Critica Sociale - XXXI - n. 4 - 16-28 febbraio 1921

GG URITICA SOCIALE citori ·alla fine. La guerra doveva rincrudire il feno– meno. La lotta sarà più dura, pit1 tenace e più lunga, ma la vittoria è sicura anche questa volta. Bolscevismo e Internazionale. Fra qualche anno il mito russo, che avete il torto di confondere con la rivoluzione russa, alla quale io applaudo con tutto il cuore ... (Voce: Viva la Russia!) TURATI, continuando: ... il mito russo sarà evaporato ed il bolscevismo attuale o sarà C'aduto o si sarà trasformato. Sotto le le:i.iooi dell'esperienza (e speriamo rhe all'Italia siano risparmiate le sang11inose giornate d'Ungheria, verso cui la si spinse inconsa– pevolmente) le vostre affermazioni d'oggi saranuo da voi stessi abbandonatt1, i Consigli degli operai e dei contadini (e perchè no dei soldati?) avranno ceduto il pnsso n quel grnnde Parlamento proletario, nel quale si riassumono tutte le forze politiche eù economich-, del proletariato italiano, al quale si alleerà il proletariatò di tutto il mondo. Voi arriverete co11ì al potere per gradi. (Dico, anzi, che noi ci siamo già; non si tratta che di saper valer:;;ene e di avanzare). Avrete allora inteso appieno il fenomeuo russo, che è uno dei più • grandi fatti della storia, ma cli cui voi fametioate la riproduzione mecC"anica e mimetistica, che è storica– mente e psicologicamente impos8ibile. e, se possibile fosse, ci ricondurrebbe al Medioevo. Avrete cnpito allora, intelligenti cume siete (ilarità), cLe la forza del bolscevismo ruRso è nel peculiare nazionalismo che vi sta sotto, nazionalismo cbe del resto avrà una grande influenza nella storia del mondo, come oppoRizione ai congiurati imperialismi dell'Intesa e dell'America, ma che è pur sempre una forma di imperialismo. Questo bolscevii;mo, oggi - messo al muro di trasformarsi o perire - si aggrappa a noi furiosamente, a costo di dividl'rci, di aunullarci, di sbririolarci; s'ingegna di creare una nuova Internazionale pnr che sia, fuori del– I'fot.ernazionnle e contro una parte di E>ssa,per salvarsi o per prolungare almeno la propria travagliata esisteuza; ed è nat,urale, e non comprendo come Serrati se ne· mN',\Vi~li e se ne sdegni, che essa domandi a noi, per necessità del la propria vita, anzi della vita del proprio gov11rno, a noi clie ci siamo fatti cosi supini, e che preforinmo esserne strumenti auzicliè critici, per quanto frnterni, ciò che non oserà mai domanda1·e 11èal so– cialismo francese nè a quello di ,-.lcun altro paese ci– vile. llfa noi non possiamo seguirlo riecamente, perchè diventeremmo per l'appunto lo stnimento di un im– perialismo eminentemente orientale, in opposizione al ricostituirsi della Internazionale più civile e più evtJ– luta, l'Internazionale di tutti i popoli, l'Internazionale definitiva. Tutte queste cose voi capirete fra breve e allora il programma, che state (come confessaste) faticosa– mente elaborando e che tuttavia ci vorreste imporre, vi si modificherà fra le mani e non sarà pit1 che il nostro vecchio programmn ... Azione e ricostruzione. Il nucleo solido, che rimane di tul.te q11este cose caduche, è l'azione: l'azione, laqualenonèl'illusione Azione prima e dopo la rivoluzione - percbè dentro la rivoluzione - perchè rivoluzioue essa stessa. Azione pacificatri0e, unificatrice. Non è a caso che proprio dovi\ più l'azione m1mca, rercbè non vi può es$ere ancora - ad esempio, nel Mezzogiorno -ivi lo estremismo, il miracoliamo hanno maggior voga. Non è a caso che, dove la organizzazione è viù fo?