Critica Sociale - anno XXXI - n.16 - 16-31 agosto 1921

I' ' ( ' {" I· 244 non debbano poi decidere .ad arbitrio, ~ tina: f~~Tea_pre– cost.ituita disciplina - in' questa materia - s1,1mp011ga a tutti ed a cia_scuno. i· 30 Il Partito e la cr1s1 ecqnomica. Ultimo equivoco possibilA: l'àt.teggiarÙAhto del Par-'· tito di fronte alla c1·isi econom".ica, chA imperversa. ;;u tutte le nazioni, e più aspramen~e ~ul no~tro paese.-; Qt1i 'due concezioni antagom~t10he. · s1 a.fferinan~. Per l'una, dalla crisi nascerà lo sfacelo borghese e 11 trionfo del socialismo; onde ci si imporrebbe un atteg- ,giamento volutamente negati~o- P~r l'altra, -~acrisi in– v.este a· un tempo- e la ·vecchia società che s1 sfalda e la nuova che si prepara dentro il suo _seno. E allora l'opera del Partito socialista do_v~·~bbee_ssere· tr(p~ice : giovarsi della crisi per la sua cnt1ca d1 demohz10ne; concorrere a ripararvi perchè i tessuti fondamentali della civiltà si rioongiunga:i:w al pii1_ prest.o; lottare in– defessamente e sapientemente per' innestare nella rico– stituzione di quei tessuti quanto più è possibile di nuovi diritti e di nuove conquiste proleta1je - p~eparat.rici della definitiva assunzione della gest.10ne somale. - P(3r la prima concezione è sor,to eg _agisce - coe– rente a se stesso - il Partito comunista. Nella seconda, di gran lunga più complessa e dif– ficile, si parrà la nobiltà ed il valor~ ~e!' movi_mento socialista se abbandonando le sterili dispute -d1 ten– denze e d~ f~rmiile, ,von:à alfine darsi - ciò _che· vi– ·vamente asupichiamo - un vero programma .di azione: quel programma, che ,gli ultimi Congressi non poterono darci, e che perentoriamente chiediamo al Congresso ' di Milano. Programma, ad attuare il quale pensia,mo per altro che una• Direzione sia necessaria, altrimenti composta dall'attuale: nella quale cioè tutte le forze utili del Partito, e sopratutto le energie delle organizzazi~ni e_co-' , nomiche, abbiano rappresentanza più vasta, a_gjle_ed attiva_; e lai quale non sia una dittatura sul Partito, ma la'maggior possibiìe valorizzazione tlel Partito stesso, nella armonica cooperazione di tutti i Suoi organismi - dal gruppo parlamentare _alla Lèga dei Oomun:i, alle Sezioni: e alle federazioni provinciali, alle grandi org~- - nizzazioni economiche di cooperazione e di resistenza. I l:a vera unità e la vera disciplin~. 'Per la nù'ovà,lntèrnàzionàle.:. , Quest~ còncezione· deli'.azione_ del. Part.it.o ,raffq;·z6rà automaticaraente ·'quella s·ostanzinle disciplina, · ·che s~orga s'pon_tinea._dal, più intenso_ fervore e 'dalla emu– hi1.ion11nel l;avorr\, ,ben altr1mAn.t1 reaJe. e feconda .che 11011 quella chE:lsi raccomanda al· mecc!)nismo autocra– tj.co delle imposizioni e dei di vieti. E:ci r~conferma nel pens iero dal· quale abbiamo preso le mosse. . · Il ·Part,ito vuote l'unìt;;; ne haòi_sogno com.e del pàne è- dell'ossìg'eno. · ~ 911 unità qi' soissioni,. di ,espul– sioni, di diffidenze, di anate1:h_i: m~ unità. si1;c~m ed,, operosa di tutte 1~ sue forze vive. · • Questa unità vi ve è si rafforza delln• libertà d.ella critica deUa larga· speri'men_tazioniJ in tutti· i- cnmpi ,· della ;icroro's·a collàbo:qtzione di tutto il Pa.rtito' i11 se· .stesso. La divisi·one· è l'impo_tenza per tu~ti. Ì se1J1ina- tori di di visione. sonò' i ver~ ed i. soli 'traditori del j>ro- ' , letariato, · ' ·- ' , 1 1 . . Alle 'unità çhe dividooo o painilizzano, noi_ oppo-:– niamo la unità' che unifica, che.è fonte d'~ vit~ e di .