Critica Sociale - Anno XXII - n. 4 - 16 febbraio 1912

50 CRITICA SOCIALE e strappano le guarentigie della minoranza (che cosa non giustifica il nome della patria?!), sotto le violenze e i clamori. E, poichè la manovra - se potrebbe riuscire contro un deputato isolato o un tenue manipolo - si frangerebbe contro tutto un settore o una falange serrata; ecco il sottile ingegno dei mezzani del Go– verno che s'industria a sprizzare, nelle ancor dolenti ferite delle nostre divisioni, goccie di sanie e di tossico, sperando così di scatenare in mischia in– civile, gli uni contro gli altri, gli amici e i came– rati di ieri - per avere più facilmente ragione di tutti quanti ad 1,,111 tempo. Abbiamo noi - a confutare, dal punto di vista so– cialista, il ministerialismo persistente di taluni com– pagni - desunto la loro orientazione sinceramente e profondamente democratica, piuttosto che sociali– sta, dal fatto, fra l'altro, della loro assidua, ordi– naria, remunerata- collaborazione politica in gior– nali democratici, in lotta coi socialisti? Ecco uùa muta di ringhianti e di rinnegati (questi ,i più ze– lanti sempre) avventarcisi alle calcagna, 1 perfì.diando che gridammo quei cotali « venduti per inoneta », così com'essi, i catoncelli, han fatto o ardono di fare. Chi sa - pensano - se quei cotali son per caso un po' rammolliti, saliranno in furore; ed ecco un gruppo di amicizie disfatto, a tutto benefizio del tripolismo e di Giovanni Giolitti. Ma la manovra di « Tecoppa » si presta alle più svariate e ingegnose applicazioni. Constatiamo noi in un discorso che, della tragedia nefanda e senza esempio di Adua, fu unico beneficio avere per lun– ghi anni cauterizzata la demenza del colonialismo militare? Gli istrioncelli - in domino radicalesco - sfoggiano i più vistosi « corpi >> del giornale per raccontare agli imbecilli che noi, i ribaldi, s'è au– gurata alla patria una seconda Abba Garima! Così il meditato linciaggio affila le armi. Or che dice la tracotanza di cotesti tapini, che neppure han ribrezzo di raccattare nei mondezzai del 98, per tentare di rilanciarceli addosso, i tor– soli marci caduti di mano ai degni referendari di Bava Beccaris? Vedono traballar la cuccagna? pe– ricolare le sportule oneste, che rasciugano i loro sudori? A- nòi pare che nessun miglior segno possa co– gliersi di un ormai non lontano ravvedimento della coscienza del paese. Quei barbagianni hanno il fiuto e l'istinto sicuro. Le loro ire son la nostra speranza. Come il livore, col quale ci vorrebbero mordere, è il nostrq orgoglio più fiero. FILIPPO TURATI. un ERRORE DIOTTl[A ,iPOLITl[A L'articolo dell'Azione socialista deN'll corrente, col - quale Ivanoe Bonomi tenta giustificare !-'atteggia– mento dei riformisti di Destra nelle attuali tristi con– tingenze politiche d'It-alia, può fornire lo spunto a molte argomentazioni polemiche; già l'Avanti! ha ri 0 levato alcuni sofismi e alcune false illazioni dello scritto bonomiano, che, molto probabilmente, non sarà lasciato senza risposta anche da parte dello Zi– bordi, contro cui esso è principalmente diretto. Senza volgere le nostre critiche a quella prima parte dell'articolo, in cui si afferma che· vi sono due concezioni fondamentali del sooialismo, una libera, l'altra formalistica, la prima propria ai socialisti di Destra, la seconda ai socialisti di Sinistra; senza ri·– cordare come,. per qualsiasi conoezione, libera o dif– fusa, del socialismo, deve esistere e funzionue un punto focale, che serva da guida e da specchio a tutto il mo,vimento ·e sia come la bussola orientatrice di tutta la vaga coscienza socialista nazionale - punto focale, che è poi il partito po:itico, necessaria– mente retto da determinate forme e formule, e auto– imponentesi, per ragion di vita, di difesa, di con- - quista, una determinata disciplina, derogando alla quale resta svigorita la stessa diffusa azione gene– r,ica; senza insistere suHa necessità che il soc.ialismo sia composizione armonica di reale e d'ideale, ali-eno dal f.eti-cismo del fatto compiuto, in cui si compiace certo piatto e miope positivismo, per trarre la sua ,pre– dominante inspirazione da un idealismo immanente, che trasoende in certa guisa la realtà, vi si contrap– pone ed aiuta a dare la scalata a una realtà più alta, p,iù nobile, più umana, più sooiali,sta; pur. prescin– d-en<loda tutto ciò, io credo che il Bonomi, e quelli che la p,ensano come -lui, errino grandemente, quando scrivono che la sciagurata gesta tripolina rappresenti soltanto un ep,isodio, una parentesi nell-a vita politica nazionale; quando non ricon0scdno; con noi; che essa' segna piuttosto, una svolta, un punto d'angolo nella giovane storia del Regno unito, e che, si.a in sè, sia nelle sue gravi cornseguenze, va ben al di là di qual– siasi altro incidente parlamentare della presente le– gislatura. Disse Bissolati una volta èhe, per giudicare di un Mi,nistero, occone non tanto• guardare a' suoi tratti superficiali, quanto a quelli fondamentali. Orbene, quale caratteristica più fondamentale di quella messa a nudo da un Governo, che passa dallo stato di pace a quello di guerra, con sbalorditiva inco,scienza e insipienza; eh-e travolge la nazione in un conflitto ar– mato, di cui non si sa vedere la fine e il quale verrà a costare al Paese - secondo i dati più probàbili - un miliardo di lil'e, senza tener conto dei 60-70.000 uomini, che si dovranno tenere sµlla costa libica, p,er ·un ·tempo illimitato, anche dopo conchiusa la pace col nemioo formale; che ha scatenato tutte J.e insa– ziabili brame del militarismo, del marinismo, dell'af– farismo; che, con sacrilega e delittuosa miopia, non ha saput9 scorgere -· sull'esempio di tutte le altre nazioni e colla stori-a 'a'i tutto il colonialismo _:_ tutta la futi.Jità dell'espansionismo militaristico e cjell'im– per.ialismo conquistatore; che nella polit.i'ca int,erna ha attuato la dittatura, la :reazione poliziesca e giu– diziaria; nella politica estera ha posto l'Italia in con~ dizioni da d,dv•er rivaleggiare con altre Potenze, a rischio di estenuarsi completamente nello sforzo di1,1-_ turno di dover portare una pesantissima armatura d'acciaio sul suo esi-le, magro, rachitico corpo eco– nomi·co; che ritarderà indubbiamente o rimanderà in un remoto avvenire J.e r.iforme sociali, quali ·si siano o saranno le astuzie escogitate dal Ministro del Teswo -per celare, colle cabale del bilancio, lo stato vero delle cose; eh-e, infine, ha appestato l'atmosfera nazionale collo spirito imperialistico e avventuriero, così intimamente avverso all'essenza. -e al divenire .<lei socialismo? Come non comprendere, come non sentire che tutto ciò, e il molto che ancora si potrebbe ag– giungere, è / ondam~ntale per un Governo, per un popolo civile o che aspira alla civiltà? Come confon– dere questo Governo colla democrazia, e dire che noi siamo contro la democrazia perchè ·siamo contro Giolitti? Tra Giolitti e un Governo sanamente demo– cratioo vi è dunque ancora rapporto di idèntità? In questo _non vedere che la nave del Governo ha preso, dopo il settembre scorso, una nuova. rotta,

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