-te, essi si attenuano e la Confederazione de! lavoro è e rimnrn\ se!Dpre, per sua organica necessità, checchè voi tentiate in contrario, col vecchio e vei-o socialismo. Ond'ò, che quand'anche voi aveste impiantato il partito comunista e organizzati i Soviety in Italia, se uscirete salvi :lalla reuzione che avrete provocuta e so vorrete fare qualchecosa che sia veramente rivoluziona– rio, qualcosa che rimanga come elemento di socielà nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto - ma lo farete con convmzione, perchè siete onesti - a riper– correre comp!etamente la nostra via, la via dei 11ocial– lraditori di una volta; e dovrete farlo percLè essa ò In via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nu– cleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe. E, dovendo fare questa azione graduale, perchè tutto il resto è clamore, è sangue, orrore, reazionP, delusione; dovendo percorrere questa strada, voi do– vrete fiuo da oggi fare opera di ricostr11zione sociale . Io sono qui oggi alla sbarra, dovrei avei;e le guardie rosse accanto .. (Si 1·ide), perchè, in un discorso pro– nunziato il 2G giugno alla Carnera: Rifare l'Italia.!, cercai di sbozzare il programma di ricost rnzione Rocinle del nostro paE>se. Ebbene, leggetelo quel dillcor so, che p1obabilmente non avete letto, ma avete fauo m11.lo (llaril<l). Qnando lo avrete letto, vedrete che quellto capo di impntazione, questo co1po di reato, sarà fra breve il vostro, il comune programma (App1'ovazioui). Voi temete oggi di ricostruire per la borghesia pre– ferite di lasciar crollare Ja casa cumune, e fate ~ostro il e tanto peggio, tanto meglio! ,degli anar,hici, senza pensare che iI « tanto peggio » non dà incremento che alfo guardia regia ed al fascismo. (Applausi). Voi non intendete ancora che questa ricostruzione, fatta dal proletariato con criteri proletarì, per se st:eRso o per tutt.i, sarà il miglior passo, il migliore slancio, il più saldo fonrlamento per la rivoluzione completa ùi un giorno. Ed allora, in quella noi trionferemo in– sieme. Io forse non vedrò quel giorno : tr<1ppa gente nuova è venuta che rPnclerà aspra la via, ma non im– porta. Maggioranza o minoranza non contano. Fortnna di Congressi, fortuna cli uomini, tutto ciò è ridicolo di fronte alle necessità della storia. Ciò che conta ò la forza operante. quella torza per la qnale io vissi e nella cui fede onestamente morrò, Pguale sempre a me stesso. Io combattei per essa, io combattei per il suo trionfo: e se trionferà anche con voi, è perchè questa forza operante non è altro che il socialismo. Ebbeue - conclude con voce rotta dalla commo– zione Filippo Tnrati -: Evviva il Socialismo! ( Tranne i com1rnisti secessionisti, tutti i delegati delle altre frazioni ripetono il grido e tribiitano a 1'iirati ripetute ovazioui, che lo accompagncino mentre egli dallci tribuna si 1·eca 1iel palco di p1·01renio a destra, dove lo altendouo Treves, Modigliani, D' A– ragona, Baozzi, Sto,.chi e molti aU:N amici. JJiircmte il breve tra,qitto Pgl( 1·iceve infinite Rtretle di ma110 ' ed t più volt~ abbmccialo. 1 commiisti secessionisti 1 gridano: « Viva la Rnssia ! •) il prPcipizio, il miracolo, la rivoluzione in un dat~ gi~rno, ma è !'abilitazione progressiva, libera, per con– quiste snccess1ve, obbiettive e anbiettive, della matu– rità proletari_a alla gestione sociale. Sindacati, Coope– rati ve, poten co1~nnali 1 azione JJarlamentare, coltura , ecc. ecc., tutto ciò è il socialismo che diviene. E, o compagni, non diviene per altre vie. Ancora una volta vi ripPto: ogni scorcione allunga il cammino; la via lunga è anche la più breve ... perchè è la sola. E l'a– zio:ie _ò la _grande educatrice e pacificatrice. Essa porta ali unità cli fatto, la quale non si crea con le formule e neppure con gli ordini del giorno, per q11anto abil– mente congegnati, con sapit1nti dosature farmaceutiche ùi fraterno opportunismo. BibliotecaG·inoBianco È uscito in opuscolo, col titolo SOCIALISMO E MASSIMÀLISMO il disco rso detto da F11.11•Po 'fu1tAT1 al Congresso socia– lista.di Bologna dell'ottobre 1919. E in deposito prPsso la Frrrzione di ro11ce1111'azione soci(!lisfa (,ia S. Giovanni in Conca, 4, Mi_l<lno) a cui le nch1este devono Pssere in..-iate. 1~ p~·ezzo per ogni copia è di cent. 60. P.ir richieste snpenor1 alle 20 copie il prezzo è ridotto <lei IO¼· ol• tre le 50 copie del 20 ¼- '

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