Critica Sociale - anno XXX - n. 3 - 1-15 febbraio 1920

GRIJICA SOCIALE - 37 q·u·e, bandito ,a,ll'infuori, se non anche in, ,contrà.s.to, del.I 1 iniziitiv a, de lle dire,ttive e del contr.oUo del. Pall'– tito; in ta,l ca.so, ,poichè .la mia opinione .era ben no-ta per imiumerevoli manifestazioni antecedenti, l<Ygioa e probità volevan.o che aillor.a il mio nome - che non mendicò candidature, come .non mendicherebbe indulgenze - .non fosse -staitoaccOllto nelle recènti liste -deicandidati del P,artito, .nè, :ta,n;tomeno, riscuo– tesse il massimo numero dei voti pTeferenzi~li, .,dati · da el·ettoTi.socialisti il,ia,l:iani. Salvochè il rimpirovero fos.seinidirizzaito,come .qual– cuno mi &ussurra, non, tàinto all'opinione in sè, con– divisa nel PaI' tito da m oltissimi e di ogni tendenza (.sopratutto, io pen.so, da.i più' estremi e siri,ceri rivo– luzionarii, che più ri.!uttano· d.a:J:i.e p,arodie di rivolu– zione), quanto al fatto /ii nÒ,na:ve'rla·sapi~n;temente sottaciuta o .r:inneg,a,ta.Con che si ·elever~bbero a do– vere sociali.sta J.a retioenza, .il gesui-tfsçno, la vigliac- · cheria. Ben so che anche oo ottimi amici, ma insigni" per prudt:mza o, come dicoru:,, equilibrio, riesce _mo– lesta 1-o. « maledetta manìa di sincerità » da cui mi dicono dominato, che .scompig.Ha·le « diplGmazie se– grete », offende i:1,c,anone politico del vulgus vult de– cipi, e ,della qrnale talvolta a-0e,a,de ,che si giovino i comuni avver,s:airii. Ma quanto più non si giovereb~ bero essi ....:... ;,e.nzamenw-ne .soalpore - di urnasi-ste– ma :tica ipoori si.a, che, <livenuta norma dei compagni, ne riduces.se l'azione a un perpetuo e volo ntario tra– dimento de1ba massa e .abbassasse il Pa:r,ti.to à una setta mtserabile di ing,ain,nati e di ingannatori! CiI'ooun'ultima ,aocusa, la qua,le (semp,re inducendo dai fog.!i borghesi, poichè il'Avanti'! è estTemamen~e sobrio di notizie e commenti) pii,re abbia fatto c·:;ipo– lino contro di me - di avere cioè par-Uecipatoa una riuni-one di Frazione in MiLain,o ed espostovi, per in– carico avut.o, i miei punti 'ct.ì vista, siJ.ll'azi-onepiarla– m,entaire- .non usurperò aHia Frazione interes·sata il còmpito e l'onore di difendere se '.stessa. · PeT mio cònto mi basta rommen-taTviche, nella mia Lettera agli Ele.ttori, largamen'.te diffu,5a:duTante il penod-0 elettoralie, mentir-e. ·ini professai -;- come ·mi .ostino. ·a pr-0fe.S6armi- fervidamente unita.Tio, ·e ne chiarii le ragioni; rivendicai però, con altrettanto fervore e sinoerità, il diritto delle minoranze nel Pa.Tti-to- la cui -legittimità fu d'altronde ufficta,1- mente ·nconosciuta - e di tutte ,!e minor,anze di oggi, di ieri, ,di domani - a professare apeTtamente, ,ne,! · vasto àmbito dell,a Òomune dottrina,, il proprio pe– culiare pensiero su ogni p-roblema concreto, ne1 1 l'in– teresse della stessa unità, deJ.la vita'iità e dell'avve– niTe -del Partito, e, più ancoTa, .del Socialismo, che è vita della 'mia vita. Senza.idi ciò non p,a.Tebbero~ag– gio:ran.ze_ e minoranze d.i compag-n.i, che .discutono e s i co:r:reggono·a vicenda, ma un~• ignobile combutta di padroni e di servi, di een&ura:toll'ie .di ,of)nsurati; negazione in termini, ,n,onchè del ·Soci,a,li5mo, della stessa 'più volg,a.TedemocTa2:iae deUa: convivenza ci- vile. 1 Queste poche osservazioni mi pTemeva an,ticipare sulla eventuale futura di&eussione più 'informata e più .ampia - e, 1auguri,amoci,più a:lta e ·più degna - unieamente perchè attengono alla mia doverosià eoe- . renza e al nostro comune doeco:r0. · Abbiatemi, cordia,lmente malgirado o gni dissenso, vostro vecchio immuUabile compag.nò FILIPPO TURATI. · o Bianco