Critica Sociale - Anno XX - n. 1 - 1 gennaio 1910

CHl'l'ICA SOCIALI•: della commissione reale, o prom1ttano di essere attuati dai suoi progetti-~ La Commissione nel liceo moderno mette anche il latinoi e con ciò escludo la verifica dcll'efflcacia del tedesco per l'educazione intllllcttualc. E, quanto all'altro intento, di dare il mez;;o di seguire il movimento intol– lottuale moderno presso lo nazioni straniere pii, pro– gredite, si devo os~crvarc che queRto può interessare agli studiosi di Jetteraturn da una J)artc, di scicmc fhiche, matematiche e sociali e di fllosotla dall'altrn, cioè a dire precisamente a quelli, che seguono o il liceo classico o lo scientifico, per avviarsi ad approfondir<', nelle scuoio unlver~ìtaric, l'uno o l'altro ramo degli studi iniziali nelle scuole secondarie. Ora, se le lingue sono il mezzo e la cultura ò il fl.nc , questo mezzo deve essere offerto n quelle stesso persone, che il fino di coltura si propongono: le lingue moclerne, cioè, rappre• sentano una necessità (pit', ancora che una semplice uti– lità) precisamente per (1uegli dudenti che seguono il liceo classico o quello scienliflco. Creare duiiquo una scuola a parte di filologia moderna. nel grado me,tio <li istruzione, invece che nel superiore, sarebbe un semplice assurdo: anche quelli che ccrca~sero la conoscenza clel\e ling-uo straniere per sC0))i di utiliHL pratica, come ad esempio per il commercio, potrebbero trO\'arla in ma– niera e in sede J>ii1acconcia nelle $Cuoio prorossio11ali, parallele o successi.e alla scuola media. Jn fine, so quo3ta creazione di liceo moderno vuole avere un intento e un carattere umanistico, col far centro dì esso nell'insegnamento delle moderne lettera– ture straniere, la Commissiono viene a seguire un pro– cedimento astratto. li processo concreto di formazione dell'anima moderna ò storico, di modo che gli occorro la preparazione della cultura classica i nè può presu– mersi di compierlo tutto nella scuola medio, anche perchè i giovani non possono giungere a quel pii, elevato mo– mflnto di formazione spirituale che potremmo chiamare dell'anima 1wuma 1 senza traversare il momento prepa– ratorio, che potrebbe dirl!i dell'anima. maionale, per cui non lo letterature straniere, ma la nazionale, ,·uol rnp - presentare il nucleo dell'educazione intellettuale in questo periodo, e le altre solo il completamento e il mezzo di arrivare ad una. fase superiore. Per riguardo, dunque, al grarlo superiore della scuola media, il progetto del Congresso di Firenze mi sembra di evidente preferibilità. Ma, per la scuola media di grado superiore 1 io, che già altra volta su queste colonne (consenziente allora anche l'amico Salvémini) difesi l'idea della scuola unica, non so rinunciare alle antiche convinzioni. Dicendo scuola media di primo grado unica, s·tnten(l0 che ,·cngo ad escludere l'unicità dell'istrur.iono anche con quelli, che si dirigono allo scuole proressionali. Clii alunni ipo– tetici di questa scuola unica sarebbero soltanto quelli che ,•ogllano seguire la scuola media, uua 1:1cuoln,cioè, ohe non sia fine a se stessa, ma preparazione soltanto o avviamento agli studi superiori. Così, del resto, la concepì c1empre anche il Salv.Smini, Il quale, in un re– cente articolo sul suo ·n:vi,•ement I pubblicato nei Nuovi ,loveri del Lombardo Hadicc, non mostrava di aver del tutto rinunciato all'antica idea, se non altro come pro– getto cli esperimento. Ora, mentre è certo che la.scelta tra. la carriera degli studi e quella prorossionale pmtica, determinata sopra tutto da. ragioni economiche, ò decisa sin dalla prima inranzia 1 sicchò riesce utllo una divisione tra la 11cuola . media o la proressionale subito dopo le elementari, non altrettanto può dirsi della scelta tra il corso dogli studi letterari e il corso dogli studi scìeutiflci. E, per quanto l'argomento, rondato 1:1ullanecessiti\ dì lasciar maturare un po' pi1'1 l'ingegno infantile prima della scelta, per diminuire la quantità dei pentimenti, llia. ora rifiutato come vieto dagli stessi so.'