Critica Sociale - Anno XXV - n. 2 - 16-31 gennaio 1915

28 CRITICA SOCIALE e ha, io compenso, il più reazionario dei G?verni. Qui è la miccia sempre pronta per una esplosione; e per me è più che certo che questa avve1-rà, tosto terminata la guerra. Allora la miseria, il disagio si formuleranno nella richiesta della libertà politica, di un Gabinetto responsabile, di nn controllo democratico sui poteri che decidono delle guerre. Se Guglielmo vivrà ancora, penso che piegherà alla bufera. Il Kronprinz e la sua camarilla non saranno così intelligenti, ma allora si avrà lo sciopero generale e, al primo tentativo di spez– zarlo o all'arresto dei capi, la rivolta p~r le strade. Io prevedo che, un mese dopo la fine della guerra, la Germania sarà _un paese libero, dovesse anche l'Impe– ratore finire come Carlo II d'Inghilterra. Neppure le più larghe concessioni politiche salvereb– bero la situazione in un momento in cui, più che di libertà e di voto, si avrà urgenza di pane e, da quel potere centrale, che si valse di tutte le risorse del paese per la guerra, si pretenderà che se ne valga ugualmente per sfamare il popolo. Se dei privilegi si oppongono, saranno abbattuti. Non per nulla, speriamo, i socialisti tedeschi avranno sudato da quasi mezzo secolo ad organizzare i lavoratori in vista del Governo dello Stato e di quello della produzione industriale. Così, o le elezioni generali daranno ai socialisti una maggioranza di due ,)ontro uno; oppur1:1 un'ondata di rivolta popolare li balzerà al potere in un giorno. Sorvoliamo sulle cose minute e chiediamoci subito: tale ondata si arresterà alla frontiera tedesca? Nella Francia, che la guerra non avrà molto favorito nè con nuove Colonie uè con forte indennità, le classi lavoratrici si provarono già più volte allo sciopero ge– nerale. Poi J ules Guesde, rivoluzionario incorruttibile, talvolta fino al fanatismo, ·fa parte del Governo: sarà tanto facile a.llonta.n.arnelo quanto fu avervelo chiamato? _Nè egli potrebbe rimanervi che ad una condizione: che ad ogni lavoratore sia dato l'intero valore di ciò eh e egli produce. E Guesde sa quello che vuole e come lo si ottiene. Egli rende conto ogni settimana dell'opera sua al Consiglio centralé dei Gruppi più rivoluzionari della Francia. Nell'ultimo· decennio la forza che più valse a trattenere dalla rivolta i lavoratori francesi, fu lo spettro dall'invasione prussiana: è egli irragionevole attenderci che, un paio di mesi dopo la scomparsa dello spettro, il mondo debba riudire il canto del gallo francese? E il Belgio? Tutti noi lo speriamo indenl!izzato: a beneficio di chi l'indennità sarà devoluta? Delle classi privilegiate for~I', quando la guerra ha distrutto tutto il superfluo e buona parte del necessario? E di quel Gabinetto fa parte anche Vandervelde, per tanti anni il leadei· dei rivoluzionarii: si ricoi'dino le centinaia di migliaia di uomini messi allo sbaraglio dello sciopero per la conquista - non raggiunta ancora - del suf– fragio universale. Per me è certezza che l'indennità verrà spesa tutta per il popolo, sotto la direzione di un Ministro .... il cui nome non mi è affatto un mistero. L'Inghilterra. - La disorganizzazione conseguente alla guerra sarà ivi minore che altrove; ma la disor– ganizzazione cronica vi è maggiore; non vi è nazione che lasci morir di fame la sua gente con altrettale .... larghezza. Un milione o due rli uomini, al ritorno dalla guerra, constateranno che, essi assenti, le loro donne, i loro bambini furono obliati od umiliati; forse molti anche di quei reduci si troveranno a dover mendicare un pane per le strade, come avvenne già ai reduci della guerra Boera. E allora, se. il canto del gallo fran- BibliotecaGino Bianco cese torna ad echeggiare, sarebbe poi tanto strano. se anch'essi- scuotessero il torpore? Mi raccontava un membro del Governo inglese eh.