LA' VIA' .ALSOCIALISMO v. La so<;ializza~ione della 9r,mde~roprietà. La terra fu in ,antico proprietà del popolo. Con il rinforzarsi della potenza dei principi, la pro– prietà del popolo, passò ai princi,pi, i quali la die– dero in feùdo agli· uomini de.J'loro séguito, ai ve- . scovi ed abati, obbligandoli in compenso a servire . in Corte· e nell'esercito. Per secoli e secoli il feu– dalesimo è stato il fondamento dello Stato,· finchè con la fine del medioevo esso è caduto. La terra, che i signori· avevano ri-c·evutosoltanto come· feudo, diventò finalmente loro privata proprietà, non più PTaV:ata .dalle ~rvitù feudali; ed essi l'ampliarono annettendovi gli Allmenden, che erano ancora pro– prietà collettiva delle comunità dei contadini, e vin– colando i contadini al suolo. Così na,cque la grande proprietà, così l'antico possesso popolare del suolo .trapassò .nelle man~ della nobiltà e della Chiesa. Il riconquisto al popolo di ciò che è stato sua proprietà comune sarà il còmpito più grande ed importante della rivoluzione sociale., Ma que,sta rivoluzione non avverrà d'un colpo. Dapprima sarà il possesso delle foreste a passare dalle man! dei .privati a quelle della società. Le no- - stre foreste ,sono la più grande 'ricchezza dell'Au– stria tedesca ; col possesso delle foreste il nostro popo_lo _acguisterà ·la disposizione di m:io dei_fond~– menl.l più 1mportant1 della sua economia, cui s-eg-m– ranno immediatamente i fedec·ommessi, le p'ropr1età di mano morta e gli altri latifondi che debbono es– sere socializzati. · Quando nell'amministrazione di questi grandi beni la società. avrà accumulata .!'e'spec rienza necessaria, essa potrà procedere alla socia:– J.izz.azione delle altre grandi proprietà e di quelle minori fino a 100 ettari. Hen inteso va esclusa-la espropriazione. del possesso contadino ; essa non - solo non è consigliabile nei "rapporti sociali, ma è anche imprati•cabile nei rapporti tecnicì: La socializzazione della gra.I).de proprietà comin– cerà con I.a sua esprdpri'azione, che potrà farsi ·come l'espropriazione delle Q"randi indùstrie. I singoli proprietari rièeveranno un indennizzo u21.1aleall'intero importo del valo-re de],Ja loro pro– prietà, ma cotesta indem:iità sarà ridotta mediante !'.imposizione progressiva sul capitale che colpirà tutti i propr.i.etari. La gestione de.Jle terre espropria– te potrà assumere. le forme più divers·e. Ci sono ·suo11 che non potranno essere coltivati che in forma estensiva come le foreste; ve ne sono altri al con– trario che non si prestano opportunamente che alla piccola coltura, come per e!;jempiò i vigneti. Con ·l'esproprio Io Stato acquisterà immediatamente· la disposizione di tutte le varietà dei terreni; esso avrà le foreste che oggi appartengono alla nobiltà, come i vigneti che oggi appartengòno a vescovadi, con– venti, fondazioni, ma esso coltiver,à · l'uno e l'altro terreno in _modo affatto diverso .. Giò che opportu– namente si presta soltanto alfa grande azienda esso dovrà socializzar-e, ciò che invece più., opportuna– mente può coltivarsi in piccole aziende lo lascierà ai ,privati coltivatori. La ·coltura che promette più grande reddito, se .tenuta nella forma della 'grande azienda, sarà or– ganizzata in modo analogo a, quella della grande industria socializzata. . · · ' E così si dovranno sostituì-re agli espropriati pro– prietari i - Consigli d'amministrazione costituiti dai fiduciari delle rappresentanze distrettuali nel cui ter– ritorio è compreso il fondo, scelti tra contadini istruiti nella .teorica e nella pratica, i quali saranno . \ r, ,.

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