Critica Sociale - XXXII - n. 4 - 16-28 febbraio 1922

50 CRITICA SOCIALE piattaforma di idee alla nuova amministra?.ione. Democratici e popolari proposero _le inconcilia– bili propqrzioni dei loro appetiti. La destra disse semplicemente: Concenfrazione, volendo dire, sol– tanto: tutti addosso ai socialisti! I socialisti, cui si accostarono subito i riformisti, riportarono il premio di virtù. Essi, is pirando si alle necessità vi ve del proletariato, si ani.no limitati· lodevol– mente a far proprie le preoccupazioni inerenti alle 8 ore, alla Cooperazione,• alla vita munici– pale, ecc., secondo il pensiero della Confedera– zione Generale del Lavoro, alla res-taurazione della libertà politica e della imparnialità ammi– nistrativa verso. tutti i partiti contro la imper– versante violenza reazi.onaria, alla preparazione della Conferenza di Genova senza ostracismi e senza umiliazioni, per la ricostruzione solidari– stica dell'economia europea, che è veramente la premessa necessaria per ogni politica interna ed sstera che voglia. superare la crisi del dopo• guer~a nel mondo. . Cotesto programma in uu momento diventò la bandiera di tutti; tranne, si capisce, le bestie feroci della Destra, che poi· non sempre.sono fe– roci. Allora convenne si spiegasse dai socialisti che non si trattava di imo· steeple-chase di bu,oni sentimenti, ma di ìmpegni còncreti... Giustis– simo!. .. Ma, appunto perchè si trattava di ciò, bisognava vedere i_mezzi e le forze all'azione: Noi, socialisti, che siamo a1la fase del buon senso col contagoccie, alla collaborazione coi gua_nti antifecondativi, non volendo partecipare in alcun modo al Governo, siamo naturalmente dà tale discussione esclusi. Non professiamo noi. il chi vuole' non vada? Avendo proclamata l'incapacità borghese ad o gni miglior!Lmento 1 non professiamo poi eh.e le.tl! Jratiche necessarie di miglioramento da noi proposte debbono essere. sosten-gte e prò– pugnate da _democratici e popolari fuori .di noi, per un divino investimento che.noi facciamo loro del nostro spirito e dei nostri scopi prossimi e remoti? ... Democratici e popolari, super giù 'con– cordi nel programma socialista, si temprarono alla battaglia intorno a De Niçola, ·prima, ed Orlando poi,· per la proporzione e la natura dei oortafogli, disputandosi, in sostanza, per ciò che in una più razionale natura delle cose non avrebbe m~i do-yu~o_interessarli, per essere l'appannaggiò dei so01ahst1.'' . · . L'on. De•Nicola, schivo da ingorde querele, i:eputando forse che, allo stato delle cose, la di– scussione non_ potesse maturarsi, rassegnò l' in– carico. L'on. Orlando tentò invece di dominare la discussione, mett~ndo avanti dei principii. Il · numero e la qualità dei portafogli non debbono essere l'oggetto dei gruppi che si stringono a · sostenere un Ministero, ma della facoltà esclu– siva dell_o Incaricato; se no, si fa non un Ga– binetto, ma un· Direttorio. Tutta la democrazia e tutto il costituzionalismo della Destra applaudì. Ma i popolari non •si lasciarono persuadere. La tesi dell'onor. Orlando. era di una impeccabile dottrina liberale-individualista, quE)lla che nega la, proporzionàlt ed i suoi corollarii pratici - fra· cui è quello di éonsiderare il Governo di coa~ lizio_ne necessaria come l'incçmtro di gruppi per !'IOStenere un programma~ .concordato, nel quale Governo 1 i gruppi hanno un interesse evidente BibliotecaGino Bianco a portare quetli dei loro - uomin1 che stimano più adaLti, con le funzioni che ad essi sono pm proprie. La solid0rietà del Gabinetto deve for– marsi, non per l'affiato del capo, ma per l'affi– nità dei propositi delimi-tati e precisati, e dn tutti i componenti il · Gabinetto assunti con la stessa convinzione. L'on. Orlando· non poteva essere obbedito dai popolari, i quali pure, dopo la· rinunzia dell'.on. Orlando, si ace.orda vano am– biguamente- coi democratici, ·affermando la pro-, pria •disponibilità alla collaborazione con· essi « senza veti ed ipote.che » in rapp_orto alla pro: pria partecipazione al Governo, e spiegarono nei . corridoi che con ciò, se avevauo rinunziato a tener sempre i p·ortafogli della Giustizia, dei Lavori pubblici e dell'Agric0ltura e consentivano alla roteazione degli incarichi e delle competenze, non-avevano rerò inteso di tiare il l,ascia passare ·a uomin,.i chl'I essi reputavano manifestament_e contrari al lo•ro programma, come l'on. Giolitti. · Il fondo della questione per 1 altr0 non fu tocco; fu appena sfiorato e forse neppur intra– visto in tutta la sua imponenza. Il fondo della questione era questo, niente di meno: Il Gabi– netto è .fatto dal Parlamento o dalla Corona? I ministri sono nominati dal i·e o... dagli eletti del suffragio lini versale? Il Consiglio dei' Ministri (spieghiamoci con una tautologia) è..• un Soviet 0... un cancellierato? Sotto le ambagi della crisi t.rafora ancora la questione istituzionale. La rea– zione democratica contro l'invadenza popolare sboccherebbe. ad una reazione politica, ad -un inc'rementq dei poteri ,della Corona su quelli del Parlamento? Per scappare 'l. DOY: Sturzo -d'uopo è cadere nella più grande g,•afia_ di 'dio e nelll\ più piccola volontà della Nafion e? Ah! quando si pensa che noi dobbiamo "al nost.ro egregio massimalismo (o tutto o mtllal ...) se ci trovi!llmo ancora a dibatterci tra questi rompica'pi chinasi, mentre- avremmo già potuto uscir:oe _fuori, una volta per sempre, qu_andola borgheiiia; e;ra pronta a regalarci la· soluzione piì.r radicale del problema · istituzionale!.,. Ah! quando si pensa che in causa dì' cio rioi abbiamo lasciato sussistere l'tna delle maggiori difficoltà ad agire da noi per il pro– grnmma che siamo ridotti a raccomanda.i·e per l'attuazione ,ad uno sperato gòverno migliore, co- . stit~ito senza di noi, e, perciò, sempré, più o meno, contro di noi!... ,· Ebbene, che vale' il ·querimoniaFe? Poichè tàle è· il destino .creatoci . dagli even ti che ci hanno' ..preceduto ed hanno determina.to la tessi– tura dell'a?.ione nostra, stringiamoci per l'opera di permeazione e insufflazione delle idee nostre .nell'ambiente che ci circonda, la·sciando 'ai fati di trovare la loro via, che qualche volta è una persona, un nome. che incarna la virtù di rea– lizzazione dell'ora storica. Eliminando tutti gli uomini politici compromessi nei· fatti contro cui si leva la protesta del nostro programma di a– zione {resistenza all'offensiva padronale sul ter– reno economico ; ristaurazione delle libertà pro. letarie sul terreno politico;· riorganizzazioni) in– ternazionale dell'economia euròpea e della pace), residua· una designazione positiva di forze par– lamentari·, per le quali àetto pi;ogramma può es– sere, non un. accademico omaggio alla. virt'I\,·ma. · t1n patto concreto di sa1vezza comune, che può I

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