Critica Sociale - Anno XIX - n. 16 - 16 agosto 1909

CRITICA SOC[ALE 249 Il plllermitnniamo, che, accentrando la signoria feudale o la fldsa borg-hesia che vive su di essa si è imposto a gran 1>artc dell'lsola, non potrà a~su– mere forme socialiste, perchè - lo rilevammo nella prima 1>artedi questo studio: /.<, lotta di clas.::e i11 Sicilia, fin <lai 1890 - il movimento proletario si– ciliano, per fatalità storica, procederà dalla cam– pagna dei feudi ulle citti1.della horghesia, a Palermo, a Catania, a Trapani, non vice,•ersa. Le esigenze 1)1lrticolari di queste pur rispettabili città fanno proclamRre ai socialismi locali che non è l'ora. di pnrlnre alle masbC di lotta di classe e di collettivismo, mn dovri\ il socialismo siciliano, e ma– gari tutto il socialismo meridionale," contentarsi di rssere un pal'lifo ((o•r1amn1te llemocratiro, qualche cosa come un g- io\'an o partito d'oppo,'{izione i il quale \'alga a ridcsltu·o f.ut ,tr Il• pm1sihili energie di riscossa di questo popolo soco larmonf'c assonito alle peggiori tirannie politiche cd oconomiclic ,,. Cosl ha scl'itto noll'A1·a11/i / del ::!2 marzo 1909 il dottor l~ttore Savagnone di Palorn10. Ma combattere io tirnnnic economiche, in 1111 pucso di foudatari che negano lo terre olle nffittnnzo collctth•e, vuol dire fare la lotta di chtsse; ndJcstrare i lavoratori alla gestione delle roopemtive ngricole, unica speranza di reclenziono della Hicilia, è 1lV\'iarli al collettivismo, cioè all'uso di un demanio comuuc, sia questo par– ziale o totale, si VC'clrà. in sej?uito. )fa fare semplice opposizione allo attuali tirannie politiche, è aprire uua nuova porta ad O,'tni eumorra di minoranza, che voglia ,·iocere c1n<'lllldi 111111,?gioranza; è permettere che la dominante tirannia. politica, pel' non cedere, si faccia, 1>rima dell'opposizione, il proprio socia– lismo. Mentre scrivituno (1909), si dice da tutti che, per la conquista cli alcuni Collegi e di alcuni Consigli di Sicilia, certi così tletti socialisti ahhiano ricorso agli stessi mc;r,zl di corruzione e di "iolenza della horghesia. Si giustifica ciò, pcrchè altrimenti non si vince. Non sappiamo che vittoria sia del socialismo quella che si ra,l,{giungo comprando i voti: spendere denaro per sai varo il dHnnro pubblico? .... riuscire coi denari di quttlcho pezzo /.{rosso della. borghesia e difendoro poi Il prolot,lriato dalln. tirannia sfrutta– trice di quello 1 ... mah! I rl sociitlismo non ha bi, SOJ.!110 cli vincere con q11uh1iusilllt'.'zzomen che onesto le battaglie olottornli, perchò Cl-lso 1 prima di tutto 1 è una nuova forza morale cduMtrice delle masse, e la piìt sug~cstiva forma di edn<'nzione è quella del• l'esempio. Inoltre, usando pr.r un co~ì detto socialismo gli stessi costumi politici delle camorre, non si avrà µiù titolo n pretcuctero ragione dC'lle violenze degli altri : il ma~istrato della \'C'rifira dei poteri, sotto– posto alle inttuenzo politiche, ani\ diritto cli essere partigiano, so tanto vale 1 per i mezzi elettorali ado– perati, l'un Cl\1Hlid1ttoo 11altro. li principio, che propugniamo, di respingere la violenza con la violcnzn., non vuolsi conrondere con la compra dei voti, con la J)(nfetta elettorale e con le intimidazioni che fossero pure usate dai socia• listi. . .. Ci siamo allonlaunti chlllll linea. principale che portrt f~ conclu<lcro; 111n era noeessario, per mettere in luce tutti gli aspetti importanti della. vita sici– liana. Dagli scl'ittl ~ulla Sicilin, questa. sposso non esce intera e qunlcho volbt ò falsota. Gli stessi scrittori siciliani 11011 ri,iscono del tutto a darne la esatta conosccnzn. Il Meli, così grnnde tra i Siciliani, nella. Buccolica meruvig-liosu, parln di pnstorclle, che