Critica Sociale - XIX - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1909

210 CRITICA SOCIALE neppure: distingue il socialisbt ministro dal mi– nistro socialista e li pone a dirittura in antitesi; pnventa, nolPe!iperimento. lo RCrodito definitivo del socialismo al potere; fiuta in Briand il rinne– gato. Sia pluc: non è una scoperln: se fosse oggi il socialista cli un tempo, Briand non avrebbe rac– colta quella succe~sione. Chi dal ~ogno sceudo all'azione.(' i,;:empreun po' il rinnegato di qualche cosa. Millernn<l non fu meno flCCusato di tradi– mento: pur€\. noi f-lUO passng:gio aJ flrinistero del Com– mercio, lasciò splendide traccio od inizii di riforma snstanziale. (~lt'•menceau. rombe!-=, Bourgeois, \\"al– deck-Hous:;eau. parvero simholi e guarentigie vi– venti di progresso repuhblicnno e di avanzata sociale. Erano t"ssi più l-iOl'ialisti che non sia ri· masto Briand? Certo. lo erano meno. Xon ripe. Wmmo mille volte. noi, socialiHti riformisti, eHser noHtro clehito g·io\"arci dello forze <lemocrntiche. Hpinge10 o coadinYare lealmento i radicali al p<r tero? Ciò !-larltvero sino al giorno che i socialii,;ti. sorretti da più concordi e coscieH ti forze nella massa. non possano prernlere il potere e~si stessi·- senza nulla rinnegare o come partito . .Ha ciò appartiene al domani. Nelle presoHti tondizioni 11olitiche - in qua• lunque t,tato l'i\'ilo - i socialisti al Governo non potre bbero faro che una politica. veramente ra(li• ca.le . :worso - anche questo (.,da notarsi - ~uno i ~o li che potrnbh(:ro farla. La transazione. nece~· saria al O overn o, i,;pinge tutti un po' indietro: di un 8ociali! ;ta.fa un radicalo: di un radicalo. <ltrnriue. non può fare c he un liberale temperato . .Jln. al postutto, potrebbe non essere inutile che il rndi– cale1 che ogg-i si logora al Governo) sia alJ11ono un sociali8ta dell'ieri. Or poniamo l'ipotesi - no11 ha nulJa di trn– t-cendente - che Briand tenga fede alle !-ine di– chiarazioni, acclamate e approvate ieri alla Canwra francese. Le molte simpatie, che ha c1·1utorno, gli r1gevolano. !-1t.111:1.a dubbio, quest'opera: la sua. p~r– :-;onale ambizione ,·e lo sollecita. Ha.per reg-g-t~r~i. di8RnnaTo gli a.vver:-:ari, attenuare i timori, sodnro g-li sdegni, for acc:ettaro gli ardimenti coll'abilità. e col tatto 1 tutto ciò sarebbe un titolo a rovescio per chi tleYe g-ovt>rnare? An·e1no dunque - nel– l'ipote~i fatta. - tra pochi!-lsimi me!-li, le pem~ioni operaie. fa. riforma. fiscale progre!-:-;i\ 1 a. il rinnoYrv mento del ~istema di suffragio, da cui sernhra attendere sa.Ivozza il regime democratico; la qne• !:ltione dei funzionari, questo po,is astnonun de– g·li 8tati moderni, incubanti lo Stat,o industriale, avviata, forse, t1 soluziono ragion~):f!le: avremo - forse abbiamo già - quella che Jaurés ha chiamato la clete,ilc, il cedere delle ire Jlroletarie, la premessa necessaria di una. sia pure iniziale e indiretta, collaborazione di Ooveruo. fra la h01·· ghesia più avanzata e gli strH.ti operai più evoluti e più ragionevoli: nuova e !3trnpotonte cornhina– zione di forzo, quale noi vagheggiammo in ltalia or fanno otto anni. e che 1 ver essere, in Italia, cosi~ prematura, doveva rimanere un bel sogno. 11: avremo, tosto dopo 1 una Camera nuova. creata in questo spirito, decisa a rafforzare quelle prime conqui~te, dii-.poi;ta a muoYere altri ·passi: e più arditi e sicuri, suUa medN1irna ai;;cesa. So questo - che è possibile avvenisse, pe1·- i;iRteremmo a ripetere che si è trattat.o di un trucco e di 11na ignominia? Certo, il plebiscito favorevole delta stampa o dei partiti. certo, la quasi unanimità della fiducia della Camera. dimostrano che un equivoco esiste. .!