Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915

72 CRITICA SOCIALE La necessitàdella preparazionemilitare. . Ma se, nelle condizioni normali delle nazioni, prima della attual~ g1;1e_rra, tutti color? che no~ condividono questi miei apprezzamenti sulla esi– stenza di questioni nazionali, potevano di conse– guenza avversare la preparazione militar~ della nazione nell'ora attuale - dopo l'esempio della Serbia-~ del Belgio, se non si vuole riconoscere quello della Fran_cia - 3:nc~e i ~iù a~erti neg'.1-to_r_i della esistenza di quest10m naz10nah, anche 1 pm ferventi oppositori dell'intervento d'I~alia n~~ conflitto devono riconoscere che non si può pm eliminare la triste eventualità che un'altra na– zione ao<Tredisca - ora o in avvenire - l'Italia: u·iaèchè""hmica forza che poteva impedire tale ~<Taressione - la ribellione dei socialisti del paese aggressore - si è rivelata, al cimento dei fatti, non dico insufficiente. ma assolutamente mancante. Perciò non insisto 'su questa premessa teorica, su " democrazia sociale e politica nazionale n, perchè, anche non concordando in essa, anche ne– gando la nazione, tutti i socialisti riconoscono che, qualora l'Italia fosse aggredita, bisognerebbe rlifenderci con tutte le nostre forze. Non discuto ora la insufficienza puerile di questa contraddi– zione, giacchè i1 fine di questo articolo è di riunire e non di dividere: e prendendo le mosse da questa conclusione, a cui tutto il popolo italiano oggi è arrivato: la necessità delta preparazione d' J talia contro eventuali confi,itti, io mi propongo di esa– minare quali sarebbero le riforme più importanti che si potrebbero realizzare nella nostra organiz– zazione militare, riforme ispirate a un principio di democrazia sociale e insieme a un principio di utilità nazionale, cioè a un principio scientifico di utilità collettiva, di economia delle forze, di divisione del lavoro, a quel principio del " the r•ight man in lhe right place n che è corollario della concezione 01·ganica dello Stato. Troppo la democrazia in genere e il socialismo in ispecie si sono disinteressati dallo studio delle questioni militari, lasciandone l'esame alla men– talità gretta, chiusa, particolarfsta e interessata dei conservatori e dei professionisti della vita· militare. Se tale studio si fosse fatto - e queste pagine mirano appunto a suscitarlo - si sarebbe riconosciuta la verità di questa affermazione: "Lu migliore preparazione militare è una p1·e– pa1"a;:,ione rnorale e tegzi;lati1,a, che non costa nulla ••atta colletti'0ità e anzi ne accresce indiret• tamente la pi·oditttività economica ,,. . Esaminiamo· oi:a bfoveme1ite1 quale: sareb{e il modo 00 di realizzare tale preparazione. Non tutti i provvedimenti che qui suggeriremo sono tali da potersi ottenere rapidamente: alcuni richiedono studi e provvedimenti preparatori che ne ritarde– ranno la attuazione, ma non per questo perdono della loro importanza. Se il nuovo assetto d'Eu– ropa non sarà ispirato al principio di nazionalità, nuove guerre potranno sorgere, guerre nazionali, all'esito delle quali, come alla attuale, il socialilimo è direttamente interessato ; e, anche se ciò non sarà, potranno sorgere eventuali conflitti di con– tinenti c1:te rendessero necessario per l'Europa, anche 80 m~ernamente pacificata, una saggia di– fesa contro 1l pericolo di espansionismi asiatici o americani; e perciò, se la preparazione militare potrà notevolmente ridursi. non dovrà tuttavia cessare. Còmpito della democrazia è appunto di studiare i mezzi per rendere tale necessaria pre– parazione il meno possibile dannosa alla colletti– vità, ottenendo il massimo risultato col minimo mezzo: e ciò non può avvenire che con quella nazione armata verso la quale oggi tendono, vo- BibliotecaGino Bianco lenti o nolenti, tutti i grand·i Stati civili: ideale profondamente democratico, e alla realizzazione del quale mirano appunto le riforme-che ora ac- cenneremo. · La sintesidell'utilitànazionale dell'utilitàsociale. La democrazia, per me, come rappresenta la sintesi dell'idea socialista e dell'idea liberale (col– lettivismo e individualismo), così rappresenta la conciliazione, anzi la coincidenza, dell'interesse nazionale con l'interesse sociale, della più ampia collettività umana. E questo principio democra– tico, così inteso, che noi vorremmo applicato in tutte le manifestazioni della vita dello Stato - e così la finanza democratica dovrebbe ispirarsi a tali concetti, integrando un sistema di ben congegnata imposta progressiva sul reddito e sulle spese voluttuarie con un complesso di monopoli di Stato di indole più sociale che finanziaria, ma anche finan~,iaria, con l'avocazione allo Stato del– l'eredità e dei beni delle Opere pie: e così la scuola democratica dovrebbe accoppiare all'edu– cazione patriottica e alla preparazione, fisica e morale, alla vita militare, una elevazione del senso di fraternità e di interdipendenza umana -- questo stesso principio, applicato alle riforme della nostra legislazione militare, determinerebbe l'adozione di quei provvedimenti cui ora breve– mentè accenniamo, che avrebbero precisamente per effetto e di giovare alla forza della nazione e di contribuire all'avvento della democrazia so• ciale. Il presente articolo vuole essere appunto un tentativo di iniziare lo studio dei problemi mi1itari da un punto di .vista più alto e compren– sivo di quello da cui sono stati studiati dai mi– litari di professione, e in genere dai conservatori: da quel punto di vista da cui democratici e so– cialisti avrebbero dovuto studiarlo se non si fos– sero chiusi in una negazione tanto semplicista quanto sterile. · L'universalitàdel serviziomilitare. Il principio fondamentale di una riforma militare in senso democratico è l'universalità e l'obbligato– rietà del servizio militare. Posto che la collettività ha bisogno della prestazione personale dei singoli per uno scopo di difesa - scopo di cui ora nemmeno gli herveisti possono negare la esistenza e la legit– timità - è chiaro che tale prestazione deve essere richiesta e imposta a tutti i singoli: fn misura eguale per il tempo, in maniera diversa secondo le loro diverse attitudini. L'adozione piena e inte– grale di questo principio gioverebbe alla nazione, permettE)ndole di utilizzare in modo più assoluto e completo. le energie individuali, e gioverebbe alla democrazia, eliminando ingiusti privilegi di classe, assoggettanc1o anche le classi ricche ad oneri ai qnali esse in gran parte si sottraggono, identifi– canrlo il cittadino al soldato, preparando così la scomparsa del professionalismo di casta militare e l'avviamento alla nazione armata. · Quindi - non- parlando del volontariato di un anno, immorale e cinica forma di mercato di cui si può considerare come decretata l'abolizione -– bisogna abolire la seconda categoria,· ossia il pri– vilegio per i figli unici, i quali - come riconosce F. S. Nitti, non sospetto di socialismo - appar– tengono in grandissima parte alle famiglie ricche; bisogna ridurre la 3a. categoria a casi veramente eccezionali, anzi eccezionalissimi, da comprovarsi volta per volta. Non solo: bisogna introdurre un criterio più logico nell'esame dell'idoneità fisica al servizio militare, arruolando moltissimi individui che ora

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