Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

CRITICA SOCIALt 27 minato nella sua terra, o lo avrebbero rapid_a– mente attenuato e corretto, e permisero al tempo stesso, anzi direttamente cagionarono, il formarsi del mito bolscevico nei loro propri Stati, nei proletariati che la guerra, e le c~mseguenze della guerra, disponevano ad accogliere nel pro– prio spirito ogni nuovo misticismo accennante a miraggi, per quanto delusorii, di terre promesse vicine. La critica del bolscevismo, la quale, a base di fatti, ne denudi gli errori e l'inconsistenza, nonchè diminuire la gloria della rivolnzione, la restituisce piuttosto nel suo vero carattere, e contribuisce a liberarla dalle scorie caduche ed inceppanti che ne contrastano il passo e lo svi– luppo immancabili. Poca-gioia può dunqnè averne la borghesia reazionaria, e grandissimo vantag– gio ne trarranno il socialismo moderno - che ha rotto colla vecchia utopia - e quei partiti socia– li~ti che s'inspirano ad esso. Comunque, la più ampia discussione intorno al bolscevismo, a base, ripetiamolo anche una volta, di fatti e documenti, non di astrattezze me– tafisiche e, di apriorismi dommatici, è un pre– ciso dovere dei partiti socialisti in quest'ora. E il libro che presento ai letoori tanto più giun– ge oggi in buon punto, mentre in Italia minac– cia la propaganda e razione socialista - non tanto ad opera degli avversari politici, quanto, che è peggio· cento volte, dal seno stesso del Partito - uno spirito di chiostro e d'inquisi– zione, una frenesia di conformismo coatto e di incarcerazione dell'intelligenza, che è anch'essa una triste erédità della psicolog· a e d<:>,llaCen– sura di guerra, e che sarebbe, quando pr4?valesse, la morte e il disonore insieme della dottrina e dt>l Partito. Mentr4? si parla - senza arrossirne fino ai capeUi - di « controllo intellettuale• da esercitarsi sulla stampa e sulle manifestazioni del pensiero dei 0ompagni di parte, è opportuno, è doverosQ ed urgente, reagire col fatto e con l'e– sempio, meglio anco~ che con semplici proteste teoriche, al proposit.o dissennato e parricida, che minaccia, nella dignità dei socialisti, la vita e l'avvenire del Partito socialista. La liberta si conquista ogni giorno da coloro che tengono a conservarla perchè se ne sentono degni. Sotto questo aspetto specialmente, io rin– grazio gli amici Nofri e Pozzani· del contributo ch'essi recano, con queste pagine, alla causa della classe dei lavoratori, contro tutti i dome– nicanismi passati o futuri. Il socialismo sarà luce e I libertà di pensiero - o il socialismo non sara. Milano, Gennaio 1921. FILIPPO TURATI. M cl . . h' ·•. j entre an iamo rn macc ma et grnnge - e uon pos- siamo che darne oggi il nudo arnunci0 - un altro li– bro congenere e ugualmente i.mportante, ricco anche di copiose illustrazion'i e di una carta geografica: Tre Mesi nella Russia dei Soviet di E. Colombino, :i.nch'egli membro della nostra Mis– sione per la Confederav.ione generale del Lavoro (Milano: Società editrice Avanti: L. 4l. ibliotecaGino .Bianco La Russia com'è « Tutta Ja terra ai contadini! )> IL (fine). Come ebbe a dic.hiararci Kameneff, da questo pe– riodo - febbraio-marzo 1919 -,- priucipia « La politica di accontentamento verso i contadini». Le requisizioni forzate, le rivolte, le répressioni sanguinose non pro– curavano ce;rtamente il grano alle città ed all'esercito; aumentavano invece il disastro e il marasma agricolo nelle campagne. Nei prnni giorni del febbraio 19 J 9, il Congresso dei Soviety votava una nuova legge agraria, cbe se– gnava tutto un nuovo indirizzo alla politica da tenersi verso i contadini. · Ma è specialmente al Congresso del Partito Cc,– munista del 18-22 marzo 1919 che Lenin mette le pri– me basi di quel programma che scandalizzerà i mar– xisti plHi, cbe provocherà Je critiche maggiori al pseu– do-comunismo russo, perchè lo stesso Lenin, finalmente costretto dalla realtà a lasciare. la teoria per adattarsi alle necessità politiche, capovolgerà o alm&nosofisticherà il vero peositro di Marx i11 proposito, per_ g-iustificare i suoi nuovi atteggiamenti opportunistici nei riguardi, dei contadini piccoli propriet.ari. In un discorso tenuto a quel Congresso egli pre– vede già queste critiche, e tenta difendersi anticipata– mente con un sistema non sincero, nè persuasivo, fatto di spirito mediocre e di ingiurie non serene -co11trogli inevi tabi I i critici tenacemen t.e socialisti. Ricordando gli ultimi scritti di Engels, Lenin si serve delle parole che _questi pronunciò nel 1894 - l'anno prima della sua lJlOI te - a proposito dei con– tadini piccoli propriet.arii, per affermare in quel suo di– scorso che : « Non è possi bile concep ire che un socia– lista di bnon sen.so possa impiega.re la violenza con– tro i medl contadini»; egli che, dal principio della rivoluzione, per oltre un anno, aveva provocata e con– sentita tale violenza nelle campagne russe. « Cont?-o i contadini piccoli p1·op1·ietctrii - continua Leni11 - noi comunisti non ammettiamo nessuna vfolenza. Nei ri– gucwdi della stessa classe contadina ricca, noi non siamo ·cosi intransigenli come colla borghesia e non parlitimo di una espropriazione completa ~. , . E continua c011queste preziose confes~ioni: «Nes– sun socialista al mondo ha mai negato che il conm– nismo e1·a chiamato et prendere forme different-i nei paesi di grawle e in q1tP.lli di piccola coltura. Ne viene che, a misura che noi avviciniamo i problemi deUe reaLizza-zi9ni comuniste, noi dobbiamo concen– t?-m·e la nostra attenzione sopra la classe dei nostri contadini piccoli proprietari. Pe1·chè la nostra con– dotta verso qitesta classe é chiamata ad avere conse– gnenze importanti. La q 1 tistione è senza dubbio ri– solta in teoi-ia, ma scippiamo, pe1· aveni.e fattci lct e– . spe1·ienza, che vi è molta distanza fra una,soluzione teo1·ica eri una realizzazione pratica» ... Dopo aver ironicamente criticata e condannata certa propaganda facilona fatta nelle campagne, mè– diante la quale conferenzieri improvvisati ottenevano sovente di far gridare alle masse « Viva il bolscevi– smo ed abbasso il comunismo », Lenin continua que– sto suo sintomatico discorso ~·ipetendo che «usm·e verso i contadini piccoli proprietarii gli stessi mezzi usati contro la bo1·ghesia, sm·ebbe compromette1·e la cansà del socialismo j e solamente dei provocatori potrebbero essere capaci di fa?'lo coscientemente .... La violenza• contro tale class~ sa1·e/Jbe il più grande dei danni. Una classe che <:ontatanti milioni d' individiii deve essere trattatci con rigua1'rlo... In effetto - ripete - non vi è niente di più stnpido che l'idea d'impiegare lei violenza coi contadini piccoli proprietcw'i nel pos-

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