Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914

76 è'Rl'rlCA SùClAl.t certo punto sì era gravemente imbarazzati a trovare chi volesse dirigere i lavori, poichè la morte aveva abbattuto l'uno dopo l'altro tre direttori. Se la Compagnia francese (che finì travolgendo mi– seramente milioni e ,persone) avesse anche trovato i capitali necessari e adeguati all'opera, se anche aves– se risolte tutte le difficoltà tecniche dell'impresa, avrebbe pur dovuto cedere innanzi alla mortalità spa– ventosa che divorava le squadre di operai, riducendosi alla impossibilità di proseguire i lavori. Il baratro aperto dalla morte, il mistero ohe circonda:va le ma– lattie dominanti nella zona equatoriale nella -quale si svol,gevano i lavori, rendevano impossibile continuare nei lavori anche aumentando all'infinito gli alletta– menti dei salari e degli. stipendi. Nel 1905 gli Stati Uniti assumevan9 i lavori comin– ciando dal centro, quella zona amministrativa - le Gana/ Zone - che non è se non un lembo della Confe– derazione sotto mentite spoglie. Gli Stati Uniti ebbero esatta la compre11sione del quesito e intesero perfet– tamente che il problemà tecnico e sociale era risòlvi– l?ile a p~Jto di risolvere il quesito igienico. Si può anzi dire che i più importanti quesiti pr~si in considera– zione e intorno ai quali si imperniò tutto il lavoro, furono quelli di ca~atlere igieqico. Fortunatamente le conoscenze nostre intorno alla febbre gialla e alla malaria, specie per quanto ha relazione colla trasmis– sione, sono profondamente modificate e molti punti oscuri sono diventati ben chiari, talchè anche la di- ' fesa è affrontabile, con una ben differente condizione di spirito e. di .probabilità cli risultato. La Confedera– zione volle quindi che i lavori fossero iniziati nelle migliori condizioni e in tal guisa che apparisse pro– babile il buon successo delle imprese. Naturalmente ciò importava una spesa e immedia– tamente i pessimis_ti gridarono al pericolo, avvertendo ohe la difesa igienica della Canal Zone si presentava così costosa da togliere ogni incentivo _a tentare, e da spingere necessariamente a pr-eferire l'altra via, quella dell'elevazione dei salari in compenso delle maggiori alee per la vita che si imponevano. Fu buona fortuna ohe questa tesi, gabellata come «liberistica>>, non avesse a prevalere. Si adottarono così le misure difensive suggerite da– gli esempi già noti di Cuba, dell'Avana, del Brasile: e mentre· si provvedeva ad una larga assistenza sani– taria, si intraprendevano tutte _le opere di igiene ge– nerale. Qui basta appena accennarle per sommi capi: si trasformava, mediante una buona fognatura, un buon servizio di acqua potabile, una sistemazione stradale completa le città di Panama e di Colon: si , intraprendeva con energia là battaglia contro le zan– zare trasmettitrici delle due malattie, circondando case e ospedali di reti metalliche, progettando e adot– tando •perfino tipi nuovi di costruzioni con buone ve– rande che facilmente potevano essere munite di reti protettive. Nello stesso tempo, servendosi di adatte tubature, si portava ovunque. il petrolio grezzo che doveva servire alle estese e periodiche petrolizza– zioni di tutti gli specchi d'acqua per asfissiare le larve di zanzara. E naturalmente tutto ciò si organava tecnicamente in guisa opportuna, con il personale necessario, sotto la direzione di ingegneri, di medici e col sussidio di un entomologo. L'opinione pubblica nord-americana, interamente favorevole alle misure, ne facilitò l'appli– cazione e ·una parte almeno degli operai e degli agenti del canale (naturalmente gli europei f-urono i più re- BibliotecaGino Bianco stii a p-ersuaqersi) accettò di lieto animo la regola– mentazione .profilattica. In breve gli effetti si rendevano palesi in maniera sorprendente. La mortalità scendeva già, nel 1905, al 40 ·per mille (ben inteso comprendendo nella cifra dei censiti anche le due città estreme del canale), •poi ra– pidamente si portava al 29 per mille, ·e nel 1912 scen– deva al 21 per mille. Che se si considera solamente la mortalità dei 51.000 operai del canale (pochissimi con famiglia) la mortalità annua del 912 è del 10 .per mille, della quale mortalità, oltre un terzo spetta agli infortuni. Già nel .906 la febbre gialla scompariva per intero, tanto da venir tolta dall'elenco ufficiale delle cause di morte, e la malaria .riducevasi a meno della metà, e ancor più si sarebbe ridotta, se gli operai di razza latina si fossero docilmente ,prestati a se– guire i ,precetti per la difesa. Ora tutta una simile difesa, nella quale è anche_ compresa una parte di lavori permanenti i cui bene– ficì si risentiranno per decine di anni, non è costata se non 10 centesimi di lira per· op~raio al giorno! una cifra che parrà miserrima, pe.nsando al centinaio di milioni rappresentati dai morti in rneno, •tfail m_inor numèro delle giornate di malattia, dal maggior· gua– dagno per il continuo lavoro che nessuno spettro ha valso a interrompere.· L'esempio· è di tale eloquenza, che difficilmente po– trà trovarsi qualcosa che meglio dica la utilità eco– nomica (e ben inteso non è questo il solo lato •utile) di una savia difesa igienica, applicata sia pure se– guendo visioni economiche. Ed è a s•perare ohe la le:i;ione valga anchè nei' ·nostri paesi, ove· in materia di medicina sÒciale .si' crede as~ sai più al sentimentalismo dell'assistenza, . che non alla logica della prevenzione. E. BERTABELLI, REVISIONISMO E HIVOLUZIOBAH (Aproposito d una conferenza diB.Mussolini) · Il direttore dell'Avanti!, B. MussoliuJ, in. una delle scorse domeniche, ha tenuto a Firenze una notevole conferenza sul valore storico del socia– lismo, che me:rita da parte nostra qualche osser– vazione critica. Secondo il largo riassumto del discorso, che-tro– viamo sull'Avanti! del 15 febbraio, l'oratore, dopo una lunga introduzione storica sul socialismo uto~ _pis,tico e sul _safr1,_ts~monisrno; dopo aver ricordato glf"alhcirT del' èap'i'tàlis:hrcnflà· data/fatidica della pubblicazione del Manifesto comunista (vangelo per nulla invecchiato), ha cercato, in base anche alle note argomentazioni del Kaùtsky, di togliere qualsiasi valore rivoluzionario al revisionismo più o meno bernsteiniano. Noi non neghiamo che il Mussolini abbia fatto parecchie osservazioni acute e giuste, ma in complesso ci sembra che, m~lla confutazione del rèvisionismo riformistico, egli sia stato un po' unilaterale. · Per combattere, infatti, il Bernstein e gli altri riformisti, non è suffi_ciente fermarsi, come egli ha fatto, alla sola teoria della concentrazione dei capitali, concentrazione che non avviene i:n molti rami della produzione e che non significa a:ffatto concentramento di proprietà. in poche mani· non basta limitarsi a riportare alcuni dati sopra' sin– gole industrie, magari trl:!,lasciando quelli riflet– tenti l'agricoltura; ma bisogna affrontare anche

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