Critica Sociale - Anno XX - n. 23 - 1 dicembre 1910

CRITICASOCIALE 3Gi Quali le conseguenze? Parecchie. Jn primo posto, una maggiore dispersione di quelle responsabilità, che gih erano ccceiionalmente diluite nel nostro an– tico ordinamento. In secondo luogo, la crca?.ione di una fluentissima sorgente di conflitti cli attribuzioni e di competenze. Un classico esempio cli questi conflitti è la lotta con– tinua gii\ citata fra impiegati amministrativi e di ragioneria. In terzo luogo, la selezione delle mediocrità: con– seguenza necessaria. cd equa del principio sbagliato. Poichè la vera cagione di molti aumenti di organici ru soltanto il migliornmento economico di coloro che lo componevano in quel determinato momento. era legittimo che alle promozioni si provvedesse co't pre– rnleuto criterio dell'anzianità, trascurando il merito, e col merito trascurando i reali interessi di unfl– amministrnzione sapiente. '.\la la peggiore conseguenza fra tutte fu l1a\'ere creato un dissidio, che nel primo momento non fu hene intuìto, che ora giit si manifesta, e che avrà fra alcuni anni piena espansione: il dissidio, cioè, fra gli impiegati vecchi e i gioYani, fra gli impie– gati d'ieri e quelli d'oggi, fra quelli d'oggi e quelli di domani. Perchè, con l'avere di mira il migliora– mento dei reclamanti in un determinato momento, non si pensò ad eliminare quella, che era la vera causa. del male: e cioè gli stipendi minimi. Si fece sì che tutti avessero una. promozione, o almeno il maggior numero possihile. ~la le classi minime ri• masel'o negli organici o furono troppo scarsamente attenuate; e, rese vacanti pel passaggio alle classi superiori di quelli che le componevano, dettero luogo a nuove ammissioni; e quindi al reclutamento dei postulatori del domani. I quali postulatori, si badi, si potèva sin d'allora prevedere che sarebbero stati, per l'orza di cose, nel domani, ben più \'Cementi e stretti daffurgenza ciel bisogno che non ieri, sia perchè lo stipendio minimo, insufficiente ieri, san\ a maggior forza. insufficiente domani con lo svili– mento della moneta, l'aumento dei prezzi e il cre– scere dei bisogni civili; sia perchè i loro predeces· sori sfruttarono, o avranno f'ra bre,,e sfruttato, l'cle• mento razionale del progres!:I0 di carl'iera, e cioè la eliminazione degli impiegati vecchi. Oià in qualche l\finistero 1 fra breve in tutti, avremo agli alti posti impiegati relativamente gio,,ani, i quali rimarranno per molti anni immobili e costit11iranno 1 per gli in– feriori, in attesa ansiostt di una ,,ac.inza 1 in tempi nei quali le speranze di nuovi organici saranno per fortuna definitivamente tramontate, una corazztt, un ostacolo, che, se altro rimedio non sarf\ ricercato e messo in atto, non sarà superabile elle con ht vio· lenza. f: purtroppo anche questa fa, in casi isolati finora, capolino qua e lù. in tentativi di mutuo danneggia• mento, che sono, ed è sperabile rimangano, rade eccezioni, ma che non sono precisamente esempi di carit,\ l'eciproca e di amorevole fratellanza. e tanto meno possono preludiare a quelle lotte di C!nsse, le quali non sono sane se non quarnlo Pinternsse dei singoli scompare di fronte ri quello di tutti. Ol'impiegati son tl'0ppi, artificiosamente troppi; e gli org,inici, contorti secornlo esigenze dh'erse da quelle naturali, non solo non otfrono più, in via generale, quella connessione fra classe e ch1sse, fra grado e gnvlo, dalla quale derivft lo svolgimento re;::ohire della carriera, ma, per contrario, offrono nelle classi alte una diga, contro la. quale si acca– valla l'onda crescente e senza sfogo delle classi meno retribuite. Questa è la rilgione per la quale nessuno è con. tento: non lo Sblto, che spende troppo; nou gl'im• piAgati, che soffrono e che, nelle classi inferiori, pa• tiscono letteralmente la fame. Quale il rimedio? Se la logica non è una opinione, il rimedio sta nell'eliminare le cause del male: e, poichè il male è venuto dai sistemi 1wevalsi negli ultimi tempi, il rimedio sta nell'adottare sistemi (li• rersi. e ùwersi. Si deve dunque rifare iu senso op– posto il cammino percorso. C: questo nell'iuteres.