Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915

6G CRITICA SOCIALE gli a_vyenim,enti,v~rosi~Jmente no_n s~rà l«:i·a de– terminare la faccia del! Europa d1 domam ». Eb– bene, ·questo, chi lo' può dir-e? Nella mente del Levi si confonde il durante la guerra e il dopo J.aguen~, facendo un tutt'uno. Errore comune, errore capi– tale! La guerra è veramente campeg~~ta dal du-eU.o_ anglo-tedesoo; però la pace, veros1milmente, . sa:à dominata dalla imponente entrata della Russ1a 111 Europa. Ouesto frag,oroso spezzarsi d-ei chiavistelli del Mar Nero, n-0n dice proprio nulla? Noi, uomini schietti di libertà e di internazionalismo, salutiamo con gioi.a un mondo che precipita, ·una ba,rriera che ·si--abbatte per· confondere insieme· correnti inter-· eluse di acque• e correnti intercluse di umanità ... . Ma contestiamo che la pax britannica sia soltanto ... . britannica. Nel famoso discorso 5 febbraio 1855 1 .~~·µJa C.onvien~ionemilitare con_ la Fr.an~ia. e l'In– ghille~·r<\(un discorso, adunque, mtervenuonista per '\fofinizione e per oocessità!) il Conte di Cav-our di– '11 ceva: << se la presente guerra avesse esito .felice ' per !:a- Russi~; se_.av~sse per co~~g~enza, <;Li <:-On- I • " durre le aqmle v1ttor10se dello Zar 111 Gostantmo– -,:'~ p-oli, .evidentemente la Russia acq.uist~rebbe' un pre– domirrio assoluto sul Mediterraneo, e una prepon- .:.1éaeranza~rresistibile nei Consigli dell'Europa». E aggw.ngeva che, quando la Russia fosse venuta a.d acqui'staro la preponderanza nel Mar Nero, in 1·ap– port,o dell'Italia nel Mediterraneo, allora, come ora, dominato ùal_laFrancia e dall'Inghilterra, si sa,rebbe potuto di-re col Poeta : · Il nuovo signo·m s·aggiunge alt'rintico, L'un popolo e l'alt1'o sul colto ci sta. E quanto agli « interess-i morali » il grande Mi– ni'slro diceva che « quando essa (la Russia) v-eniss.e nd acquistare irresistibile influenza nei Consigli e•1- ropei, è mia. opinione che il nostro paese, le nostre istituzioni, la nostra nazionalità oorrerebbe-ro g-ra– vissimo pericolo », poichè la storia dimostra come <( la Russia. abbia s'empre e13ercitato la grandissima sua influenza. per combàttere o,gni liberale tendenz:a, pe1• -11eprimere ·_ogni sfor:zo di' popolare emancipa- · zionie ». · So· 1e melensaggini di· moda contro questi luoghi c_omuni ..· .. del 1855. La Russia. non è pìù la Russia e lo Z.arismo nòn è più Io..Zarismo; la società russa è la più demC>cratjc.a(!!) del mondo sotto il regime élel piccolo padre; il panslavismo è una benedizione d'i Dio quanto il pangermanismo ne è la maJedi– zicme.. Ma alla Duma i Ministri hanno già dichia– rato espressamente che la guerra non po,rterà nes– ~una mbdifìcazione al regime· politico interno; che, se la fortuna_ so11riderà al),e artn~ russe, si tornerà al periodo di S~olipyne (riforme economiche e non i·ifoffi1:e polit~che); e Sazonoff, ufficiqsamente inter– pellato, ha già risposto ch,e _nessuna modificazione s·arà introdotta nell'ordinamento che riguarda gli ebrci. Oh! allora?.... . · ., G_ontutto ciò' non _si tratta per noi di opporre un pericolo slavo ·astratto e metafisico. alla auspicata pax britannicà, in contrapposto della temuta pax germanica. Noi vogliamo soltanto mo·sbràre come a":bitr.ari.'.l è !"antitesi: pax britannica, pax germanica d1 A. Levi e di tanti" altri con lui; arbitraria perchè iiiat_tuale; mentre attuale,: attualissima è soltanto !'anti_tesi di guerra: Ge_rmania contro· Inghiltena, Ingh1l~rr~ contro Germania!