~ vigore. Di •vita e di vigpre nazionale ed iiìternazionale:· non rius·ceudoci' d~' concepire !l-ltrimenti urì -energi_co cont.ributo del p1:olet.ariato italiano anél\.e alla futb.ra Interuazionale dei La.vorato1·i, che d~ve;• co11 t.rotutti i fermenti di o-uerra lasciati dalla guerra, assicura~·e il trionfo dei liberi cambii fra i popòli e della, p~ce n·el lavoro e nella giustizia. . Il trionfo ,~ in altri termini '- del divenire_ so cialista. , 1 1• / Perçip • concent,,a.z-ione, socialista. - dentro e fuori' il patrio confine - rimane, oggi più che mai, il ù01:1tro .mottco e la nostra bandiera·! Romei, tO agosto 1921. Perla Frazione. di CoQcentrazione Socialjsta . il Comitato pi·ovvi.,orio: · B'ALDESI G. OASALINI, D'ARAGONA, MoR.GAR', 'pl'l'TONI,. PRAlliPOLINI, •ruRATI. . ·. , I I NB .. Le ·adesioni" e i contri hati r.eir la pl·,opaganda si indirizzano, pel Comi~ato <liMilano, a Gr;e go1·io~l;vof1·i,. Via .Cerva 35, 111ilano -; pe1··Roma, all.on . Gwvanm Zibordi, Camera dei Deputati. ·, · PERUN'PROGRAMMAI DI.R COSTRUZIONE E({lN,OM'l(A Discorso di FILIPPO ' TURATI alla Camera· dei Deputati, 22 luglio 1921, Comunicazioni del nuovo {ìabineUo _(Bònomi)~ · ·- - ~iscotendosi- le. t..'. (Dal 1'es?conto stenogmfico).. ( Continuazione vedi n'll.111.e?'b' p1·ecedente). ·· Il rimedio: lo 'svi,luppo delle ricchezze latenti. un· esempio eloquente dall'estero. · A questo stato di cose - ved~te che mi affretto alla conclusione - non c'è che uti rimedio: lo sviluppo delle risorse che abhiamo; scovare le ricc)lezz.e latenti ·chl) l'I– talia possied,e, intensificare lo sfruttamento di quelle non più· latenti, ma non sufficienteme•1te utilizzate, com·e ho cercato di dimostrare nel giugno dell'an•no scorso, e eh.e uoi possiamo raddoppiare, decuplicare, sostitue11do la vita e la civiltà alla paralisi e alla JDOrteche disonorano tanta parte del nostro Paese. ·, . · Nell'Italia meridionale " in parte della centrale ì ter– reni più fertili sono quelli ,•.he più s011·0 abbandqnati; quelli dove abbiamo le acque stagnanti; la malaria, la fame, la desolazione, la moFte. Le paludi Pontine, gli stagni sard,i, quelli del Tavoliere, Metaponto, Sibari, la Pinna di Catania, la bassa valle· del Sele; i · Campidani sardi, ecc., ecc. Sono centinaia di migliaia di ettat·i di terreno, che,-sono la morte, la febbre, la, vergog1i"a, la· barbarie, uno spettacolo di umiliazione per_chi ci passa, e che dovrebbero invece essere la salute, la ricchezza, la gloria del nostro Paese. E aggiungete pure, ùtilizz,ate assai meno di quel che si dovreb_be, altre regioni non, meridionali, come la bassa Valle Padana, le lagnne ··ve- · nete, Coltano e così di seguito,-. : 'rutt; questa,. che è P,nre Italia ~ gran part~ d'Italia' si può rediin11re co~ _uno sforzo -rel~t1vamante .lieve, con uu risultato economteo pro,nto e stcuro. Po1chè è ben. vero, come obietta il. profess,:it-e Eina11~i, che, ci ,yollero __ dei secoli per creare. la Valle Padana; ma eràuo i secoli .passati, quando non c'er'I. il telegrafo{ il telefono, la fer-, rovia, le macchine, le pompe a vaporn, l 1 elettri..cit"à;e'non.,' c".ira il suffragio universale, non c'era la coscienza pro– letar¼a, alla quale parlo in questo momento;_ perchè ad essa spetta, i'n pfima, linea, perc-hè è la n,aggiore 'i"Qte– ·tessata, .la iniziativa di qùesta gr:ande reden..zio_n:edel . nostro Paese. (Appla11sia 8inistr,a). , , .D'altron~e la Valle_Padana era èostituita da qpattro, mili_oni di. ettari .di teneno, con un 8istema idr0gi;afièo dei più complessi, 'circondàta dalle :A.lpinitcce~sibili, con . a"ppena_qualche mulattiera sull'.Appennine. . · Le zone da me ind'icate rappreseutauo· ciasc,urìa ap– pena trenta o quaranta o cinquantamila .ettal'i, si.s~emi ben defin iti, p1:ob lemi ben determinati .. Bisogna,. esseFe professpri laurea.ti· per -non scorgere la, radicale differenza! Ed a bbiàmc, g li. es~mpi dell'estero. In Olaud•a;vforae non, tutti ·lo-,.sapeteper dot_tiche siate tutti guanti, mèntre' le altr~ nazioni si dilaniavdno così. ferocem~nte e i,mmo– lavano nell"a guerra milioni d-i vite e miliardi di tlenaro, hanno. pen.safo utia grlmde opera di p~ce, una·deJ[e opr,re più mera,vi"glicose di bon,ifica e di idraulica che siano nella .. storia umana:; di gran: lunga, superiore a tutte quel'l~ che • I ' ' / • ' • ' I• Biblioteca Gino Bianco . I \

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