Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

e morale per il consumatore, che il basso prezzo del vino trascina facilmente all'abuso. A questi gravissimi danni i viticul_tori (~atte· poche lodev0li eccezioni) cercarono rimed10,anztch_è col modificare radicalmente le culture, con lo sti– molare l'aumento del consumo interno e con l'in– sistere presso il Governo per ottenere nei Trattati di Commercio condizioni. di favore per l'esporta– zione dei nostri vini(!). Rimedi insufficienti nel pas– sato e fatalmente inani per l'avvenire, giacchè l'au– mento del consumo interno sarà mblto probabH-. mente ostacolato dalla disoccupazione e dal ribasso dei salarii, conseguenze della crisi economica che si va accentuando. I viticuUori enologhi dovrebbero pertanto persuadersi che la loro propaganda uni- • laterale, indirizzata ad aumentare il consumo del vino, non impedirà le crisi enologiche e la conse– guente svalutazione dei cap,itali impiegati nella viti- cultura e nell'enologia. Infatti: , 1) - l'Italta, che aveva già nell'anteguerra una pletorica produzione vinaria, con eccesso di con– sumo interno e deficienza di esportazione, vede oggi scemata ogni probabilità di largo smercio c11-· l'estero, sia per le leggi proibizionistiche di alcuni Stati, sia per la chiusura di altri mercati e.steri, che, non hanno più bisogno d'importare i nostri vini, sia per l'impoverimento portato dalla guen:_a quei paesi dell'Europa Centrale che sono tuttora aperti alla nostra· esportazio•ne enologica, sia· pèi- la. con– correnza fortissima che ci è fatta dalla Spagna; · 2) - l'a1.111essione delle due Venezie, Gi,ulia e Tridentina, aumenta la produzione vinaria nazionale ~i un quantitativo notevolissimo, che, non trovando più sbocco negli Stati d~ll'ex Impero austro-unga– rico, farà la concorrenza ai prodotti enologici d.elle regioni limitrofe e compenserà la minor produ- zione causata dall'estendersi della filossera; , 3) - le bonifiehe, che si sfanno ora largamente progettando e che si .confida abbianò rapida:attua– zione, daranno (q·ualora sieno utilizzate, come le . altre terre italiane, co1f impianti di vigneti e di viti intercalate ad altre colture) nuovo incremento alla produziqne del vino per un mercato nazionale or- mai saturo; · 4) - anche lo spezzamento del latifondo e la formazione. di piccole proprietà favoriranno l' esten– dersi della cultura delle viti da vino: Per tutte queste ragioni, e · pur prescindendo. dalle considerazioni di ordine etico e sociale che fanno deprecare l'incremento del consumo del vino, i viticultori e gli enologi dovrebbero convincersi come ormai s'imponga, nel loro stesso interesse, una serie di provvedimenti organici e continuativi, miranti a trasformare in· parte la viticultura enolo– gica in viticultura alimentare, e a sostituirla, nei ter– reni più specialmente adatti, .con la frutticultura, l'orticultura e la gelsicultura. · · Ma a raggiunger'e questo fine al più presto - e occorreranno pur sempre molti anni - è indi·– spensabile che lo Stato intervenga con misure ra– zionali e con· larghi aiuti economici e fiscali, da un lato per stim'olare vitic.ultori e i.ndustriali a svjlup- (1) Nè mancarono a tem.po gli avvE'rtimenti di stus· diosi di viticultura e di enologia, cito ad es. V1TTOR10 NAzz.uu: Uiiva da tavola e -la c1·isivinm·ia; Casalmon– ferrato, 1908; SALVAToRmMdND1N1, .Esposizione delle iiti– tizza'ùoni