\fa Pequivoco - che non è co~a strana. data la ~ituazione tanto singolare - l'equivoco, lo dice la 1,arola, ha due versanti e due sbocchi. Quaud'anco non si risolva nettamente dallo sbocco che noi preferiamo, può accostarci ad esi-:;o e può spianarvi la via. Questa sola possibilità ha un valore so– ciale non indifferonte. Di quanti tentativi mancati non è fatto un successo - nella scienza, nell'arte, come nella vita, nella storia e nella stessa natura? ... Nessuna cosa, quanto la politfoa, che é corno il riflesso esteriore della vita profonda dei popoli, è ricca di siffatti imprevisti: ò pessimo calcolatore chi non li mette nel calcolo. Guardate la Rtoria. recente do\ socialismo in ltalin. Verso il '!)00 pa– reva di.!,f'atto. e allora fu vincitore. Parve dovesse trarre gran frutto dalla vittoria: e fu invece una ridda di errori. di dissidi, di delusioni. Ieri an– cora. i partiti popolari e le forze socialiste trion• favano nelle urno politiche: ri~ultato parlamen– tare fu l'impotenza. Che cosa ci prepara il domani? Può in Italia presentarsi una nuova situazione - colla caduta del Giolitti - i-.imile (non diciamo identica. per troppe ragioni) a quella, piena di speranze indefinite. che ci offro oggi la J'nrncia '! La domanda ne dissimula un'altra, che sta un poco più sotro. Di che è fatto questo imprevisto della, politica, che non posRiamo prevedere per (lefinizione, e che pure dobbiamo aspettarci e sul quale ci (\ forza contare? E esso il puro caso for· tuito. la bizzarria. il capriccio? Il determinismo più elementare rifiuta simile tesi. L'imprevif-lto non ò altro che l'ignoto: ma esso e retto da Ile stesse leggi (li causa lità neces– saria. che determinano tutti i fenomeni della vita e del mondo. Uimprevisto non ò che il paradosso, ossia l'inatteso; la corrente che fluisce sotterranea, insospettata ai nostri sem:ii, e che affiora al dato momento e noi dato luogo. 8e la nostra ignoranza. di fronte al complicato aggrovigliarsi delle cose. non ci assente di predesignarne i modi e le forme. noi sappiamo per altro con certezza che esso sarà la risultante. matematica•nente esatta. delle forze esistenti. delle forze che noi stessi contribuiamo a creare. J)i quale immeuso e occulto la, 1 orìo di uomini e di eventi fu la somma e il prodotto l'inatteso e subitaneo risveglio del mondo otto– mano a quelle libertà costituzionali, cui pareva tlal destino perennemente negato? E non forse, nella Francia presente. uu disagio profondo. sof– ferto, se anche non confessato. dagli stessi partì ti conservatori, si combina con le tradizioni più schiette della stirpe, rivoJuzionaria da secoli, per creare, ad insa,putft e a dispetto degli attori più in vista della politica presente, quel conato di situazione avventurosa e nu0\ 7 a 1 eh.e si accenna snlPorizzonte? C"ncorollario. confortante e abbastanza preciso, sembra scaturire dall'indeterminato di queste OS· servazioni. Ed t\ che gli uomini o i partiti anche nei momenti che sembrano di sosta, di inerzia necessaria, di sterilità inevitabile - debbono vi• vere ed ngiro come se il loro lavoro desse quegli effetti. che visibilmente non dà.; come se fossero imminenti quei compensi e quelle vittorie, che sembrano rinculare negli spazi dell'inafferrabile e irridere ai nostri fervori e ai nostri sudori. Porse questo semplice e un po' testardo fatali– smo è più savio delle furberie <li cui vuolsi che ogni politica sia intessuta. I~noi abbiamo qualche cosa da apprendere - per la vita terrena - dalla dolce serenità di quei teosofisti, i quali pensano che ne~suno sforzo pel bene possa andare disperso, e imaginano di accumulare. col sacrificio cli o~ni giorno. un capitale di immarcescibile ricchezza per le loro migrazioni e palingenesi al di là. della vita.

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