Critica Sociale - XXXI - n. 4 - 16-28 febbraio 1921

CRITICA SOCIALE ,, ----------------------------~------------~-- Palliclis~imo, ostenta impassibilità. « Sii' Buchaoan ed io cerchiamo di tarlo parlare. Avete ricevuto notizie migliori da \'ien11a? Potete rassicurarci? - No, io non so niente di nuovo ... La machi11e roule ... » SE>nznvolersi spiegare di pit1, egli non fa che ri– petere la sua metafora apocalittica: la maclii11e roule ... * * * La macchina corre così pre~to, che il 28 luglio Palèologuc apprende che il governo quella notte stessa ordinerà Ja mobililazione dei tredici corpi d'armata contro l' Anstria e comincerà segretamente la mobili– tazione generale. Palèol0gue ha un momento di turba• mento. La provocazione <' davvero troppo appariscentP; l'opinirne inglese recalcitrerà. ~L.Jgrado l'impazienza dello Stato Maggiore, irri– talo da questo inesplicabile ritardo, lo Czar, al ricevere 1111 telegramma personale di Guglielmo II, ordina di soprassedere alla mohilitazione generale Soltanto il giorno dopo, 31) luglio, la decisione di guerra è presa irrevorabilmente. Nel pomeriggio di quel·giorno, quando l'infl ct3naln ra diplomatira sta per finire, «Pourtales, e– ste1· efat.to, con gli occhi sbarrati, ·supplica rii grazia Snzonoff di fa1e nr,a propostn qualuncpe che egli possa raccomRnrlarc al suo Go,·erno. « E' qne~ta la mia ul– tima speranza,,, aggiunse. Snimndl improvvisa una formula di conciliazione che pot,à servire per adornare un libro ufficiale! Ma un'ora più tardi, stimRndo che il maschera– mento diplomatico della sitnazione sia durato già ab– bastanza, chiede allo Czar di dRre l'ordine della mobi– litazione generale. Nicola tiene in mano il telegramma di Guglielmo spedito nella notte, che dichiara « che, se la RnsHia mobiliterà contro l'Austria, la missione di mediatore che egli ha accettata sarà compromessa, seppure no1.1 resa fmpossibile. • Ora la mobilitazione contro l'Austria è stata ordinata il giorno prima. La conclusionf inevitabile clol dramma si compie e lo Cza1·, con la mor~e nel cuore, si rii;olve alla mo– bilitazione generale. Alle quattro è trasmPsso l'ordine al capo di Stato Maggiore. Quando, alle sei, Paléologue reca a Sazonoff l'ap– p1 ovazione di Viviani, e l'assicurazione «chela Francia ò decisa a compiere tutti gli obblighi dell'alleanza», i due complici si guardRno, e il russo esclama sempli– cemente: « io ero sicuro della Francia>. Da quel momento lo stato di guerra si inizia real– mente. Vedremo un'altra volta come gli ultimi e ormai inutili tentativi di pace si spezzeranno contro il muro di ferro della mobilitazione russa, uon consentenilo il Governo dello Czar a sospendere le sne misure mili– tari, nò sotto la min.1ccia della German;a nù sotto le pressioni del Gabinetto inglèse. Dott. QUIXTO TOSATTL IL PROBLEMA DELLE PICCOLE INDUSTRIE e le Direttive del Sociali5mo Quest'articolo del nostro nuovo collaboratore Loeca un problema che è stato più volte trattato, e risolto, nel campo socialista, in Yari modi. Appunto per ciò in questo pe– riodo di augurate e attese 1·ealizzazioni so– cialiste ci pare opportuno che sia ripreso in accurato esame. Al pensiero sociale italiano, adusato a ricalcare orme di altri, lA.piccola industria apparisce come un bal!lardo della folsa democrazia antisocialista, co:;i come la grande BibliotecaGino Bianco industria è invece l'ostello delle esercitazioni anticapi– talistiche e degli imminenti ... loro esperimenti. In Austria, in Ungheria, in Romania, nella defunta Russia degli Czar l'azione dello Stato si ispirò esclusiva– mente alla 3ouola conservatrice, organizzando e galvaniz– zando, anzi, la piccola industria. Invece in Germania, negli Stati Uniti, in foghilterra e in Australasia h1 iu– fluenza preponderante del laburismo e del socialismo Cbt– tedrAtico spinse a favorire la scomparsa