Critica Sociale - Anno XX - n. 15 - 1 agosto 1910

CRITICA SOCIALE 237 padronali con criteri di perfetta equità, ha eliminato, attorno al nuovo Istituto, le crudezze dei contrasti e gli ha offerto la più preziosa delle collaborazioni. Le classi lavoratrici, in particolare, condotte a pene– trare nella intimità di un ·organismo amministrativo e finanziario non semplice, hanno trovato una pale– stra feconda di ammaestramenti e di pratica posi– tiva. Finalmente si sono raccolti infiniti, minuti ri– voli di risparmio popolare a cooperare ad opere di interesse sociale, che vanno oltre - per le ripercus– sioni che ne derivano - la cerchia stessa dell'assi– curazione. Questi benefici sono stati, nella Germania stessa, apprezzati da opposte parti. rt BOd1ker osservava, nel 1905: " All'estero - almeno fino negli ultimi tempi - si amava diffon– dere l'opinione che in Germania si rimpiangono i sacrifizi compiuti, che i padroni si dolgono dei pesi dell'assicurazione e non pensano acl accettarne di nuovi. Ciò non è esatto. Tutte le volte che il Go– verno ha proposto nuovi sacrifizi di questo genere 1 non solo ha trovato nel Reichstag un appoggio im– mediato anche da parte dei deputati che apparteu• gono al partito dei padroni, ma abbastanza di sovente sono stati anche sorpassati, tanto che l'idea d'intro• durre ancora una nuova forma di assicurazione, quella delle vedove e degli orfani, fu emessa al Reichstag, alcuni anni sono, da un grande industriale e fu energicamente appoggiata nel Parlamento stesso. ,, I socialisti tedeschi, a loro volta, hanno veduto sorgere questo movimento con non velata preoccu– pazione, ne hanno dflnunciato i pericoli e le lacune, ma bisogna convenire che - coll'andare degli anni - il loro tono si è affievolito. Essi furono convertiti dall'esperimento e, mentre collaborano al suo perfe– zionamento e alla sua migliore j)ratica esecuzione, non si possono dire di esso avversari. Ed era fatale, perchò nessun altro sistema, quanto il germanico, ha realizzato questi tre grandi obbiet• tivi: massima estensione, basso costo, alto valore sociale. GIULIO CASAI,INI. LARIFORMA DELL'ADOZIONE L'adozione è Istituto complementare di compensazione e di riparazione, per il quale, talvolta, nel deserto della vita, giovani orfani od abbandonati trovano genitori, e persone mature, senza discendenti, trovano figli. Essa compie il beno per amore 1 non per do'vere, e crea pa– rentele volontarie, per bisogno di affetto. Anche Della Chiesa cattolica, i ·compari o padrini, le comari o ma– drine, stringonsi cosl in volontario parentado, col neonato che portano al fonte battesimale, col cresimando e colla sposa che accompagnano all'altare. L'adozione ha origine remota; la conobbero gli Egizii 1 gli Ebrei, i Greci, i Romani, che la trasmisero a noi; la incontriamo presso ogni gente; in Francia la Introdusse il primo Napoleone. Tutti I Codici europei (si eccettui la Baviera) la consentono anche alle donne; Russia ed Austria, più larghe, non assegnano all'adottando limite di età. Da noi quest'ultimo (Cod.civ., art. 202e seguenti) devo avere almeno diciott'anni; l'adottante almeno cinquanta, e diciotto più dell'adottando, e non avere discendenti pro– prf, legittimi o legittimati. Deve anche, l'adottante, go• dere buona rama, essere guida al minore o fornirgli l'e– ducazione (art. 211) e gli alimenti, occorrendo; e gli dà n nome, che l'adottato aggiunge al proprio; e gli legherà l propri ben/, come a flglio vero. L'adottato, a sua volta, assume i do'verl d'un figlio. Ma il vincolo reciproco ri– mane personale, non si estende ai rispettivi congiunti. SoJ)pravvivono i diritti o i doveri dell'adottato verso i genitori effettivi. L'adozione non si scioglio; non può essere plurima, salvo si adottino più figli con il medesimo attoj non è le• cito venire adottati da più persone, salvo da due coniugi. Como vera parentela, escludo le reci1>rochenozze, o coi rispettivi discendenti e col coniugo. Non ò ammessa verso i propri figli naturali. Yuol essere atto consapevole e ponderato; esige, qulndi 1 Il consenso e dell'adottato, e de' suoi genitori, o di chi per essi. E della convenienza per !'adottando, è arbitro insindacabile il magistrato. •rutto pr6vvide queste restrizioni? Penso che duo, al– meno, debbano abolirsi. L'art. 206 esige nell'adottaudo i 18 anni compiuti. Quanti buoni slanci, soffocati e di– spersi! i•: Pinfanzia, tenera, docile, bisognosa di cure, che esercita i fascini maggiori; più tardi l'attrattiva scema, par che:scemi il bisognoj spesso, inesorabile, nell'attesa, si dischiude una tomba. Si vorrebbe, cosl, rispettata la libertà del minore: non basta il consenso del genitori? E si avranno, invece, spesso, due vite deserte. Quante donne, in questa maternità. d'elezione, troverebbero uno scopo, un elevamento, una dolcezza alla vita! L'altra restrizione è ancor più crudele. L'art.. 205 vieta l'adozione del proprt figli naturali. Si pretende, con ciò, di spronare al riconoscimento. ì\Ja ò ben certo che si ottenga Io scopo? E non varrà meglio avere genitori adottivi, che non averne nessuno? Oli è che le leggi sono fatto dagli uomini e per gli uomini. I bambini non le fanno e non le sanno: debbono subirle. Ilf:GINA 1'}:RRUZZI. CATASTROFISMO E RIFORMISMO Kautskye le or911nizz11zioni peraie. II. - L'ti~i.one clei Si1ulac<it'i, 011e1'lt'i. Le critiche del Kautsky all'organizzazione operaia, da noi riassunte in un precedente numero (1), ven– nero, come si è detto 1 vivacemente comhattute dal– l'organo della "'Commissione generale dei Sindacati operai tedeschi "' in una serie di articoli, raccolti poi in opuscolo e diffusi largamente (2). Kautsky aveva messo in dubbio la efficacia della organizzazione operaia. a migliorare effettivament~ le condizioni della classe lavoratrice; aveva, poi) affermato che, in av,·enire, le organizzazioni operaio non potranno che fare opera cli difesa e saranno costrette ad assumere fuuzioni prevalentemente poli• tiche; e, rinverdendo la teoria dell'immiserimento crescente, aveva profetizzato un nuovo e non lontano periodo rivoluzionario e la ine,•itabile catastrof~. Le teorie del Kautsky non potevano non suRc1tare la protesta. delle organizzazioni operaie, alle q1rnli, in sostanza, si toglieva ogni valore e delle quali si condannava la tattica e si misconoscevano le vittorie aspramente conquistate fino ad ora. A.Ile afferma– zioni astratte del Kautsky le orgimizzazioni opposero dati concreti, e la risposta hn una portata che tra• scende i limiti locali e assurrrc alla importanza di una difesa generale dell'azion~ socialista posith•a. (') 1·16 giugno. (') SisyplmsarbtH Odtl' f}Osltht J..',·folge! JJdlri1flt ::111·Wt1'1:Jcl1t11- ZUllfl dtr Tiitlgl.·tH de,· dt11/scl1t11 Gt1t•,:rl.·scl1(1(/t11. ~ J!Crlln, l1JJU.

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