Critica Sociale - Anno XXII - n. 9 - 1 maggio 1912

CRITICA SOCIALE 143 tral!curata per gli altri paesi. Pisacane, .Antonio La– briola, Plekanoff, ad esempio, non esiRtooo per l'autore, il quale pur dichiara che il lavoro gli è costato " pa• racchi anni di sforzi pazienti e di lunghe ricerche ,,. Più completa sembra debba riuscire· l'Encyclopédie Socialiste, che sta per uscire in 12 volumi, diretta da .Compère-Morel, con la collaborazione dei più autoriz– zati scrittori socialisti. Intanto, l'editore Rivière continua a nutrire le sue collezioni di nuovi interessanti volumi. Nelle Etudes sur le devenir sociat escono le confe– renze dette da Carlo Kautsky in Olanda sui t11mi: "Riforme sociali e Rivoluzione sociale " e "Il domani · della Rivoluzione sociale ,,, colle quali il sapiente teo– rico del marxismo rispose all'opinione, svolta in una pubblica riunione dall'ex ministro Pierson, che ,unari– voluzione proletaria fallirebbe inesorabilmente. E inte– re~sante rileggere ora il_giudizio che allora - nel 1902 - il Kautsky dava del movimento operaio inglese. " L'Inghilterra ci mostra le sorti di una classe ope– raia che' rinuncia alla rivoluzione, non fa che della po– litica pratica, relega l'ideale in un angolo, e si apparta da ogni lotta che. non abbia per. obiettivo le sterline o· gli scellini. ,, . Ebbene, oggi ~ appunto lo spirito rivoluzionario bhe ridesta le pesanti coorti tradunioniste inglesi, e le pe– netra dell'ideale socialista; che spinge la maggioranza· dei minatori a scioper,ire per assicurare alla minoranza un salario che non sia di fame; che accendé in milioni di lavoratori la fede nella socializzazione delle miniere, delle ferrovie, dei mezzi di produzione e di scambio. Oggi, l'[nghilterra si prepara a confermare quello che per Kautsky era allora la conclusione: "è l'idea della rivoluzione Qhe ha rialzato il proletariato dall'ab– bassamento più profondo, e questa rigenerazione è il più grande avvenimento della seconda metà del se– colo XIX,,. Per chi è convinto che lotta di classe, antagonismo d'interessi, accentramento del capitale, materialismo storico siano ormai foglie cadute, la lettura del volu– metto del Kautsky, "La Révolution Sociale,, (Ed. Marce! Rivière et C., lire 3), sarà molto utile, sopratutto perchè la dimostrazione ivi contenuta della loro persistenza e della loro non caducità, trova nuova conferma nella cro– naca degli avvenimenti internazionali degli anni seguiti al 1902. *** Chi sono i precursor1 del Sindacalismo? Risponde storicamente Mare de Préaudeau in un volume di oltre 400 pagine su Michel Bakounine: Le collectivisme dans t' Internationale. Etude sur le mouv,ment social (1868- 1876), edito pure dal Riviere. Se i Sindacalisti• rivoluzionari derivano da. Marx la convinzione che la società economica si sostituirà alla società politica, onde la grande importanza tendenziale delle associazioni operaie, essi hanno invece, al ~tto metodo d'azione rivoluzionario, preferito i procedimenti C!;t,ci _a,l 3,ako.unine:.,azione dire.tta,. anziçhè dei. partiti, rivoluzione sociale e non politica, distruzione e non conquista del potere. I Sindac:1.listi, infatti, della Con– fédération- générale du Travail, concepiscono una rivo– luzione sociale, non preceduta da altri rivolgimenti po– litici e che, d'un colpo, con lo sciopero generale, aop– primerà il capitalismo borghese, e distruggerà il po– tere politico, baluardo dei privilegi economici. Per essi, come pef Bakounine, l'organizzazione professionale ha il triplice còmp1to: difendere i salari, essere l'organo essenziale della i:ivoluzione sociale e offrire la base dell'organizzazione futura. Appunto su ciò, nell'Internazionale, si divisero Marx e Bakounine. Mentre per quest'ultimo i progressi dell'organizza– zione professionale davano alla classe operaia strumenti decisivi per una rivoluzione sociale fatta da essa di– rettamente, immediatall!