-tonitori della. scuola unica. pure non mi sembra clel tutto ,·ano, tln che si av,·eri, e frequente, il passaggio di rogazzi alla scuola tecnica dopo uno, due o tre anni di inrelico prova al ginnasio. lliterclaro la scelta non è corto il toccasana, ma ò qualcosa pili di un pannicello caldo. )la sopra tutto è da notar:-:i l'immaturità dei rAgazzi, usciti da quell'esame, che giustamente fu detto di ac€r– &itù, agli sturii classici, lo cui flnalitit vengono così de– formato e annullate per un certo numero di anni, con g-ra\·e nocumento flc!la loro eflicacia successiva. llel resto, lo studio del latino noi primi tre anni di ginnasio è pu– ramc11te grammaticalej nò potrtL dirili che le Fa\'Ole di Fedro o le rito di Cornelio Xcpole facciano assimilare ai bamlJinelli, rhe lottano con le declinazioni e le co– niugazioni, lo spirito della cultura e tiella ,·ita classica. <tli stes-1i avversari della scuola unica reclamano un rin,•io a qualche anno dopo, per lo studio del latino. Scriveva. qualche auno f:l uno di essi, il )larabclli: " Pili tardi lo doti della prontcua o della fedeltà della " memoria, che :-:0110 proprie ilei giO\'inctto, .~arol>bero 1 ' rinvigorite da pili chiara co9cienza e da maggioro ri– " tlessiono 1 che renderebbe piì1 proficui gli esercizi mno– " monici necessari all'apprendimento di una lingu11. men– ,. tre col !listema attuale noi Ycdiamo tlo eia principio " sorg:cro nella maggior parte degli alunni, insieme colla ·· noia, un senso di invincibile antiJ)atia \'erso il latino, " perchè imparato meccanicamente e a contragg--cnio. E " non vi ò chi non veggn quanto possa perniciosamente 11 influire sull'av\'euiro dogli sturi! classici questa sfavo• H revolo condizione degli animi all'inizio del ginnasio . ., Ora, un ritardo nell'inizio degli studi classici può ot– tenersi, o con un prolungamento della scuola elementare, o con l'istituzione di una scuola media inferiore di tran– sizione. LI 1>rimo espediente verrebbe (per l'uguaglianza di istruzione impartita a chi termina con la scuola ele– mentare e a chi passa poi alla. scuola professionale e a quella media) a costituire quel minestrone malo assor– tito che sarebbe la. scuola uuica, quale fu da prima va– gheggiata o poi condannata d1,lla stessa Commissione reale. Resta l'altra ,•iu. E questa !!Cuoia metlia di trnnsizionc, o preparatoria o magari dilatoria come la si ,·oglìa chia– mare, potrà bene porciero anche il nome di scuola unica, che solle\·a tante avversioni, ma non perderà con questo la sua utile finalità. Saranno da discutersene soltanto la durata e i programmi. E a me pare <'ho bastino anche questo semplici con– i,iclorazioni1 per ritenere che la que!ltiono meriti ancora di es~ere dibattuta. n. Mo~mOI.FO. Hsce iu questi giorni col titolo: Le Biblioteche po– polari al Congresso nazionale, wt ,:o/umetto prezioso pei- quanti si. cippassio11a110 i11 lfolio ai vroMe-mi " ai 1iroyressi defl<i cultura llel popolo. Offre r,li Atti - riassunti con c11m - ciel memOrabile Co11yresso che si te1111e a Roma circa 1111 ,m110fa {(;-10 <1i– cembre 1908), e co111ie11e r lazio11i,scritti e discorsi di Ar• digò, Barbera, Diagi, Cabrini, Corradini, Credaro, J.~er– rlani, Fogazzaro, Oraf, Lombroso 1 J,uzzatti 1 '.\lartini, Na– than, Porro 1 Rapls ..rdi, H!l.\'a, Rovetta, Turati, ccc., ecc. Vi è aogi,mlo il Resoconto ,lei H Co11gresso 1w~-io11ole d l– f' Unione per / 1 tducazio11e popolare m pure twutosi i11 <iuei gior11i. S01102;,1;Joryhe pagi11e 1 {ìlte tl'i11seg1wmenu e (li suggi>– stìo11i.Preuo L. 2,50. H lo i11scrii:f(lmOvolonlieri nella nostra IJ1blioleca 1 per co111odo <lei nostri abbo11ari. (Com– missioni, coll'importo, anche alla Critica) .

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