'alimentazione e il prodotto; e ch'esso si senta rispon– dere, plù o meno uf.fl.cialmente, che questi siu'<lenti « ribem » hanno dato e danno largo contributo aL Fa– scismo. Ris·posta che ne ricorda un'altra, di tempi poco· lontani: quando, m occasione di tentativi di restaura– zione diJSciplinare dopo l'anarchia del tempo 1 bellico, .si :udirono degli student.i protestare contro questa pre– .tesa che eSGi, almeno un poco, studiasser-0: « Ma noi ,siamo ,stati favorevoli alla guerra I ». Tanto è infinita la varietà delle trasfo.rmazioni e delle deformazioni phe una idea può subire nei diversi cervelli, associandosi alle passioni e agli interessi di ciascuno: che ,per certe correnti di giovani, il patriottismo, non solo s'identi-· .fl.cavacon l'interventismo, ma si concretava nel diritto a non studiare... - Indipendentemente da•ciò, qualche «nota» nuova .si .è effettivamente .sentita nella, occa,sione idi queiste aigi– tazioni. Abbiamo udito il Governo e la .sua s1ampa fare il piccante e signi1l:cativo confronto tra i cittadini, tra gli operai che si sobbarcano disciplinatamente ai più duri sacrifici, e gli .studenti che ,si rllfiutano. ai nuovi e più severi ordinamenti. Abbiamo udi-to rilevare il contrasto tra il fatto che nelle of-ficine e nei cam-pi non si scio– pera più, ond.'è into1lerabile che si scioperi nelle scuole. • E Infine non mancò qualche· voce (tutti i salmi devcin pur lflnire in gloria!) che ricordò, quanto alle forme chiassose e scomposte. di queste agitazioni, che « non siamo -più al tempo che comandavano i rossi •. ' Or se qui si vuol. ricordare che al tempo dei rossi gli studenti potevan trovare l'esem-pio e la suggestio• - ne delle forme d:i1Sordinatedt agitazione in 'Certe con,. suetudini di fo!le operaie guidate dai demagoghi ri– voluzionari - oggi in buon numero acquisiti al Fascismo - noi non abbiamo altro da dire se non che la tradizione « goliardica » di una baldanzosa impunità· pr!cvilegia,ta deUa casta studente~ca si riannoda al Medio Evo e non aveva davvero bisogno -dei... mali esempi dei ceti ciperat · · Ma ,quanlto ,alJ'atte.ggiame:nto ,~l'el •Pi'roletaria>toso– cialista, o « ;sovversivo » in gen:ere, verso' gli studehti e le loro agitazioni, ,esso !fu generalmente, e per 'OiVVie .ragioni, tutt'altro che benev0lo. La disparità, di 'ceti creò spesso anlche eccessivi e ,poco - 'abili dualismi, .·tanto in:eno logici quanto più le scuole, pur d'alto grado, si aper.sero a strati sociali meno agiati. La di'vereità evidente di trattpmento da parte delle Autorità; il suggestivo confrontò fra ciò che «.era le– cito • agli .studenti, e nelle strade, e nell' « asilo, » im– munitario della loro rniversit.à, e ciò che era proib;ito, o -crudelmente ;represso, agli operai. portò sempre aJd. atteggiamenti ò.i scarsa .siml)atia o di indifferenza, se ,non _anche di aperta ostilità, fatta anche - negli spi- .. riti più. rozzi - '<liun invidioso rancore. Quella tradiZione goliardica, morta nella realtà, e te– nuta artiflcios8J!Jlente in vita, non trotvò molta sim– patia nel no,stro mondo piuttosto incline àd anticipare· l'avvenire -che a ri·suscitare _o imb~àmare il passat'o. Ne t.rovò tanto meno, ,perchè nei tempi nostri, essa perdette i suoi caratteri più. sinceri, di spregi'u.dìca'ta ·baldanza. di indipendenza buontem,pona, per trasfor– m~rsi in una. aspirazione a schiva,r fatioea e doveri in giovani che viceverea erano più che ortodoS6i in tante altre cose. Ah, quanti -0.i questi giovani che non vo– gliono la Riforma Gentile in ciò che' li tocca nei Joro sia pur giusti diritti e interessi, e anche in quel ch'essa h_ adi buono per ricondurre la severità degli studi, non s1 sogna.no neI)pure di ribellarsi ad essa in auel -che ha <l' i c onservatore. di privilegiato; non la dftutan<5 nel suo s~irito di restaurazione; quanti reiSpingono, l'esa– ma d1 Stato, ma accettano la « religione» deU'oho– .revole Gentile ! Al fondo di ogni agitazi-one ·studentesca vi -è un _moven~elfì~io)ogi?o pr_ofondamènte sincero:_ i ragazzi, i g1ov_mett1, 1 g10.varu.non si sottomett'ono di somo volentieri alla ,scuola:, alla fati-ca dègl_i stild'i. rn q,ies:ta BibJioteçaGino Bianco - .verità d'ordine paturale, nel contrasto di eS6a con l'altra verità, di ordine sociale - esser :pur necessart,o che i giovani studino; in quésta lotta tra il ,piacere e il dovere, sta tutta la legge della vita, il ritmo eterno dell'urto fra la libertà individuale e la disci,plina ool– lettiva. Ed anche nel giudicare e nell'agire rispetto · a que.sto problema, vi sono va.rii modi e varii atteggia- . 