<;e (le9l'hn71iegali, intendiamoci bene, perchè, come dice il Turati, - e mi pare difficile sostenere il contrario - il problema generale dei servizi di Stato " non si " risolve se non si contemperino gl'interessi del ser– " vizio e del personale, dei consumatori e elci pro– " duttori, per modo che coincidano, si fondano, fac– " ciano uno ,,. Ma fare il cammino i,werso significa diminuire gli impiegati: di qui non si esce. Appoggeranno le or· ganizzazioni professionali un movimento in tal ser,so':1 Sinceramente mc lo auguro, ma francamente lo chiedo. È vero che i ferrovieri hanno parlato di din1iu11- zione di personale e che 'l'revisonno ha acccnnlìto n cifre concrete impressionanti: il che sarebbe un huon segno. Ma le Ferrovie costituiscono, nell'opiuione generale, un mondo a sè, e nel discorso comune ò invalsa l'opinione errata che lì accadano cose di na• tura speciale, e che 11011 si possano applicare ai ser– vizi pubblici gli stessi criteri ammissibili colà. 8 uri errore, ma è così. It vero pure che la Confederazione Generale degli rmpiegati delle pubbliche amministrazioni ha assunto il nol>ile c6mpito di studiare il problema delle rifor– me. Ma il duhbio, che io manif'estai e che esprimo con animo sereno, dal quale esula nel modo pili as– soluto ogni ombra di sospetto per la lealtà di pro• positi della Confederazione, della quale fanno parte e son propul.Bori amici a me carissimi, è se essa possa procedere e pervenire a conclusioni, spoglian– dosi cli 1>reoccupazioni soggettive. Vonei ess~re in errore; e sarò sinceramente lieto di ricredermi e di attestare d 1 essermi ricreduto,quando mi si convincerà che ho torto. 8 poichè le riforme maturano - fortunatamente maturano - io sono convinto che esse non possano essere salutari se non siano fatte in due tempi, così dist.inti e così cronologicamente ordinati: l'n un primo tempo, dovrchhe pensarsi allo Stato. ai suoi bisogni, ai suoi servizi, al mezzo di risanarli. al modo di provvedervi, all'entità. del personale da destinarvi, senza punto lascia1·si impressionare dalle condizioni attuali del personale, ed anzi ignorandole per proposito deliberato, al fine di tutte dedicare le forze alla costruzione di un edificio amministrativo sano, omogeneo 1 agile e vitale. l'n un secondo tempo, si dovrebbe rh·olgere I ·at– tenzione alle persone, nell'intento di adottA.re prO\'· vedimenti, parte definitivi, parte transitori, che ri• spettino gli -interessi e i <liritti. di tutti. La. formala dovrebbe - e, a~giungo con ferma consapevolczzi1, potrebbe - essere: per lo Stato non un soldo di maggiore spesa 1 per gli impiegati attuali nessun danno, per gli impiegati avvenire un contratto di 111.. voro con ,,eniente e duraturo. Se questo potrà farsi d'accordo con le organi1,za– zioni professionali, tanto meglio. Ma 1 se questo ac cordo 11011 potesse raggiungersi, non perciò, c1·edo, sarebbe giustificato dall'un cauto l'affermare che si agisca conlro gli interessi degli impiegati, dall'altro smettere l'impresa. g concludo riferendomi all'esempio pmtico 1 olfer• tomi dag-li onorevoli Ahigneute e r1 1 urati. Dice Turati: noi abbiamo controlli sopm controlli e realizziamo la ,,ecchia imagine della. guardia che guarda le guardie che custodiscono la figlia del re.

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