di molti mestieri trndizionali ed il loro assorbime11to nelle fabbriche, uonchè a regolamentare, con intenti repressivi, ogni forma di lavoro a domicilio. Nel mondo latino la letteratura e i primi disa.gni legislativi si mossero sulla più pedissequa imitaz-ione dei modelli anglo~assoni e germauici, non tenendo conto che il nostro Paesa è arretrato riRpetto alla economia degli altri maggiori popoli e pre>1enta c,.m– di:z:ioniche menomano la urgenza dell'azione regulamun– tatrice e rendono anzi opportuna un 'opera diretta a pro– muovere ed organizzare la piccola iudustria. All'osservatore socialista poi si affaccia il gr,rn'de interrogativo della H.ussin, dove pare che Lenin 11i sia assu11to il còmpito d [ sbugiardare Marx, ostinnndosi a far maturare il suo comunismo fra un pt•polo, che vive in 1,11 regime economico forse pit1 <irretrato di quello in cui era l1t Francia prima della rivoluzione dell'89. I piccoli proprietari ed artigiani, che Marx suppo– nevi\ già scomparsi al momento della palingenesi sociale da lui attesa, costituiscono viceversa in RusBia la massa schiacciante dei produttori. E' pertanto evidente che il massimalismo improvvisatore di marci\ russa dovrebbe applicarsi dappertutto, con le maggiori cure, a far matu• rare il problemi\ di una orgRnizzazione purchessia dei piccoli produttori e guardai·si dal forzarli ad adire al movimento semplicemente proletario, che nQn è il loro. Questo còmpito rivoluzionario avrebbe, in Italia, mille e una ra{l;ioni tli affermars;; ed è sintomatico cho i nuovi esegeti del divenire sociRle neppure se ne avvedano, e,. gorgheggiato appena qualche ingenuo richiamo, conti– nuino a professare, proprio essi, e colla più grande in– tolleranza, il verbo che non zampilla socialismo fuorchè dalle scaturigini proletarie. A) Comunque, e cioè, o nell'intent0 pratico di in– dicare uua qualsiasi azione socialista, in questo campo, o, per lo meno, di indagai-e ed esporre le cause per cui il partito socialista non deve o non può interessarsi del problema, è necessario rendersi conto delle attuali con– dizioni delle piccole intraprese autonome, che costitui– scono in Italia la grnnde maggioranza dttl numero degli esercizi industriali e occupano la pRrte prevalente della popolazione operaia. 1. - La debolezza ai·tigiana. - Cadute le difese cor– porative, aperti tutti i mercati in seno alle grandi unità nazionali, ingigantitosi il commercio internazionale, la microscopica economia artigiana dovette destreggiarsi nel grande mare della economia mondiale. IJ salariato, preso da solo, è un deboli', ma egli moì– tiplica le sue difese con la propria organizzazione di classe, alla quale le odierne circostanze riservano un fa– cile còmpito di semplice •reazione• al prepotere di altri personaggi economici, forti ed attivi, i quali abbisogna– no però della sua condiscendenza per essere tali. L'artigiano non ho. contro chi reagire: le fonti della ricchezza sono in potere non di altri, ma suo; souo ali– mentate dal consumo e minacciate dalla co11co1-,.enza. Il consumo domanda l'azioue positiva di chi lo conquisti coi segreti della 1·éclame. La concorrenza domanda la azione positiva del continuo perfezionamento tecnolo~ico e comm.,rciale. Esiste lo • sciopero • dei produttori in odio al consumo ed ha nome •cartello•; ma prima di essere una semplice reazione passiva di prezzi è un'o– pera eminentemente positiva di disciplina della produ– zior.e. La concorrenza fra prodotti resta sempre tanto più facile della concorrenza f,a salariati, quanto più è 0vvio il trasporto degli oggetti materiali, in confronto a quello delle persone, e quanto tneno il consumo è pas– sibile di una diretta pressione di riv:alsa, in confronto al dat~r~ di l~v.oro. L'artigiano non ha mezzi per pro– curars1 t redd1t1 che provengono dalla riclame, o dalle

RkJQdWJsaXNoZXIy