-ente e a proprio esclusivo van– taggio, senza servire· di sgabello ai politicanti della borghesia, per Marx, invece, il proletariato doveva prima imp&dronirsi del potere politico e farlo funzio– nare a proprio profitto. Anzichè sullo sciopero gene– rale, Marx contava sull'azione rivoluzionaria dei partiti socialisti. · Le due opposte tendenze non trovavano nell'Interna– zionale un terreno ove potessero coesistere ·e misu- rarsi lealmente; la differenza di temperamento dei due leaders sopratutto, condusse alla nota clamorosa rot– tura. Oggi esse si ripresentano sulla scena del movi– mento proletario in ben diverse condizioni di sviluppo dei loro elementi costitutivi. Le organizzazioni profeH– siooali hanno assunto una diffusione, una compattezza e una forza, quali Ma,rx neppure sospettava quarant'anni fa; l'organismo statale viene ricevendo, nei paesi a forte sviluppo industriale, urti interni ed esterni, che ne screpolano e indeboliscono la struttura; i partiti di democrazia affrettano la loro evoluzione verso il con– servatorismo economico, e quindi verso uno Stato an– tiproletario, che esclude sempre più la opportunità, per ·1a classe lavoratrice, di agevolarne il trionfo. ' Poichè comune è la critica, unico è lo scopo, non è da escludere che le due forme di azione, socialista e sindacalista, trovino punti di contatto per affrettare la rivoluzione sociale. A · Frattanto una prima ricerca di un terreno di intesa coì Sindacati fa, nei " bocuments du Socialisme ,, , C. MUTSCHLER, riguardo alle Cooperative (Coopératives et · Syndicats, Ed. Rivièfo, cent. 25). Come debbono , comportal'si le ·Cooperative di ·consumo, in quanto iri:J.;.; piegano mano d'opera, coi loro dipendenti? E qnesti, come faran valere in loro confronto le loro rivendica– zioni? Con lo sciopero,- come contro un qualsiasi im– prenditore privato? La Cooperativa di consumo rap– presenta la collettività operaia stessa, in quanto con– snmatrice. Può questa rivoltarsi contro sè medesima? E allora? Allora il contratto collettivo tra Sindacati e Cooperative s'impone come una necessità: Tanto più dacchè - mentre i trusts si studiano di organizzare la distribuzione al minuto ccil sistema delle succursali · multiple - l'azione combinata delle Co'operative e dei Sindacati diventa sempre più indispensabile per disci– plinare la màssa dei consumatori in un'unica organiz– zazione, da potersi mobilitare al buon momento, pe-r boicottal'e questo o quel prodotto, sconnettere il trust e imporre così alla classe padronale questa o quella rivendicazione operaia. Un còmpito che Socialisti e Sindacalisti si ricono– scono ugualmente è la lotta contro ·l'alcoolismo. Lo proclamava il 12 aprile, nel Congresso òei lavoratori edili di Parigi, il sindacalista Yvetot; lo illustra, in uno degli ultimi Cahiers du Socialiste, Marcel Granet ( Contre l'alcoolisme. - Un programme socialiste. Paris, 338, rue Saint-Honoré, cent. 15), affermando - dimo– strati i danni dell'alcoolismo per il proletariato - che la società non può consentirff che l'alcool serva a edi– ficare fortune pri·vate, quando i maggiori scienziati 1o proclamano un veleno; e che la società ha diritto di controllarne la produzione e la vendita favorendone il monopolio della produzione e la m1ìnicipalizzazione degli spacci. •E aggiunge chtl alla disciplina sindacale _spetta di- ' arrestare i progressi di un male che la metterebbe in pericolo; spetta alle Cooperative dare ai proletari il gusto di una vita sana e l'amore dei piaceri di buona qualità. E, se vogliamo che il proletariato conservi ed accresca il suo vigore fisico e morale - conclude il Granet - bisogna affrettarsi. Così si affretti il Partito socialista italiano! .... STICUS. Il passaggio agli Uffici dell'Àvanti dell'Amministra• zione della Oi·itica Sociale la costringe a conformarsi un poco ai procedimenti - meno " patriarcali ,, - propri · ai giornali quotidiani di grande tiratura. Non sarebbe più possibile attendere per mesi dai nostri abbonati - siano pure amici a noi conosciuti - l'Invio dell'importo dell'abbonamento, nuovo o da rin– novare. Preghiamo quindi la loro cortesia di volerci agevo– lare il lavoro, mettendosi in regola al più presto pos– sibile coli' AmRllnistrazione.

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