secdndarie debt'avite /Bollettino della Società Agrit-ol,tori ititl iarì i: maggi'o 190!:Jl. · BibliotecaGino Bianco - I • pare la produzione, la lavorazione ed il commercio dell'uva e dei suoi proqotti. analcoolici e, dall'altro, per coadiuvare e sus~idiare una_for,te organicq opèr~ nazionale di educazione, the induca la massa det consumatori italiani all'uso di tali prodotti, special- mente a scopo -alimentare. e La spesa minima che a tal uopo dovrebbe so– stenere lo Stato non può essere~ complessivamente, inferi-ore a mezzo miliardo i'n un decennio, d·a stan– ziarsi in quote annue progressive, da ùn minimo di 25 milioni nella prima annata ad un massimo di 80 milioni nell'ultimo biennio. Ma è utopistico supporre che l'Erario, già cosi o.berato, possa sopportare questo nuovo aggravio senza il sussidio di nuove entrate, ad ·0ttenere le quali i parlamentari e gli economisti che fan,no parte del Comitato Parlamentare per la Viticultura alimen– tare potranno certam e'nte presentare al Govern__o p.ropç>steconcrete. Con la indicata disponibilità finanziaria, valu– tata come minimum .necessario, si p-otrebbero at– tuare alcuni provvedimenti 'statali, che possono rac- cog-1-iersin tre gruppi: . 1) - Aia ti diretti a i viticultoti. 2} ~ Aiuti indiretti alla viticultura, con la cq– stituzione di Consorzf di consumatori e di Consorzl èti produttori, e facilitazioni fiscali ·per il consumo dell'uva mangereccia e dei suoi protlotti attalcoolici. 3) - istituzione di un Ente Nazionale Autonomo per promuovere il cqnsiuno .dell'uva e dei suoi pro- dotti analcoolici. , · Molti· altri aiuti statali occorreranno pt;r favo– rire_la viticultura 1rnnenologica; -ma intanto queste proposte rappresentano un nucleo centrale di prov– vedimenti streHamente éollegati gli un·i agli altri . e ai qual i soltanto l'applicazione simultanea consen- tirà di esplica.re tutta intera la loro efficacia. · L A iuti' di retti ai Viticu I tori. Un· dis.egri,odi legge "per la viticultura. c,limen– tare e· contrò /!intossicazione alcoolica,, dovrébbe anzitutto sanzionare quanto segue: _ · 1. - Ai viticultori, aventi vitigni filosserati, che sostitufranno t.otalmerite alla coltttra della vite ciltre coltiire a,rborec ocl ei·bacee, dando preferenza alla 01·– ticultura, .frutticultura. e gelsicultura, lo Stato as– segne,rà; per ·un quinqiiennio, 1m pi·r3miodi irworag– giamento da j:n··elevarsi siil fondo del mezzo miliardo già sopra accennato .. '1.'ale p1'emio ,~ani;pa.ri alla metcì qel renclime,nto medio che avre,bbe.avuto. il v,iticultore cla viti non fìlosserate, valiitanrlo il -vino sit itnlt media fm ·i .prezzi del qitinqwmnio d'cinte-guerra .,.e quelli dell'itltimo t?·iennio enologico. , , 2. - A.i viticultori, lei cui produzione cli vino, nell' ·ul-timo qitinquennio, qwn .~ia .~tata ,inferioi·e all'a media ltnnua ·itafiana' e che sostitu'issei·o alle viti- le. altre culture,sit acceu.nate, lo Stato assegne• i'à - sempn s,ull'acce_nnato fondo cli mezzo mil-~ardo - iin-prem'io cl'incomggiarn~nto clopp'io if-i'que~Zo pro- posto pe1· i proprietar'i. di vitigni fil'os-se-ra&i. . _ . Lo stesso prè'miò spetta al viticultoi./ che alta ·produzione d'u'IJa cla vino sostituiranno quella di-uve dà tlwola pri11{aticcie o di quctUtà tarcli'Ve e notevol- mente serbevoli. · E' evidente !'.equità della differenza · dei chie premf, fra il viticultort che ripuncia al provento di

RkJQdWJsaXNoZXIy