'menti. &pesso le d'.amiglie si contentano che il giovane òila promosso e st iaurei; non badano se studia. S'fl-dÙcianella scuola e ne,gli .studii uf,fl-ciali 7 O .sfl/ducia nella so·cietà 7 Opinione .e speranza c-he il 'ver-0 valore si farà .poi strada da sè nel mondo? O OOucia che il diploma, di ,per sè, apra la. v~a· al successo? Apprez– zamento diveiso di ciò che sia vmlore: se· esprima cioè le 'Clotidel mi(lliore; o quelle del più adatto? Quanti problemi qui si ,pres1mtano e si irraggiano e si -moltiplicano, 'Come il'ami d'un grand'·albero 7 A noi bast.a stabilire che, -come socialisti - e sopz'ave'l'e nella Scuola ufficiale del mondo oorghese una :fiducia che esso ,stesso le nega - noi abbiamo semvre pen– -~atò che i giovani delle scuole debbano studiare e lavcrare; non foss'altro, ,per un .senoo di perequazione , verso i loro coetane.i dei cam-pi e delle ufflcine .. ·Gli ordinamenti della scuola u,fficiale .sono quel che sono; ma la loro imperfezione non deve• servir da a!ib.i a non ,studiare... ne-anche fuo;r da: queg'lt \ordinamenti. Il bohémien, in fondo, è una figura eminentemente indi– vidualista; e solo per un. equivoco, fondato su alcune analogie Ptlramente . fbrnia1i, :ta.Jora i giov.ani ' C,he-e ra– RO o si cr'ede'Va:no sovversivi, simpatizzavano e.on ·1a bohémie. · Per un equivo-co iconsimilé, qùandb le •Scuo-Je· si mettevano in ,scio.pero, potè -parer naturale, in aJIIÙ)ienti meno evoluti, ctle i ,giovani « sovversivi ~ dovessero essere all'avanguardia. Non si trattava di ribellarsi al « principio d'autorità», non si trattava· di scuotere il giogo di una tirannide, e di alpip1icare certi metodi di agitazione e di ·1otta. che sono per tradizione più pro– prii ct:elle classi op-presse, la protesta, il comi:!)io e lo S'Cioperci?E tutto ciò che· è insurrezione, tutto ciò che rompe l'ocdine costituitO', tutto ciò ctie si esprime in atteggiamenti sl1a'ra:zzini, non sembra avere in sè qual- checosa di rivoluzionario'/ . Oooor.reva: molto ·nrecilsa coscienza, interiore, e -un certo grado di difficile coraggio esteriore, ver rompeire questo pregiudi zio, - e per ,fàr .si che. iJ: Socialismo non ii confondesse. e.on tuttociò .éhe. tia la dispensa dal ·layorb· come flne, e i'l ch'.l!éls,so incom-pos~o com'e' mezzo. E" oppo.rtuno, e· gradito regi.strail'e due atti 'de1 Comitato ·direttrvo -dei ,giovani sociali'sti unitari, eh-e affetma 1:1nalinea nettai in pro.posito. · Nel'la sua riunione di Milano del 2 dicembre, pre– cecte·nte al:l'agitazi-0ne studentesca. segnando ai pro– prii seguaci le forme re gli ·indiTl.zzf della ·19ro attività, il Comiiato non· IJ)oteva naturalmente p'rescindere da.lla questione della riforma Gentile che -presenta cosi viva attualità _per la classe studentesca, nella quale la no– stra idea va •riconqui:Standb · pjccoli, ma-' elétti e signi~ flcantissimi gruwt di a·derenti. , . Ebb ene, rispetto a questa Riforma, }a quale è criti– qa.ta ed osteggiata cosi spesso assai più per queno che 1ia d i 'buono che per (JUello che lia di cattivo, i gi'ovani nostri c omlpagni invitavano i -gruppi studenteschi ade- • 1tenti.al nostro Partito « a:recare nella: questione i con– c·et ti SO'cialil;ti'd.i ùna critica iiliSI!)ti'ràta, comliattere I a Jiifol'!na Gentile; non. già in' qualllto: essa sjr prol!)oneva ùi restaurare la d.'i,scipliina15a OII)erosità de'gslistudi, onde i) giovani dell'e 1Scu0Iesi con:qufstlno, col lavaro il loro i>nesto cammino ne-ll'a 'Vita, ma. in• quanto eissa con– tiene di deficienze- tecnìehe ·nell'ordina.mento,, e spe– cialmente irt tutto ciò che' in essa: signi,flca privilegio per gli abbienti e' ·esclusione <talla scuo'l'a dei meno favoriti' dalla fO'rt'Una". '.:_ .SoòJ>p1ata_Poi la ,recente agitazione, il medesimo Comitato Nazionale il giorno~ dicembre con _suoordine del giorno • impegnava gli .stude:Qii sooiali.sti di ogni ~-cuola a partecipare a:Ule ordirute manifest,azioni con– ;:'O la ilUwtoriale rtforma Genlile, sempre e dapper– tptto . affermando le rag?oni della nostra o'I)posizione, ~e òiI 5'ls1lall,;ia -· anolle,,in qué6to' caso - nella dlifeèa <:fttlgliDte:re-ssl · mQIT.aU,&u1t'IJrali,-economici,- non dì!lla sbla' classe, stUC!lfe'.tf.tesca., mar d·eJI'dFJJteral conèt'tlvitA ». E' unàl 'J)OSimene· &'!].ma e· un. pu'.n'to•di.1 vista ele\'afu, e 11>orta· la qUéstione in-• alto;· ilf Util!. foce nu&va. e na;.,df pi'l~IJ)i't'' e di •~é. . G! ZieokJJt: ' ' . -

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