-, se quei minatori continuavano lo s_cìopero per tre giorni ancora, avevano il Governo a discrezione. Non lo sape– vano allora; ora lo sanno; e hanno stretto un principio di alleanza -coi ferrovieri e altri lavoratori dei trasporti che sono il più potente <i corpo d'esercito_,, dei lavora– tori in tutto il mondo. Vero è che è ma_no facile stro– logare il futuro per l'Inghilterra; che .non per un paese ragionatore come la Francia, o metodico come la Ger– mania. In Germania ogni professore socialista ha ·dise– gnato le carte topogratìche' e studiato il piano della rivoluzione, come si trattasse di una invasione nel Belgio. L'Inghilterra farà oosa caotièa. L'Ioglese, per temperamento, deve sempre fare le cose come se non fosse lui a farle, come se ignorasse di farle. Esso dovrà risolvere il problema di attuare il socialismo senza toccare nè il re; nè i lords, nè il primate, nè il Lord Mayor, e senza impeti sentimentali. Faccia il st\o co– modo! Resta la Russia: un pericolo permanente, a mio av– viso, per la pace europea. La guerra avrà accresciute in Russia le tendenze espansioniste e nazionaliste delle classi dominanti. Illuminare· cotesta nazione è, natu– ralmente, affare dei suoi rivoluzionarii; ma tenerne in freno i dirigenti sarà còmpito di tutta Europa. Che. l'attuale promessa di una Russia nuova, ricca di luce e di libertà, debba avverarsi, mi pare utopia pensarlo. Solo la sferzata punitrice di una disfatta potrà rove– sciare una casta, quale la burocrazia russa. Perciò, una alleanza fra i socialismi di Germania, Francia e Inghilterra per tenere in iscacco il partito dei Granduchi mi sembra una delle conseguenze pro– babili di questa guerra.· * * * Se siete con coloro che voglion0' la giustizia su la terra, è còmpitç, vostro lottare per tale un assesta– mento, al domani della guerra, per cui nessun popolo sia, dalle troppo acerbe ferite, distratto dall'operare per la rigenerazione sociale. Se Francia e Russia gher; miscono terre abitate da Tedeschi, lo "Junkerismo ,, se ue varrà a pro del sentimento nazionalista .e per un programma di- rivendicazione. Stabiliamo nna barriera di territori neutrali fra la Germania e la Francia; sottoponiamo il Canale di Kiel e i Dardanelli a un protettorato internazionale; susci– tiamo una Nazione Polacca e uha Federazione Balca– nica, la cui neutralità sia garantita dalle grandi Po– tenze. Se riescirà di frenare le cupidigie degli alleati, la pace sarà pronta e durevole. Se, invece, si lasce– ranno comandare i militaristi nel Consiglio dei MinistrJ Inglese col programmil. di tenersi le Colonie tedesche e di annientare la flotta tedesca, la guerra continul:'rà fin che i Tedeschi avran fiato e sarà vinta, sì, dall'In– ghilterra, ma innalzando la Russia a tale potenza da doversi poi combattere e domare entro il prossimo decennio. Non vi è, dunque, chi sappia persuadere ,ai pensatori inglesi come esista nella stessa Germania una potenza che indubbiamente torrà di mezzo La minaccia della flotta tedesca, e per sempre, assai meglio che non_ possa qualunque potenza straniera?_ Nella crisi attuale, una accorta politica, inspirata a vero liberalismo, da parte del Governo e del popolo inglese, salverà la razza umana da un'èra di miseria. E si intenda bene che la crisi è da risolversi ora, non quando leggeremo nei giornali che si stanno per di-

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