Critica Sociale - XXIV - n. 21 - 1-15 novembre 1914
324 CRITICASOCIALE tive deHa conflagrazi,one in:terna7;ionale, e dall'altro meglio si sar,ebbe arv.antaggiaLo di queHe positive. Ma il problema si pone egualmente o·ra in ILali,a; solo che richi•ede una visione ampia e soluzioni ardi– mentose. Questo ,problema è posto dai v·ecehi e dai nuovi bisogni d•ell'Jlalia, è post.o ck1l riflusso di I.anta pa,rl•e dell,a nosLra emigraz.ione, dall'arr,e_sto ·di ogni cor– rente emig,rator-ia, dal-l'enorme perturbamento del mer– cato cieli.a mano d'opera -e dalla conseguente acutiiz– zazione ,e generalizz.azione del disagio e• della miseria, è po,sto dalla situazione· dei mercati este1'i ne-utri, ca,. paci di .assorbir,e una , e.no 'I'me quantità èJi prodotti in– dustriali ,e agri,coli, che ad ,essi siano forniti da paesi neuti,i, in dif.eUo e a sostituzione cieli-e importaz'ioni, venute presso che· ,a cessare, dai paesi belligeranti. Si parla di neutralità cc vigile e armata ». La for!Illula è più che· mai adatta, s,e, la si riguardi da un punto di vista •economi,co. Vigilanza su Lutto ciò ch,e ;1vvi-ene•, a.f cli fuori, nel mond-o ,ec·onomico. Non c'è nell'ammi– nistrazione dello· Sfato un~ · « sLat.o maggiore» d•ella l d.if, e-sa, IJ del p·rogr,esso ,economico, che vigili, registri e segnali i mutamenti, le opportui:iità, gl,i sbocchi di quel gflande mondo, e le direzioni verso cui dov1,eb– bero v.olgersi e l'aUività economica del pa,ese e la po– litica •economica, consid,erata come uno stimolo ,e una coUabo,razione cli questa, commerciale.e d,og.anale dello Stato,? ,S,c c'è, ,e se lo ~Lato ha de,! momento un intuito assai ,più lato cleHe preocoupa7;ioni militari, veclr-emo un po' s-e esso - lo Stato e il suo « stato maggiore>>· economico• - sapp,ia, accanto ai cannoni Déport, al rimunizionamento e al compl-etamento dei magazzini, a,pprestare anche le « armi » essenziali dello svilup,po e de'lla ci,v,iltà •economica. Forse che Governo •e borghesi,a diTigente avrebbero– ragio-n.e di proclamare che, il còmpito è sup;eriore aJl.e nostre forze, tanto più nel p•eriodo ,attuale, in cui · le preoccupazioni milit,ari assorbono centinafa ,e oen- ' tinaia di milioni, ,i tributi sono aggrav.ati, e i merca,ti finanziari chiusi o di aooess,o· diffìciNssimo? Ma il Go– v,erno ,e la bo•rghesia e i partiti che vogliono la guerra non sembrano spaventari;;i de!J.e difficoltà ffnanziarie, infin-ilamente più spaventose, che la guerra, una guer– ra ne,oessariam,ente lunga, v,errebbe .a c,,eare. Ora noi prof,essiarn.o la dup,lice convinzione: che l'Italia (non dici.amo soJ,tanto la ,classe operaia italiana) a,bbi.a un decisivo, inteT•esse a non p,art,e-cip.are a questa lunga guerrà, che ci •e•saurirebbe assai ·prima degli al.tri bel– liger.ainti; e che una piccola parte d,egli sçhiaclcirnti sacrifici, i quali sarebbero imposti «falla guerra non neoes&aria, possano, debbano, vi,ceversa, sostenersi per ess•e·re impi,egati pr,ecisamenle ne·! rinvigorire la resi– stenza ,e,conomica del paese di fronte olla crisi gene– ra,J.e.e n,ell',accflescere la forza e, la virtù di espàn– sione d,eJl'economi,a italiana. A questo intento soccorre un doppio ordine di p•rov– v,edimenti: taluni che ri,chi•edono schi•eUa •e coraggiosa moderni là di vedute senz,a .domandare allo Stato al– cuno sforzo finanziario; taluni altri, a cui non basta modernità di concezioni, es-ig,endo dallo Sta:lo ·il con– corso di mi•sur,e finanziari,e ,che esorbitano da!l,a sfe,ra d,ell,e ordinarie misure in siffatta maLe·ria. È suffici,ente per ora accennare sommariamente. Nella prima' categoria s'i profilano provvedimenti intes.i a redimere la terra