Critica Sociale - Anno XX - n.13-14 - 1-16 luglio 1910
CRl'f!CA SOCIALE 223 FRA LIBRI E RIVISTE CARLO K,WTSKY; Accrescime11to e sviluppo nella Natura e nella società. - Stoccarda 1 1010. J. U. w. Dtetz 1 pa– gine 268, Mk. 1 1 50. Kautsky è ritornato ai euoi amori giovanili. li suo libro recente si riannoda ai suol primi studi, che risalgono a S2 anni addietro, " sull'Influenza che l1accrescimento di popolazione e.◄erctta sul progredire della società umana 11• L'ln,·lto a stendere la prefazione ad una traduzione russa del auo primo libro fu la spi nta cbe m osse Kautsky a concretare finalmente quanto divisa.va da tempo, a ritor– nare cioò eulla vecchia e tutt ora dibatt uta questione, ed, armato dei nuovi studi e valendosi del materiale offerto dallo nuove esperienze sociali, vagliare e correggere le 1ue vedute, allargare il campo di ricerca, penetrare a rondo nel problema. 'l'rentadue anni fa, Kautsky era seguace delle teorie di Darwin e di Malthus, quantunque non flno alle estreme Illazioni antlsoctalietìche; ~oltanto più tardi, attraverso al rapporti personali con Marx od Engels, doveva dive– nire milite valoroso, in primissima linea, del cosl detto eoclallemo scientifico. Diceva l'ex curato di Hookery ed ancora oggi i suoi redell ripetono: è legge Immutabile di natura che la popolazione tende ad aumentare oltre i confini consen– titi dal mezzi di sussistenza, quali l'organizzazione eco• nomlca e eociale può offrire. [,a popolazione cresce in ragione geometrica, mentre I mozzi di sostentamento crescono In proporzione aritmetica. l..1occessodi popo111.. :dono genera miseria; fra sovrapo1►olazlone e bonossoro v'è incompatibilità fatale. Oli ostacoli di-struttivi, le caro• etio, le epidemie, le guerre, ecc., non bastano; la solu– zione della questione sociale sta noi sostituire ad ossi gli ostacoli preventivi, che consistono In una maggior ritenutezza e circospezione nel matrimonio. in freni aglt impulsi riproduttori. Kautsky, com'è euo costumo, attacca coscienziosamento e da. tutte le parti il problema. In questi ultimi decenni &l'veonero fenomeni sociali, che parrebbero dar ragione alle teoriche malthusiane. Presso qua,1 tutti i popoli di antica civlllà, la cifra di popolazione el rostrinse. Pec– cato per le teorie malthusiane, dico Knutsky, che aJ)punto i paesi producenti viveri più del bisogno diano maggior contributo all'emigrazione, mentre i paesi iudustria\l importano uomini. I movimenti di popolazione non ap– paiono dunque regolati da un unico o semplice fattore, manlfeetandOAi in modo diverso nel viui centri di pro– duzione e nelle varie categorie economiche del medesimo centro. La ben costrutta proporzione Inversa fra densità di popolazione e benessere riceve qui un primo gravo colpO. La grandiosità multHorme e complessa dei reno• meni naturali e sociali non si lascia costringere docil– mente entro una formllletta tanto semplice. Kaut8ky non si accontenta, naturalmente, di queste ovvie conetataidoni, e inseguo Il nemico per tutti i campi o fto ne' più remoti recessi. Malthus aveva enunciato la &li.alegge per tutto Il regno della natura organica, o Kauteky prende in esame Il JlfOCoseo f:hlologico elemen• tare della riproduzione, della nutrizione odel movimento, o i loro rapporti reciproci, e, por ogni epoca, le relazioni fra l'incremento degli esseri viventi e la disponibilità dei viveri, e la loro azione sul progredire delle specie. Le conclusioni a cui arriva sono in contrasto colla teoria darwiniana della lotta di tutti contro lutti; egli culmina nella dimostrazione della solidarietà ohe avvince tutti gli esseri viventi, por cui uno spostamento di forze in un& parto si ripercuote nell'a,sleme, disturbandone l'ar– monia. L'eeame va dal comparire della vita sulla terra fino alla eocietà umana; ma ciò, corno egli eto!ISOavverto, non sarebbe necessario. [,o leggi dolio sv-iluppo della società umana non SC'nocasi speciali della leggo natu– rale. l~voluzionoanimale od evoluzione sociale sono rotto da le ggi diverse, ijonza stretti rapporti fra loro. E' pas– ea.to Il tempo del ricalchi e del comodi processi analo– .ilcl f ra la cellula e l'uomo, fra l'organismo fatto di cel– lule e l'organismo composto di uomini. I grandiosi edifizi costrutti su quest'unica b111te non reggono pH1.Lo studio de' fenomeni vitali non ci può rivelare Il meccanismo intimo della storia umana. 