Critica Sociale - XXXII - n. 3 - 1-15 febbraio 1922

34 CRITICA SOCIALE veva essere solo per coloro che si mostravano disposti a s,ervire il grande sogno, chiamando sub1·to le turbe alla rivoluzione; gli altri erano tutti nemici, borghesi e controrivoluzionarì. Ma poichè la Polouia arginò la valanga russa; la Germania si acconciò ad un Governo di coa'li– ziune pacificista, se parandosi dai nazionalisti; 111. Francia e 'l'Inghilterra si r nppero, così per. la, politiua in Oriente cornei p.er la politica, in Oc-_ cideute, delle riparazioni; C<)SÌ a Washington per il di:sarmo come a Cannes per .il traptato di ga– ranzia e per il riconoscimento della Russia e della Germania; la III Internazionale muta le sue direttive e si adopera a servire la Russia nello sforzo di adattamento del partito comuni– sta, tanto alla politica interna di restituzione capitalistica, quanto a quelìa esterna di accorta intrusione' nelle divisioni della Intesa e di ac– cordo con l'Inghilterra, e perciò ~pinge i partiti socialisti meno «puri~, i più invescati dal par– lamentarismo borghese, come il _Labour _Pt.wty, a intensificare l'opera di influenza parlamentare, subordi11ando ad essi la stessa azione dei C<'lmu– .nis'ti, i quali ne hanno un'aria un po' trasecolata. Ah! quanto è anche lontano ·il tempo che al Congresso comunista orientale di Baku, Enver Pascià ern accolto e onorato come_ bolscevico purissimo per avere fatto la sola professione di fede: « Per me è bolscevismo tutto ciò che è antin– glese ». Ora Enver Pascià deve esse1·e in una qual– che carcere bolscevica come reo· di tradimento! Le realtà contingenti sono mutate e tutte le tattiche mutano. Rotti i due blocchi, ~'Occ-iden– tale di Versaillès e l'Orientale •di Mosca,. che, in una rigidità, che pareva inflessibile, si cerca– vano a morte e sembravano dpver segnare' l'im– minente supremo corpo a corpo dell'Imperialismo e del Corrùrnismr,, la rete dei rapporti interna- · z;ioa"li tra gli Stati si ricompone· come la rete dei -rapporti tra cati e classi nell'interno di cia– srmno Stato, dando ragione e forma f)l sociali– ~mo per tatt:che diverse e composite· di lotta ,li (:IHBS·• e cli "ollaborazione per la lotta di classe. L"nin. ••.nn gli accordi con Lloyd George mani-.• fesr., mente precPde11ti alla Conferenza di Cannes per adrliv ·nirA a qu"'lla di Genova, non ha cre– duto certo di abiurare il comunismo nè ha cessato di co1Jsiderare l'imperialismo brittannico per quello che è di antitetico al comunismo stesso; ma poichè Lloyd George, rallentando i vincoli coll'imperialismo francese, offriva 1;1,l nome comu– nista: diritto di esistenza tra gli Stati, l'avvedu– tissimo rivoluzionario non esitava a stringt;ire il compromesso ed a sollecitare l'uniformarsi a quest'ultimo della tattica socialista europea. Nè con ciò si vuol dire ch,e la Conferenza internazionale dei socialisti, che tl nostro Consi– glio N azionaLe ha deliberato di promuovere (o di aderirvi s·e fosse già da altri promossa), non abbia altro scopo che qnello di servire la causa russa; ma si riconosce che tutti-i problemi della vita internazionale, interessanti il proletariato, sono afferenti alla ricostituzione s_olidaristica del mon_do: devastato dalla gu~rra, ciò c:he implica pr~hmmarmen~e- ~a fine de1 bandi, degli ostraci- · sm1 tra le naz1om ed una cooperazione cosciente tra tutte. La necessita della solidarietà "(ehe è anche BibHotecaGino Bianco reciprocità) è m,rnifesta. ·Basti pensare alla ca– tena lei debiti degli Stati. Ora si vuol mettere come condizione della .'ripresa dei rapporti con la Russia il riconoscimento- che questa faccia dei suoi debiti ... czaristi. Se ciò non è un puro atto di umiliazione che si imponga alla rivoluzione, ciò importerebbe che tutti gli Stati debbano u– gualmente pagare i loro debiti ... Neppure l' A– merica, che sarebbe l'unica a guadagnarci, crede a quest~ bazza. U America si contenta per ,ora. di molto meno, di imporre. il dìsarmo. alla Europa debitrice, perchè non sperperi le sue risorse in dispendi militari, che fatalmente pre– ludono e determinano i più gravi dispendi dell!i. guerra guerreggiata. L'acuto senso mercantile dell'America spinge l'Europa alla democrazia assai più che la guerra ... per tutte le libertà! E ciò è bene. I soci'llisti ·concordano e debbono spingere; i socialisti sono deterministi e ·non fanno processi alle intenzioni, quando queste determinano situazioni -in cui• si inquadra obiet– tivamente l'interesse del . proleta'riato interna– zional_e. Per ciò stesso sono anche con l'Inghil– terra quando essi avversano le ricattatorie pretese francesi di un'alleanza ,nilitare particolare così detta di guarentigia. Coteste aUeanze partie.:olari determinano controalleanze della sbessa natura, e tutte sboccherebbero a quelJe cui sono arrivate • la Triplice Alleanza e la Triplice J.n_tesa nel 1914. P?·incipiis obsta. Per essere pratiche le riparazioni dovrebbèro riportarsi a quello che ·era stato convenuto da Wilson nell'accordo per l'armistizio, che diveutò pòi, col tratt.ato, il solito ... chiffon de papie1·. Le 1·iparnzioni non debbono dare luogo a sanzioni arbitrarie degli Stati creditori e tali da vulnerare il diritto dei popoli alla lon1 libertà, creando pegni èhe ristabiliscono il diritto qi con– quista sopra inermi popolazioni, pegni il_cui va– J.or.esupera, per il creditore, il val<'lre stesso del credito, onde è indotto· a desiderare l'inadem– pienza del contratto ed a· ptornuc,verla con esi– genz;,e sempre crescenti. II delitto !Ilaggiore del– l'Intesa dopo V èrsailles fu l'imprevidente trapasso dalla politica delle 1·ipa1·azioni alla politica delle sanzioni, con la concessa qccupazione della riva sinistra del Reno, che creò la ragione della in– contentabilità della Francia che non si placherà più. Certo il: rifacimento delle distruzioni della guerra è un interessa ge :µera le e pm e si deve consentire che chi le ha i.mi; nediatamente cagio– nate ne abbia il carico maggiore; non perciò dal punto di vista socialista mai potrà accettarsi che, .a cagione delle riparazioni, un proletariato venga in certa guisa ridotto a lavorare in schiaviti.1 a profitto degli Stati vincitori. A prescindere dal senso umano che lo vieta, il risultato sarebbe certament.e questo, che l'eccesso del lavoro del proletari51-to del· Paese vinto determinerebbe di contraccolpo formidabili crisi, che tarberebbero ancora di •più la vita economica, politica e so– cialè del proletariato dei paesi vincitori, già ri– dotti dalla guerra a _triste partito. Ognuno in– tuisce come,· per lo squilibrio della produzione, il. proletariat,o rli tutti i Paesi sarebbe_ percosso dal flagello della disoecupazione, e con questa, che si aggiungerebbe alla gia gravissima disoc– cupazione propria del dopo~guerra, si me.tterebbe

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