dall'incoltura e dalla rne,zza coltura, che co,stituiscono un par-ussitismo intollera– bile e un t•radimeh:to degli interessi della, colle.ttivilà. Provv,edimenbi ec-0nomici è giurid,ici nel mecles.imo BibliotecaGino Bianco tempo sono codesti che presenti,amo all'esame della opinione pubblica proletari-a, e che stimiamo debbano animar•e un programma nostro, di az.ione positiva e fatti•va, integrante l'atteggiamento negativo contro la gu,erra. In questo nostro progromma deve cam,p,eg– g•iar,e la parola espropriazione: esprop-J'iazione della proprietà tradizionalmente ignava, neghittosa, domi– nata, dall'egoismo ·p,iù antisocial•e, clw 'iottrae alla col– tura ·e·all:a produzione, totalmente o parzialmente, im– mense di,sLes,e. E nel p•rogr.amma d,ev,e includersi il conoello che la bonWca fatta nèHa maggior part,e a sp-es,e dello Stato ooss•i dal divenire una cuccagna p,e-ri privati, •e che i su-0i benefici re·stino, p,e·r contro, neHa proporzione degli on·eri subìti, alla coHeLtività. Non vi ha oertamente da forsi illusioni sulla attitu– d·ine rifo.rmatric,e dei conservatori di ogni p,ctrtito, che res&ero e reggono il poter•e nel nostro paese, sp-e– cialme,nte in questa materia, che li l,eg,u generalme,nt,e a,i misoneismi e agli inkressi più gretti dei grossi •e medi prop,ri•etari fondiar•i. Tutt,avia è su questo punto che neoe-ssitn battere el baUersi risolulame,nle; v.al ,endo– ci r.mch,e·di •queHe stesse ragioni per oui si affannano preoontemente ministri e associazioni, div,entaLi all'im– provviso fervidi propagandisti del « produciamo più grano », m-en~re non v,eclono, o non vogliono· veder-e, che non si rimedia aHa d-efi,e,ìienteproduzfone soltanto con le colti,yazioni più profond,e e raziona,J,ì ,e con _un più generoso uso dei concimi chimi-ci, sibbene anche, e in un grado infi,nitamente più alto, col d•estin.are tuolta I.a teTra d,is,ponibiJ.e all'agri,coltura d·i t,ipo mo– derno, e· .a r,eddito normale. La seconda cafogoria investe i problemi dei lavori pubbli,ci, deHe industrie e dei co.rnme•roi. P,er d,are inc!'emento a tutto ciò è indisp,ensabiJ,e, una s·omma straordinari.a <l'imezzi finanziarì, ch•e facciano rifluir,e n,elle v,ene d•iss•eocaLed,eJla fìnanza e del credito p·ub– blico, il sangue dei milioni pompati dai Buoni de.J Teso·ro e dalle antici.pazioni a profitto dell'impr,esa libka •e dei suoi annessi ,e conn,essi. II prestito può ess•er,e l'unica via di us•ciLa. La situazione de·i me-reati internazionali •e del mer,cato interno consenLirebb(;l· la ,eff.eUuazione di questa .parte del nostro programma? Lo· ,esamineremo un'altra volta. GIOVANNI MERLONI. UN PROBLEMAMORALE (Per la libertà o contr9 la gu~rra 7) I ,. _____ ,,,,, '" ,,,,. I. Giovanni- Zibordi d,edicò, in queste sLess•e colonne, un articolo alla Babele dei Par-liti d'Avanguar-dia. Può darsi ch,e la confusi,on,e deHe lingue regni nel campo degli affini d·el Partito socialista, ma è necessario, &e vogliamo davvero v,ed,er chiaro, guardare non, solo i,ntorno, ma anche, e innanzi tutto, dentro _no-istess-i. E confossi,amolo subito, prima che i nemici, che già cominciano, ,ci faccfan cTes-oere intorno l'accusa di dop– piezz,a: nell'animo del sociaJ.ismo ila.frano, in tutti e in ciascuno di no•i socialis,ti, risuonano, oggi, per lo meno d,ue lingue d,iv,e,rse, i cui a,c,c,enti non ri,escono ad armonizzar&i. Tutto quanto è in noi antie,i,pazione di un avvenire di ,paoe univ,ersale, odio alla strage, inl-eres&e e_d amore per i lavoratori di tutto il mondo, anche se l'incoscienza, o il perve-rtimento ope•rato su di essi, li renda strumento del ·d,elitto immane dei
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