non potrebbero esistere uoi feudi solitari della pastorizia vagante e del nmlandrlnagglo 1 o descrive una cam- pagna poetica, che di fatto è In minor parte della i-:iicilia. Egli st<'SS0 1 nella stessa Buccolica rileva con peusiero 1>unto arcadico lo stato triste delle cam– pngne siciliane. Sicilia mia, egli esclama, . ,IJ)r, 1'01•rllt, r,:~,>igghiali 'm, ,·ola, J Hl, l1 r,m,p, mrulf,, ahba,uiu,u,fi, r11, sr11rru·1 .,·i J)l)tmu a brigghUt sriofa. l'1d1 11 m1111l1m te.tifa sralrrtntli, .lfmtr, m, mnul,ramlu t lignei e trari !)a li lw,tm,; td f','{/tn ronlrat1. ru, riti "" ltm1m l'Italia abbmular; n; {r11mmf11 e t,gumi, f'tl ora a sfentu l.'abitatud 1n·I l'ahha,çfo 11i àt 1 i ! t-: lit 1}('11,>ti a 11 vompi, ttll'm·namentu 1 A rr11.,-r,z21 rd a morii ,I /!,' 111m at,verfi Chi la le1'ra P /11 to })1'i11rn alimnllu P /101wi hrti .1ui."til1ufi <miri sru1•e1·U O di ,·11111mel'ri1t o di 1,uwifatfuri At?.~airltiù rll lr, lf'n•a 1Ifili f re,·li f' . .. ~ 1 u guusta.to con il diboscamento il suolo agrario e il clima dell a. Sicilif\; e, reSl\ insufficiente e<l in– certa la 1>rocluzio110 ngricola, fu inasprito il carattere delle popolazioni. Uno dei più ch•ili paesi del mondo I antico asvetta da p. iù di v<'nti sec\'.>li la redenzione che lo ritorni in splendore. Il 1>ensiero politico delh gente italica ehbe una J>rirna ~ede in Siracusa, che, con l'originario vigore" dei Siculi e i fattori della ri,·iltìt ellenica, contrastò 1>ertre secoli n Carta~ine il dominio della Sicilia e ciel )lcditerraneo. Homa, facendo sua la tradizione siracusana, J)Otè sui Cartaginesi vincere il dominio dei mari che hagnano 111 penisola. e le isole ita– liane. La Sicilia. conser\'a IC' Lrncre originarie di costu. manze ch•ili introdotte nel mondo e poi ritornate come impol'tazionc di oltr'nlpo e di oltremare. I primi b1trhicl'i nellfl. ltonrn. antica arrivarono rlalla Sicilia 1 con scarnlalo degli intonsi e cerbtmente poco puliti C atoui. Nol\'nnticlliti\ ernno fammli i cuochi siciliu.ni ; od Rnrom la pastircerill e 1ft sol'bettcrht cli Sicili a consl'rvano il prirn1tto . La rrnvatta, il rui uso dimostrn uua r1 1fllnatc:1.zn. di costumi nel vestire o che si è voluto, for sr per rrss ona111.adi nome. farJ introdurre dall1l Croazia, è Htnta sempre usata in Sicilia. con l'uguule 110ml' di rurrata, o ron c1uello cli scolla, dull'uso di lcgnri,;i attorno nl collo. e con la stessa forma di nodi cho poi si isOno introdotti come moda frunl'ese. I contadini siciliani hanno, fin da tempo immcmOl'llhill', U!lato il cacio con la frutta venie, speciulmente lt• fu'"e: tuie US[UJza era fino a q~mlche tempo addietro ritenuta un se_g-nodella vita \"lllerecciu, orn Pssa è entrata come distintivo della buona ta ,•ola. La ~icilin nuo"n, che risorA"erà dal millennario 1:;e1>olcro feudale, J><'I' dar<' una ci"iltlt ben più glo riosa e J)iù ~icum di quella. antica, ,·a mostrandosi nnimosa e 1>romettC'ntc in alruni luoA"hi 1 qua e là, dell'Jsoln, che 111111110 frndlzìoni di pii1 antiche glorie; il futuro prossimo, come 1..crivemmo in un nostro studio sul paesl' oricino, si on'ermerà prinHt do,·e piì1 i,.:forioso fu il trap,lssato remoto. ~ei mouti :m· lnhri cd illustri, nhitnti dni Siculi, da l~rice a 'l'aor mina, cln .Nissft o d11 M11111, nel Agira e Centuripe, <htllo ì\fadonio ngli 1,:ro1, lo vl'tte s'indorano di 1111 nuovo aolc, o dfL esso ht !uro R'irrnclierà alle cit11'1 cklhi siµ-norifl fouclalo o del popolarismo incon:-ii– stente. L'org-nnizznziono dei contadini, nclht quale risiede tutta hl forza rigoncrntric<' doll'[~oh1, è ritanlRta 1 o, dove sorgo, ò ,ccu1tstutadal tontagio dei vicini ceutri del farahuttismo politico.

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