_ Qùale sarà fa pdx noi non _sappiamo, a nessuno è dat-0 sapere. Questo ~pp1.amo - e que~to è tutto .quello che noi soste– ruamo - cbe· l'alleanza, che oggi facesse l'Italia ton la Triplice Intesa mediante l'intervento, sarebbe -alleanza puramente di guerra, valevole cioè fino àlla conclusione deHa pace e non al di là; 1 al di hl è certo .che dovrà iniziarsi. una nuova, oggi· im– jwe~rutabile, configurazione di aggruppamenti di BibliotecaGino Bianco Stati (altro dei quali p~trebbe. anèh@_ ·essere d:i tutte le nazioni piccole e heutr,e 1 • a cui non è da eschidere ché l'Italia possa partecipar-e oon de– gna pr~domi~an~), a seconda che. sarà ·:"ollecita~ da.Il-eshpulazwm della pace e dagh effetti generali e particolari della guerra, che determinerà i nuovi imprevedibili interessi. Certo le Potenze, oggi al– leate per la gu-erra, non sarai:ino, domani allea~ allo stesso modo ruilla pac.e; ehm~ la guerra ogm Potenza (e così anche l'Italia) sarà restituita a se stessa, nella piena libertà e responsabilità dei suoi -odi e d'ei suoi amori; e, mentre per l'Italia si può -prevedere ché il suo attuale intètvenro contro i suoi ex-aHeati le susciterebbe contro duratura, impla– cabile, l'o-stilità tedesca, non si può prevedere del pari che le Potenze p,er le quali essa ora si com– prometterebbe resterebbero contin ua~ente ligie alla sua difesa, perchè a tale puerile c 'oncet.to si oppone la logie.a degli interessi futuri deg lì Statì c h e recla~ meranno nuovi e proprii orientamenti, fo.rs 'anoo al:. leian_do, ne1nicì di oggi contro' ~òinrpi~it? ni di ie_ri_. In ogm oaso, se l'Itaha oggi s1 metta 1_ncondmonl) di attende-re esclusivamente e· necess ariamente dalla 1iax britannica la propria salve1.za , cioè la oonser:... ,·azione della sua consistenz a politic a ed economie.a, ò chiaro che bisogna essa si disponga ad un vas– sl!-l~aggi-0da cui non. avrà poi modo ..di rilevarsi ma.1 più : essa deve diventare un satellite lega,to al grande sol-e britannico, un più cospicuo Portogallo, la· cui .sorte finanziaria e quella politica e militare, in Europa, in. Asia ed in - Africa, nell'Adriatico e nel Mediterraneo, dipenderà strettam-ente dall'Inghil– terra, che saprà quanto sono lunghe e indifese le nostre coste e quanto minacciate dai nemici che, per esè:a, ci saremmo creati. PertanLo l'opera nostra non può essere che con– tro ogni pace prospettata come una dominazione vittoriosam-ente imposta ai nemici ed .... ai neutri! Nè pax britannica, nè pax slava, nè pax germa– nica. Noi dobbi amo opporre l'u na all'altra- di queste lìgurazi,oni, non itlentificando.ci con· nessuna. di esse. Ma dobbiamo mantenere, -con la neutralità durante la guerra., -la n ostra fe c(mda libertà di connubio per il tempo -della p.a.ce , A tale obbiettiv-0 si direbbe cospirino le al tern,e f ortune dell~ guerra èsaspé– rante, dalLa quale tutti i bellig-eranti accennano a uscire indeboliti, dissanguati, martoriati, disfatti e, certo, verso di noi, inetti a tentare subiti o pros– simi movimenti di rappresaglia. Se anche la Ger– mania {).()tesse conseguire ancora un.a .prevalenza militaro, questa non sarà che lieve e appena tale dia bast~rle per rif1:1-rs~ un po' dell_e,profond~ ·J_e,rjte coo·nom1chie, fina.nziarrn, ·commerc1ah; colomah m– fertele dall'Irighilterra! Una pax germanica, a:l m-0do che la paventano Alessandro Levi e tanti altri con lui, una pax ccmquistatrice, una pax piede sul collo degli avversari, una pax dittatoria, all'Italia ed al mond.o p-rescrittrice della politica, dei p-rodiotti, dei libri, della. filosofia, del costume tedesco, non, è più possibih Cotale pax è stata una realtà ed ora, ap– punto, è finita. È stata una realtà dal 1870 in poi. Gli storici dell'avvenire scriveranno nei loro pe– riodi: 1870-1915: supremazia tedesca in Europa. Quasi certamente scriveranno: 1915.... : partizione dell'egemonia nwndiale tra Germania, Inghilterra e Russia; forse anco .aggiungeranno: e Italia coi neutri. Cotesto ·terrore della pax germanica, •che è in molti, è un caso curioso e terribile di persistenza gen,erale delle immagini nella retina quando l'og– getto è sparito. Noi siamo stati trent',iinni nelt.:,. pace germariica e tanti, che ora gridin.o cosl indi– gnati e sgomenti contro la pace germanica che spa– risce, non solo non se-~ lagnavano, ma ~ ne trovavano assolutam-ent,e benè. La nostra politica

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