11 processo sociale ha carat• ' terl suol; non è alla mercò d'un libero arbitrio, ma non ò neppure un ramo della vita orl{anica. Le leggi della riproduzione e del procacciamento dei viveri nella società. umana sono dunque altre che nel mondo Rnlmale. Non soltanto. Ma sono dh'erse anche nelle di\'orse epoche, non sono eterne, ma storiche, o, In una stos1taepoca, non sono le stesso per le diverse classi ,11 popolazione. Ogni momento economico ha le suo leggi di po1>olazlone. Kautsky stabilisce però, In questo d'accordo con Schil– ler1 che ramo e amore sono i regolatori, i propulsori, tanto nelle forme elementari dell'onergin. organica, quanto nei processi eociali. Nell'ultima parte del suo studio, l'autore dimostra, con ricchezza di dati statidicl o tecnici, che, nell'ordina– mento sociale capitalistico, non si può parlare di sovra– popolazione come d 1 un indcprecablle stato di neces!lità. Per un maggiore approvvigionamento di viveri la società non nvrobbo che da valersi maggiormente delle possi– bilità. offerta dalla tecnica o dalla scienza. L'aJ>provviglo• uamcnlo potrebbe porfoz\onarsl ed accrescersi moltis– simo In una società. socialistica, senza tener conto dol– l'lncessanto progredire della tecnico. o delle sorpreso che Il genio lm·enti\'O ci sorba. Anche nel presente studio, come in ogni altro, Kautsky ò guidato dalla concezione materialistica dei fenomeni storici. J.,'uomo agisce spinto dal bisogno e muove ad una utilizzazione sempre maggiore, estensiva ed inten• elva 1 delle energie disponibili. Al posto d'onore, dunque, lo forzo produttive, che determinano il sistema di pro– duzione, sul quale, a loro volta, rruttlficnno lo ideologie. Pas.rnugl, cho non costituiscono ull nnoll\ d'una catena causalo metafisica, porchò poggiantl sull'uomo in quanto pensa, opern o produco. Il bisogno può essere prodotto dall'aumento di popolazione, che SC/:_CllOrobbe l'inizio della. catena matorlnllstica; però l'aumento di popolazione non è processo semplice ed isolato, non ò fattore sociale ge– neratore di tutti gli altri, ma ricevo Influssi molteplici dal sistema di produzione, dalla sociota, dalle ideologie, nell'Intrecciarsi fitto cli elementi o forze infinite. Al po• sto della tramontata concezione metaflsica della causa• mà, eottontra, in ogni rapporto sociologico, l'azione ro• ci1>roca. Insomma Kautsky ci persuado cho lo spauracchio della eonapopolazlone non de,•o turbare l nostri piani e nep– pure quelli dei nostri noJ)otl lontani. (/Je1·li110). Vt:11t:1uco \'gu.A. . ,;, "' :\~cnOLu S11.v10 NovA110: Uanbaldi r11.:ord(t({) <ti roy11:.:i. - Flronie, Bemporad, 1:.11 v, pnglne :10. ~: questo il discorso, che il gentilissimo J)Octadi Ono– glia disse l'anno passato ai ranciulll dello scuole di San– romo, nella circostanza doll'inauguraziono del monumento n Garibaldi di [,eonardo Bislolfl; o ml l)iace di segnalarlo eu queste colonne, perchò l'assunto formidabile dell'effi– giare ai ragazzi la flgura eJ>ica del Nizzardo mi par cbo vi sin ndomplto con un'eccellenza ammirevole e che nos• suno do\ troppi scrittori, che fanno fra noi della lettera– tura por u i piccoli m si sia u tal proposito neppur lou– tnnamonte avvicinato al Novaro. Nè di ciò ò meraviglia; poichò dell'anima puerile è egli un delicatissimo e pe– netrantis9imo conoscitore e poeta, e sa stupendamente lo vie J>Oraccostarsi ad essa o per comunicarlo i suol lim– pidi atretti o le sue vaghissimo fantasie. Con maestrevole discernimento ha egli trascelto, in queste suo pagine, di tra la vita e l'epopea dell1Eroo, quel che rosse pili atto a com1,orno con vi,·ida pienezza o somiglianza la fisionomia e a formarsi non superflcinl· monto nella memoria o nel cuore de' ragazzi, e la ma– teria così destramente eletta ba poi rogglato e vivificato con arte leraa e limpida, tenendo!li costantemente lunge da ogni retorica \'irtuosità o da ogni turgida enfasi, e pur riscnldando il suo dire con un fervore così acceso o una concitazione cosl lirlcamonto vibrnnto o commo!lsa, cbo quasi ogni periodo paro una strofa e nell'oratm·c senti 1 dalla prima all'ultima parola, il poeta: il poeta dico - squi,:lito e alato, (tran elunore del ritmo e dello stile e - ciò che ce lo rendo plì1 amabile - infiammato d 1 amoro non pure per i paesaggi dilettosl o gli erramonti pensosi o trepidi ,tella psiche, ma por gli Ideali e gli affetti civili e 1>erlo travagliose baUaglìe dell'unità e della civiltà.
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